SPECIALE HALLOWEEN (QUARTA PARTE)

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

TYLER

La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto.
(Howard Phillips Lovecraft)


Osservai quella ragazzina che mi aveva sconfitto, che aveva preso l'ultima mela. La sua amica, una ragazza robusta, vestita da fata, stava esultando per la vittoria mentre le slegava i polsi.

-Sam, ti sbrighi?- sbottai io, mentre il mio amico cercava inutilmente di liberare i miei.

-Ci sono quasi- borbottò.

-Quindi abbiamo vinto- esclamò Cloe, ridendo come una pazza. Come avevano fatto a vincere?

-Solo la prima sfida- dissi.

-Ce ne sono altre?- chiese.

-L'evocazione di Susan Graven-

Parve calare una strana atmosfera. Era incredibile che a pochi metri da noi alcuni ragazzi si stessero scatenando sulla pista da ballo.

-Si tratta di una leggenda- mormorò Cloe, ma vidi qualcosa nel suo sguardo. Era turbata. Molto bene, forse le cose giravano nel verso giusto.

-Allora un sfida, chi avrà il coraggio di evocarla vincerà la sfida-

-Non so...- cominciò Cloe, ma la sorella la interruppe.

-Lo faccio io- lo sguardo di sfida puntato su di me.

-Ottimo- dissi. Finalmente una coraggiosa. Lanciai uno sguardo alla ragazza vestita da strega, quella che mi aveva sconfitto. Lei non disse nulla, si limitò a fissare l'amica.

-Per noi mi offro io- disse Sam, ridendo.

-Perfetto, un elemento per ogni squadra- dissi –ora si gioca-

La stanza in cui Cloe ci condusse aveva una parete ricoperta di specchi. La leggenda diceva che per evocare Susan Graven bastava chiamarla qualche volta davanti a uno specchio.

La fatina si fece avanti e notai che tremava un po'. Ci aveva ripensato. Al mio fianco Sam si guardava in giro, uno strano sorriso sulle labbra. Si era vestito da lupo mannaro e indossava dei vestiti strappati e peli finti. A qualche metro da noi, vicino a Cloe, si trovava la streghetta. La guardai con la coda dell'occhio, cercando di non farle capire che guardavo proprio lei.

-La tradizione vuole che i due giocatori siano lasciati soli nella stanza- spiegò Cloe.

-E come si valuta chi vince?-

-In base a chi fugge-

Annuii. Ovvio. –Perfetto, io resterò qua fuori- avevo una mezza idea di andare a prendermi qualcosa al bancone da bar che era stato installato là fuori e dal quale avrei potuto tenere d'occhio la situazione.

-Ottimo- mormorò Cloe –che vinca il migliore-

-Mi raccomando, Sam, l'onore della confraternita dipende solo da te- gli ricordai, dandogli una pacca sulla spalla.

-Lo so, lo so e speriamo di non evocare niente-

Risi. –Non dirmi che credi nei fantasmi?-

Lui non rispose, si limitò a stringersi nelle spalle.

-E allora perché ti sei offerto?-

-La fatina...è molto carina-

Risi. Ecco perché eravamo amici! –Stai attento- e uscii.

La sala era piena di gente che ballava. Mi diressi verso il bar e mi misi a prepararmi un cocktail...poi la vidi. La streghetta era ferma poco lontana e fissava la porta dietro cui stava avvenendo la sfida. Braccia conserte, cappello un po' storto, espressione tesa, era preoccupata. Sorrisi e mi ritrovai a preparare un secondo cocktail, quindi presi entrambi e andai da lei.

-Hai sete?- le chiesi.

Lei si voltò sorpresa. –Ehm, sì- rese il cocktail in mano –è alcolico?- chiese.

-Solo un po'- le feci l'occhiolino.

-Non bevo alcolici- mormorò.

-Davvero?- chiesi, sorpreso –Vuoi che ti prepari qualcosa di analcolico?-

-Non preoccuparti, io...-

E fu in quel momento che sentimmo le urla. Ci guardammo, quindi ci precipitammo verso la stanza chiusa. Appoggiammo entrambi la mano sulla maniglia e la spingemmo insieme, la nostra pelle che si sfiorava. Nulla.

-Non si apre- gemette la ragazza.

Dentro si sentivano altri rumori.

-Cosa succede?- chiese Cloe, arrivando.

-Non riusciamo ad aprirla- le spiegai.

Cloe ci spinse da parte e ci provò lei...testarda, secondo lei in due non eravamo capaci di aprire una porta?

-Deve essersi bloccata- mormorò lo sguardo vitreo.

-Lascia fare a me- era il momento di mostrare quanto fossi in gamba. Feci un balzo indietro, quindi presi la rincorsa e mi lanciai contro la porta, dandole una spallata. Questa tremò. Intorno a noi nessuno sembrava essersi accorto di ciò che stava succedendo, troppo presi dalla musica e dal ballo. Diedi un'altra spallata. La porta cedette un po', ma senza aprirsi. Ma quanto era resistente? Avevo male alla spalla, ma non potevo certo arrendermi, il grande Tyler Von Heller non si arrende mai. Inspirai a fondo e diedi un'ultima spallata. La porta finalmente si spalancò e io barcollai per non cadere per terra.

La sala, debolmente illuminata, pareva risplendere. Ci misi alcuni secondi a comprendere perché risplendeva: frammenti di specchi erano sparsi ovunque. La fatina era in un angolo e singhiozzava tra le braccia di Sam...perché Sam l'abbracciava? Per un assurdo attimo mi sembrò che stesse tradendo Jessi, ma poi ricordai che Jessi era sparita ormai da mesi. La streghetta mi superò e corse dall'amica, subito seguita da Cloe.

-Cosa succede?- chiese.

-Stavamo chiamando Susan Graven e gli specchi sono andati in mille pezzi- spiegò Sam.

-Non erano montati bene?- chiesi.

-No, sono sicura, erano montati bene- disse Cloe  la voce tremante.

Restai un attimo in silenzio, cercando di unire quelle informazioni, poi scossi la testa. –Direi che dovremmo uscire di qua- con tutti quei pezzi di specchio a terra non mi sentivo sicuro.

-Ottima idea- disse Cloe. Notai che stava tremando. –Usciamo da qua, nei prossimi giorni chiamerò qualcuno per riparare questi specchi...oppure per far togliere ciò che resta-

-Direi che è un'ottima idea- disse Sam, aiutando la fatina a evitare i pezzi di vetro...c'era qualcosa di sospetto tra quei due, avrei dovuto tenere gli occhi aperti.

Uscimmo tutti dalla stanza e notai che Cloe la chiudeva a chiave. Era incredibile come fuori dalla stanza sembrasse che nessuno si fosse accorto di nulla. Mi voltai e, chissà perché, ricercai con lo sguardo la streghetta e vidi che lei stava guardando me, uno sguardo stranamente penetrante. Ci fissammo per un lungo istante e osservando la sua pelle, che pareva stranamente cremosa, mi chiesi come sarebbe stato bello affondarvici le mani. Le sorrisi e vidi le sue guance diventare rosse.

-Che ne dite di ballare?- propose Cloe, sforzandosi di tenere un tono leggero.

-Credo che sia la cosa migliore- e, chissà perché, afferrai delicatamente il polso della streghetta –mi concedi questo ballo?-

Lei arrossì. –Va bene-

Fantasma, non fantasma, poco importava, ci lanciammo a ballare. Notai con la coda dell'occhio che Sam ballava con la fatina. Attenzione, dovevo fare attenzione, non era certo il caso che Sam s'innamorasse, non dopo ciò che era successo con Jessi.

Il grande orologio rintoccò la mezzanotte. Vidi la streghetta assumere una strana espressione. Stavamo ancora ballando.

-Devo andare- disse.

-Cosa?- esclamai, sorpreso, credendo di aver capito male a causa della musica.

-Scusa- si voltò e corse via.

-Aspetta- urlai –non mi hai neppure detto il tuo nome...- ma lei se n'era già andata e io, all'improvviso, mi resi conto di sapere come si era sentito il principe quando Cenerentola se n'era andata.


NOTE DELL'AUTRICE:

E con questo termina l'ultimo speciale Halloween 🎃
Spero che vi sia piaciuto.
Nei prossimi giorni continuerò con lo speciale "Una fiaba oscura".
A lunedì invece con l'abituale aggiornamento ❤

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro