LA SERATA DEI GIOCHI (PRIMA PARTE)

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TYLER

Bisogna sempre giocare lealmente quando si hanno in mano le carte vincenti.

(Oscar Wilde)


Nascosto nell'ombra osservai la silhouette di Rosemary chiudere la finestra e mi sfuggì un sorriso. Potevo ancora sentire la pressione delle sue labbra sulle mie, il profumo dei suoi capelli, il suo corpo premuto contro il mio...era tutto così familiare. Sinceramente non mi aspettavo quel bacio, o meglio, mi aspettavo che sarei stato io a darlo a lei, il fatto invece che fosse successo il contrario mi aveva trasmesso una strana gioia. Avrei voluto chiedere consiglio ad Anne e quel pensiero mi strinse il cuore. Inspirai a fondo e tornai a pensare a Rosemary. Sapevo che sarebbe venuta alla serata dei giochi, la domanda era perché ci tenessi così tanto alla sua presenza alla festa. M'incamminai lungo il vialetto buio, chiedendomi cosa mi stesse succedendo e perché mi sentissi così stranamente euforico. Entrai nella confraternita da una porta secondaria. La festa stava continuando, ma io non avevo voglia di partecipare, mi sarei rifugiato in camera e avrei letto qualcosa. Salii le scale e arrivai al piano senza accendere la luce. Fu allora che sentii dei gemiti. Qualcuno si stava divertendo. Beato lui. Proseguii e mi ritrovai davanti alla stanza che dividevo con Sam. Fu allora che mi resi conto che i gemiti provenivano da lì. Mi sentii gelare il sangue nelle vene. No, non era possibile che non potessi neppure stare in stanza mia, quella situazione andava risolta: dovevo eliminare Abigail dalla vita di Sam.

Me ne tornai di sotto e mi rifugiai in cucina. Pamela, una ragazza dai capelli rosa, mi salutò con un gesto della mano. Stava divorando delle frittelle seduta al bancone.

-Spuntino di mezzanotte?- chiesi.

-Esatto, avete un sacco di cose buone nel frigorifero- borbottò, la bocca piena.

-Lo so, mi occupo personalmente di fare la lista della spesa- mi appoggiai al bancone.

-Sam è salito di sopra con la sua bella-

-Lo so- mormorai.

-Una vera scocciatura-

-E lo dici a me?- sorrisi. Pamela era una delle poche ragazze del campus che non mi corteggiava e questo mi piaceva, la consideravo un'amica sincera.

-Le cose si mettono male... sinceramente mi piaceva di più Jessi-

Annuii. Jessi era tutta un'altra cosa, non si sarebbe mai appartata durante una festa, potevo quasi dire che io, Sam e lei fossimo un trio, quasi indivisibile. Jessi era speciale, ogni tanto pensavo che se non l'avesse corteggiata prima Sam, beh, forse lo avrei fatto io. E chissà perché pensai a Rosemary. –C'è speranza che si lascino secondo te?-

-Per il momento no, potrebbero andare avanti anche uno, due anni-

M'irrigidii. –Uno o due anni? Decisamente troppo- scossi la testa.

-Ci sarebbe un modo per farli lasciare, lei mi sembra una tipa gelosa e so che anche Sam lo è... che ne pensi di preparare un piano?-

-Peggio della strega di Biancaneve, mi fai paura quando fai così-

-Lo prendo come un complimento- mi sorrise, mostrandomi i suoi piccoli denti aguzzi. Mi faceva davvero paura quando mostrava quei denti.

-Hai già in mente un piano?-

-Ovvio, la serata dei giochi sarà l'occasione perfetta per metterlo in pratica-

-Aspetta, non hai già fatto litigare Mary e Steven durante un gioco?-

-Proprio così- rise -un Cluedo finito molto male, ma questa volta ho in mente un gioco molto più a tema-

-Parla- la esortai.

-Non vuoi provare a indovinare?-

-Meglio di no, allora?-

-Obbligo o Verità... non è perfetto?-  chiese, ridacchiando.

-Perfetto- perché non ci avevo pensato prima io?

-Ci servono un paio dei tuoi scagnozzi senza cervello-

Risi. –Per esempio?-

-Quello grande e grosso con cui ti alleni-

-Dick-

-Esatto...e quell'altro magrolino-

-Adam-

-Vedi, sai già tutto... dobbiamo istruire loro su cosa dire e sarà un gioco da ragazzi farli litigare- sorrise, il rossetto nero irreale sulle sue labbra, mi sembrava il personaggio di qualche cartone animato gotico.

-Credi che funzionerà?-

-Non dovrebbe?-

-Non lo so, chi lo può sapere?- e cos'era quella sensazione? Quasi un sentirmi in colpa. In fondo Sam era mio amico, un mio caro amico, non avrei dovuto trattarlo in quel modo, era sbagliato, era folle... allora perché lo stavo facendo. Inspirai a fondo, all'improvviso desideroso di una sigaretta. Sì, avevo proprio bisogno di uscire a fumare, mettere in ordine i pensieri... e non lo so... sensi di colpa. Ero davvero in grado di provarne? Ma come mi stavo riducendo? Avrei voluto che Sam non avesse mai conosciuto Abigail, avrei voluto che ogni cosa si fosse sistemata da sola, ma non c'era più tempo. E di nuovo ripensai a Jessi, al modo in cui rideva, alla volta in cui io e lei eravamo rimasti soli e a ciò che era successo.

Il cellulare vibrò nella mia tasca facendomi sobbalzare.

-Cosa succede?- chiese Pamela ridendo –Il grande Tyler viene preso di sorpresa?-

-Succede- lo estrassi. Era un messaggio. Velocemente risposi, attento che Pamela non allungasse il collo per sbirciare. Fortunatamente stava ancora mangiando. Sembrava che non mangiasse da una settimana dalla velocità con cui ingurgitava i biscotti che aveva preso dalla credenza.

-Ci sentiamo- disse quando terminò alzandosi –progetto tutto e ti faccio sapere-

Annuii. –Certo, certo- ma stavo pensando al messaggio.

Non dire a nessuno ciò che è successo, non so cosa mi sia preso.

Rosemary

Poteva stare ben certa che non avrei detto nulla, ma sicuramente la cosa non si sarebbe conclusa così.

Nei giorni a seguire non fui particolarmente insistente con Rosemary, cercai di essere sempre nei suoi paraggi, facendomi notare, ma mi limitai a qualche parola e un paio di volte le ricordai della festa.

-Ricordati di venire-

-Te l'ho promesso, no?- ma io sapevo che spesso una promessa non vuol dire nulla.

Pamela era stata di parola e aveva scritto con la sua calligrafia allungata le domande che Dick e Adam avrebbero dovuto imparare.

-Sono così semplici che anche due incapaci come loro possono impararle-

-Gentile come sempre-

-Non hai chiesto il mio aiuto per la mia gentilezza- mi fece notare  e io non trovai nulla da controbattere.

La serata dei giochi ero nervoso. Non sapevo esattamente perché, visto che non dubitavo che le cose sarebbero andate secondo i piani, Sam adorava partecipare ai giochi e la sua Abby l'avrebbe sicuramente assecondato. Allora perché ero nervoso? E perché continuavo a chiedermi se Rosemary si sarebbe presentata? Lei doveva venire, me lo aveva promesso. La verità era che il pensiero del bacio era diventato un'ossessione, qualcosa che non riuscivo a togliermi dalla testa. E poi avevo in mente di mettere alla prova anche lei, era chiaro, sia se avesse scelto obbligo sia se avesse scelto verità sarei stato io a darle la penitenza o a farle la domanda... sinceramente speravo nell'obbligo.

Fu solo quando la vidi arrivare, bellissima in un abitino bianco lungo e vaporoso, che finalmente riuscii a rilassarmi. La guardai con un sorriso. Perché si ostinava a vestirsi in quel modo alle feste della confraternita? Quell'abito sembrava più adatto a un matrimonio, eppure era perfetto su di lei, la faceva sembrare una vera principessa. Sospirai. Dovevo concentrarmi. Il gioco stava per avere inizio e non vedevo l'ora di raccoglierne i frutti.


NOTE DELL'AUTRICE:

Nuovi guai attendono Tyler e Rosemary.

A giovedì!

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