RIPROVANDOCI

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TYLER

Ti manderò un bacio con il vento

e so che lo sentirai,

ti volterai senza vedermi ma io sarò li.

(Pablo Neruda)


I tempi successivi al mio ultimo vero incontro con Rosemary trascorsero in modo strano. Non posso dire che non la vidi più, neppure che non la frequentai, che non tentai in tutti i modi di rompere quella barriera, ma lei mi tenne lontano e anche quando eravamo l'uno di fronte all'altra, anche in quei casi mi pareva lontana anni luce. Notai che se non c'era Abigail al suo fianco c'era sempre una qualche ragazza della consorellanza, come se non volesse essere lasciata sola. Una volta l'avvicinai con la scusa di chiederle degli appunti, ma lei dopo avermeli spediti tramite Whatsapp se ne andò senza darmi la possibilità di spingermi oltre. Eppure ero certo di piacerle e su cose simili non potevo sbagliare. Una parte di me si rimproverava il fatto di non averla seguita quando era uscita dall'auto dopo la visita a casa di Sam, di non averla rincorsa per il campus, ma ogni volta mi dicevo che non avrei mai potuto farlo, che i tipi come me non rincorrono le ragazze e poi ripensavo a due episodi della mia vita. A quella volta che ero corso dietro a una ragazza al liceo e lei si era voltata e mi aveva insultato, dicendomi che non sarebbe mai uscita con uno come me. Era stato molto doloroso. E poi ripensavo a quella volta quando da bambino avevo rivisto mia madre. Lei era uscita dalla mia vita da qualche anno, ma quel giorno era venuta alla villa per parlare con mio padre. Avevo riconosciuto la sua voce ed ero corso da lei, le braccia aperte, desideroso di abbracciarla, ma lei si era ritratta. No, non potevo fare di nuovo lo stesso sbaglio.

La vita alla confraternita proseguiva senza nessuna novità, tra feste e impegni.

-Bisogna pensare a un nuovo rito per i novellini- mi ricordò un giorno Sam.

-Già, perché non ci pensi tu?- non avevo proprio voglia di inventarmi un nuovo rito.

-Da quando mi dai un compito simile? Non dici che sono troppo dolce per queste cose?-

-Esatto, però voglio darti un'opportunità- e magari così si sarebbe allontanato un po' da Abigail, o almeno così speravo.

-Molto lusingato, ma la declino, intanto il risultato non ti andrà certamente bene-

-Non ti lamentare però- lo rimproverai.

-E da quando mi lamento?-

Mi strinsi nelle spalle.

-Sempre il solito- borbottò -oh, è tardissimo, devo vedermi con Abigail- e se n'è andò.

Spesso mi sentivo con Jasmine, o meglio era lei a farsi sentire da me.

-Come può stare con quella?- era la sua solita domanda -Capisco un'infatuazione, ma ormai dovrebbe essere finita-

-Si lasceranno- rispondevo sempre, anche se ormai stavo iniziando a perdere la fiducia.

-Lo spero... oh, Tyler, che guai!-

Trattenevo a stento una risata mentre ascoltavo la sua parlata così teatrale, quasi suo fratello fosse stato condannato a morte o si trovasse nelle grinfie di una crudele streghe. Che ipocrisia! Jasmine normalmente a malapena sopportava Sam.

-Come faremo? La nostra famiglia cadrà nel disonore!-

-Su, non esagerare-

-Menomale che ci sei tu!- e a questo punto trovavo sempre una scusa per riattaccare.

Quando Jane, che gestiva il teatro del campus, venne alla confraternita per cercare vittime sacrificali per il suo prossimo spettacolo ero al computer.

-Tyler!- mi chiamò e io sobbalzai al suono stridulo della sua voce.

-Ehi, Jane!-

-Allora, vuoi il ruolo di Antonio?- mi chiese, piazzandosi davanti a me, una mano sul fianco, l'altra che teneva il tablet.

-Lo sai che il teatro non mi piace- mormorai, lo sguardo fisso sullo schermo del computer.

-Ma qui devi recitare, non guardare uno spettacolo-

-No, grazie- come odiavo la gente insistente!

-Come sei noioso!-

-Chiedi a Sam, lui lo vorrà fare certamente-

-Dici?- il suo sguardo brillò dietro i grandi occhiali da vista.

-Ma certo, dice sempre che vuole diventare un attore- mentii.

-Lo chiamo subito, allora!- sorrise, digitando qualcosa sul tablet -Qualche consiglio per Cleopatra?-

Che ne sapevo io... e poi un nome mi uscì spontaneo. -Rosemary-

Jane aggrottò un attimo la fronte. -Rosemary Travers? Sì, lei ha già recitato, ma non è un po' troppo dolce per un ruolo come quello di Cleopatra?-

-Secondo me ha del potenziale nascosto- e lo pensavo per davvero, senza contare che mi sarebbe piaciuto molto vederla vestita come la famosa regina dell'Egitto.

-Ottimo- rapida prese il tablet e segnò qualcosa -proverò a chiederglielo-

-Sì, ma non dirle che sono stato io a fare il suo nome- altrimenti ero abbastanza certo che non avrebbe accettato.

-Tranquillo, non gli dirò nulla... ma tra te e questa Rosemary c'è qualcosa?- chiese, fingendo disinteresse.

-Perché me lo chiedi?-

-Non so, pettegolezzi-

-E da quando una ragazza intelligente come te crede ai pettegolezzi?-

Jane scosse la testa, muovendo i corti capelli scuri. -In effetti io non ascolto mai i pettegolezzi, ma il fatto che tu mi abbia fatto il suo nome... beh, è quantomeno strano-

Le sorrisi. Non avrebbe saputo nulla da me, non bisognava mai far sapere nulla. Mi alzai. -Ti accompagno alla porta-

-Un modo per scacciarmi?- chiese, sgranando gli occhi e assumendo l'espressione caricaturale di una persona offesa.

-Vedilo come vuoi- e con fermezza l'accompagnai fino alla porta della confraternita, quindi la salutai con un gesto della mano e richiusi la porta. Avrebbe parlato, era così ovvio, così normale, così scontato. Risi tra me. Oh, la pubblicità è sempre ottima, buona o cattiva che sia.

Era una serata particolarmente calda, nonostante non fosse ancora giugno, quando Abigail venne alla festa da sola. Non era raro che ciò succedesse, ma sinceramente restavo sempre con la segreta speranza che quella sua bizzarra amica spuntasse fuori.

-Ciao Abby- la salutai.

Lei mi guardò in malomodo. Ormai aveva compreso che non mi piaceva per niente e la cosa era diventata reciproca... non che m'importasse.

-Ciao- mi disse -dov'è Sam?-

-In fondo alla sala... sei sola?-

Lei aggrottò la fronte. A guardarla bene, per quanto permettessero le luci soffuse della sala, non era brutta, anzi aveva qualcosa di affascinante e un bel rossetto rosso che risplendeva sulla sua pelle perlacea. Qualcosa in lei mi ricordava Jessi. No, non dovevo pensarci.

-Cosa vuoi sapere davvero?- mi chiese, le mani sui fianchi.

-Nulla, era tanto per parlare- e me ne andai. Potevo ottenere l'informazione da qualcun'altra. E alla fine la vidi: Jill, una delle ragazze della consorellanza. Mi ricordavo anche il nome, se non era fortuna quella...

-Jill- la chiamai.

-Tyler!- corse da me.

-Come stai?-

-Benissimo, questa festa è stupenda- esclamò, lo sguardo brillante.

-Della tua consorellanza avete partecipato tutte?-

Lei parve un attimo sorpresa, poi annuì. -Sì, credo di sì, anche se non vedo Rosemary, forse è rimasta a studiare, succede spesso che non vada alla feste per portarsi avanti con lo studio-

-Ottimo, divertiti- e mi allontanai, desideroso di mettere in pratica ciò che stavo pensando da quando la festa era iniziata. A pensarci bene forse lo volevo fare già da quella volta in cui Rosemary era fuggita fuori dalla mia macchina.


NOTE DELL'AUTRICE:

Grazie per essere arrivati fin qua :) Cosa avrà in mente il nostro Tyler? Lo scoprirete giovedì e vi posso anticipare che tra lui e Rosemary le cose prenderanno una svolta molto particolare.

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