RITORNO AL CAMPUS

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TYLER

Eravamo insieme. Tutto il resto del tempo l'ho dimenticato.

(Walt Whitman)


L'amore tra Sam e Abby era finito con la stessa velocità con cui era nato. Non avevo compreso fino in fondo perché avessero litigato. Sam mi disse che semplicemente si era reso conto che Abigail non era fatta per lui e che sposarla sarebbe stato solo un errore.

-Non avrei mai potuto sposarla, non la amo, sarebbe stato solo per fare un dispetto a te-

-Valgo davvero così tanto?- avevo risposto, ironico. Sapevo che mentiva. Sam amava Abigail. Forse era ciò che era successo con Jessi che aveva inclinato qualcosa dentro di lui.

E così la cosa si era conclusa. Rosemary aveva parlato a lungo con Abigail, ma nemmeno lei le aveva dato una vera spiegazione.

-Mi ha detto che aveva preso un abbaglio e che alla fine Sam non era così incredibile come aveva pensato all'inizio- mi disse quando le chiesi se lei sapesse qualcosa di più.

-Eppure sembravano così uniti- mormorai.

Rosemy si strinse nelle spalle. –Non lo so... non avremmo dovuto intrometterci-

-Non è colpa nostra e lo sai- la rassicurai.

-Forse no, ma potrebbe anche esserlo-

L'abbracciai. –Sei proprio una brava ragazza-

Fu così che tornammo al campus, alla nostra vita di tutti i giorni. Non riuscivamo a vederci spesso io e Rosemary, sembrava che tutto fosse tornato a un suo equilibrio e che noi due, così diversi, fossimo tenuti distanti da strane forze che volevano riportare tutto alla normalità.

Un pomeriggio riuscii a portarla nella mia stanza, dopo aver caldamente invitato Sam ad andare a fare un giro.

-Spero solo che non ci sia rimasto male- mormorò.

-Oh, Romy, sei così dolce quando pensi agli altri, ma ben gli sta a Sam, per tutte le volte che mi ha buttato fuori-

Lei rise, la sua dolce risata. Indossava solo il completino che le avevo regalato. La bralette di pizzo era perfetta sul suo seno bianco e l'accarezzai con dolcezza. Eravamo pigramente sdraiati sul mio letto, il sole che tramontava ci accarezzava la pelle mentre ce ne stavamo lì senza fare nulla di particolare.

-Vorrei che potessimo passare più tempo assieme, mi manchi... la notte vorrei stringerti tra le braccia, baciarti, accarezzare la tua pelle, inspirare il tuo profumo- mormorai, avvicinandomi al suo orecchio.

-Lo sai che non posso fermarmi qua-

-Lo so, lo so- non volevo rimproverarla.

-Ho un'idea- disse Rosemy, un sorriso timido sulle labbra. Rapida si tolse la bralette e me la porse, coprendosi con un gesto spontaneo il seno con il braccio. Mi sfuggì un sorriso: quanto pudore, l'avevo vista nuda eppure si ostinava ancora a coprirsi. –Così sentirai il mio profumo-

-Grazie- e senza attendere altro la trassi a me, baciandola.

Rosemary intrecciò le sue dita intorno ai miei capelli, poi si strinse a me, spingendomi e mettendosi a cavalcioni su di me. Il suo corpo premette contro il mio e con dolcezza prese entrambe le mie mani. Lei si erse sudi me per alcuni secondi, silenziosa, maestosa, bellissima. Potei osservare la sua pelle bianca, il ventre piatto, i seni piccoli e sodi, restai in muta contemplazione, come si guarda un'opera d'arte.

-Sei mio prigioniero- esclamò, ridendo, la voce un po' roca.

-Ah, tuo prigioniero? E cosa vorresti per liberarmi?-

-Non saprei, tu cosa mi proponi?- piegò di lato la testa e i capelli le caddero sulla spalla e sul seno. Era così sensuale...

-Non lo so...- mi mordicchiai le labbra, cercando di scacciare il desiderio di liberarmi dalla sua stretta e di baciarla subito.

Lei si piegò in avanti e sentii i suoi capelli ricadere sul mio petto. Mi sfiorò le labbra con le sue e si ritrasse un attimo prima che riuscissi a baciarla, ridendo.

-Vuoi giocare?- le chiesi.

-Tu non vuoi?- mi domandò con tono provocante.

-Adoro giocare- e mi tirai su con un movimento brusco. Rosemary si lasciò sfuggire un urletto di sorpresa mentre l'afferravo per la vita e le affondavo il viso nel seno.

E proprio in quel momento la porta si spalancò. Alzai la testa furioso e vidi Sam, rossissimo, fermo con una mano sulla maniglia. Guardò prima me, poi Rosemy, che si era liberata dalla mia stretta e nascosta rapidamente dietro di me, coprendosi con le braccia.

-Scusate- e Sam chiuse subito la porta.

Ci fu un attimo di silenzio, poi Rosemy scoppiò a ridere. –La prossima volta dobbiamo chiudere a chiave-

-Meglio- dissi –molto meglio- e con un gesto rapido l'attrassi a me –dove eravamo rimasti?-

-Non ricordo-

La baciai.

Un pomeriggio io e Sam andammo da Starbucks. Il locale era quasi vuoto, se non si contava un gruppetto di ragazzine, intorno a un tavolo vicino all'ingresso, e un giovanotto, con un cappello da baseball, seduto poco lontano da noi.

-Manca la tua Alexandra- mi fece notare Sam.

-Chi?- chiesi.

-Alexandra, la tua corteggiatrice- mi ricordò Sam, ironico.

Risi. –Ho smesso con queste cose, adesso ho intenzioni serie- e poi non l'avevo mai sopportata.

-Parli di Rosemary?- chiese Sam, divertito.

-Esatto... che ne pensi?- domandai, certo che Sam volesse dire la sua.

-Che siete diversi, come me e Abigail e che finirà male-

-Uccellaccio del malaugurio, eppure una volta eri tu stesso a consigliarmi Rosemy-

-Dico sul serio, ho capito come vanno queste cose, bisogna stare con i propri simili- borbottò, lo sguardo triste.

-Forse hai ragione- mormorai –Io e lei siamo così diversi... il sole e la luna, il mare e la terra, l'amore e l'odio- risi, pensando a lei, al suo sorriso, al suo sguardo brillante –sai, è molto bella, molto sexy, perfino intelligente, la ragazza perfetta, ma io non sono così, a me non piacciono queste cose, io non amo la ragazza perfetta, potrei quasi considerarla come un bel giocattolo, qualcosa che quando si vede, beh, si vuole avere subito-

Sam aggrottò la fronte, ma non parlò.

-Lei è orgogliosa, sarcastica, cinica- sorrisi –lei è me e non vorrei nessun'altra al mondo- lei è me... mi era venuto così spontaneo.

-Sei veramente innamorato, allora-

-Purtroppo sì... lei è me- ripetei –andrebbe quasi bene come stato su Whatsapp, eh? Ricorda un po' Io sono Heahcliff-

-Ora capisco, Cime tempestose- disse Sam.

-Esatto, ma dovrei assomigliare più a Mr Darcy per piacerle-

-Tu che vuoi assomigliare a qualcuno per piacere a una donna? L'apocalisse si avvicina- esclamò sarcastico.

-Forse, ma io la amo, lo urlerei ai quattro venti- e mi sentivo euforico mentre lo dicevo.

-Ora però bisognerebbe vedere se lei ama te-

Lo fissai sorpreso. –Come potrebbe non amarmi? Non per non essere modesto, ma mi hai visto? Sono il ragazzo più ambito del campus, le ragazze farebbero qualsiasi cosa per uscire con me e io ho scelto lei... sarà al settimo cielo... e poi è stato un viaggio molto movimentato-

Sam sgranò gli occhi. –Vuol dire che...?-

-Non ti dirò nulla, sono un signore, certe cose non si dicono- gli dissi, ridacchiando.

-Capisco, però posso immaginare-

Mi strinsi nelle spalle. –Immagina quello che vuoi, io voglio Rosemary e sono uno che ottiene sempre quello che vuole- ed ero veramente l'uomo più felice del mondo. Non sapevo che la felicità è un bene troppo fragile.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Rosemary e Tyler sono tornati al campus, ma le nuvole si addensano sopra i nostri innamorati.

A giovedì con un evento imprevisto ❤

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