ERA MEGLIO NON SENTIRE

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ROSEMARY

L'attesa è un incantesimo...

io ho avuto l'ordine di non muovermi.

(Roland Barthes) 

Da quando eravamo tornati al campus io e Tyler ci eravamo visti poche volte, quasi sempre di fretta. Tra i corsi, gli esami e i laboratori non avevamo molto tempo.

-Dovremmo ufficializzare le cose- mi sussurrò un giorno, mentre ce ne stavamo seduti nel giardino della sua confraternita. Era una bella giornata, con il cielo azzurro e nuvole bianche che parevano fatte di panna montata.

-Perché no?- dissi con un sorriso malizioso –Comunque penso che lo sappiamo già tutti- e ripensai ai gruppetti di studenti che si fermavano quando ci vedevano passare e parlavano tra loro.

-Penserò a qualcosa, magari a una festa, sono così bravo a organizzare le feste- mormorò, la mano che si faceva strada sotto la mia maglietta.

Ma una parte di me era certa che la storia sarebbe finita presto, eravamo troppo diversi e ora che finalmente eravamo tornati al campus le nostre differenze erano fin troppo evidenti.

-Tutto bene?- mi chiese Tyler.

-Sì, credo di sì- non volevo certo soffocarlo con le mie preoccupazioni.

-Rilassati, Romy, cosa potrebbe andare male?-

Tutto. Sì, poteva andare male tutto, ma non lo dissi. Mi limitai a baciarlo. Mi limitai ad assecondare le sue carezze. Mi limitai a convincermi che l'amore può tutto e che nulla sarebbe andato male.

E poi un giorno Abigail entrò in camera con un'espressione cupa, i capelli biondi non pettinati con cura.

-Qualcosa non va?- le chiesi. Stavo finendo la relazione.

-C'è un video che devi vedere- disse, con voce seria, una voce che non si adattava ad Abby, sempre allegra.

Sentii il cuore aumentare i battiti. Annuii. –Fammi vedere-

Potei vedere che il video era stato girato da Starbucks, da qualcuno che era seduto a un tavolino a qualche metro da Tyler. Lo vidi che sorseggiava un caffè, con davanti Sam, e poi sentii il suo discorso.

-Io e lei siamo così diversi... il sole e la luna, il mare e la terra, l'amore e l'odio- rise, una stupida risata che mi spezzò il cuore –sai, è molto bella, molto sexy, perfino intelligente, la ragazza perfetta, ma io non sono così, a me non piacciono queste cose, io non amo la ragazza perfetta, potrei quasi considerarla come un bel giocattolo, qualcosa che quando si vede, beh, si vuole avere subito -

Osservai a bocca aperta il video, Quasi non ci potevo credere che fosse Tyler, il mio Tyler, colui che avevo creduto d'amare... l'ennesima illusione. Deglutii e lottai contro le lacrime.

-Su, piccola- mi sussurrò Abigail, abbracciandomi –è uno sbruffone, lo dicevi sempre-

-Lei è orgogliosa, sarcastica, cinica- continuò Tyler.

-Basta- bloccai il video. Non avevo la forza di vedere altro. Bastava così, Tyler per me era morto.

Abigail fece sparire il cellulare. –Il video comunque finisce qua, chi l'ha registrato non ha proseguito oltre-

Inspirai a fondo, non l'ascoltavo quasi più.

-L'hanno pubblicato sulla pagina della confraternita- continuò Abby.

Non risposi. Avevo la gola secca. Mi mancava il respiro.

-E c'è dell'altro-

Alzai lo sguardo e la fissai, sentendo le lacrime spingere per uscire. –Cos'altro ci può essere?-

Abigail digitò qualcosa sul suo cellulare quindi mi mostrò una bralette di pizzo bianco e fucsia, la mia bralette. Ovviamente non c'era scritto il mio nome, ma era così particolare che poteva essere solo mia... e poi era quella che avevo dato a Tyler, quella che lui mi aveva regalato. Come avevo fatto a fidarmi di lui?

Abby mi posò una mano sulla spalla. –Mi dispiace, piccola, ma ce ne saranno altri, eravate troppo diversi... lo sai il motto della consorellanza?-

-Sorelle per sempre?- mormorai, quasi in lacrime.

-Oh no, dico il motto officioso-

-Se le cose vanno bene facciamo una festa, se le cose vanno male facciamo una festa ancora più grande-

-Esatto-

Sospirai. Avevo creduto in me e Tyler, avevo sbagliato. Sì, troppo diversi. Non è vero che gli opposti si attraggono. Fissai il vuoto, cercando di comprendere cosa dovessi fare, cercando di trovare una soluzione. Scossi la testa per scacciare il ricordo di Tyler, la sua bocca sulla mia, le sue risate, le confidenze che ci eravamo scambiati, tutto ciò che gli avevo detto, il suo tocco delicato e deciso.

-Ehi, che ne pensi d'iscriversi su Tinder? Mia sorella ha trovato il ragazzo lì-

Scossi la testa, ci mancava solo Tinder. –Mi concentrerò sull'università, come ho sempre fatto-

-Come vuoi, ma secondo me l'ideale sarebbe trovare subito un'altra persona-

Non risposi. Avrei dovuto chiamare Tyler, avrei dovuto affrontarlo, ma in quel momento non volevo sentire la sua voce. Sapevo bene che se lo avessi sentito probabilmente gli avrei perdonato qualsiasi cosa.

Tyler provò più volte a chiamarmi, ma io non gli risposi. Avevo  bisogno di tempo per pensare e temevo che se lo avessi visto, beh, non avrei più ragionato liberamente. La sera stessa lo trovai davanti alla mia consorellanza. Era pallido e nervoso. I suoi begli occhi grigi sembravano meno brillanti.

-Perché non mi rispondi?- mi chiese. Aveva gli occhi arrossati e questo mi ferì.

-Ho sentito il tuo discorso... per te sono solo un bel giocattolo?-

-Cosa? Chi te lo ha detto?-

-Qualcuno ti ha registrato mentre parlavi, non hai visto la pagina della tua confraternita?- sbottai -allora sono solo un giocattolo?- ero arrabbiata, davvero arrabbiata. Perché alla fine tutti mi usavano?

-Non è tutto il discorso... ti amo, Rosemy, ti amo per davvero... tu sei me-

-Non ne sono così sicura- e lo superai

-Aspetta- mi prese per il polso e mi trasse a sé –ti dimostrerò che ti amo-

-Questa è la storia della mia vita- mormorai –giurate di amarmi e poi ve ne andate-

-Io non me ne vado, io sono qua- mi trattenne ancora e sentii la rabbia montare.

-E la foto della bralette? È sulla pagina della tua confraternita-

-Non sono l'unico che può accedervi, qualcuno deve essere entrato nella mia stanza, te lo giuro, non l'ho messa io...e poi nessuno sa che è tua-

-Appunto, lo sapevi solo tu-

-Ti amo- mi disse con tanta disperazione che sentii il cuore straziarsi. Mi strinse a sé e io per un attimo assaporai l'idea di abbandonarmi al suo abbraccio. Oh, quanto erano belli i suoi baci, le sue carezze! Quanto mi mancavano!

-Non posso soffrire di nuovo, mi dispiace- mi divincolai e me ne andai piangendo. Non mi voltai a guardarlo, perché sapevo bene che se mi fossi voltata non sarei riuscita ad andarmene.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa pensate di questa svolta? Nel prossimo capitolo ci saranno delle rivelazioni.

A lunedì ❤

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