SPECIALE NATALE (SECONDA PARTE)

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TYLER

Giorno d'inverno, senza macchia, trasparente come vetro. Addentare la polpa candida e sana d'un frutto.
Amarti, mia rosa, somiglia all'aspirare l'aria in un bosco di pini.
(Nazim Hikmet)

Starbucks era affollato quel pomeriggio. I tavolini erano quasi tutti occupati. Dick, una sciarpa rossa intorno al collo, stava raccontando una storia assurda su come fosse riuscito a convincere i suoi a comprargli la macchina nuova per Natale. Adam, al suo fianco, si divertiva a prenderlo in giro senza darlo a vedere.

Sam invece era stranamente silenzioso e io temevo di sapere a cosa stesse pensando. Jessi. Lui pensava sempre a Jessi. Per un attimo mi ritornò in mente il periodo natalizio dell'anno precedente, io, Sam e Jessi, seduti allo stesso tavolino, intenti a ridere e a scherzare. Mi ricordai i nostri progetti per Capodanno, la ricerca dell'abito giusto per Jessi, le nostre prese in giro.

-Voi uomini non capirete mai i bisogni di una donna- ci aveva ripresi lei, ridendo -una donna deve avere l'abito giusto per ogni occasione-

Quasi potevo vederla seduta di fronte a me: i lunghi capelli biondi, le labbra carnose, un divertentissimo maglioncino con una renna dal naso rosso alla Bridget Jones. Jessi mi mancava, ma dovevo essere forte per Sam.

-Che ne pensi, Tyler? Avrò una macchina uguale alla tua- disse Dick, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

-L'importante è come si conducono le macchine, non il modello- risposi, gelido. Quando faceva così non lo sopportavo, avevo l'impressione che volesse ciò che era mio. Non mi sarei sorpreso se un giorno mi avesse dato una botta in testa e chiuso nel bagagliaio per prendere il mio posto come capo della confraternita.

-Certo, capo- borbottò Dick, deluso dalla mia risposta.

-A proposito, io non ho ancora finito di acquistare i regali- disse Adam.

Anch'io dovevo terminare gli acquisti. La verità era che fare regali non era la cosa che mi riusciva meglio, non sapevo mai cosa comprare. Da bambino andavo sempre a fare le compere per Natale con Anne. Era un nostro momento, solo io e lei, sceglievamo insieme le ghirlande, le decorazioni per l'albero, tutte queste cose. Ora non era più così, ero cresciuto e non sarei tornato a casa in tempo per fare gli acquisti, per cui avrei dovuto farli prima. L'anno precedente era stata Jessi ad accompagnarmi nelle compere. Le avevo fatto provare una ventina di vestiti prima di scegliere quello adatto alla mia matrigna.

-Jessi adorava fare gli acquisti di Natale- mormorò Sam. Ecco, si ricominciava.

-Ci sono novità?- chiese Adam.

Lo fulminai con lo sguardo. Ma non capiva che era meglio non iniziare quel discorso?

-Nessuna... la sogno spesso, io sono certo che lei sia ancora viva, che sia là fuori da qualche parte e che tornerà-

Calò un triste silenzio al tavolo, mentre intorno a noi le persone ridevano, chiacchieravano, scherzavano. Odiavo quei silenzi. L'arrivo di Alexandra, la cameriera, per una volta, fu salvifico.

-Volete qualcos'altro?- ci chiese, lo sguardo puntato su di me. Il trucco pesante che le ricopriva il viso le dava un aspetto finto, artificiale.

-Ragazzi, volete qualcosa?- chiesi.

Adam ordinò un altro caffè, mentre Dick chiese un muffin. Sam scosse sconsolatamente la testa.

-E per te, Tyler?- mi chiese, in un sussurro che avrebbe voluto essere sensuale, ma che in realtà era solo ridicolo.

-Niente, cara-

-Ne sei certo?- sentii la sua mano appoggiarsi sul mio gomito. Quanto mi dava fastidio quando faceva così!

-Certissimo, vai pure-

Alexandra si allontanò palesemente offesa. Ci mancava solo lei!

-Quella ragazza è cotta di te- disse Adam.

Mi sfuggì un sorriso. –Avete un esempio vivente di seduttore, dovreste osservare e imparare-

Ottenni uno strano sguardo da parte di Sam. E fu in quel momento che notai due ragazze sedute a un tavolino vicino alla vetrina. Quella bionda lanciò una rapida occhiata al nostro tavolo... a Sam di preciso. Guardai il mio amico, ma sembrava che lui non se ne fosse accorto. Meglio così. Ritornai a guardare le due ragazze. Ero certo di conoscere quella dai capelli scuri. Sì, forse l'avevo vista a una festa.

-Tyler- mi chiamò Dick, riportando la mia attenzione su di lui -sai che vorrei prendere anche il tuo stesso modello di smartphone? Come si chiama?-

-Non si chiama, è andato fuori produzione- sbottai.

-Ma se lo hai preso solo... -

-Non esiste più e il discorso è chiuso, altre domande?- e finalmente Dick restò in silenzio.

Più tardi io e Sam c'incamminammo lungo la strada che portava al campus. Adam e Dick si erano ricordati di dover fare una commissione e così ci eravamo divisi. Il cielo era bianco e prometteva neve.

-Non sono un po' sospetti quei due?- chiesi a Sam che passeggiava silenzioso, la testa bassa.

-Non saprei e sinceramente non m'importa neppure- disse, stringendosi nelle spalle.

-Dove vanno a quest'ora?-

-Saranno fatti loro?- incrociò le braccia. La giacca bianca era aperta nonostante il freddo.

Sospirai. –Sei sempre così nervoso- borbottai.

-Lo sei anche tu-

-Molto raramente-

-Oh, non così raramente come vorresti far credere-

Mi strinsi nelle spalle. Avevo indossato un giubbotto decisamente troppo leggero e avevo freddo.

-Tra qualche giorno verrà a trovarmi Janet-

-Tua sorella?- chiesi fermandomi, sorpreso.

-Sì, vuole vedere com'è questa università, non che personalmente ne sia molto entusiasta, ma non posso certo dirle di no- dichiarò, fermandosi al mio fianco.

Le sorelle di Sam, una vera disperazione. Janet e Jasmine riuscivano a creare problemi dovunque andassero.

-E ti devo chiedere un favore- continuò Sam.

-So già che questo favore non mi piacerà- sospirai –dimmi-

-Io devo partire, potresti badare a Janet per un paio di giorni?-

-Badare a Janet?- chiesi, sperando di non aver capito bene.

-Sì, dovrai solo stare attento che non combini guai, sai che lei è molto vivace-

-Certo, lo so molto bene, motivo per il quale non ho nessuna intenzione di badare a lei-

-Ti prego, Tyler, non te lo chiederei se non ne avessi davvero bisogno-

Sospirai. –Almeno mi puoi dire dove devi andare?-

-Devo raggiungere mio padre, si tratta dell'attività di famiglia-

-Va bene, va bene- anche se non ci credevo molto.

-Grazie, Tyler, sei un vero amico-

-Sono il tuo unico amico- lo corressi –ma tua sorella farà la brava?-

-Certo, certo-

-Perché non ci credo?-

Sam non mi rispose e io decisi che era inutile chiedere ancora. Si prospettavano problemi... grossi problemi.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco la seconda parte dello speciale Natale.

A domani con l'aggiornamento abituale ❤

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