SUL PALCO

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TYLER

Il bacio è immortale. Viaggia da un labbro all'altro, da secolo a secolo, di età in età. Uomini e donne raccolgono questi baci, li offrono agli altri e poi muoiono a loro volta.

(Guy de Maupassant) 

Non ero ancora riuscito a spiegarmi come la ragazza che mi aveva chiamata quando ero con Rosemary sapesse del suo travestimento. La chiamata era stata fatta in anonimato.

-Secondo me qualcuno vi ha visti dalla finestra- era stata la spiegazione di Sam -lasci sempre le tende tirate e la luce accese-

-Pamela- avevo esclamato furioso.

-Probabile, ma non ci sono prove-

-Non m'importa delle prove- avevo urlato.

E poi venne il giorno in cui fu messo in scena lo spettacolo teatrale. Avevo assistito alla sua recita, in fondo al teatro del campus, in incognito. Avevo scelto un punto dal quale avrei potuto vederla bene. Era stata una bellissima Cleopatra e nemmeno per un attimo si sarebbe potuto pensare che avesse indugiato prima di accettare il ruolo, che qualcuno avesse pensato che non fosse in grado. Alla fine dello spettacolo avevo applaudito e le avevo fatto recapitare un mazzo di rose rosse. Poco dopo, mentre attendevo fuori dal teatro del campus, ricevetti un suo messaggio.

Grazie per le rose.

Sorrisi leggendolo, quindi rientrai, desideroso di vederla. Lei era in un camerino, intenta a togliersi la parrucca. Bussai contro la porta aperta, osservando il suo bellissimo corpo, avvolto in un vestitino bianco. Rosemary si voltò. Restò un attimo immobile a fissarmi, l'espressione sorpresa. Vidi che aveva messo le rose in un vaso di cristallo.

-Tyler- disse poco dopo.

-Scusa, Romy, sono venuto a complimentarmi di persona- mi sentivo terribilmente impacciato.

-Certo, entra- mormorò. Notai un leggero imbarazzo nella sua voce.

Ubbidii e mi fermai ad appena un passo da lei. –Sei stata una Cleopatra stupenda-

-Lo credi davvero?- chiese lei, lo sguardo basso. Com'era bella quando si mostrava così timida.

-Molto-

-Grazie per le rose-

-Nulla- le accarezzai il braccio nudo, la sfiorai delicatamente, poi risalii lungo la clavicola e le sfiorai la guancia.

-Tyler- sussurrò lei, toccando la mia mano con la sua.

-Scusa, ma mi fai questo effetto- mormorai -ho provato a chiamarti e ti ho scritto varie volte- non sottolineai il fatto che non avesse mai risposto.

-Lo so- sospirò -accusi Pamela di quello che è successo- c'era qualcosa di strano nella sua voce. Ci misi un attimo a comprendere che era in dubbio. Lei non si fidava completamente di ciò che le avevo detto. Fu come ricevere un pugno nello stomaco.

-Credimi- le sussurrai.

Rosemy non rispose, lo sguardo sempre basso, come non potesse sostenere il mio.

Feci un passo avanti e il mio corpo premette contro il suo. Lei mi fissò senza parlare, lo sguardo brillante. Presi la sua mano e la baciai.

-Non possiamo- mormorò.

Le cinsi la vita. –Sei così bella- le sussurrai.

Rosemary scosse debolmente la testa, ma non m'impedì di accarezzarle i capelli e poi le labbra. La strinsi a me e la sentii sospirare debolmente mentre si abbandonava nel mio abbraccio. Le baciai il collo, piccoli baci. Inspirai il suo profumo. Lei restava appoggiata languidamente a me e quel suo languore, quel suo abbandono, quei leggeri gemiti che le sfuggivano quando le mie mani e la mia bocca si facevano più audaci, aumentarono la mia brama. La sollevai, appoggiandola sul tavolo e le buttai indietro la testa, baciandola con furia sulle labbra, affondando le mani nei suoi fianchi con decisione.

-Tyler- gemette lei.

Soffocai le sue proteste con i baci e un attimo dopo sentii le sue braccia avvolgermi e il suo corpo fremere. Le morsi le labbra con passione, le infilai le mani nell'abito ignorando il rumore della stoffa che si lacerava. Lei strinse le gambe intorno alla mia vita, premette le unghie nella mia carne, mentre mi toglieva la camicia che fece cadere a terra. Le abbassai il vestito che si arruffò intorno alla sua vita.

-Tyler- ansimò lei quando mi staccai dalle sue labbra. Notai con orrore che il mio morso l'aveva ferita e che ora c'era una macchia di sangue sul suo labbro inferiore.

-Non volevo- sussurrai, baciandole la ferita.

-Non importa- sussurrò lei, languida, baciandomi la mano con cui le accarezzavo i capelli. Sulla mia pelle restò il segno rosso del suo bacio insanguinato. –Qualcuno potrebbe vederci- disse in un sussurro.

-Vieni con me?- le chiesi, baciandole la pelle scoperta del seno.

-Non posso, sai che non posso passare la notte lontana dalla consorellanza- mormorò, la voce tremante.

-Solo per questa notte, io e te- le tolsi il reggiseno di pizzo –e poi lo hai già fatto-

-Lo sai che non posso- disse lei, sollevandomi il viso tra le mani.

-Sì che puoi- le baciai il seno –e ti prometto che sarà una notte indimenticabile-

-Non posso- ansimò, aggrappandosi alle mie spalle, gli occhi chiusi, un'espressione di abbandono sul volto –Tyler- sussurrò, mentre i miei baci si alternavano ai morsi –sei proprio uno sbruffone-

-Lo so- scesi a baciarle il ventre.

-Tyler, Tyler, un giorno mi farai impazzire-

-E non ti dispiacerebbe- mi sollevai e le stampai un bacio sulla fronte.

-Sei terribile- mormorò, accarezzandomi i capelli, lo sguardo annebbiato dal desiderio, le labbra tese.

-Forse- la presi in braccio, provocando una sua debole protesta. In un lato del camerino c'era un divano. Ce la posai sopra con delicatezza e restai un attimo a fissarla. I capelli scuri intorno a lei, il viso pallido e truccato da Cleopatra, le labbra insanguinate dal mio bacio, il corpo nudo, a parte l'abito che si era arruffato intorno alla vita. La desideravo, era qualcosa di così solido, così concreto che mi faceva stare male come un dolore fisico, ma non desideravo solo il suo corpo, no, volevo poter essere nuovamente parte di lei, dei suoi pensieri, del suo mondo. Compresi che se avessi insistito non mi avrebbe rifiutato, ma io volevo davvero approfittarmi di una sua debolezza?

-Tyler- mormorò, tirandosi un po' su.

-Dimmi, colombella- mi sedetti sul bordo del divano, a contatto con la sua pelle bollente.

Lei mi passò le braccia intorno al corpo e mi scrutò con lo sguardo. –Io non posso illudermi, morirei dal dolore-

-Non ti sto illudendo-

-Forse non consapevolmente... non mi sono mai sentita come quando sono con te, è come se anche la cosa più banale diventasse incredibile, ma non posso permettermi di lasciarmi andare se poi so che tu mi sostituirai con un'altra- mormorò, passando delicatamente le sue unghie sul mio torace.

-Un'altra? Ci sei solo tu, io...-

-Ieri a lezione, ho visto come ti stringeva quella brunetta, nonostante qualche giorno fa io e te...- lasciò la frase in sospesa.

Certo, lo avevo fatto nella speranza di farla ingelosire.

-Non posso vivere in questo modo, pensando di essere solo il tuo giocattolino-

-Tu non sei un giocattolino-

Lei sospirò e mi fissò. Era indecisa, molto indecisa e io non sapevo come convincerla. Mi sentivo tremendamente impotente. –Lo sai che ogni tanto penso che avrei dovuto uscire con Dick?-

-Cosa?!-

Rosemy scoppiò a ridere. –Allora se reagisci così un po' ci tieni a me-

-Dick ti ha chiesto di uscire? No, perché se è così ci penso io a sistemarlo, non deve mettersi in mezzo alle coppie!- sbottai, pieno di rabbia.

-Noi non siamo più una coppia-

Quelle parole mi ferirono. No, non lo eravamo più.

-Non volevo offenderti- disse Rosemy, accarezzandomi il viso –al momento non lo siamo, ma forse un giorno... -

-Ti ho giurato amore per l'eternità, che tornerò sempre da te, che neppure la morte potrebbe mai dividerci-

-La morte forse no, ma le altre ragazze... - lasciò la frase in sospeso, poi mi baciò sulla guancia –la cosa orribile è che solo i tuoi baci riescono a guarire le ferite che mi hai inflitto-

La fissai sorpreso. –Io non volevo ferirti, io... -

-Baciami- disse solo –suggelliamo un accordo di pace per questa notte, voglio fingere di essere tua solo per questa notte-

-Io ti voglio per sempre-

Rosemy si limitò a baciarmi, gli occhi chiusi, l'espressione abbandonata. La baciai, certo che in qualche modo sarei riuscito a convincerla.

-La sai una cosa?- mi sussurrò Rosemy –L'amore è come il veleno, ti entra nel sangue, t'invade e all'inizio ti rende felice, credi che sia una bella cosa, ma non è così e quando meno te l'aspetti inizia ad agire, a farti male- sospirò –Dammi il tuo cuore... lo farò in mille pezzi-

Restai sorpreso da quella frase. E poi compresi. -Io ti ho spezzato il cuore, tu spezza il mio-

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di questa momentanea riappacificazione?

A giovedì ❤

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