VERSO CASA

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TYLER

La passione distrugge. Distrusse Antonio e Cleopatra, Tristano ed Isotta, Parnell e Kitty O' Shea. E se non distrugge, muore.

(William Somerset Maugham)


La partenza verso casa di mio padre avvenne presto. Mi ero svegliato prima del solito per poter far trovare a Rosemary la colazione già pronta sul tavolo. Le avevo preso delle frittelle con cioccolato e panna, quindi l'avevo lasciata perché si preparasse con calma. Mi ero ritrovato a ripensare alla notte appena trascorsa. Amavo Rosemy, questo era certo. Ero abbastanza sicuro che anche lei fosse innamorata di me. Dovevo solo attendere, nessuna strategia da mettere in atto questa volta. Dovevo solo attendere che lei comprendesse che la mia non era solo passione. No, era amore e l'amore sa attendere.

Appoggiato all'auto, osservai Rosemary, in un bellissimo abito viola di jeans, da principessa, uscire dal motel. Era perfetta... e aveva proprio l'aria della brava ragazza. C'era davvero da chiederci cosa ci facesse con un tipo come me. Oh, dimenticavo, lei non era la mia ragazza. Almeno per il momento.

-Allora si parte- disse, venendomi incontro.

-Proprio così-

-Nervoso?- mi chiese.

-Oh, io non sono mai nervoso-

-Ottimo allora- mi sorrise –e se hai bisogno, beh, ti aiuto io- si appoggiò al mio braccio. Sorrisi a quel dolce e leggero contatto.

-Non ne dubito- le aprii la portiera della macchina –stamattina però non mi hai dato il bacio del buongiorno- le ricordai.

-Mi sembrava di sì- disse, lasciando il mio braccio e appoggiandosi alla portiera con entrambe le mani.

-Intendo un bacio vero-

Lei aggrottò la fronte. –Non te ne ho dati già troppi in questi giorni?-

-Uno in più non guasterebbe-

-Allora ti darò il bacio del buongiorno- si spinse sulle punte e mi baciò sulle labbra, un bacio veloce ma intenso –goditelo, non ce ne saranno altri per oggi- mi disse, provocatoria-

-Come mai?- le accarezzai i capelli.

-Non posso rovinarmi il rossetto- esclamò, ironica.

-Ma se vuoi poi ti aiuto a rimetterlo- le dissi, sfiorandole la guancia.

Lei sorrise, mi mandò un bacio e si accomodò in auto –Certo, ma ora si parte, altrimenti non arriveremo mai in tempo-

-Agli ordini, perfettina- chiusi la portiera.

Feci il giro della macchina e mi misi al posto del conducente.

-E se vuoi possiamo fare una chiamata a Dick- dissi, prendendo il cellulare.

-Molto volentieri-

-Mettiamo il vivavoce, così puoi sentire anche tu- e feci partire la chiamata.

Dick rispose al secondo squillo. –Ehi, capo, come stai?- chiese con voce assonnata. Forse lo avevo svegliato.

-Non c'è male, Dick, certo che quello che ho saputo mi ha davvero lasciato incredulo- dissi, sforzandomi di essere serio, nonostante il sorrisetto divertito sulle labbra di Rosemy.

Ci fu un attimo di silenzio, poi la voce preoccupata di Dick. –Che cosa?-

-Il tuo rapporto con Jessica-

-Jessica? In che senso?- sembrava davvero sorpreso.

-Lo so bene che tu e Jessica tradivate Sam-

-Guarda che non ero io quello con cui lo tradiva-

Lanciai uno sguardo a Rosemary. –E allora chi era?- chiesi.

-Qualcuno della confraternita- disse Dick con un filo di voce –o almeno credo, la volta che tu e Sam siete andati in California per vedere quel concerto, te lo ricordi?-

-Certo- come potevo dimenticarlo? Sam aveva preso il biglietto per Jessi ma lei aveva preferito restare al campus. Si era giustificata dicendo che non stava bene. Alla fine lo avevo accompagnato io.

-Ecco, lei è venuta alla confraternita, non so chi ha visto, ma si è vista con qualcuno-

-E tu non hai detto nulla?- chiesi, furioso.

-Mi avreste creduto?-

Non risposi. No, probabilmente no. Io mi fidavo di Jessi.

-Comunque Jessica aveva un diario, se lo portava sempre dietro nella borsetta-

-Un diario?- chiesi confuso.

-Sì, la copertina era morbida-

Come mai non lo avevo mai visto? Ma Jessi aveva tantissimi quaderni colorati e dalle forme più varie. Qualsiasi di essi avrebbe potuto essere il suo diario.  -Te l'ha detto lei?- chiesi.

-Me lo ha detto Valery, Jessica non voleva che le persone sapessero del suo diario-

Un diario... poteva essere importante. -Sai dov'è?-

-No, forse se l'è portato dietro, dovunque sia-

Sospirai. -Okay, le cose alla confraternita come vanno?-

-Bene, molto bene, praticamente ho preso il tuo posto- dichiarò, soddisfatto.

Sentii il sangue gelarsi nelle vene. -Cos'hai detto?-

-Che ti ho preso il posto- ripeté, la voce seria.

Notai che Rosemy stava ridacchiando, una mano davanti alla bocca come se cercasse di contenersi. Non c'era nulla da ridere. -Dick, il capo sono io-

-Certo, capo, certo-

-Ricordalo- e riattaccai.

Rosemy scoppiò in una sonora risata. I capelli le caddero in avanti, coprendole il viso.

-Non c'è assolutamente nulla da ridere-

-Dai, era esilarante-

Sì, forse un po'. Mi sfuggì un sorriso.

-Quindi Jessica aveva veramente un altro- disse Rosemy, tornando seria -e anche un diario-

-Già, mi chiedo cosa ci sia scritto su quel diario e soprattutto dove sia-

-Purtroppo per ora non possiamo fare altro-

-Hai ragione- mormorai - non ci resta che andare alla festa del mio caro papà e sperare di sopravvivere- accesi il motore dell'auto e feci partire l'auto.

Il resto del viaggio fu piacevole, Rosemary si dedicò a scegliere le canzoni e ad alzare il volume.

-Oggi visto che ti piace il teatro avrai da parlare- mormorai –mio padre e mio fratello sono dei veri patiti di teatro, anche se non reciterebbero mai perché i Von Heller non sono attori- mi sfuggì una risatina sarcastica.

-Oh, davvero?-

-Sì, dovresti sentire come cantano e come tengono sempre la radio a tutto volume, sono sempre sintonizzati su un canale che trasmette tutto il giorno brani d'opera... oh, è molto divertente-

-Già... mi hanno chiesto di fare Cleopatra- disse all'improvviso Rosemary –sai, Antonio e Cleopatra-

-Shakespeare- dissi. Avevo visto l'opera una volta a teatro con Anne.

-Esatto-

-Cleopatra, non male come personaggio- commentai.

Rosemary sospirò e guardò fuori dal finestrino. –Non so se riuscirò a interpretarla- sussurrò, malinconica.

-Perché non dovresti?-

-Non so, è un ruolo così... esuberante... così sensuale, vorrei provarlo ma non ci riesco- sorrise timidamente –la magia del teatro è proprio il fatto che tu possa essere qualsiasi persona, da una principessa a una guerriera, ma un ruolo così, non so, spero di riuscirci-

-Secondo me invece dovresti farlo, sei in gamba, Romy- dissi -e poi non si può certo dire che tu non sia sensuale-

-Non mi hai mai vista recitare- rispose lei, arrossendo.

-E allora? Scommetto che sei bravissima... e comunque ti metteranno alla prova oggi, credimi, dovrai saper recitare benissimo per uscire da quel covo di serpi senza danni- mi accorsi che stavo stringendo il volante con troppa forza.

Scoppiò a ridere. –Sono davvero tanto terribili?-

-Con me sì, ma forse con te saranno un po' più clementi... e mio fratello ci proverà, questo è certo- quel pensiero mi fece infuriare. Sicuramente Humbert ci avrebbe provato.

-Davvero?- chiese Rosemy, divertita.

Annuii e ricordai di quando avevo portato a casa Juliette, di come Humbert fosse riuscito in pochi minuti a conquistarla. Oh, basta con quei pensieri.

-Non ci riuscirà- mi garantì Rosemy, sorridente, tirandosi indietro i lunghi capelli scuri.

Volevo proprio crederci. E finalmente potei intravedere la villa in fondo al viale. Mi sfuggì un mezzo sorriso. –Eccola-

-Quella?- chiese Rosemy, sorpresa, spingendosi in avanti.

-Bella, vero?- chiesi, sapendo bene cosa stesse pensando. Gli alti alberi la nascondevano in parte, ma si potevano vedere le enormi finestre sui cui vetri rifletteva la luce del sole.

-Sì, molto ed è grande- disse, meravigliata.

-Non hai visto la villa principale, questa è solo per le vacanze o le feste- mi sfuggì un sorriso –mio padre è molto ricco e gli piace fare sfoggio delle sue ricchezze-

-Lo vedo... manie di grandezza quindi-

-Esatto- confermai -come ospiti ci saranno mio fratello, qualche parente e alcuni amici, mia sorella sicuramente non ci sarà, abita in Europa e trova sempre ottime scuse per non venire-

-Okay, quindi dobbiamo recitare-

-Esatto, sempre che tu voglia-

-Ormai sono in ballo e si balla- esclamò con un sorriso grazioso.

-Perfetto- entrai nel vialetto della villa. Lanciai uno sguardo alla mia sinistra e potei vedere alcuni degli invitati fermi in giardino. Alcuni mi lanciarono uno sguardo, ma io feci finta di nulla.

Entrai dentro il garage che era stato lasciato aperto. –Ora si va in scena, in bocca al lupo e speriamo di non essere divorati-

-Speriamo bene- esclamò Rosemy.

Fermai l'auto e, senza attendere altro, mi voltai e la baciai. Un lungo e dolce bacio. Un modo per farmi coraggio perché ero certo che baciare Rosemy mi avrebbe dato abbastanza coraggio per fare qualsiasi cosa.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Cosa ne pensate delle informazioni su Jessica?

A giovedì per l'aggiornamento. Vi anticipo che conoscerete il fratello di Tyler ❤

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