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1 aprile

"Cavolo Alice. Sarà il primo anno in cui non festeggeremo il mio compleanno insieme. Pensi di riuscire a venire almeno per quando nascerà il bambino? Mi manchi da morire!" Piagnucolo attraverso Skype. Il viso di Alice si rattrista ancora una volta. Ultimamente mi sto lamentando spesso di questa mia solitudine nonostante io e Brandon ormai abbiamo finalmente una parvenza di equilibrio. "Lo sai che non riesco a fare programmi così a lunga scadenza. Ovvio che vorrei esserci, ma volevo essere lì anche oggi che è Pasqua e anche al tuo compleanno, ma hai visto poi come vanno a finire le cose..." si è vero. Avevano anche acquistato il biglietto, ma poi Randy ha trovato un ingaggio tale che ne valeva la pena di perdere i soldi di un aereo non preso. Ci penso spesso a lui, all'errore che stavo per commettere e al fatto che, comunque, provo un grande affetto nei suoi confronti. E mi manca il suo sorriso. "Come sta?" Chiedo a bruciapelo. Alice, presa alla sprovvista, non capisce subito la mia domanda. Il suo sguardo interrogativo ne è la prova, ma mi conosce bene e dopo poco intuisce il viaggio iperbolico che hanno fatto i miei pensieri. Sorride. "Sei molto dolce ad interessarti a lui. Non ti nego che tutte le notizie che gli ho dato su di te lo hanno inizialmente un po' abbattuto, ma è durato poco. Sta frequentando una donna, totalmente diversa da te. Puoi stare tranquilla, ha superato il dramma." Finisce la frase ridendo di cuore. Quanto è bella la sua risata! Non è di quelle contagiose, ma di quelle che a sentirle ti mettono subito il buon umore e, infatti, così accade. Il sorriso subito si impadronisce del mio viso e mi sento rassicurata dalle sue parole. Ammetto che il senso di colpa verso Randy a volte mi ha angustiato i pensieri.

"Come vanno le sedute?" Me lo chiede sempre, ogni volta che ci sentiamo, ed ogni volta lo fa con tono cauto e attento, quasi bisbigliato, come per paura di urtare in qualche modo la mia sensibilità. E ogni volta che qualcuno me lo chiede vorrei non me lo avesse chiesto, perché davvero non so cosa rispondere. "Benone!" rispondo. Come sempre d'altronde. In realtà è tutto così strano, la mente umana è strana e potente. Ho deciso io che le cose devono necessariamente andare bene. In fin dei conti ho una forte volontà e alle sedute ci vado più per una mia tranquillità che per una reale esigenza, ma... esatto, c'è un ma. Io quello che vedevo prima lo vedo ancora, lo sto solo ignorando, facendo in modo di niente stare mai da sola, perché da sola ho paura che tutti quei pensieri possano ritornare e che le mie paure tornino di nuovo soggiogarmi. "Lo so che non è vero, ma non ti forzerò a parlarne se non vuoi." Abbasso lo sguardo e annuisco. È il mio modo per ringraziarla.

"Ma non sei ancora pronta?" Brandon è appena entrato in cucina e la sua voce alle mie spalle mi ricorda che sono in ritardo per il pranzo dai miei. In realtà non ne ho voglia, ma ho accettato perché mia sorella e Claudio hanno insistito. Da buon italiano lui ci tiene molto alla Pasqua. Io, invece, avrei preferito stare tutto il giorno nel letto con Brandon. Non succede mai. Ogni mattina vado a casa dei miei e torniamo a casa nostra solo quando è ormai già buio e lui totalmente stanco dopo una giornata di lavoro. Ma è una mia scelta e non me ne lamento. "Ciao Alice." Brandon saluta la mia migliore amica entrando nell'inquadratura della videocamera del computer per darmi un bacio sulla testa e solo in questo momento mi rendo conto che è a torso nudo e con solo l'asciugamano attorno alla vita. "Hey ragazzo, non vanno più di moda le magliette a New York?" Alice, con le guance un po' rosse, cerca di reagire all'imbarazzo per averlo visto in questa non veste. Io invece mi giro per guardarlo meglio ed apprezzare l'indubbia bellezza del mio uomo. Così come è bella la sua risata di risposta alla battuta della mia amica.

"Alice ci sentiamo nei prossimi giorni, ok? Ora devo andare altrimenti chi lo sente mio padre!" Esclamo ridacchiando un po' anche per le dita di Brandon che, sotto la maglia, giocano dietro la mia schiena. "Trascorrete una buona Pasqua ragazzi e salutami tutta la tua famiglia Tara!" Nel momento in cui la conversazione con Alice si stacca sento la mano di Brandon farsi più audace e dirigersi verso il mio seno destro prendendolo nel suo palmo. Lo strizza leggermente giocando col capezzolo. Emetto un gemito di protesta perché so che non abbiamo tempo per continuare ed invece sarebbe stato ciò che avrei voluto fare tutto il giorno. Giro leggermente la mia testa fino a leccare le sue labbra e ora è lui a grugnire contrariato. "Pranziamo e torniamo subito a casa." Mi sussurra sensuale all'orecchio, mollando prima la presa dal mio seno e poi allontanandosi leggermente dal mio corpo. Lo guardo dirigersi verso le scale, con le sue spalle scoperte e quel suo meraviglioso corpo così poco coperto che, però, dovrò aspettare ancora qualche ora prima di poterlo assaporare.

Siamo fuori casa dei miei genitori. Oggi si respira una calma surreale. L'ho avvertita già mentre uscivo dal nostro viale. Stranamente non ho visto cose strane in giro e questo mi ha fatto tirare un profondo sospiro di sollievo. E' stato quasi come essere avvolta da una nuvola: protetta in un guscio morbido e delicato. Una sensazione rassicurante di speranza per ciò che mi aspetta in futuro. Forse le sedute dalla psicologa non sono proprio così inutili. Forse avevo troppa fretta e voglia di risolvere e invece dovevo solo aspettare prima di sentirne qualche beneficio. Il tragitto è stato piacevole. Io e Brandon ci siamo goduti il tragitto e io forse per la prima volta ho apprezzato il paesaggio in questa giornata assolata di primavera. Mi sento come in uno stato di grazia. Non era mai capitato in queste settimane di sentirmi così alleggerita dal peso che ho portato dentro in questi mesi. Andare e tornare da casa dei miei tutti i giorni mi stanca tanto e ogni volta in macchina è per me come stare su dei tizzoni ardenti. Non abbasso mai la guardia, non smetto mai di guardare nello specchietto retrovisore mentre trattengo il fiato in tensione. Oggi no. Sono arrivata quì con un altro animo, con un sorprendente buon umore e con la voglia di godermi questa giornata con la mia famiglia unita. Ora che finalmente anche Melania ha trovato sentimentalmente pace sembra che il quadro sia completo e perfetto. E ho paura anche a dirlo o pensarlo: mi sento serena. Non felice, ma serena e per me significa tanto di più. Non ho bisogno della felicità. Quella è un attimo, un battito di ciglia, un alito di vento che ti accarezza fugace e scorre via. La serenità è uno stato d'animo, una condizione duratura e certamente più stabile. E' ciò che, quando lo realizzi, ti fa provare quel battito di ciglia e quell'alito di vento che, pur scorrendo via, ti lascia una dolce sensazione di appagamento.

La mano di Brandon scivola nella mia mentre saliamo le scalette per raggiungere la porta di casa. Oggi non userò le mie chiavi. Oggi ho deciso che suonerò il campanello ed aspetterò che qualcuno mi apra. Perché oggi è un giorno diverso da quelli in cui arrivo quì al mattino presto per invadere la quotidianità dei miei genitori con i miei mille problemi. Oggi voglio far finta che quei giorni non sono mai esistiti, voglio guardare al domani con fiducia. Sento i passi svelti di qualcuno dietro la porta e dopo pochi secondi il viso di mia sorella si affaccia per darci il benvenuto. E' splendente da quando la sua storia con Claudio è iniziata. Non la smette di sorridere o di saltellare come se fosse un'adolescente in piena ondata ormonale. Ed è quello che avrei voluto e dovuto fare anch'io dopo la riappacificazione con Brandon e invece mi sono infognata nelle mie mille insicurezze. Lo osservo sentendomi un po' in colpa per il peso che probabilmente lo sto costringendo a portare. Eppure lui sembra sempre così sereno, così consapevole e rassicurante. "Come mai hai suonato?" mi chiede Melania, sempre con la voce modulata come se stesse cantando, fluttuando nel paradiso degli innamorati. Non rispondo, ma mi limito ad alzare le spalle con un sorriso condito da un verso divertito. Non mi va di dare spiegazioni. Significherebbe ripescare problematiche che ho intenzione di mettere da parte, almeno per oggi. La giornata è iniziata bene e sta andando anche meglio, perché rovinarla inutilmente?

Entriamo in casa e si sente un buonissimo profumino di pollo al forno con le patate, la specialità di mamma la quale, da quando Claudio è entrato nella nostra famiglia, non fa altro che chiedergli consigli. E lei li segue pedissequamente e con successo. Perché Claudio è si diventato famoso per le sue doti di pasticcere e per il suo innegabile fascino, ma in realtà sa cucinare tutto e perfettamente, anche se mamma non gli permetterà mai di prendere il comando nel suo regno. Nemmeno noi figlie abbiamo il permesso di farlo. Aiutare si, ma interferire, mai! Sorrido a questa mia personale osservazione e Brandon se ne accorge tanto che mi strizza la mano per attirare il mio sguardo su di sé. Si avvicina al mio orecchio e sento la sua voce roca sussurrarmi con delicatezza "Lascialo appoggiato lì quel sorriso." Come fa? Come fa ad essere così dolce e sexy allo stesso momento? Come fa a trovare le parole giuste, a dirle nel modo e nel momento in cui ignoravo di averne bisogno eppure era proprio così. Annuisco convinta che quello sia il consiglio più sacrosanto che io possa seguire e mi inoltro verso il salotto dove trovo mio padre e Claudio intenti ad assemblare il tavolo da pranzo. Forse assemblare non è proprio il termine più giusto, ma ogni volta che abbiamo ospiti o che comunque siamo più di quattro, il tavolo va allungato ed è in quel momento che parte la procedura di assemblamento: un'operazione tanto semplice che mio padre fa diventare una manovra militare. Comanda i lavori come un generale in trincea e il tavolo è il suo personale nemico. Adoro la dedizione che ci mette in ogni cosa che fa, anche la più piccola ed insignificante. E' proprio un padre speciale e mi torna in mente quella sera in cui ha intenzionalmente provocato una mia reazione per aprirmi gli occhi e farmi cadere di nuovo tra le braccia di Brandon. Ha sempre fatto il meglio per noi figlie e lo so che avrebbe voluto anche un figlio maschio, l'erede che, purtroppo, non è mai arrivato, ma in questa mia vita di incertezze e insicurezze, una certezza ce l'ho: ci ha dato tanto amore e stabilità e noi cerchiamo sempre di ricambiarlo con la stessa quantità di amore, anche se ne meriterebbe anche di più.

Brandon si precipita ad aiutare gli altri due uomini che lo salutano calorosamente e mi si apre il cuore alla vista del mio uomo insieme a Claudio. Se penso che si guardavano in cagnesco e mal si sopportavano, mi sembra di vedere due persone diverse ora. "Perché allungate tanto la tavola? Siamo solo in 6 e c'è spazio per 8." dico rivolgendomi particolarmente a mio padre il quale non risponde. Non mi ha proprio sentito perché troppo impegnato nelle grandi manovre. Sento tirarmi dalla manica e mi giro alle mie spalle. "E tu che ci fai quì?" esclamo mentre abbraccio Freddie con tutta la forza che riesco a trovare nelle mie ormai deboli braccia. La palestra è un ricordo sbiadito e il mio corpo va decadendo preda della dolce deformità della gravidanza, ma nonostante questo sono contenta per questo mio cambiamento fisico. Avrei potuto decidere diversamente e invece l'ho voluto e ne sono convinta. Non ho ripensamenti, è che... guardarmi allo specchio a volte è frustrante se penso a tutte le gran fighe che gironzolano quotidianamente attorno a Brandon, se penso a Betty. Ma ora non è il momento di pensare a queste cose. Sono settimane che con Freddie diciamo che dobbiamo vederci ma non ci riusciamo e ora lui è qui con Monica e per me è come se la mia vita fosse quasi completa. Certo, se ci fosse stata anche Alice con Michael sarebbe stata la perfezione, ma mi accontento di ciò che questo giorno mi sta regalando.

Brandon mi regala un suo sguardo eloquente che mi fa capire quanto le mie lagne delle scorse settimane abbiano avuto il loro effetto: probabilmente non ne poteva più di sentirmi lamentare perché volevo un po' di tempo con il mio buon vecchio amico. "OK, ok, ok... ho capito!" ridacchio sulla spalla di Freddie ancora avvolta nel suo abbraccio. "Hey, non credi di starla strapazzando un po' troppo?" esclama fintamente geloso Brandon e io sento il mio cuore scoppiare di gioia per questa situazione che ho tanto desiderato. Freddie allenta il suo abbraccio e mi permette finalmente di salutare anche la sua ragazza. Monica è molto taciturna, non è una persona che si espone granché. Probabilmente è molto timida, oltre che più giovane di noi, ed avrà bisogno di un po' di tempo per prendere confidenza con le persone. In effetti non abbiamo avuto molte occasioni per frequentarci da quando l'ho conosciuta e spero di riuscire a rimediare molto presto. In fin dei conti mi sembra una bella persona e non può essere altrimenti se Freddie se ne è innamorato. Lui è buono e gentile ma a volte ha un sesto senso per le persone negative. A parte me, ovviamente!

"Tara sei tu?" la voce di mia madre echeggia allegramente dalla cucina e le rispondo con la stessa allegria "Si mamma. Siamo arrivati!" e mentre gli uomini hanno ormai finito di montare il tavolo "arca di Noé" io e Melania ci dirigiamo in cucina per prendere tutto il necessario per apparecchiare la tavola. Che la festa abbia inizio!

Oddio, dobbiamo ancora mangiare il dolce e sono colma come un otre. Mia madre questa volta ha proprio esagerato. Va bene il pranzo della Pasqua, ma questa volta ha fatto le cose anche oltre il suo standard. O forse sono io che ormai ho la capienza dello stomaco ridotta. Mi abbatto qualche secondo sulla spalla di Brandon che sta chiacchierando con Freddie e Claudio facendolo distrarre preoccupato dalla conversazione "Stai bene?" mi chiede con quella sua ormai costante dolcezza di cui forse non mi farò mai capace. Annuisco con gli occhi chiusi cercando di far scendere giù i quintali di cibo ingurgitato fino ad ora. Quando apro gli occhi questi mi cadono su Claudio che, mentre continua a parlare, osserva con particolare emozione Melania che si sta alzando da tavola per dirigersi in cucina con mamma. Io sono esentata perché ho il "privilegio della gravidanza" ha detto nostra madre e ad essere sincera, non ho insistito. Mio padre è seduto immerso nei suoi pensieri, osserva assorto ciò che accade attorno a lui e stranamente vedo i suoi occhi farsi leggermente lucidi. E' una frazione di secondo per poi ritornare normali. I suoi solito occhi fermi color azzurro cielo sono di nuovo lì, senza più alcuna ombra. Forse sarò io particolarmente emotiva in questo periodo della mia vita, ma avverto una strana vibrazione in questa stanza e un particolare scambio di sguardi tra lui e Claudio. Richiudo gli occhi cercando di nuovo di assentarmi da qualsiasi tipo di sensazione e pensiero e per mandare di nuovo giù un po' di cibo in modo di far spazio al dolce, a cui proprio non voglio rinunciare visto che l'ha preparato Claudio.

Quando entrano mamma e Melania proprio lui si alza in piedi per aiutarle. Anche mio padre scompare per andare in cucina e tornare dopo poco con una bottiglia di champagne da grande occasione. Ovviamente questa cosa sorprende sia me che Melania. Sappiamo che papà fa questo tipo di exploit solo quando c'è qualcosa di importante da festeggiare e mi sembra ormai tardi per festeggiare la mia gravidanza, visto che oltretutto io non posso bere. Ma, stranamente, entrando nella stanza il suo sguardo non cade su me e Brandon, ma su Claudio e Melania che sono ancora intenti a sistemare piattini e dolce. Ed in un solo istante Claudio prende ciò che mia sorella ha nelle sue mani, lo appoggia nell'unico posto libero sul tavolo e si inginocchia davanti a lei. Sento i miei occhi strabuzzare così come vedo quelli degli altri commensali fare lo stesso, tranne quelli di mamma e papà, sicuramente complici.

La scatolina tra le mani del mio biondo cognato si apre lentamente, o forse sono io che vedo la scena così, e un bellissimo e brillante anello sbuca dal suo interno. Melania è sopraffatta dalla sorpresa e dall'emozione e sembra quasi non aver ancora ben capito ciò che sta accadendo davanti ai suoi occhi. Io invece ho ben chiaro tutto e una sensazione dolceamara si affaccia dentro di me, la realizzazione di aver desiderato un momento simile e non averlo potuto godere perché le cose sono precipitate e l'ordine degli eventi, così come vorrebbe la tradizione, si è capovolto. Melania deglutisce pesantemente mentre Claudio non riesce a parlare dalla tanta agitazione. Brandon non fa caso a me e appoggia una mano sulla spalla del nostro amico per dargli l'incoraggiamento di cui ha bisogno. Purtroppo il mio ego smisurato, o forse tutte le mie insicurezze probabilmente incurabili, non mi permettono di apprezzare né il momento né il gesto del mio uomo. Sento la delusione montare dentro di me e, nonostante sia consapevole che ciò che provo sia sbagliato e del tutto ingiustificato, non riesco a fare a meno di sentire questi sentimenti. Non riesco ad essere completamente felice per mia sorella perché sono troppo confusa da questa sensazione di sconfitta che provo e da tutte queste domande che mi frullano per la testa: perché io e Brandon non ne parliamo più? Stiamo bene così? A lui sta bene così? E a me? Perché quell'anello e quel vincolo sono così importanti da condizionarmi fino a questo punto?

Sento Claudio che parla ma non riesco a seguire, ma tanto non è importante. Sono le immagini che parlano molto di più. Quell'anello scivola attorno al dito di mia sorella che raggiante scuote la testa per accettare la proposta di Claudio. E io sono veramente meschina, perché non riesco a gioire per loro, perché mi sento egoista e non riesco a farne a meno, perché vorrei io tutto ciò e non l'ho ancora avuto e onestamente non ho certezza che un giorno lo avrò.

Sposto il mio sguardo sul resto dei commensali tutti rapiti dalla scena. Tutti tranne Freddie. Lui guarda me nello stesso modo in cui mi ha sempre guardata, con lo sguardo consapevole, con gli occhi di chi riesce a leggermi nella mente, di chi conosce la bufera emozionale che la sta attraversando. E i suoi movimenti li riconosco. Li ho visti tante volte con il solo scopo di venire da me a consolare la mia anima insicura. Apre un sorriso sincero sul suo volto e va a congratularsi per primo con la coppia per poi avvicinarsi a me per tendermi la mano. Silenziosamente, senza tanti fronzoli o spiegazioni. Annuisco al suo invito sotto lo sguardo interrogativo di Brandon. Ma prima è doveroso congratularmi anche io con la coppia di futuri sposi. Ingoio i miei egoistici sentimenti e abbraccio sia Melania che Claudio, mentre vedo Freddie scusarsi con Monica e poi dirigersi verso l'esterno della casa.

Dopo il dovuto abbraccio ai protagonisti della giornata mi dirigo verso Freddie ma Brandon mi si para davanti con lo sguardo preoccupato e ignaro di ciò che sta accadendo. Mi guarda dritto negli occhi senza chiedermi nulla. Aspetta che sia io a parlare ma ora proprio non ce la faccio a confrontarmi con lui. Per dirgli cosa poi? Che sono delusa? Che mi sento ferma ad un punto in cui non mi sento pienamente soddisfatta? "Freddie mi sta aspettando. Hai da dirmi qualcosa?" gli chiedo con tono fermo, più di quanto avrei voluto. "A giudicare dalla tua risposta, direi che sei tu a dovermi dire qualcosa." è la sua risposta, anch'essa ferma. Forse le cose stanno prendendo una brutta piega e, come dice la mia psicologa, devo smetterla di interiorizzare tutto, di fare discorsi con gli altri dentro di me, di fare le domande e darmi anche le risposte. Forzo finalmente un sorriso "Si, avrei da dire qualcosa, ma non voglio parlarne ora e quì. Voglio solo fare due chiacchiere con Freddie. Da soli, per favore." il mio tono è decisamente più dolce adesso e anche Brandon ammorbidisce il suo sguardo mentre annuisce.

Quando esco sul patio Freddie è seduto ad una sedia con gli occhi chiusi. "Anche tu pieno per il pranzo?" gli chiedo cercando un appiglio scherzoso per iniziare la nostra conversazione che si preannuncia seria. "E' un modo per evitare il discorso?" mi chiede con il suo sorriso rassicurante. Mi siedo accanto a lui e chiudo anche io gli occhi respirando a fondo. "Sono gli ormoni o c'è qualcosa che vuoi confidarmi?" La sua domanda interrompe il mio respiro. Gli ormoni? No, purtroppo stavolta non c'entrano niente. Stavolta è proprio la mia testa che ha fatto tilt tutto da sola. Resto in silenzio senza dare una spiegazione di cui Freddie non ha bisogno. Sa già la risposta alla sua domanda provocatoria. "Te lo chiederà. Devi solo aspettare, perché, se lui ti ama quanto immagino, prima o poi te lo chiederà!" La mia risata amara echeggia nel silenzio del viale. "Ma ti sei sentito? Prima o poi? Vuol dire che lo farebbe solo perché io lo desidero. Ma per lui cosa significa? Lo desidera anche lui? Mi ha detto delle cose, certo, ma ormai il tempo è passato e stavo avendo la sensazione che andasse tutto bene, che potevamo pensarci così come aveva promesso. Invece sono quì a distruggermi i pensieri perché mia sorella ha avuto la proposta ed io ancora sto aspettando che Brandon si senta sicuro. Tu lo sai come la penso. Io e te ne abbiamo parlato tante volte. Non desiderarlo per me è come non volersi impegnare, non volersi legare ad una persona perché non se ne è sicuri e se lui non me lo ha ancora chiesto allora per me tutto questo che stiamo vivendo è inutile. Claudio ci ha messo meno di lui a capire quanto volesse legarsi a Melania. Per Brandon nemmeno questo bambino è un buon motivo." La mano di Freddie si sovrappone alla mia e la stringe forte. "Io non ho la risposta, ma so per certo che devi parlargliene e non devi rimuginare nuovamente sulla vostra storia. Rischi solo di farti di nuovo ingoiare dalle tue insicurezze quando si tratta di lui per poi rovinare tutto. Una cosa è certa, lui ti ama. Su questo non devi avere dubbi e sono certo che nemmeno lui ne ha. E sai anche che questi tuoi pensieri sono ingiustificati. Ammetto che ancora mi costa dirlo, ma lui è pazzo di te. Mi racconti tutto quello che fa e io dubbi proprio non ne riesco ad avere e, ripeto, che non devi dubitarne nemmeno tu. Parlagli e digli come ti senti. Lo farai?" Sbuffo, si sbuffo perché proprio non mi va di ammettere con Brandon questa mia debolezza. Mi farà sembrare una stupida. Mi aspettavo un'iniziativa da parte sua e parlargliene sarà come elemosinare qualcosa che lui non sente di volere. "Lo farò!" gli prometto. "Piuttosto... tu mi devi confidare qualcosa?" gli chiedo provocatoria quanto lo è stato lui poco fa con me. Freddie si schiarisce la voce e io mi sorprendo perché non immaginavo di aver colto nel segno. "Lascia perdere, non siamo quì per parlare di me. L'unica cosa che devi sapere è che sto bene. Non devi preoccuparti per me, ok?" Mi voglio fidare di lui e credere a quello che dice, ma un po' questa sua frase mi impensierisce. Cosa vorrà significare? "Davvero Tara, va tutto-perfettamente-bene." mi dice scandendo le parole con molta convinzione, così tanta da sembrare credibile e mi lascio finalmente andare alla serenità che questo momento con lui mi sta donando. La porta alle nostre spalle si apre piano e ne sento il rumore quasi impercettibile. Ci giriamo e una dolce Monica si avvicina a noi. "Avevi detto che volevi farmi una sorpresa. Che ne dici se andiamo?." Freddie si alza e si avvicina a lei accarezzandole il viso. Annuisce prima di darle un bacio sulla guancia, leggero e delicato come sa fare lui. Osservo il modo in cui la guarda, riconosco la sua emozione e quello sguardo, lo stesso che avea Claudio poco fa e allora capisco cosa va perfettamente bene. Capisco anche perché non me lo abbia voluto dire, ma ora che so, non posso ignorarlo. L'amarezza è raddoppiata, certo, ma lui merita il meglio, così come mia sorella, e voglio che sappia che io non ce la potrei mai avere con lui. "Si dai, andiamo via anche noi. Ho bisogno di andare a casa." Ma poi ci penso un attimo e sento forte il bisogno di finire il discorso con Freddie. "Monica, posso chiederti ancora un paio di minuti con Freddie? Ci vuole veramente poco." Le chiedo con tono implorante. Monica annuisce, ma stavolta sembra quasi infastidita. Mi rendo conto che il rapporto che condivido con Freddie è difficile da capire e forse per un partner esterno è inevitabile essere talvolta punti dalla gelosia, ma io e lui abbiamo condiviso talmente tante cose, lui ha scavato talmente tanto dentro di me che, a parte Alice, lo sento come l'unica persona al mondo che mi conosca realmente. Freddie la incoraggia con lo sguardo "Due minuti." ci intima ferma Monica. "Anche meno." ribatto io cercando di farmi sentire da lei mentre sta tornando in casa.

Mi avvicino a lui prendendogli entrambe le mani e guardandolo negli occhi. "Fai bene. Se hai deciso, vuol dire che è lei quella giusta. Non hai bisogno di nascondermi nulla." "Mi disp-" inizia a dire, ma la mia mano è più veloce e lo fermo ancor prima che possa terminare la frase. "Ora vai da lei e portala in un bel posto, falle la proposta che ricorderà per tutta la vita e baciala come se da quel bacio potesse dipendere tutta la tua vita." Lo sguardo di Freddie si abbassa sulle nostre mani legate e accenna un tenero sorriso prima di bisbigliare "OK!" Quando sciogliamo le nostre mani e si allontana per raggiungere la porta mi rendo conto che dalla finestra Brandon ha guardato tutta la scena e non ha una bella espressione dipinta sul viso. Devo parlargli, Freddie ha ragione.


Note dell'autrice:

...e dopo 2 mesi riesco finalmente ad aggiornare!

Quando ho intrapreso quest'avventura di scrittura non immaginavo che potesse arrivare il momento in cui la mente si blocca e la storia stenta a proseguire. Ne ho sentito parlare tante volte, ma pensavo che a me non potesse capitare, perché all'inizio tutto era chiaro nella mia testa, ma poi, mettendolo nero su bianco, non mi piaceva.

Qualcosa lentamente si sta sbloccando e sono finalmente riuscita a darvi un nuovo capitolo. Quanto è complicata Tara! C'è qualcuno che si rispecchia in lei o conosce persone così?

A me fa tanta tenerezza la sua insicurezza. In un certo senso, è ancora una bambina, oltre che un po' viziata, diciamola tutta!😀

Vi abbraccio tutti e vi ringrazio per la pazienza ❤️

TY

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