SEX AND RELAX

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Aggiornato il 16 ottobre 2019

"Sorridi dai. Stai tranquilla Tara. Non succederà niente. Te lo prometto." la mano di Brandon è sulla mia gamba e la accarezza costantemente con un tocco lieve, delicato, rassicurante, così come lo è la sua voce. Apprezzo tanto ciò che ha fatto stasera e forse dovrei dimostrarglielo di più, ma i brutti pensieri faticano a lasciare la mia testa. Lunghi e pesanti sospiri prendono il posto del mio respiro normale, perché quello proprio mi si strozza in gola e un peso mi opprime la cassa toracica. Più che paura la mia è quasi la sensazione di un presagio, di un qualcosa che inevitabilmente si abbatterà su di me. Le parole non trovano sbocco e ad ogni frase o domanda dell'uomo che ho accanto riesco a rispondere solo a monosillabi o con cenni del capo. Perché lui ci prova a distrarmi, a confortarmi, ma, nonostante tutto, io e la tensione ormai camminiamo a braccetto in questa fredda notte newyorkese. La fronte appoggiata al finestrino ghiacciato della macchina e gli occhi chiusi non mi danno il sollievo che vorrei, nonostante io provi ad abbandonarmi completamente. Qualsiasi cosa accade attorno a me mi fa sobbalzare: una frenata, una sirena, un clacson, tutto mi spaventa e scopre un po' di più i miei nervi già vivi e sensibili.

Arrivati sotto casa, Brandon mi apre lo sportello dell'auto e mi aiuta ad uscire. Un gesto consueto a cui normalmente rispondo con un bacio, ma, a differenza delle altre volte proprio non riesco a farlo, nonostante io legga la delusione sul suo volto e mi senta un po' in colpa. Prendo quindi immediatamente la via per il portone e l'ascensore, mentre sento i suoi passi che mi seguono. Il silenzio che avverto attorno a noi è allo stesso tempo imbarazzante e confortante. Combatto contro me stessa perché vorrei abbattere questo muro di vuoto che ho alzato, ma questo è l'unico modo che ho per proteggermi da tutto e da tutti e mi rendo conto quanto lui non ami questo aspetto di me. Me lo ha fatto capire più volte. Ma io non ero così, non fino a quando quel giorno parlai con Brandon e lui mi rifiutò. Prima ero l'esatto opposto e qualsiasi emozione avevo necessità di esprimerla, renderla palese. Ora invece poche persone hanno accesso al mio mondo, che si nutre dei miei pensieri e rimuginazioni. Osservo la punta delle mie scarpe cercando di capire cosa sia meglio fare, anzi, cosa mi sento di fare. Un sussulto mi scuote quando, senza accorgermene, sento la mano di Brandon sfiorare le mie spalle nel tentativo di abbracciarmi. Per fortuna le porte dell'ascensore si spalancano in quell'istante e mi tolgono da questa imbarazzante situazione "Scusami. Sono solo tanto stanca. Voglio andare a dormire e mettere fine a questo disastro di serata." gli dico fuggendo fuori. In realtà vorrei proprio cancellarla questa serata. E' andata anche peggio di quanto immaginassi e ora ho solo tante cose in più a cui pensare e a cui fare attenzione.

Brandon per fortuna non spinge ulteriormente anche se la delusione è crescente sul suo viso, ma mi lascia comunque stare. Ormai lo sa che in questi momenti mi chiudo in me stessa e non riesco a fare entrare nessuno nel mio guscio. Quello si deve schiudere da solo, con i miei tempi.

Ci cambiamo e ci mettiamo nel letto. In silenzio, distanti come forse non lo eravamo più da tempo. Colpa mia, colpa delle mie insicurezze, delle mie paure, di tutto un mondo che ho costruito dentro di me e che gravita attorno a quest'uomo di cui non mi riterrò mai all'altezza. Non mi sento abbastanza bella o abbastanza intelligente. Non sono nemmeno sufficientemente brillante per poter sostenere una conversazione al suo fianco. Troverò sempre qualcuno che minerá la mia autostima. Non è solo Betty il problema, sono io e tutte quelle donne che gli girano attorno e che saranno sempre migliori di me. Non sono Nina e mai lo sarò. Alla fine sono ancora quella ragazzetta di periferia che ha rinunciato alla laurea a causa delle sue debolezze e ora non è altro che... niente!

Mi guardo attorno e mi chiedo come ho fatto ad arrivare qui, nella sua camera da letto, e quando lui si sveglierà dalla sua... qualsiasi cosa sia. Infatuazione? Passione? Qualunque cosa lui provi, un giorno si sveglierà e questa camera perfetta diventerà per me un ricordo che si accumulerà ad altri ricordi dolorosi che girano attorno a lui. L'illuminazione, il letto king size, l'arredamento. Lui. Tutto è perfetto attorno a me e mi abbandono a questa situazione cercando di assaporarla, con questa punta di consapevolezza che tutta questa perfezione non durerá.

Disteso, la sua testa sul cuscino, i suoi riccioli che incorniciano il volto deluso e preoccupato, gli occhi titubanti, insicuri di fare qualcosa di sbagliato. Sento di amarlo ancora di più ora che dentro me cresce la certezza che non durerà, che farò bene a godermi ogni istante di questo sogno che presto svanirà tra le mie mani. Un pizzico mi chiude la gola e lo mando giù deglutendo con difficoltà. Le sue braccia sono aperte, mi invitano ad affondare nel suo corpo. Lentamente mi metto accanto a lui che mi accoglie e mi avvolge. Mi bacia dolcemente la testa e affonda il suo viso nel mio collo. Mi rannicchio contro il suo corpo caldo e sento che le sue mani iniziano a scivolare su di me, lungo il mio fianco. "Buonanotte." sussurro. La corsa delle sue dita si arresta immediatamente e un suo sospiro echeggia nell'aria. Lo so che vorrebbe di più, perché era in quel modo che doveva andare, ma io, per la prima volta da quando è iniziata la nostra relazione, non riesco a sentire nessun desiderio. L'unica cosa che provo ora è paura. Paura di Betty, si principalmente di quello, ma anche paura di perdere Brandon, e, cosa più pericolosa di tutte, paura delle mie paure.

Al sicuro, tra le braccia dell'uomo che amo più della mia stessa vita, le mie palpebre calano e si fanno pesanti. Mi sento pian piano scivolare nel sonno tormentato di una notte che so sarà difficile.

Una stanza buia con solo una piccola feritoia che dall'esterno illumina lo spazio attorno a me. Sono stanca e ho tanta fame. I miei vestiti sono sporchi, lerci. Me li sento addosso appiccicosi e impolverati. Seduta in un angolo, per terra, non faccio altro che piangere, ma se provo ad urlare, nonostante tutti i miei sforzi, la voce non esce. Le forze sono talmente poche che di tanto in tanto mi addormento per poi svegliarmi appena sento qualche rumore un po' più forte che credo venga dalla strada.

Sono in una topaia a giudicare dalla puzza e non so come ci sono mai finita. Provo ad alzarmi, ma mi rendo conto che ho caviglie e polsi legati. Da quanto tempo sono qui? Dov'è Brandon? E la mia famiglia?

La porta si apre, un fascio di luce mi investe e un odore inconfondibile raggiunge le mie narici e mi fa sorridere, mi fa sperare che questo supplizio stia per finire. Strizzo gli occhi cercando di mettere a fuoco la scena davanti a me, offuscata dal bagliore che infastidisce le mie povere pupille disabituate alla luce. Deve essere per forza lui, non può esserci nessun altro al mondo che ha questo suo stesso odore. L'uomo che amo è venuto per me, è venuto a salvarmi. Lo sento parlare. Si, è la sua voce calda e profonda e io provo a chiamarlo, ma ancora una volta il suono non esce. Lui continua a parlare, ma mi accorgo che le sue parole non sono rivolte a me e che accanto a lui c'è ora un'altra sagoma, longilinea e dai lunghi capelli. Non ho nessuna idea di chi possa essere, ma immagino che sia venuta per aiutare Brandon. Provo a tossire, ma nulla anche stavolta. Non emetto nessun suono. L'altra persona inizia a parlare e ho la conferma che si tratta di una donna. Nonostante la mia stanchezza mi porterebbe ad addormentarmi di nuovo, mi concentro per capire di chi si possa trattare. Trattengo il respiro per focalizzarmi meglio. È Betty? Che fanno insieme qui? E perché io mi trovo in queste condizioni? Brandon si avvicina alla donna, le cinge la vita e, dopo una risata che traspare perfidia e malvagità, la bacia appassionatamente. Pian piano i miei occhi si stanno abituando di nuovo alla luce e più si abituano, più la scena che osservo mi lascia senza fiato e ancora una volta vorrei urlare, vorrei alzarmi, ma non faccio altro che agitarmi senza riuscire ad emettere alcun suono. Copiose le lacrime solcano il mio viso e si vanno ad incastrare tra le mie labbra, facendomi sentire tutto il sale ma, soprattutto, tutta l'amarezza che provo nel mio cuore. Quando Brandon si stacca da Betty si dirige verso di me. Lento, elegante, sinuoso. Mi guarda con un sorriso quasi angelico e mi si accovaccia davanti. La sua mano si allunga verso il mio viso, raccoglie una mia lacrima e poi avvicina le dita alla bocca per succhiarne tutto il sapore. Chiude gli occhi in estasi e sorride con un ghigno maligno. Quando li riapre, punta il suo sguardo dritto nel mio, gelandomi con ciò che vedo: infinito disprezzo. "Ora che ci hai dato quello che volevamo, non ci servi più. Addio piccolo essere inutile." La stessa mano che prima aveva asciugato le mie lacrime ora si apre attorno al mio collo, lo imprigiona, lo stinge, lo serra fino a lasciarmi senza fiato. Soffoco e mi contorco. Sento le mie già povere forze lasciarmi e il mio tentativo di liberarmi è vano mentre sento l'aria circolare sempre meno nei miei polmoni. Lo guardo negli occhi mentre sento l'ultimo filo d'aria passare attraverso il mio corpo. Infine un sussulto mi scuote.

Aria. Mi manca l'aria. Mi sollevo di scatto dal letto in cerca di ossigeno, con le mani che sfiorano la mia gola in cerca di conferma che si è trattato soltanto di un sogno. Mi giro e al mio fianco vedo Brandon giacere pacificamente accanto a me, mentre dorme a pancia in giù. Una sua gamba è appoggiata pesantemente sulle mie, mentre le braccia sono entrambe sotto il suo cuscino. Il suo viso è rivolto all'altro lato del letto, ma a giudicare dal suo respiro, i suoi sonni sono certamente molto più tranquilli dei miei.

Sto decisamente esagerando ora. Sono solo paure. Si, tutte le mie paure si sono riversate attraverso il mio subconscio fin dentro i miei sogni. Sono certa che Brandon non potrebbe mai farmi del male, non in questo modo. Seppure la nostra storia significasse nulla per lui, non arriverebbe a tanto. È tutta paura la mia! Si, mi divora, mi fagocita e sta rovinando anche quel barlume di felicità che ancora mi resta con lui, prima che tutto finisca. Devo buttarmi questa serata alle spalle e fare finta che non sia mai avvenuta, che quella conversazione non ci sia mai stata e che quella donna non sia nient'altro che una collega un po' stronza! Provo ad alzarmi dal letto perché ho bisogno di bere e sciacquarmi il viso. Ma soprattutto ho necessità di prendere aria. Aria! Mi muovo verso il bordo del grande letto, ma una mano di Brandon si allunga e mi afferra il fianco per avvicinare il mio corpo al suo. In un primo momento, istintivamente, mi irrigidisco al contatto, perché inevitabilmente rivedo la sua mano avvolta e stretta attorno alla mia gola, ma poi il suo braccio sinistro si scopre e il mio occhio cade su quel tatuaggio, il nostro tatuaggio, e un dardo in petto mi dà la scossa, mi ricorda quanto noi siamo destinati a stare insieme e che le cose non accadono per caso. Se noi abbiamo condiviso qualcosa del genere, nel modo in cui l'abbiamo vissuto noi, allora innegabilmente condividiamo un legame indissolubile. Mi aggrappo a questo pensiero e cerco di sgombrare la mente da qualsiasi pensiero nefasto e, siccome non voglio disturbare il suo sonno, assecondo il suo onirico movimento e aspetto che si tranquillizzi. Dopotutto questa è stata una giornata lunga anche per lui e ha bisogno di riposare.

Dopo poco è nuovamente sprofondato nel sonno più beato e posso finalmente alzarmi indisturbata. Scivolo fuori dal letto e dalla stanza per andare nel bagno degli ospiti ed evitare di fare rumori che possano svegliarlo. L'espressione che vedo sul mio volto nello specchio è ancora di terrore e il colorito è rosso, come se davvero mi fosse mancata l'aria. Mi sciacquo il viso abbondantemente, più volte, e avverto un primo, leggero sollievo invadere il mio corpo. Il contatto dei piedi nudi sul pavimento mi provoca piccoli e piacevoli brividi che servono a ricordarmi che sono viva, che la sensazione che ho provato poco fa, quello scivolare della vita via dal mio corpo, era solo un sogno e nulla più. Mi dirigo in cucina e, attraverso la finestra, intravedo la luna. Mi soffermo qualche istante ad osservarla, come faccio sempre: chiara e tonda. Sembra sincera. Sembra... Ma la luna ha due facce, e noi ne vediamo chiaramente solo una. Quanto realmente conosciamo le persone che amiamo? E quanto possiamo fidarci? Quanto mi fido di Brandon? Perché io mi fido, giusto? Non ci devo pensare molto per trovare la risposta. Si, io mi fido. Ciecamente mi fido. Perché lo sguardo che ho visto in lui è quanto di più sincero io abbia mai visto negli occhi di un uomo. E io lo amo. Lo amo ora più che mai. Proprio per quel brutto sogno, io lo amo. Perché non posso mettere in dubbio qualcosa che ho sentito sul mio corpo e che ha trapassato la mia anima. Lo amo con ogni fibra del mio organismo, ogni palpito del mio cuore, ogni alito del mio respiro. Lui è la mia vita, lui mi ha dato la vita e no, non posso permettere che ogni mia paura ed insicurezza distrugga quanto ho faticato ad avere.

Invasa dai miei pensieri ho riempito distrattamente un bicchiere con l'acqua e ne sorseggio il contenuto, ancora contemplando la luna, adesso però distrattamente, senza cadere nei suoi ingannevoli messaggi. Un sorriso finalmente mi illumina lo spirito al ricordo di quello sguardo, di quella luce negli occhi di Brandon stasera. Svuoto il bicchiere nel lavandino e i miei passi si rivolgono verso la finestra del soggiorno. Ho bisogno di aria e purtroppo anche da qui si vede la luna. Ora infatti la sua vista mi infastidisce, per i nuovi, ingiustificati e sgraditi dubbi che ha suscitato in me.

Non appena spalanco le imposte, l'aria fredda di dicembre mi investe con tutta la sua pungente purezza. Mi sporgo per coglierne ogni sprazzo, le faccio invadere ogni centimetro di pelle del mio viso che si intirizzisce e ancora una volta sento la vita scorrere dentro me. Una risata affiora sulla mia bocca. Prima piano, quasi timida, timorosa di sembrare inopportuna, ma a mano a mano che la sensazione prende il sopravvento, la mia risata si fa più sfacciata, sfrontata, sicura. E rido. Rido perché Betty probabilmente me la farà pagare, perché probabilmente la mia storia da sogno con Brandon presto finirà. Rido perché, si, sono viva. Perché nonostante tutte le mie paure, tutte le mie insicurezze, io sto vivendo quello che ho sempre desiderato, sognato, voluto.

Avvolgo il mio corpo in un abbraccio e mi accarezzo in una calda coccola che contrasta con l'aria frizzante che soffia da fuori. Resto a guardare la silenziosa strada illuminata dalla luna e dai pochi lampioni funzionanti sotto questa finestra. Fisso un punto indefinito e passano secondi, forse minuti, nel silenzio della notte. Un cucciolo di gatto gioca con una foglia morta che il vento fa volare in aria e poi poggiare di nuovo per terra finché mamma gatta non arriva a riprenderlo e portarlo poco più distante, in un cartone appoggiato sul ciglio della strada, accanto ad una saracinesca chiusa di un negozio. Probabilmente il negoziante ha preso a cuore questa tenera famigliola e li accudisce come può. Più i miei pensieri si allontanano dalle brutte immagini che hanno infestato il mio sonno e più inizio a sentire freddo e a voler di nuovo raggiungere il mio letto. Vorrei che Brandon fosse sveglio, che mi abbracciasse e rassicurasse, che mi facesse sentire tutte quelle sensazioni che è capace di suscitarmi solo lui, che mi desse la possibilità di riprendermi tutto ciò che ho allontanato stasera.

All'improvviso il mio corpo non sente più freddo come prima. Alle mie spalle un calore inaspettato si irradia e mi conforta. E sento il suo odore, il suo respiro nei miei capelli. Mi è vicino ma senza toccarmi, senza nemmeno sfiorarmi, esaudendo il mio desiderio di qualche secondo fa. "Brandon!" alito nell'aria frigida il suo nome. Una nuvola di condensa fuoriesce dalla mia bocca e un nuovo sorriso si affaccia proprio lì. "Posso?" è la sua domanda titubante e io, in risposta, sbilancio il mio corpo all'indietro cercando un contatto con lui, con il suo petto, con il suo cuore. All'incontrarsi dei nostri corpi avverto un immediato sollievo, la liberazione da una catena che in queste ultime ore mi teneva prigioniera. Che stupida sono stata, penso, mentre la mia testa si abbandona totalmente sul suo petto e lui fa un minuscolo passo in avanti, sufficiente per far aderire totalmente, perfettamente, il mio corpo al suo. I brividi non tardano ad affiorare, perché, sebbene le sue mani ancora non mi hanno sfiorato, la sua bocca è già a un millimetro dal mio collo e il suo caldo respiro lambisce ogni parte di pelle che incontra nel suo percorso. E non ci sono parole tra noi, non c'è ne è bisogno, solo sospiri che spezzano il silenzio della notte. E il contatto della sua lingua con la mia pelle è la conferma che lui è il mio male e la mia cura. Tutto nasce e finisce con lui. Istintivamente il mio sedere stuzzica il suo bacino e la sua reazione è immediata sotto la leggera stoffa dei calzoncini del suo pigiama. Le sue mani adesso mi toccano, si aggrappano, si avvinghiano ai miei fianchi e il freddo della città è diventato inesistente, perché la temperatura tra noi si è alzata e promette di alzarsi ancora molto. Allungo le mie mani in avanti e chiudo la finestra, interrompendo momentaneamente il nostro gioco. Quando mi giro nuovamente verso di lui vedo il suo viso illuminato dalla luna ed è così splendidamente angelico e inquietante allo stesso tempo. Mi attrae, mi soggioga, mi irretisce, come sempre. Mi avvicino di nuovo a lui imbrigliando le mie dita nei suoi capelli e fiondandomi su quella sua irresistibile bocca, cercandone la lingua, scovandola e rapendola con arrabbiata passione. Mi devo riprendere ciò che è mio... finché lo sarà. Ad un tratto Brandon si stacca dal mio bacio e in uno scatto che mi prende alla sprovvista si abbassa e mi prende di peso sulla sua spalla destra. Pochi passi gli servono per raggiungere la camera e i piedi del letto. Lì mi mette giù, tenendomi sensualmente con le mani appoggiate ai miei glutei, strizzandoli possessivamente tra le sue dita. Quando lascia la presa mi gira di nuovo e appoggia ancora il suo petto alla mia schiena e la delicatezza di prima è volata via. Sento del selvaggio desiderio nel suo respiro, la lussuria repressa per troppo tempo e che ora chiede di uscire e sfogare tutto il suo impeto. Le sue mani corrono dappertutto sul mio corpo, fremono, sembrano impazzite , incontrollate. La sua lingua scivola sul mio collo, umida e liscia, lasciando anche qualche piccolo morso che mi provoca gemiti soffocati. Spinge il mio sedere verso il suo bacino perché io senta la sua mascolinità premere prepotentemente contro di me e un mio verso di sorpresa per ciò che sento lo fa sorridere mentre morde il lobo del mio orecchio. Le sue mani hanno trovato la loro destinazione precisa ora e mentre una stuzzica un mio capezzolo sotto il mio pigiama, l'altra invece è scesa lì, dove sento di essere sempre più bagnata, dove il bruciore del desiderio preme tanto da farmi quasi sentire dolore. Si insinua nei pantaloni, le sue dita spostano le mutandine e incontrano finalmente il centro del mio piacere. "Posso andare avanti? Dimmi di sì e ti assicuro che ti farò felice." Si è fermato in attesa di una mia risposta, ma io non tornerei mai indietro, non con lui. La mia bocca dischiusa emette un sospiro gemente e le mie parole gorgogliano nella mia gola "Allora fammi felice." E, non appena le mie parole raggiungono le sue orecchie, le sue mani riprendono il loro percorso sul mio corpo, avide come sempre, più di sempre. Le sue dita e la sua lingua mi stuzzicano, mi provocano, mi portano in quel luogo che conosciamo solo noi, fatto di desiderio e passione incondizionata, dove esiste una sola regola: godere e far godere. "Ho voglia di te, Tara. Ne ho voglia da star male, da sentire dolore. Voglio il tuo corpo, voglio sentire il tuo desiderio. Voglio sentirti cedere sotto di me. Fai ciò che ti dico e non te ne pentirai, donna. La mia donna." Mi sussurra queste ultime parole scandendole nel mio orecchio, stringendo ancora di più il mio corpo al suo e io sento che il mio cuore potrebbe scoppiare da un momento all'altro dal desiderio, ma, soprattutto per quest'ultima frase. Sono sua, mi vuole sua e sento tutte le paure di perderlo ormai disperdersi tra i suoi baci e le sue vogliose mani. Quelle mani che sotto il pigiama reclamano il mio corpo, lo bramano come un predatore con la sua preda. Mi gira il viso per possedere la mia bocca, mi lecca le labbra e mi morde la guancia e tanta passione animalesca mi è quasi nuova in lui. "Ti svelo un segreto. Questi tuoi pigiamoni mi eccitano terribilmente." Sgrano gli occhi incredula, perché mai l'avrei pensato. Subito dopo mi fa stendere a pancia in giù sul letto e aggancia le sue lunghe dita ai miei pantaloni e ai miei slip e lentamente li sfila, li fa scorrere lungo le mie gambe. "Non lo immaginavi, vero? E invece impazzisco al pensiero di ciò che custodiscono. Immagino il tuo corpo liscio e profumato e ogni volta mi eccito solo al pensiero di fare ciò che sto facendo ora. È arrivato il momento di farti rilassare, di farti sgombrare del tutto la mente da qualsiasi brutto pensiero tu abbia covato in queste ultime ore. Mandalo via, Tara. Qualsiasi cosa tu abbia pensato, credimi, stai sbagliando. Non chiuderti nel tuo mondo. Non ne hai più bisogno." e io chiudo gli occhi, perché mi fido di lui, ciecamente mentre ormai la stoffa ha lasciato completamente il mio corpo. Sbagliavo e lui me ne sta dando prova. Lui, che mi fa dannare e poi mi porta in paradiso.

"Chiudi gli occhi!" mi esorta e io obbedisco al suo comando. Una scossa si propaga nel mio corpo partendo dalla mia caviglia, dove Brandon ha appoggiato le sue labbra, ne inumidisce la pelle e segue con la lingua il contorno di quella magica frase. "Sei perfetta Tara, perfetta per me!" dice con le labbra ancora appoggiate sulla mia pelle e sento la mia carne avvampare, un bruciore che parte da dentro e si irradia in tutto il mio corpo, perché lui mi vede così e io no, non ho mai pensato di essere perfetta, ma i suoi complimenti mi fanno arrossire e godere allo stesso tempo. Mi sento un pupazzo tra le sue mani e non vorrei sentirmi diversamente da come mi sento ora, da dove sono ora, con la sua lingua che percorre il profilo della mia gamba mentre con la mano sfiora l'altra. Arriva fin dietro al mio ginocchio e proprio lì lascia altri piccoli morsi umidi e voraci. Per la prima volta scopro punti del mio corpo che non credevo così sensibili ma lui riesce a scovare cose di me che non credevo esistessero. Sale, la sua lingua sale ancora e raggiunge la curva dove il mio sedere si congiunge con le mie cosce e anche lì si sofferma, strizza la mia carne come se volesse squarciarla e mi morde, mi bacia, mi lecca e io non ho più aria nei polmoni perché ogni suo gesto mi lascia senza fiato. Si stende completamente su di me e, corpo contro corpo ancora una volta, sento addosso quanto sia eccitato, quanta lussuria ha da sfogare su di me e mi si annebbia la vista per quanto il mio cuore sembra impazzito. È quasi come se fosse la prima volta: nuove sensazioni, nuove emozioni si accavallano a quelle già conosciute e di cui non sarei mai paga. "Cazzo Brandon, mi stai facendo impazzire." ansimo sentendo la sua erezione strusciare contro di me. "Si donna, sgombra la mente da tutto e impazzisci di piacere." Mi gira ancora il viso reclamando la mia bocca e la mia lingua. E ancora mi morde, mi lecca. I nostri respiri sempre più incalzanti. I miei sospiri sempre più rumorosi. Alza di poco il mio bacino per mettermi leggermente in ginocchio ed infilare la sua mano di nuovo tra le mie gambe, il suo corpo sempre piegato sul mio, senza mai perdere il nostro contatto. Le sue dita si fanno strada tra il mio piacere "Anche lì sei perfetta. Sempre pronta ad amarmi e farti amare." dice compiaciuto per ciò che trova. Ed è la prima volta che usa parole del genere e mi sento stordita da ciò che sento, confusa da qualcosa che sto aspettando da tempo di sentire da quella sua bocca e spero di non illudermi, spero che non sia solo l'impeto del momento che lo fa parlare così. "Ancora Brandon, ti prego. Continua..." le mie parole scivolano supplichevoli di appagamento. Lo sento parlare tra un gemito e l'altro "Cosa vuoi Tara, dimmelo e ogni tuo desiderio diventerà realtà. Sono il tuo servitore stanotte." la sua voce è forte, solida, piena di una risolutezza che mi spinge a chiedere qualcosa che altrimenti mi vergognerei a chiedere esplicitamente. "La tua lingua Brandon. Voglio godere con la tua lingua. Leccami." gli chiedo in un ultimo sospiro. Con un movimento dolce ma deciso si stacca da me e appoggia la mia schiena sul letto. Sorride con un ghigno soddisfatto e vedo nei suoi occhi di nuovo quella luce che lo addolcisce. Mi sfila la maglia del pigiama ed ora, davanti ai suoi occhi, sono completamente nuda. Sento le sue pupille accarezzarmi la pelle, scorrere sul mio seno e il mio ventre, leccandosi le labbra quando con lo sguardo arriva al mio pube. I brividi increspano la mia superficie quando le sue mani iniziano a massaggiarmi le cosce. Con i polpastrelli e con le unghie crea forme causali ed eccitanti, ma i suoi occhi continuano a essere totalmente immersi nei miei. Non vedo solo una luce magica in quel suo sguardo, ma tante emozioni nuove e una rinnovata gioia che non era mai affiorata prima d'ora. Non so cosa stia accadendo, ma è tutto nuovo e familiare allo stesso momento. Le mie mani si ancorano alle sue spalle, percorrono la solida strada che le porta fino ai suoi morbidi ricci e si ancorano tra quei capelli così perfetti... Per anni li ho cacciati via dalla superficie della mia memoria e negli ultimi mesi mi sono ritrovata a sognarli, sgraditi, tutte le notti. "Profumi di buono Tara." La sua voce è calda come una carezza sensuale per le mie orecchie e il suo respiro soffia sulla pelle immediatamente vicino alla mia intimità. Inarco la schiena e pregusto ciò che sta per accadere tra le mie gambe. Sento le labbra vicino la mia pelle mentre prende un lungo respiro e un secondo dopo la sua lingua sfiora il mio citoride. Un tocco delicato, premuroso, leggero e chiudo gli occhi per l'ondata di piacere che immediatamente mi investe. Tocchi lenti, che a poco a poco iniziano ad incalzare il ritmo. Sono troppo sensibile per poter resistere a lungo ai suoi sapienti giochi. Le mie gambe iniziano a tremare, il ritmo del mio cuore è impazzito nel mio petto, il mio respiro accelera troppo rapidamente. Potrei morire in questo momento e non me ne accorgerei per l'estasi che sto provando. Sta avvenendo tutto troppo velocemente e non voglio che finisca così "Fermati. Ti. Prego. Brandon!" ma è sempre più difficile parlare senza emettere gemiti o sospiri. "Cos'altro vuoi che io faccia. Dimmi e io lo farò." mi guarda mentre il suo viso è ancora lì, sensualmente tra le mie gambe. "Voglio baciarti. Voglio sentire quanto sei mio." la mia voce ormai è un sibilo affannato "Quello che provo con te non l'ho mai provato per nessuno Tara. La mia soddisfazione più grande è farti stare bene." mi sussurra sfiorando le sue labbra sulle mie prima di prendere il mio labbro inferiore tra i suoi denti. Sento i miei occhi riempirsi di lacrime mentre lui continua a baciarmi come se avesse detto la frase più ovvia del mondo. Forse lo è per due persone che hanno vissuto una storia normale, ma non per noi, non per me che mi ritrovo continuamente a mettere in discussione tutto. Quando mi lecca l'angolo della bocca una lacrima scorre sul mio viso. "Che hai?" Mi chiede preoccupato, asciugandola con un polpastrello. E poi compie un gesto strano: passa quello stesso dito sotto il suo occhio per disegnare una lacrima. "Voglio condividere con te anche le tue lacrime Tara. Dimmi, sto facendo qualcosa di sbagliato?" La sua tenerezza in questo momento stride con tutta l'eccitazione che questo letto ha vissuto fino pochi istanti prima. Scuoto la testa. Non c'è nulla di sbagliato se non i miei pensieri "No. È tutto perfetto." bisbiglio sulla sua bocca e lecco le sue labbra per farle schiudere. Le nostre lingue si incontrano e sento su di lui ciò che rimane di me e mi eccita il pensiero di esserci in modo così penetrante. Mi gira sopra il suo corpo e, cavalcioni sul suo ventre, inizio a muovermi, lentamente. Gli sfilo la maglia e inizio a toccargli il torace. Perfetto, snello, con ogni muscolo meravigliosamente in tensione. Le sue mani sulle mie natiche seguono il movimento del mio bacino sul suo. "Sei qualcosa d'indescrivibile donna! E sei mia, solo mia!" Strizza gli occhi mentre lo dice, lasciandosi andare all'ondeggiare dei nostri corpi, alla verità di quelle parole. La mia appartenenza a quest'uomo è ormai totale, lui che ha rapito ogni parte della mia anima, vi si è insinuato così in profondità che mai più potrò sradicarlo dal mio essere e mai lo vorrò. "Apri gli occhi." gli ordino e lui mi accontenta. Avvicino le mie labbra al suo orecchio e mentre mi muovo sento le sue mani strizzare i miei capezzoli e un gemito esce incontrollato. "Ti voglio dentro Brandon. Voglio sentirti dentro di me." imploro tra i suoi capelli e alle mie parole lui si ferma per allungare la mano sotto il cuscino e prendere un preservativo. Previdente, penso passandomi istintivamente la lingua sulla bocca. "Se continui così arrivo ancora prima di entrarti dentro Tara." mi dice sorridendo e il mio ghigno di soddisfazione che ne segue è immediatamente ricambiato. "Sfilami i pantaloni." mi chiede dolcemente e io eseguo volentieri la sua richiesta. Porto via insieme anche i suoi boxer, scoprendo finalmente la sua trionfante eccitazione e pregustando il momento in cui mi completerà totalmente. Con movimenti lenti per aumentare l'attesa e il desiderio faccio scorrere gli indumenti sulle sue gambe, i suoi occhi frementi seguono ogni mio movimento, ma forse ho tirato troppo la corda. Prendendomi per i fianchi mi ribalta con la schiena sul letto per poi tuffarsi di nuovo tra le mie gambe "Non mi basti mai, sai? Il tuo profumo, il tuo sapore. Mi crei dipendenza, Tara. La dipendenza più eccitante che esista al mondo." sussurra tra un colpo di lingua e l'altro e non ho mai provato questo tipo di piacere, quello che riesce a darmi lui stanotte ogni qualvolta che quelle labbra toccano la mia intimità. Perché in un questo atto puramente sessuale stanotte ne sento la devozione, la fiducia, il desiderio di sentirmi sua e sua soltanto. In ogni colpo della sua lingua sento l'appartenenza reciproca. L'orgasmo si fa violentemente strada e trattengo il respiro nel tentativo di frenare il piacere che si sta diffondendo velocemente, troppo velocemente. "Ti fidi di me?" mi chiede mentre le sue dita hanno preso il posto della sua lingua. Le sento muoversi dentro e fuori di me, ritmiche, sapienti, esperte. Strana coincidenza che proprio stasera mi chieda se mi fido di lui. Ho iniziato a fidarmi di lui sin dal primo giorno in cui l'ho visto all'università, senza conoscerlo, senza motivo, mi fidavo già di lui. E, nonostante tutti i miei pensieri, sì, lo ripeterò a me stessa e al mondo intero, che io mi fido di lui. "Oh, sì!" gemo tra le sue mani. Il suo sguardo si fa malizioso, incantandomi con la profondità dei suoi occhi che lui aggancia ai miei senza mai abbandonarli. "Chiudi gli occhi, sarà solo per pochi secondi." mi invita e non appena lo faccio, lo sento muoversi di poco su di me, prende le mie mani, le bacia, prima una e poi l'altra, le porta sopra la mia testa e sento qualcosa che mi stringe i polsi, ma mantengo i miei occhi chiusi. Lui invece continua a baciarmi dolcemente la testa, la fronte, il naso fino ad arrivare alla mia bocca dischiusa. "Ora guardami!" la sua voce mi sveglia da questo incantesimo fatto di pura tenerezza e completa fiducia. Istintivamente alzo lo sguardo fino ai polsi e li trovo imprigionati tra anelli di manette. I miei occhi si spalancano dalla meraviglia "Guardami ho detto." dice immediatamente e il suo tono è deciso ma anche dolce e io non posso fare a meno di pensare che non ero pronta, non ero preparata, ma che comunque mi fido di lui, che non provo nessun dispiacere. Le sue mani scivolano dai miei polsi fino alle mie ascelle mentre i suoi occhi reclamano tutta la mia attenzione. "È la prima volta anche per me." Dice sommessamente e quasi sembra intimidirsi per questa sua proposta. "Solo se lo vuoi." mi sussurra a fior di labbra prima di lasciarci un bacio a stampo. Resto qualche secondo a fissare il suo viso, a scorrere ogni particolare, quelle labbra che aspettano una mia risposta per poter continuare, quegli occhi ad un tratto timorosi in cui mi sembra di rivedere il ragazzo che ho conosciuto all'università. "Tara..." continua mettendo le sue mani sulle manette per sganciarle, ma io le sfilo via dalla sua portata "Non ho ancora risposto!" gli dico prendendolo in giro. Lui inclina la testa per cercare di capire, per accelerare una mia risposta, ma io non ho voglia di parlare, non di queste cose. Preferisco i fatti e per risposta, sollevo di poco la testa dal letto e bacio la sua bocca. Un bacio lento che progressivamente incalzo, con cui richiedo prepotentemente la sua lingua da succhiare, da mordere. Voglio provare, sì, lo voglio fare. Il suo bacio scende sul mio collo, lascia una scia di brividi e sensibilità che mi fanno chiudere gli occhi e i miei sensi si amplificano per questa impossibilità di toccarlo. Inarco la schiena per consentirgli maggior accesso al mio corpo. La rapidità con cui indossa il preservativo è sorprendente come sempre e in pochi secondi è interamente dentro di me, con un ritmo lento e preciso. E ogni volta mi sembra di provare tutto di nuovo come la prima volta con lui e mi sento quasi colta di sorpresa dall'emozione che mi suscita. Spinge con forza e vigore e sento il suo piacere crescere ad ogni suo affondo. I suoi e miei occhi si chiudono all'unisono, i nostri respiri sono l'unica musica in questa stanza e aumentano, aumentano con l'incalzare delle sue spinte. Con un solo movimento mi libera le mani e poi mi posiziona su di lui regalandomi uno dei suoi dolcissimi sguardi. Il ritmo è subito di nuovo veloce per il bisogno di realizzazione che abbiamo entrambi. Le sue mani sul mio sedere. I suoi occhi profondi a scrutare ogni centimetro del mio corpo. I gemiti che escono dalle nostre bocche. "Arriva con me, arriva per me." gorgoglia di lussuria e chiudo gli occhi per l'approssimarsi dell'orgasmo. Un gemito più forte abbandona il mio corpo quando arriviamo al nostro meraviglioso culmine, prima io e qualche secondo dopo lui.

Le sue braccia mi avvolgono subito Dopo avermi coperto con la trapunta. Lui ancora dentro di me ad unire i nostri corpi che sono nati per stare inevitabilmente insieme. "Ogni volta con te è come una prima volta. Mi stravolgi i sensi e mi mandi in paradiso." mi sussurra tra i capelli. Poggiando il mio mento sul suo petto ci guardiamo negli occhi e non mi accorgo che di nuovo una lacrima scende sul mio viso e lui la bacia per asciugarla "Perché stai piangendo di nuovo?" La sua domanda avrebbe tante risposte, perché i motivi sono tanti e non saprei nemmeno io da dove iniziare "Non lo so. Forse perché l'ho immaginato talmente tante volte che non riesco a credere che sia tutto vero, che sia tutto reale e ho paura di perdere questa perfezione, di perdere te." "Oh Tara." sospira girandomi sul letto. "Tutto questo è vero, è tutto reale e nulla ce lo porterà mai via. Te lo prometto." e resta a guardarmi, intenso, convinto, cercando di trasmettere al mio cuore tutta la sicurezza che probabilmente ha lui. Mi bacia di nuovo con immensa, irreale tenerezza per poi abbracciarmi. L'immobilità di questo istante è l'unica cosa che conta. Tempo, spazio, il mondo, la vita, tutto è fermo ora e io non ho intenzione di muovere le lancette del tempo. La sabbia nella clessidra ha smesso di scorrere per me, io mi fermo qui.

E nel silenzio di questo momento, mi ritorna in mente una sua frase "Cosa sarebbe questa storia dei miei pigiamoni?" Gli chiedo pizzicandogli il fianco. Ridiamo, entrambi. Anche io che non ho avuto proprio una bella serata, ma è ormai alle spalle. Mi mancava sentire il suono del nostro ridere insieme, la serenità di cui ogni volta ne gusto il sapore. Il sonno non tarda a venire e sarà un sonno giusto, un sonno tranquillo tra le braccia di colui che so mi proteggerà per sempre. 

Nota dell'autrice:

Con la revisione ho aggiunto qualche elemento importante alla storia. Spero vi piaccia.

Fatemi sapere!

Baci...

TY

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