Insonnia

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Passa la notte prima del matrimonio totalmente insonne. Non riesce a trovare sollievo nemmeno nel libro che sta leggendo – ed è uno di quei mattoni di narrativa che ama tanto divorarsi, ma che di notte, solitamente, conciliano il sonno. Guarda il soffitto, con le coperte strette tra le dita, gli occhi sbarrati e la musica nelle orecchie. Where is my mind? Dice la canzone. Oh, be', Peter non lo sa proprio. Domani è il grande giorno, ha un vestito confezionato attaccato ad una stampella, aggrappata all'anta dell'armadio non del tutto chiusa. Sospira, e prende il telefono tra le mani.

C'è un messaggio non aperto da un paio di ore. Non lo ha voluto aprire; ha troppa paura di non sapere cosa rispondere, eppure non è niente di che. Il problema è chi glielo ha mandato e, molto probabilmente, sta ancora lì ad aspettare che lui gli dia peso. Lo apre, con l'insofferenza ben palese tra le guance che ha gonfiato.

«Domani, se ti va, possiamo vederci prima. Tony dice che dobbiamo stare a casa sua per fare le foto con loro e i testimoni. Sai chi sono?»

Ha un sussulto al cuore, poi inizia a pigiare velocemente sulla tastiera.

«Ehi, Harley! Scusa, sono stato impegnato fino ad ora. Sì, possiamo vederci prima, se ti va. Da quanto ne so il signor Rhodey e Happy sono i testimoni del signor Stark. Per la signorina Potts, c'è mia zia e un'altra persona che non conosco. Hai preparato il vestito?»

«Oh, che persona impegnata, sei! Non dovresti tipo dormire, invece di andartene a zonzo? Domani hai un matrimonio!»

Peter sorride, perché l'ironia pungente di Harley gli fa sempre questo effetto. «Ce l'hai anche tu, ma hai risposto in un lampo. E non hai risposto alla mia domanda.»

«Pronto all'uso, sta tranquillo. Non verrò in pigiama. E comunque ero sveglio, siccome non mi rispondevi, e avevo piacere nel sapere come organizzarmi domani. Sai, non sarebbe stato carino presentarmi lì, e scoprire che tu saresti venuto più tardi.»

«No, non sarebbe stato carino.» Gli dà corda, e non riesce a togliersi quel sorriso scemo dalla faccia. «Quindi ci vediamo domani. Davanti al cottage, un'ora prima?»

«Perfetto. Arriverò di sicuro prima, perciò ti aspetterò. A domani Peter, buonanotte.»

«A domani Harley. Dormi bene.» Invia, e si pente amaramente di quell'augurio così smielato. Non avrebbe mai voluto dirgli una cosa così. Si dà uno schiaffo sulla fronte e, sconfortato, emette un lungo lamento di agonia.

«Anche tu ;)», gli arriva, infine e, ora come ora, non riesce a far altro che nascondersi sotto le coperte, sperando di non andare in combustione spontanea. Ora sì, che passerà l'intera notte insonne.

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