Invito

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Quando Peter torna a casa da scuola e apre la cassetta della posta di casa, non ha idea che, all’interno, vi sia una lettera per lui. Non che sia un evento di cui vantarsi, ma il più delle volte riceve pacchi da Amazon o altre cavolate prese su siti discutibili – difatti, non sempre ha ricevuto quello che aveva ordinato, perso di certo nei meandri di chissà quale dogana orientale. Si sfila una cuffia dall’orecchio e, mentre si rigira l’oggetto tra le mani, nota l’eleganza della carta – color avorio, un fiocco color tiffany a decorare l’apertura e un finto francobollo con sopra un logo fin troppo familiare.

Peter apre la porta di casa, distrattamente saluta May e, senza pensarci due volte, apre la busta.

«Oh, ne hai ricevuta una anche tu?», chiede sua zia. Lui volge la testa verso di lei, proprio mentre sta sfilando la lettera dalla busta e, alzando un sopracciglio, vede che lei sta facendo esattamente la stessa cosa con una busta identica. Così abbassa la testa, e legge. Strabuzza gli occhi, poi sorride.

«Il signor Stark si sposa!», esclama, e May annuisce, entusiasta. «Dice che sarà un matrimonio semplice – certo, semplice… non sarebbe mai in grado di restare  sul semplice! Si svolgerà al cottage, vicino al lago! Che bello, non pensavo che avrebbe finalmente fatto il grande passo. Insomma, Morgan ha ormai cinque anni, no?», chiede.

«Come sei perbene, Peter! Ognuno si sposa quando si sente, no? Non siamo mica nel medioevo, giovanotto!», lo riprende e lui alza gli occhi al cielo, anche se sa che la zia ha più che ragione. Prosegue poi la lettura dell’invito; un rinfresco, una grande festa e i nomi di due paggetti che non sono esattamente più dei ragazzini… 

«Non ci posso credere…», sbuffa, e reclina la testa all’indietro. 

«Cosa?», chiede May, e si avvicina per leggere anche lei, poi scoppia a ridere.

«Non c’è niente da ridere, May! Io? Il paggetto? Sto quasi per laurearmi!» 

«Oh, andiamo, come la fai tragica! E poi non è niente di strano, dovrai semplicemente stare dietro a Tony, portare gli anelli e… bo’, alzare il suo ego spropositato, quanto basta perché si senta a suo agio!» 

Peter sbuffa di nuovo e lascia cadere le braccia lungo i fianchi. «Come se ne avesse bisogno…» May ride di nuovo. Gli prende le spalle e gliele accarezza, ammiccando.

«È un ruolo importante, Peter. Significa che sei fondamentale per lui e, sinceramente, è il suo matrimonio. Sarà solo per un giorno, ed è il suo giorno. Fallo per lui.» 

«Non dovrebbe tipo essere la giornata della sposa, comunque?» 

May arriccia le labbra, poi se le umetta. Il gloss è ancora lì, al suo posto, come per magia. Peter non ha mai capito come funziona il makeup, sulle donne. Forse se lo tolgono con una formula magica, prima di andare a dormire.

«In una situazione normale sì, ma non in questo caso. Insomma, è pur sempre Tony Stark. Probabilmente, oscurerebbe persino il Papa, se si trovassero nella stessa stanza», dice sua zia e, in effetti, non ha tutti i torti. «Chi è l’altro paggetto?» 

Peter osserva quel nome e, con un tuffo al cuore che non gli risparmia una fitta tra le scapole, la guarda deglutendo. «Harley.»  

«U-oh! Qualcuno qui passerà una giornata insieme alla sua cotta secolare! Vicini come non lo siete mai stati!» May gli dà una gomitata allusiva, e Peter vorrebbe sparire nello spazio, ora come ora, solo per non dare a vedere che lo ha colpito al cuore, quella consapevolezza. Alla quale, comunque, non aveva pensato.

«Non ho una cotta per Harley! Non la ho! Non dirlo più, per favore!», esclama, e si schiaffa la mano che non tiene la lettera, sulla faccia. Solo per nascondere il viso che gli è andato letteralmente in fiamme.

Sì, ha una cotta per Harley ma questo, comunque, non deve saperlo nessuno. Soprattutto Tony Stark, o non la smetterà un secondo di tormentarlo con le sue prese in giro. 

Fine CAPITOLO I

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