la rivincita

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Mentre io e Terech tornavamo dal nostro viaggio, l'esercito guidato dalla Laima, fu attaccato lungo la strada.

<<Nonna, nonna>> <<dimmi piccola mia>> lei mi guardava con una faccetta da furbetta, poi si mise un dito sulle labbra e mi disse <<nonna, ma se tu non ceri con loro, come potevi sapere quello che stava succedendo?>>, i suoi occhietti indagatori, si posarono sui miei ed io non potei non ridere. <<Perché ridi?>>, per non farla indispettire cercai di smettere di ridere <<tesoro mio, hai ragione, bisogna che allora io ricominci da capo a narrarti questo passaggio>>. <<Ecco, brava nonna!>> Il mio gnometto batte felicemente le mani ed io ripresi a narrare la storia.

Mentre io e Terech eravamo in viaggio così da raggiungere gli altri, ebbi un'altra delle mie terribili visioni. La mia testa cominciò a farmi male, di nuovo la sensazione di vertigini e svenimento, ma ormai conscia di questo mio potere e riconoscendo l'evento, segno a Terech di scendere in terra, una volta atterrati Terech mi prese in braccio dolcemente distendendomi sul suolo e restandomi accanto per tutta il tempo.

La mia mente volò tra quei monti e quelle radure arboree, sorvolai fiumi, mari, foreste per giungere in una radura aperta, subito sentii delle voci e delle grida. Corsi velocemente nella direzione da cui provenivano le urla, vidi i nostri amici impegnati in una battaglia terribile, che aveva avuto luogo da poco tempo. C'erano orribili demoni neri, creati dalla stessa sostanza di colui che aveva infettato il fiore che falciavano via il nostro esercito come erano solo foglie secche cadute in terra e dovessero essere spazzate via per non osare impiccio. Avevano una forza che io non avevo mai visto prima. Spinta da una cieca rabbia corsi verso di loro. Ma ecco spuntare dal nulla quell'oscurità densa e pesante che mi avvolse, era tornato per me. <<Ci rivediamo, sei pronto per tornare a far parte di me?>> <<No, mai>> gridai con quanto fiato in gola, conscia che mi trovavo in una visione, feci di tutto per risvegliarmi e alla fine ci riuscii. Quando tornai alla realtà Terech che era accanto seduto a me mi sorrise,<<cosa hai visto?>> << Non c'è tempo, dobbiamo raggiungere inostri amici>> senza farmi domande altre ci dirigemmo verso Maia pronti a spiccare il volo. <<Nella mia visione si trovavano in una radura, circondata da colline, su una di esse erano disposti tre alberi a mo' di triangolo, come a formare un disegno>> stavo parlando a voce davvero alta per farmi sentire da Terech che tra quel vento improvviso che si era appena alzato, stava facendo di tutto per mantenere la giusta rotta <<inoltre, nella mia visione ho visto anche una torre tutta bianca, con dell' edera piena di fiori che si arrampicava su di essa, hai piedi di questa torre c'erano loro che combattevano>>, <<so dove sono, si trovano tra i due confini, sono a sud di Nesteroth, la terra della bianca torre, quel luogo è un portale conduce noi da voi umani e viceversa, non devono oltrepassarlo, sarebbe la fine>>. All'improvviso dalle nuvole nere che erano formate nel cielo, apparvero come degli spuntoni che si allungavano verso di noi, ci avevano trovato. Terech e Maia si muovevano a zig e zag tra quella moltitudine di lame appuntite che cercava di prenderci, ed io facevo del mio meglio per non cadere a terra. Poi uno di quei maledetti tentacoli, riuscì a ferire Maia bucandole un'ala, la povera creatura urlò in preda al dolore, di conseguenza cominciammo a perdere stabilità e velocità, ondeggiando su noi stessi ci stavamo avvicinando sempre di più al suolo, in quell'istante ebbi paura, non più avrei rivisto i genitori, tra pochi miei minuti ci saremmo schiantati al suolo e nulla sarebbe più avuto senso. Mi strinsi ancora più forte a Terech e cominciai a piangere, il coraggio non aveva mai fatto parte di me. Chiusi gli occhi aspettando la morte, avrei tanto voluto poterci salvare, essere in grado di cambiare quella situazione, le risate del demone ancora echeggiavano nelle mie orecchie. Tra le nuvole apparve il suo orribile volto, era lì ci stava guardando morire, ed io ero così impotente da non poterci fare nulla. Per tutta la vita ero stata quello, una ragazzina impotente difronte ad ogni cosa, spesso derisa e giudicata, tutto quello che io realizzavo o facevo, non era mai abbastanza c' era sempre qualcosa che non bene o che poteva essere fatto in maniera diversa. In questo momento pensai che mio padre aveva sempre avuto ragione, ero una buona annulla. Di nuovo sentii la sua voce <<io ho vinto e tu hai perso, quando morirai diventerai parte di me come tuo fratello Aladur che si è già da tempo concesso affinché io potessi divenire più potente, e ora che anche tu ti unirai a me. Sarò di nuovo ne pieno delle mie forze e potrò distruggere ogni cosa>> il demone scoppiò a ridere, era sicuro di avere già vinto e dopo tutto non potevo dargli torto, sotto di noi la terra si avvicinava sempre di più, dovevo prendere una decisione. Dovevo decidere se restare la solita ragazzina passiva che soccombeva davanti a tutto ea tutti, insicura e debole o se combattere per quello in cui credevo. La decisione fu più semplice di quanto pensassi, volevo lottare per me, per Terech, per Maia e per tutti loro. In un solo istante lamia magia ci avvolse, a nulla servirono i tentativi del demone che ci scagliò addosso città di lance nere. Nemmeno una di esse riuscì a scalfire la barriera che avevo eretto. Con grande sforzo feci sì che questa ci permettesse di restare in aria, focalizzai ciò che avevo visto nella mia visione, e come sela magia della terra che avevo sprigionato intorno a me, sapesse dove volevo andare, ecco che cominciò a direzione cambiare. Senza difficoltà evitammo tutti gli altri attacchi che ci vennero scagliati contro, <<sei grande Crystal, sei il mio eroe, ti amo>> a quelle parole arrossii visibilmente, ero talmente emozionata che quasi rischiai di farci precipitare tutti quanti al suolo, <<però fai attenzione >

Finalmente lontani da quel mostro mi rilassai, <<guarda!>> Terech mi indicò con la mano la direzione in cui guardare e vidi una torre bianca, proprio come quella del mio visone. <<Guarda, sotto di noi!>>. Lì sono stati trovati, ancora combattendo, demoni oscuri che sembravano immuni ad ogni colpo o magia loro inflitta.

Riuscimmo a fare un atterraggio discreto senza procurarci troppi danni, appena toccammo terra, sia io che Terech ci buttammo in quella che ormai era era diventata una mischia, la battaglia composta ed ognuno ordinata della mia visione si era tramutata in una rissa da strada, dove si scagliava sull' altro avversario nel tentativo di avere la meglio, molte spade erano sporche di un nero sangue e denso, i avevano il volto sporco di sangue e terra, vidi Terech perdersi tra la mischia, sguainare la spada e cercare di dare manforte ai suoi amici. Io cercai di fare lo stesso. Combattemmo senza tregua fino al calare del sole e al sorgere della luna, quando in lontananza sentimmo dei corni suonare, la melodia che giunse alle mie orecchie era dolce e sapeva di aiuto, forse qualcuno ci aveva.

Dalla torre bianca giunsero sono di uomini di bianco vestiti, splendenti nella loro luce, la notte si illuminò a giorno, i loro volti mi erano preclusi, erano così brillanti e veloci che mi era impossibile vederli. Le uniche cose che riuscii a scorgere furono gli abiti bianchissimi e finemente ricamati e le loro spade, il cui metallo risplendeva di una luce propria. Ad ogni loro colpo il nemico cadeva a terra inerme privo di vita, era una scena raccapricciante, ma allo stesso tempo il mio cuore gioiva di felicità.

Quella sera nessun altro del nostro esercito sarebbe morto, loro ci salvando.

Incoraggiati da un nuovo fervore e dalla consapevolezza di quel grande aiuto che ci è venuto dato dalla provvidenza e dal cielo, riprendemmo a combattere con maggiore impeto e impegno. Nessuno di noi si fermò più sino a quando l'ultimo nemico non cadde a terra.

Dal cielo lui ci stava osservando, e vedeva la sua prima sconfitta. In cuor mio come dei miei fratelli e sorelle crebbe la certezza che se era stato battuto anche una sola volta, questo voleva dire che non era così indistruttibile come credeva, le sue certezze quella sera cominciarono a sgretolarsi, mentre la mia sicurezza crebbe.

Quel giorno cambiai definitivamente, crebbi ed imparai a combattere per davvero per tutto ciò che amavo e desideravo, nessuno mi sarebbe più messo i piedi in testa.

Alla fine della battaglia, raccogliemmo i nostri caduti, che erano davvero molti. Tutti insieme realizzammo delle zattere di legno su cui posammo i cadaveri, queste vennero poi adornate di fiori, una volta che tutto fu pronto, trascinammo con l'aiuto della magia le zattere sino al fiume più vicino, per poi le scivolare al suo interno e mentre queste si allontanavano da noi, i nostri arcieri scoccarono frecce infuocate sui loro corpi. Mentre loro entravano nel mondo delle anime, noi che eravamo sopravvissuti per vedere una nuova alba e combattere un giorno in più cantammo per accompagnarli verso una nuova vita una Lituania dolce e triste, che lì doveva essere accompagnato sino alle porte dorate, o almeno era quello che mi disse Terech, mentre abbracciati cantavamo.

Riposa, anima vagante, riposa ora che il vento soffia forte,

Oh anima buona e pura, riposa verso verdi campi,

Dolce fiume, guida quest'anima nella casa bianca,

Guida quest'anima sino al cancello d'orato

Riposa, anima vagante, riposa ora che il vento soffia forte,

Chiudi gli occhi e dormi, la signora azzurra ti accompagnerà nell'aldilà

Dormi o mio perduto amore, che ci hanno riabbracciare...

Dormi, ora che la pace ti ha baciato,

Dormi le fatiche non ti appartengono più,

Vai o errante anima su prati verdi e rosee giornate a viver dopo la morte.

Riposa, anima vagante, riposa ora che il vento soffia forte.

Una forte malinconia mi stava attraversando, tante buone persone avevano perso la vita in quella brutale battaglia, ma almeno quel giorno erano stati vendicati tutti coloro che avevano trovato la morte in quei giorni bui. Quella era stata la nostra rivincita, dato dato una lezione importante a quel demone che aveva infettato il fiore, uniti non ci sarebbe sconfitti.

Quelle figure strane e avvolte da quella calda e meravigliosa luce, lentamente cominciarono ad andarsene, molto tornando nei loro rifuggi <<dove state andando, la guerra non è finita, abbiamo bisogno di voi> grida>i con quanto più fiato avevo in gola, perché più fiato avevo in gola, mi sentissero <<è inutile, loro sono i signori dei celi, torneranno solo se lo riterranno necessario>> la Laima, parlò con voce sicura e serena <<non è giusto, noi abbiamo bisogno di loro>> <<loro lo sanno, ma non possono restare, le regole che tengono in piedi questo mondo e il vostro sono ferree, e vanno ascoltate, anche quando ci sembrano ingiuste>> <<io, non capisco>> <<è sempre stato questo il tuo problema>> la Laima, mi parlò con voce dura piena di rabbia. Si io non capivo, perché delle regole sbagliate dovevano amministraredue mondi, perché loro dovevano andarsene, ci potevano aiutare, poteva moriremolta meno gente, ma invece preferivano tornarsene nel loro avamposto dovenessuno lì avrebbe disturbati. L'alba ci trovò ancora svegli e intenti a curare Maia, per un attimo io e Terech ci fermammo per ammirarla, era uno spettacolo meraviglioso, il rosso che si mischiava al rosa, all'azzurro e al giallo del sole, avrei voluto che tutta quella storia si concludesse il più velocemente possibile così da poter tornare alla normalità.

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