24 | Dominic Toretto

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CAPITOLO 24
Dominic Toretto

Mi sveglio di soprassalto.
Una porta di spalanca e sbatte contro la parete con tanta di quella forza che quasi non cado dal letto nel tentativo istintivo di afferrare la lampada, saltare in piedi e colpire chiunque mi si pari davanti.

«Oooh! Oh! Ronnie! Ronnie, ferma! Ferma!» una voce. Guardo con gli occhi sbarrati ancora sull'attenti, confusa dal sonno e gli occhi gonfi. Kim ha le mani alzate in aria.

«Sono io» mi fa. Sbatto le palpebre con fare disorientato. «Sono io, Kim.»

La fisso a lungo cercando di scacciare via la confusione. Sposto gli occhi sulla lampada che ho ancora nella mano destra pronta per sferrare un colpo. La abbasso lentamente e mi porto una mano sul viso, stropicciandomi un occhio col dorso della mano.

«Ma che...» mormoro fissando Kim stranita dal suo atteggiamento. «Scusa... mi hai spaventata a morte» mormoro e raggiungo il comodino, riponendo la lampada al suo posto.

«Ecco... mhm...» riprende parola Kim. Torno con gli occhi su di lei. Mi fa segno con il pollice fuori dalla stanza, nel corridoio. Sembra in difficoltà. «Puoi venire un attimo... è successa una piccola cosa e non sappiamo che fare.»

«Nath?» chiedo subito preoccupata. «Sta male? Che è successo?» domando e frettolosamente raggiungo la sedia vicino la scrivania e mi infilo la felpa raggiungendo il corridoio.

Faccio per fiondarmi nella stanza di mia nonna, ma Kim mi ferma.
«No, no, Ronnie... non è Nath... è Logan.»
Mi giro di scatto aggrottando la fronte.
«Logan?»
Lei annuisce. Do un'occhiata alle scale e le scendo in fretta e furia. Non appena al piano di sotto guardo il divano. Logan non c'è. Mi volto verso l'ingresso dove noto Nath sull'uscio che si mangiucchia nervosamente le unghie e non appena mi scorge spalanca gli occhi.

«Eccola!» esclama verso l'esterno e mi viene incontro, Kim mi raggiunge e io cerco di capire che diavolo stia succedendo.

«Dov'è Logan?» chiedo a Nath che mi blocca con le mani, afferrandomi per la braccia prima di poter raggiungere la balconata esterna. Le rifilo uno sguardo confuso.

«Aspetta, aspetta ehm...»
«Nath, che sta succedendo?»
Inizio sul serio a scaldarmi quindi mi scrollo le sue mani di dosso e le passo di fianco, ficco i piedi rapidamente negli anfibi non badando al fatto che non ho nemmeno i calzini ed esco. Il freddo mi punge il viso svegliandomi di colpo come una secchiata di acqua gelida. La prima cosa che vedo sono Duncan e Yuri giù in fondo alla piccola scalinata, sui gradini invece Logan che mi dà le spalle.
Quando i due mi vedono, mi fissano in silenzio.

«Logan?» lo richiamo però ma lui non si volta, quindi stranita mi avvicino col cuore che mi prende a pulsare più rapidamente. Scendo i primi due gradini e finalmente lo guardo in viso.
Spalanco gli occhi.

«Oh, mio dio...»
Mi chino di scatto verso di lui e gli afferro il viso tra le mani. Del sangue gli scivola dalla fronte. I suoi occhi, invece, sono nei miei, pare stordito. Yuri si avvicina e mi porge un pezzo di carta già macchiato di sangue.
«Che cazzo è successo?!» chiedo strappandoglielo dalla mano e asciugandogli il rivolo di sangue.

«E' scivolato sul ghiaccio e ha sbattuto contro il parte cementificata dietro casa, dove c'è la legna» risponde Yuri.
«Logan? Ehi...» gli mollo due schiaffetti sul viso. Sembra completamente fuori di sé. Faccio per afferrarlo e tirarlo su per portarlo in casa ma si lascia scappare un gemito di dolore che mi paralizza ogni muscolo. Aggrotto la fronte confusa e lo analizzo meglio. Lo sguardo mi cade su modo in cui sta irrigidito, sul suo braccio sinistro in particolar modo. Abbasso la mano sulla sua spalla e non appena gliela sfioro appena lui sussulta.

«Crediamo si sia slogato la spalla e... non sappiamo che fare» dice Kim avvicinandosi.
«Solo?» ironizzo riferendomi al sangue che ha sulla fronte e che gli asciugo di nuovo.
«Lì, nel mobiletto vicino la porta ho lasciato la piccola torcia, passamela» dico a Nath. Lei si affretta e la va a prendere. Quando me la porta, la afferro e alzo il viso di Logan, sparandogli la luce nell'occhio. Il marrone scuro finalmente si stacca dalla pupilla che si restringe.

Ispiro profondamente sollevata.
«Nessun trauma cranico, okay... okay» mormoro. Porgo la torcia a Nath che non appena la afferra apre bocca.
«Quindi non ha niente?»
Scuoto la testa.
«No, no, sembra solo stordito per il colpo... Logan?» lo richiamo a me. Lui sbatte le ciglia e mi guarda. Gli sorrido lievemente. «Ora ti rimetterò a posto la spalla, va bene?»
«Aspetta... sai farlo?» chiede Duncan stupito. Gli do un'occhiata fugace.
«Mamma era un pompiere, glielo visto fare due volte», sperando anche che io sappia farlo senza causare altri danni.
Torno da Logan.

«Conterò fino a tre, okay?» scuoto la testa cercando di non mettergli alcuna ansia. «Al mio tre sentirai un piccolo dolore, niente di che, te lo assicuro, mh?»
«Oh... mhm... okay» mi fa e il fatto che abbia capito il senso delle mie parole riesce in un qualche modo a tranquillizzarmi.
Afferro la sua spalla, il suo braccio e inizio a contare.
«Uno... due...» mi fermo per qualche istante. «Tre!»
Nessun cenno di movimento da parte mia.
Logan aggrotta la fronte stupito. «Hai... già fatto, wow... non ho sentit-»
Di scatto muovo le mani, un movimento secco.
Il rumore delle sue ossa rimettersi in sesto gli mozza la voce. Spalanca la bocca senza emettere alcun suono e si piega in avanti, mentre io subito gli afferro il braccio, glielo piego e lo metto vicino al suo torso.
Mi chino davanti a lui, guardandolo dal basso.
«Tutto bene?» chiedo preoccupata, sperando che non abbia peggiorato la situazione.
«Sei...» prende a parlare col fiato spezzato. Corruccio le sopracciglia istintivamente. mormora sofferente. «... una stronza.»
Rimango a fissarlo per alcuni attimi per poi scoppiare inevitabilmente in una piccola risata. Poggio una mano dietro il suo collo e attacco la fronte alla sua, mollandogli un bacio sulla guancia. Lo sento ridere lievemente.
«Ora ti porto all'ospedale e controlliamo che non tu non abbia altro fuori posto, d'accordo?» gli dico guardandolo negli occhi.
«Va bene.»

Lo afferro e con forza lo tiro in piedi, portandolo vicino al suv e mettendolo al posto del passeggero, poi torno subito in casa, infilo dei calzini, prendo il cappotto e raggiungo il veicolo.

«Noi che facciamo?» chiede Duncan alzando la voce per farsi sentire prima che io salga al posto del conducente. Mando uno sguardo a loro quattro che mi fissano ancora mezzi traumatizzati.

«Non spaccatevi anche voi il cranio da qualche parte!» ordino e mi ficco in macchia, tiro lo sportello, mi sporgo verso Logan e gli allaccio la cintura di sicurezza per poi allacciare la mia, mettere in fretta e furia la retromarcia tanto che i pneumatici slittano sulla neve, sparandola indietro a tutta potenza. Ruoto rapidamente lo sterzo, metto la prima di marcia, e giro la macchina verso il sentiero che porta alla statale e nel farlo il suv fa una sorta di drift che per poco non mi fa prendere in pieno la staccionata della zona allenamenti dei cavalli. Lo manco di poco, forse qualche centimetro.

Non appena ci mettiamo in strada dove fortunatamente è passato lo spartineve do un'occhiata a Logan.

«Stai bene? Ti fa male qualcosa?» chiedo, accelero, scalo rapidamente le marce della macchina fin quando non becco la quinta. Logan, dal suo canto, ha gli occhi spalancati oltre il parabrezza.

«Puoi... puoi andare più piano? Non mi sto dissanguando mica.»

«Mi spieghi che cazzo credevi di fare?!» lo attacco io, invece, tutto d'un tratto senza andare per niente più piano.

«Andare a prendere della legna?» ironizza con fare ovvio. Lo guardo inevitabilmente male.
«Non fare il simpatico con me» lo riprendo aspramente. «Quando nevica, il mattino dopo devi buttarci il sale perché si forma il ghiaccio, soprattutto dietro casa dove non batte il sole perché quell'angolo è rivolto al nord e lì c'è anche il tubo del rubinetto che perde acqua e la riversa su tutto il cemento!»

«E io che ne sapevo? Non me l'hai mica detto.»
«Non sai come funziona la neve? Davvero?»
«Vuoi calmarti?»
Mi volto di scatto e lo fulmino con gli occhi, proprio nello stesso istante una macchina viene dal senso opposto e io faccio appena in tempo a girare lo sterzo verso destra prima di colpirla in pieno.

«Cazzo...» biascica spaventato, con le spalle sprofondate nel sedile e la mano destra a reggersi per la portiera. «Puoi andare più piano e... magari guardare la strada?»

«Se hai un trauma cranico che io non ho notato perché non sono un cazzo di medico, ti si gonfia il cervello e muori, quindi no, non posso andare più piano e ora stai zitto» dico a denti stretti con gli occhi davanti a me, prendo la prima uscita verso città e un tizio mi passa affianco suonandomi il clacson perché non gli ho dato la precedenza. Abbasso il finestrino, e caccio il mio bellissimo dito medio e una imprecazione a tutto volume.

Quando torno con gli occhi su Logan per un istante lo becco guardarmi con disappunto.
«Che c'è?» lo aggredisco senza mezze misure a denti stretti.

«Tu sei pazza.»

Lo guardo di striscio.
«Ti sto salvando la vita.»

«Di questo passo credo che ucciderai entrambi se non rallenti un po'. Puoi rallentare un po'?»

«No.»

***

Dopo un consulto medico durato quaranta minuti, un tac e un controllo col traumatologo dove io, vicino a Logan seduto sul lettino, spiegavo al medico come gli ho rimesso in sesto la spalla beccandomi un complimento, alla fine arriviamo a casa. Logan con due punti sulla ferita alla fronte e il braccio tenuto piegato da una fascia nera, mentre io stanca e con lo stomaco che mi brontola.

Quando rientriamo sono le quattro di pomeriggio. I ragazzi sono davanti alla tv a guardarsi un film insieme e non appena ci vedono ci puntano gli occhi addosso.
«Tutto okay?» chiede Kim fissando Logan.

Annuisco. «La sua testa è intera e il cervello gli funziona.»

Do un'occhiata al ragazzo vicino a me che mi sbatte teatralmente le palpebre con una smorfia in viso.
«Senti ma perché sei così cattiva con me?» si lamenta tutto d'un tratto. Lo guardo male.

«Davvero me lo stai chiedendo?» domando basita dalla sua stupidità. «Come fai a non sapere che durante la notte si forma il ghiaccio? Lo hai visto il che il sole sorge di là?» indico la porta d'ingresso con una mano. «Tu non guardi mai per dove metti i piedi! E se avessi sbattuto la testa da una angolazione leggermente diversa?»

«Ma non è successo!»

«Tu non dai mai importanza alle cose! Vedi una cosa e vai lì! Devi guardarti in giro, maledizione Logan!» sbraito davanti il suo viso.

«Ma io cosa ne so di dove sorge il sole?!»

«Ma se studi astronomia! E non fai altro che vantarti delle tue grandissime nebulose a farfalla o di come per trovare il nord non bisogna seguire la stella più luminosa del cielo perché è Sirio e non è la stella polare!» scimmiotto incazzata.

«Non lo sapevo dove fosse il nord o l'est o qualunque altra direzione perché mi sono svegliato a mezzogiorno e il sole non si vede siccome qui nevica e c'è anche la nebbia! Da quando c'è la nebbia quando nevica?!»

«Mai sentito parlare del cielo plumbeo?» sollevo le sopracciglia con fare ovvio avvicinandomi al suo viso.

«Dovevi dirmelo che dietro casa c'è il rubinetto che sgocciola e quando fa freddo l'acqua si ghiaccia!» esclama lui venendo più vicino a me, infastidito.

«Sul serio ti devo dire che l'acqua con le basse temperature diventa ghiaccio?!»

«Mi stai facendo venire il mal di testa» commenta. Sorrido probabilmente come una sorta di demone infernale sul punto di staccargli via la testa.

«Questo perché hai sbattuto la testa sul ghiaccio che tu non hai minimamente pensato ci potesse essere quando tutto qui intorno è ricoperto di neve!»

«Avrò visto la neve massimo tre volte nella mia vita! Io vivo in California da sempre! Non le so queste cose!»

«Non sai dell'esistenza del ghiaccio? Ma sei imbecille o cosa? Il colpo alla testa ti ha fatto diventare cretino?!»

«Ragazzi...» sento la voce di Kim ma non le presto la minima attenzione perché adesso sono troppo occupata a spiegare a Logan Price che l'acqua diventa ghiaccio quando fa freddo.

«Sei un incosciente! Ecco la verità!»

«Oh! Adesso non sono più imbecille?» replica lui facendo ancora un passo verso di me. Ne faccio uno anche io.

«Tu non presti mai attenzione a niente! Tu vedi una cosa, ti avvicini ma non ti guardi in giro! Quindi sei sia un incosciente che un imbecill-»

«Ragazzi...» sento Kim di nuovo.

«Sì, certo! Va bene! Sono un imbecille! Avanti, continua pure, dimmi tutte le altre offese che ti passano per la testa così puoi sentirti orgogliosa di te stessa!» mi sputa lui davanti.

Riduco gli occhi in due fessure inviperite.
«Orgogliosa?! Stavo dormendo in santa pace quando mi svegliano perché tu vai in giro a spaccarti la testa! Perché cazzo dovrei essere felice di questo?!»

«Oh... scusa tanto se ti ho rovinato il sonno!»

«Ragazzi!» Kim per l'ennesima volta si intromette, perciò giro incazzata la testa verso di lei con il viso che mi va in fiamme per la rabbia.

«Che c'è?!» urlo all'unisono con Logan.
Con gli occhi fissi in quelli di Kim che ci guarda perplessa, li sposto via poggiandoli su tutti gli altri che, in silenzio, guardano me e Logan senza il coraggio di accennare la minima parola.
Ancora con il nervoso a fior di pelle mi giro da Logan che fa lo stesso e lo fisso ispirando profondamente per darmi una calmata.

«Tu mi fai uscire fuori di testa!» gli dico riprendendo da dove avevo lasciato. Lui alza le sopracciglia e mi sfoggia un sorriso che mi incazza ancora di più.

«Io?» si indica con la mano destra. «Perché tu cosa fai?»

Gli rifilo un'occhiata assassina.
«E che vorresti dire con questo?» scuoto la testa portandomi la braccia conserte e facendo un altro passo verso di lui, lo fisso a mento alto in silenzio aspettando una sua risposta. I nostri visi l'uno vicino all'altro tanto che a breve i nostri nasi si sfiorano.

«Dico che sei una pazza scatenata che guida come se avesse settemila vite» dice mentre io lo sbrano con gli occhi, il mio battito che va a mille e la mia mascella serrata,
«Stavi per ammazzare entrambi perché ti credi una sorta di Dominic Toretto

«Oh... mi dispiace tanto se volevo raggiungere l'ospedale quanto più rapidamente perché non sapevo con sicurezza cosa avessi e mi preoccupavo per te!.»

«RAGAZZI!» urla Kim questa volta così forte che mi fermo, mando giù a forza la rabbia e resto con gli occhi incollati in quelli di Logan che mi divorano così come io sto divorando lui.

Kim si intromette tra noi. «Ora basta!»
Ordina e ci allontana l'uno dall'altra. Sposto lo sguardo altrove.
«Smettetela subito!»
Logan si allontana e va verso la poltrona dove prende posto sul bracciolo. Mi giro verso di lui.

«E io guido benissimo» commento nonostante tutto in sua direzione. Lui, in tutta risposta, mi guarda esausto e scuote la testa spostando gli occhi da un'altra parte.

«Avete litigato così per tutto il viaggio in macchina?» chiede Duncan con un sorrisetto in faccia, piuttosto divertito dalla scenata.

«Non mi ha rivolto minimamente parola» risponde Logan indicandomi.

«E cosa avrei dovuto dirti? Il dottore ha chiaramente specificato che dovevi riposare quindi ti ho lasciato riposare!»

«Quindi hai aspettato che gli antidolorifici facessero effetto così da potermi fare il quarto grado sul mio livello di incoscienza?» replica lui scocciato.

Alzo le mani in aria, esausta da tutto questo battibecco inutile.
«Io me ne torno nella mia stanza» avviso e raggiungo le scale. Prima di salirle mi giro un'ultima volta verso di lui.
«Vedi di non spaccarti di nuovo la testa perché all'ospedale non ti ci porto più» asserisco a denti stretti e prendo a salire i gradini.

«Non ho bisogno di te!» lo sento urlare di rimando alle mie spalle, perciò a metà scala torno indietro.

«Fottiti!» gli alzo un dito medio davanti a tutti e ritorno nella mia stanza sbattendo la porta con forza.

Che stronzo!

I successivi quindici minuti li passo da sola nella mia stanza da letto aspettando che la rabbia passi per non dare un altro inutile spettacolo e magari insultare Logan quando in realtà non è stata minimamente mia intenzione. Ero solo arrabbiata perché lui non presta mai attenzione a quello che lo circonda e poteva sul serio cadere anche solo di un centimetro più a destra o sinistra e rimanerci secco.

Alla fine esco fuori dal mio breve momento di esilio volontario e scende le scale beccando tutti a guardarmi quando faccio la mia apparsa come se niente fosse accaduto. Kim sta guardando la tv, Nath si sta facendo le trecce ai capelli con fare ossessivo mentre Yuri è in cucina a preparare qualcosa.

Sposto gli occhi su ciascuno e non vedo da nessuna parte Logan. Probabilmente sarà fuori, perciò raggiungo l'ingresso, apro la porta e la suv non c'è.

Inutile dire che resto in piedi a guardare il niente più assoluto con la mano ancora sulla maniglia.

Se n'è andato.

***
Angolo autrice
Ronnie, sei una matta. E comunque: bella lite, molto sessualmente intenda uh uh

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