26 | Noi

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CAPITOLO 26
Noi

Il viaggio per San Francisco lo passiamo giocando a Monopoly sul jet di Kim. Ogni tanto una turbolenza fa scaraventare qualcuno lontano oppure fa cadere ogni singolo segnalino sulle plance del gioco che puntualmente rimettiamo a posto alla fine litigando tra di noi perché Kim ci accusa di star barando e che le proprietà che abbiano non sono effettivamente quelle. Quindi ora accanto a sé ha un pezzo di carta su cui si annota tutto mandandoci di tanto in tanto occhiate indagatrici pronta per lanciare la sua ennesima insinuazione.

Nath ha più energie del solito, tanto che ha messo anche della musica a tutto volume, Duncan ride alla vista di lei che afferra Yuri facendo insieme un balletto che contagia tutti con le risate. Logan appare con una bottiglia di qualche vino pregiato rubato da chissà dove dal jet, se la ficca tra le cosce mentre prova a stapparla con una sola mano, una turbolenza gli fa perdere d'un tratto l'equilibrio e cade di lato, contro una poltrona dei sedili ultra pregiati in pelle color crema.

Duncan gli si avvicina mollando per qualche istante il gioco, lo aiuta a rialzarsi ridendo come un matto, poi prende la bottiglia e la stappa.

Midnight City degli M83 prende a suonare nel jet. Nath corre subito a raccattare qualche calice che mette sotto la bottiglia del vino che Duncan ha ancora tra le mani e che versa nei bicchieri che la mora porge a tutti con un sorrisetto sornione felice che possa bere alcol senza essere bacchettata da Kim.

Dovrebbe essere la notte di Natale.

E nonostante non siamo davanti a un tavolo di pranzo a consumare con un pasto tipicamente natalizio, ma in un jet privato diretto a San Francisco, lo ritengo il miglior Natale che abbia mai passato dopo la morte della mamma.

«Buon Natale ragazzi!» urla Nath elettrizzata sollevando il suo calice in aria. La imitiamo facendo cin-cin tutti all'unisono mentre sorrido felice e finalmente spensierata.

«Buon Natale, amore» dice Duncan a Yuri baciandolo. Nath va verso Kim e le schiocca un bacio sulla guancia davanti a cui lei ridacchia divertita.

I miei occhi finiscono contro quelli di Logan. E' istintivo come movimento. Gli sorrido e lui ricambia, avvicinandosi a me.

«Buon Natale» mi dice depositando un bacio sulla mia tempia, tra i capelli.

«Buon Natale anche a te» ricambio, mi avvicino e gli lascio imbarazzata un piccolo bacio sulla guancia.

Quando eravamo nel bagno di casa è successo qualcosa, ne sono ben consapevole, eppure nessuno ha il coraggio di parlarne a proposito. Logan non mi ha ancora fatto alcuna battutina per punzecchiarmi e per questo gli sono grata, magari ha dimenticato o forse quello che è successo dentro di me, era solo e soltanto nella mia testa. Probabilmente mi sto facendo solo un'altra sfilza di inutili paranoie.

La mi attenzione viene rubata da Nath che afferra il vino rimanente.

«Lo vado a portare a Ethan!» urla girando le spalle e parlando del nostro pilota. Rido sommessamente.

«Nath non farlo ubriacare! Non siamo ancora atterrati!» urla Kim. Nath alza una mano in aria e la sventola con noncuranza scomparendo dalla nostra vista e andando alla cabina di pilotaggio. E' pazza.

Hips Don't Lie di Shakira iniziano a dispendersi nell'aria. Le turbolenze sembrano essere completamente terminate, probabilmente abbiamo finito di sorvolare il mal tempo e le correnti forti del Texas. Logan appoggia il suo calice su uno dei tavoli, afferra una mia mano e quando mi rendo conto di quello che vuole fare rido coprendomi il viso con una mano.

«Nooo!» mi lamento.

«Su, non fare storie» replica sorridente e mi porta le mani dietro il suo collo. Mi mordo un labbro esasperata, lui poggia una mano sul mio fianco e mi attira di più a se.

«Non è sicuro, dovremmo stare seduti» gli dico mentre lui ficca il viso nell'incavo del mio collo facendomi rabbrividire copiosamente. Vedo Duncan che invita a ballare Yuri e ovviamente adesso non posso più fermare tutto questo delirio.

Le mie gambe tra quelle di Logan che mi conduce a passo di una danza tanto sensuale che mi fa morire dentro per l'imbarazzo. Le guance sono in fiamme, forse per questo e forse anche per il calice strapieno di vino che ho mandato giù.

Alla fine mi abbandono al ballo, ridendo per sopprimere il caldo che inizio a sentire.

Logan si stacca, con una mano mi fa fare una sorta di piroetta ridendo e poi mi tira di nuovo a sé contro il suo petto, canticchiando i versi al mio orecchio, tanto che il suo fiato mi sbatte sopra facendomi rabbrividire ancora, tanto da sentire scosse lungo ogni terminale nervoso.

Tra i passi di ballo il mio sguardo finisce su Kim, che seduta con il bicchiere di vino consumato solo un po', fissa me e Logan. D'improvviso spezza il contatto visivo e rivolge gli occhi su Nath che appare come una furia, le va incontro e la afferra per le mani tirandola in piedi contro la sua volontà e trascinandola a ballare.

***

A Sacramento è tutt'altra storia. Se pensavo che i miei amici fossero matti da legati, i parenti di Logan non sono di certo da meno. In casa c'è un chiasso devastante. Parole in inglese, spagnolo e italiano che si mischiano tra di loro, urla, alcuni che fanno brindisi a caso, il profumo di cibo che viene messo in tavola da Sofia, Liz, Rosalinda che tutti chiamano Rose, che ho conosciuto assieme a suo marito, Den, e loro figlio di tre anni Marcus. L'altra sorella di Logan, Teresa, la più grande, è a prendere il vino dalla cantina. Una canzone latina arriva dalle casse nelle pareti del soggiorno.

Io, invece, ora sono davanti alla tv dopo che questa ha smesso di funzionare e alcuni mariti di gente che non ho ancora memorizzato, hanno iniziato a lamentarsi. Mentre controllo dietro lo schermo piatto per capire se si è staccato qualche filo, mi giro per puro caso verso destra e noto Logan afferrare in un braccio Marcus e sorridergli mentre gli dice qualcosa che fa ridere il bambino. Strofina i loro nasi e Marcus in automatico ridacchia divertito. Con un lieve sorriso rimango con gli occhi piazzati su loro due, del tutto imbambola.

Qualcuno bussa alla porta della casa già abbastanza piena di persone tanto che a fatica si riesce a passare da un angolo all'altro. Stacco gli occhi da Logan e Marcus.

Teresa appare con una bottiglia di altro vino, nota che abbiamo degli ospiti e a fatica si infila tra i suoi parenti raggiungendo l'ingresso. Apre la porta e da qui vedo niente meno che Duncan e Yuri, quest'ultimo con una bottiglia di vino tra le mani che non appena Teresa nota scoppia a ridere alzando la sua. Li saluta entrambi, con tanto di baci sulle guance, scambiano qualche chiacchera frettolosa e fa segno con la mano di entrare mentre afferra anche l'altra bottiglia che porta con quella che già ha nella sala da pranzo.

Duncan saluta un po' di persone con un fare talmente cordiale che mi spezza. L'idea che avevo di lui quando l'avevo visto la prima volta mi aveva lasciato trascinare dalle apparenze, e invece lui è probabilmente una delle persone più gentili che abbia mai incontrato nella mia vita. Forse troppo diretto, questo è vero, ma credo che a Yuri faccia bene un ragazzo così notando il suo livello di introversione pazzesco.

Yuri si presenta anche lui e un uomo, il compagno di una zia di Logan lo solleva in un abbraccio facendomi ridere. Quando i due mi scorgono mi vengono incontro.

«Ciao» li saluto con un sorriso. Duncan e Yuri ricambiano e poi il biondo mi dà un'occhiata.

«Che succede? Non funziona?»

Scuoto la testa tornando con gli occhi dietro la tv.
«Si è spenta d'improvviso. Non riesco a capire cos'abbia. Tutti i fili sono attaccati» rispondo stranita.

Logan, invece, appare con Marcus che poggia terra e il quale corre via verso sua madre che appare nel soggiorno.

«Tutti a tavola!» urla Rose per farsi sentire. Nel frattempo appare anche Sofia che non appena vede Yuri rimane immobile sull'uscio che divide il soggiorno dalla cucina che fa anche da stanza da pranzo. Uno straccio in mano con cui si sta pulendo. Yuri incontra il suo sguardo e non so esattamente cosa sta succedendo, ma il mio cuore fa un sussulto non appena la mamma di Logan guarda meglio Yuri e sulle sue labbra spunta un piccolo sorriso tanto amorevole che mi spiazza.

Viene verso di noi e la prima cosa che fa è poggiare le mani sul viso di Yuri, lo scruta per bene, ogni singolo centimetro e lo abbraccia tanto forte che Yuri rimane di sasso, preso completamente di sprovvista.

«Sei la copia di Chris da giovane» gli dice osservandolo ancora non appena gli si stacca. Sembra stupita, scossa fino all'animo. Sofia sorride con gli occhi che le brillano.

«E' come... guardarlo quando ci siamo incontrati per la prima volta» aggiunge e dà un'occhiata a Logan vicino a noi. Un'occhiata che solo una madre potrebbe rivolgere a un figlio. Dopodiché si gira verso di me.

«Grazie per avermelo portato qui» mi dice e una lacrima le scende sulla guancia che scaccia subito via.

Guarda Logan di sfuggita. «E aver fatto ragionare Cisco» ride lievemente. Molla un bacio sulla guancia a Yuri e se lo stringe tra le braccia ancora.

La cosa che più mi lascia senza fiato è proprio Sofia, il suo comportamento. Lei non condivide niente con Yuri, nessun legame di sangue eppure è come vedere una madre con un figlio.

Mi volto verso Duncan che mi alza dolcemente gli angoli della bocca e glielo leggo dagli occhi il modo in cui mi sta ringraziando ancora.

«Il prossimo Natale voglio vedere anche tua madre, mi raccomando non dimenticare di ricordarle l'invito» dice Sofia a Yuri.

Aggrotto la fronte. Sofia nota la mia confusione.

«Alina e io ci conosciamo già» rivela. Quindi è così che si chiama la madre di Yuri. «Solo che mio figlio qui presente – dà un'occhiata a Logan – era contrario ad ogni tipo di approccio. Avevo visto una tua foto...» si rivolge infine verso Yuri. «Quella del diploma... ma vederti dal vivo è tutt'altra cosa. Sei tutto Chris» sorride con malinconia e si asciuga un'altra lacrima, tirando su col naso.

Sofia inizia a parlare con Yuri, interessata ad ogni aspetto della sua vita, il posto in cui è cresciuto, i suoi parenti, i suoi studi e ciò che vorrebbe diventare da grande, Duncan, invece, rimane accanto al suo ragazzo beccandosi una miriade di domande anche lui sulla sua vita. Io, intanto, mi allontano di poco insieme a Logan per lasciare loro degli spazi e nel mentre passo accanto alla presa elettrica dove c'è una prolunga a cui è attaccata la tv, la playstation e un caricabatterie da cellulare. Aggrotto la fronte mi avvicino, quindi mi chino e spingo la spina della tv con due dita che mi sembrava ad occhio troppo sollevata.

Improvvisamente il volume della tv parte a tutto volume da un canale spagnolo che sta presentando uno special natalizio di una telenovela spagnola.

Il soggiorno cade nel caos. I presenti alzano le mani all'aria cacciando grida di felicità, un tizio mi si avvicina, mi afferra tra le braccia sollevandomi in aria e spiaccicandomi un bacio sonoro sulla guancia per poi tornare dagli altri.

«¡La niña arregló la televisión!» urla euforico.

Intontita mi porto una mano sulla guancia e mi guardo in giro, trovo Logan che ride sotto i baffi, contagiandomi.

***

Alla fine prendiamo posto al tavolo che hanno raddoppiato di lunghezza con delle plance integranti a mo' di cassetto dello stesso mobile. Sono le undici di sera e noi stiamo cenando.

E' tutto così strano da essere buffo.

Logan seduto accanto a me cerca di tagliare inutilmente un pezzo di carne con la forchetta. Il suo altro braccio ancora piegato dalla fascia. Perciò senza chiedere niente, gli afferro la forchetta, prendo il coltello e gliela taglio a pezzetti beccandomi l'ombra di un piccolo sorriso da parte sua.

«Ti verso anche dell'acqua?» gli chiedo avvicinandomi al suo orecchio per farmi sentire perché la cucina è piena di voci che si sovrappongono le une sulle altre, in soggiorno a tutto volume la musica non aiuta per niente.
Mi allontano di poco per capire se la voglia o meno e lo vedo annuire. Afferro quindi la bottiglia in vetro e gli riempio il bicchiere mettendoglielo accanto al piatto.

«In una circostanza diversa ti avrei versato io dell'acqua» lo sento replicare. Gli rifilo un sorrisetto.

«Oh... perché Logan Price è un gentiluomo senza eguali?»

La mia battuta lo fa ridere tanto che mi molla una spallata giocosa che mi fa ridacchiare.
«No, perché sei mia ospite.»

«Ma come sei ferreo con le buone maniere» lo prendo in giro non potendo fare altrimenti. Lui ficca un pezzo di carne in bocca e mastica per poi avvicinarsi al mio orecchio tanto che rabbrividisco tutto d'un tratto quando le sue labbra me lo sfiorano per solo qualche millesimo di secondo.

«Le donne della mia vita mi hanno insegnato solo il meglio» cita teatralmente tanto che rido mentre metto in bocca un pezzo di carne e mando giù rapidamente.

Avvicino il mio viso al suo. «E sarebbe?»
Lui mi ruba dal piatto un pomodorino e se lo mangia.
«Essere buono con le persone buone» dice e si allontana fissandomi.

«Dopo che ti ho insultato nel peggior dei modi perché sei venuto nel Texas, davvero sarei una persona buona?» chiedo cercando di alleviare la tensione che improvvisamente sento tra di noi.

Logan sembra esitare.
«Probabilmente lo farai ancora.»
Lo guardo confusa.

«Litigheremo forse tra due giorni, una settimana o mesi, ma dopo ogni litigata ci perdoneremo. E' così che funziona, no?»

«L'amicizia?» chiedo.

Lui scuote la testa.
«Noi» dice.

Noi.
Mi piace il suono di questa parola.

«Anche se ti do dell'imbecille?» sollevo le sopracciglia. Lui ride di gusto e abbassa gli occhi sul suo piatto.

«Finché a farlo sei tu, mi sta bene.»

«Tu sei folle» concludo sorridendo con dissenso.

«E tu sei una folle a passare la seconda notte di Natale a casa mia.»

«I tuoi parenti non sono così male infondo...» infilo la forchetta in bocca.

«Questo perché non hai ancora visto Rosita provare a toccarmi di nascosto» ribatte con una smorfia divertita. Scoppio a ridere tanto che devo mordermi un labbro per contenermi. Lo guardo di sottecchi con un sorriso in faccia.

«Se prova a toccarti, la afferro e la scaravento dalla finestra» dico in tutta tranquillità.

«Gelosa, eh?» mi punzecchia guadagnandosi uno sguardo storto da parte mia. Mi giro verso la tavola, facendo scivolare gli occhi sulle tredicimila persone che ci sono, tutte sedute abbastanza strette per stare al tavolo.

«Ma mi dici chi è questa Rosita? Liz non me l'ha presentata» dico d'un tratto sul serio incuriosita. Quindi mi volto verso di lui che mi molla un sorrisetto equivoco.

«Vuoi minacciarla?»

Sbatto teatralmente le palpebre.
«Dai... smettila, non sono mica una pazza.»

«Invece, lo sei» replica.

Lo guardo di nuovo male.
«Voglio solo sapere chi è...» mi fermo e punto gli occhi su alcune ragazze della nostra età. «E' quella con il maglioncino bianco?» chiedo indicando con lo sguardo una ragazza mora, i capelli corti e viola prugna sulle labbra che sta sorseggiando del vino e appena si volta verso di noi pianta i suoi occhi azzurri nei miei. Dà un'occhiata a Logan e poi mi guarda di nuovo. Logan ride a bassa voce.

«E' lei.»
Giungo alla mia conclusione dato il suo atteggiamento da idiota. Rosita mi sta ancora facendo i raggi x, quindi alzo gli angoli della bocca rivolgendole un sorriso cordiale. Lei in tutta risposta mi fa una smorfia e gira la testa dall'altra parte.

«Mai pensato di fare la poliziotta?» chiede lui al mio fianco.

«E perché dovrei?»

«Perché hai dedotto qualcosa senza che ti dicessi niente.»

«No, invece. E' più che palese. Quella tipa non fa altro che lanciarti occhiate da quando sono arrivata qui.»

«Evidentemente sono molto bello» commenta lui divertito. Mi giro in sua direzione linciandolo con lo sguardo.

«Oh, ma piantala...» mormoro con una smorfia e ripongo con gli occhi su quella ragazza osservandola la lontano mentre mi porto il bicchiere di vino alla bocca e lo ripongo sul tavolo. Scorgo Logan provare ad afferrarlo e in automatico gli schiaffeggio la mano.

«No» dico semplicemente. Lui alza un sopracciglio.

«Dopo cena devi prendere gli antidolorifici.»

«Ma se ho bevuto sul jet di Kim» mormora contrariato.

«Solo perché era mezzanotte e quindi Natale» gli spiego e lui, nonostante tutto prova a prendere il calice, quindi io lo anticipo e lo afferro, alzandolo in aria lontano. Logan mi guarda male.

«No» ripeto e gli indico con un cenno di testa il piatto. «Mangia e poi prendi gli antidolorifici altrimenti non riesci a dormire.»

«Dammi il vino» ordina però, ma io continuo a tenere il bicchiere lontano.
«Ronnie, dammi il bicchiere, un po' di vino mica mi fa qualcosa» si sporge su di me per afferrarlo ma lo tiro ancora più lontano.

«No. Te lo scordi» ripeto contrariata. Lui sospira, torna al suo posto e come se niente fosse prende il bicchiere di acqua, la rovescia in quello di un suo parente e afferra la bottiglia di vino in malo modo rischiando di rovesciare sul tavolo. Lo fermo di scatto, strappandogliela via e mettendola lontano.

In silenzio lo fisso male.
Lui fa lo stesso.
«Mangia» asserisco.
Alla fine Logan lascia perdere e io torno con gli occhi su Rosita e nel farlo questi si poggiano su Sofia che scopro guardarci da lontano con un'espressione divertita stampata in viso. Gli indico il figlio.

«Deve prendere gli antidolorifici!» alzo leggermente la voce per farmi sentire, lei come di conseguenza ride contagiandomi. Nemmeno il tempo di finire che con la coda dell'occhio becco Logan con un bicchiere di vino spuntato dal nulla che sicuramente avrà fregato a qualcuno. Glielo strappo via dalla mano ancor prima che possa portarlo alla bocca.

«Ma la vuoi smettere o vuoi una sberla?» chiedo esasperata mettendo il bicchiere lontano da lui che mi guarda scocciato.

«Posso cambiare posto?» fa d'un tratto al signore che gli sta affianco. Resto basita. Poggio una mano sulla sua spalla sana e lo tiro a forza indietro sulla sua sedia quando fa per alzarsi.

«Non farmi incazzare» dico ora incavolata. Lui sospira pesantemente e smette di combinare le sue marachelle da bambino. Scuoto la testa in forte dissenso e torno con lo sguardo davanti a me notando che alla tavola le persone mi stanno guardando. Sì, anche io mi guarderei.
Pianto un gomito sulla superficie in legno e mi sorreggo il viso con una mano, poi mi volto verso il mio migliore amico.

«Mangia» dico facendogli cenno con gli occhi e lo guardo.

«Tu non mangi?»

«No.»

«Mi controlli?» alza le sopracciglia riprendendo in mano la forchetta.

«Sì, perché non mi fido di te» rispondo con fare ovvio.

«Ma se lo assaggio solo?» chiede riferendosi al vino.

Ispiro e alla fine scuoto la testa esausta, magari così la pianta.
Prendo il mio calice e glielo porgo.
Lui mi guarda, io guardo lui e prima di poterlo fermare, si gira di lato e lo manda tutto giù lasciandomi basita. Quando termina appoggia il bicchiere vuoto sul tavolo come se niente fosse, prende il tovagliolo, si pulisce l'angolo della bocca e mi dà un'occhiata soddisfatta.

Lo guardo di traverso.
«Sei un idiota, lo sai, vero?» gli faccio ben notare e gli indico la t-shirt grigia che indossa. «E ti sei anche macchiato» aggiungo sbuffando. Afferro il mio tovagliolo pulito e glielo passo su quello che ormai non si può più risolvere in alcun modo. Il vino è entrato nel cotone perciò addio.

«Non potrai più prendere gli antidolorifici. Sei felice ora?» chiedo dopo aver poggiato il tovagliolo sul tavolo, quindi ripongo gli occhi nei suoi. Lui in tutta risposta mi lancia un sorrisetto furbo.

«Ho l'antiinfiammatorio in crema, dopo ti chiamo e me lo spalmi. Che dici?» ammicca.

Incredibile ma vero, scuoto la testa e gli rivolgo un sorriso esasperato.

***
Angolo autrice
Sto malissimo ahaha XD quando bisticciano come due bambini non ce la faccio. Troppo troppo kawaii AAAAA
E finalmente Ronnie si trova in famiglia, non nella sua ma in quella di Logan ed è felice. Questa roba mi fa piangere male perché se lo merita dopo tutto quello che ha vissuto. ♥

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