Capitolo XXV - Rivelazioni

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Dax

Sento il battito del mio cuore accelerare mentre mi avvicino ad Alma. Con un gesto rapido e deciso, la sollevo delicatamente tra le braccia, sentendo il suo peso minimo e la sua calda presenza vicino a me. Senza indugi, scivolo attraverso l'aria con la velocità che solo un vampiro possiede, il paesaggio intorno a noi sfuma in un turbinio di colori e forme indistinte.

In pochi istanti, atterriamo in un giardino incantato, ricoperto da una miriade di alberi di ciliegio in piena fioritura. I loro rami, carichi di delicate fioriture rosa, ondeggiano lievemente nel vento, creando un'atmosfera serena e magica. La luce del sole filtra attraverso i rami, proiettando morbidi giochi di luce sul prato sottostante.

Adagio Alma a terra con la stessa delicatezza con cui l'ho presa in braccio, e la guardo negli occhi, cercando di trasmetterle la serietà della situazione. «Ora, ascolta attentamente.» Dico, mentre la freschezza del giardino sembra avvolgerci in una calma rassicurante. «C'è qualcosa di importante che devi sapere.»

La sua tensione è quasi tangibile, e la posso sentire nella contrazione dei suoi muscoli e nel tremore leggero che vibra attraverso il suo corpo. La sua respirazione è irregolare, i respiri corti e affannosi, come se cercasse di calmarsi ma non riuscisse a farlo.

Osservo i suoi occhi, che riflettono una miscela di preoccupazione e determinazione, mentre cerca di mantenere la calma. Le sue mani, che erano state saldamente avvolte intorno a me, ora si stringono nervosamente, le dita digrignano leggermente.

L'ansia di Alma è evidente in ogni suo movimento, ogni piccolo gesto tradisce una mente in tumulto, lottando con i pensieri e le paure. In questo tranquillo angolo di mondo, la sua agitazione è fortemente in contrasto con la pace che il giardino sembra emanare.

Mi fermo davanti a lei e la guardo con serietà. «Alma, devi comprendere quanto sia rischioso salvare Roan in questa situazione. In corridoio, Roan ha cercato di uccidermi. Sono riuscito a difendermi, ma la situazione è degenerata. Ho picchiato Roan e l'ho lasciato disteso sul pavimento.»

Mi fermo un attimo per osservarla, cercando di misurare la sua reazione. «Fortunatamente, una persona di mia completa fiducia è intervenuta. Questa persona l'ha portato in infermeria. Mi ha confermato che stava bene quando è andato via.»

Parlo con tono grave, consapevole della delicatezza della situazione. «Tutto questo sembra essere un piano orchestrato per scatenare una guerra. La cura rapida e l'apparente emergenza potrebbero essere state create apposta per provocare conflitti tra le nostre fazioni. Se tu intervenissi per guarirlo, potresti innescare una crisi che nessuno di noi può permettersi. È una trappola, e se cadiamo, tutti noi ne pagheremo le conseguenze.»

Osservo Alma mentre ascolta le mie parole, e vedo chiaramente il dubbio nei suoi occhi. La sua espressione si fa scettica, come se stesse lottando per accettare la gravità di quanto le sto dicendo.

«Non ci credo,» dice infine, con un tono che tradisce la sua incredulità. «Sei sempre tu a cercare problemi, Dax. Ogni volta che c'è qualcosa che non va, sembra che tu sia al centro di tutto.»

«Lo capisco ed è vero, ma questa volta è diverso. Non ho cercato io i problemi e ora sto provando a evitare che una situazione già critica diventi catastrofica. Se agisci senza considerare le conseguenze, rischiamo di trovarci nel bel mezzo di una guerra che potrebbe distruggere tutto ciò che abbiamo cercato di proteggere.» Tentando di farle vedere la realtà della situazione.

Vedo Alma che inizia a piangere, le lacrime scendono copiose e il suo volto si contorce in una crisi di nervi. Mi osserva con disperazione e mi accorgo che sta attraversando un momento estremamente difficile. Il dolore e l'angoscia sono evidenti in ogni suo gesto.

«È tutta colpa tua!» Grida tra i singhiozzi, la voce tremante. «Hai rovinato tutto! Il coma di Roan, la malattia di mia zia, la mia lite con Margot... tutto è cambiato da quando sei tornato in città. La mia vita è completamente distrutta, e tu sei sempre al centro di tutto ciò che va male!»

Le sue parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Sento il peso delle sue accuse, la rabbia e la frustrazione che sta riversando su di me. Ogni singola parola sembra affondare un coltello più profondo nella mia coscienza. Cerco di mantenere la calma, ma dentro di me si agita una tempesta di emozioni.

Vedo Alma che, in preda alla disperazione, comincia a colpirmi con i pugni sul petto. Ogni colpo è un'esplosione di rabbia e dolore, e sento le sue mani strette e disperate contro il mio corpo. Le sue lacrime e il suo singhiozzare fanno da sottofondo al suo attacco emotivo.

«Perché lo fai? Perché sei tornato?» Urla tra i singhiozzi, la voce rotta dalla disperazione. «Hai rovinato tutto! Tutto è colpa tua!»

Ogni colpo, per quanto fisicamente lieve, è carico di un'intensità che mi fa male. Le sue accuse sono taglienti, e mi rendono acutamente consapevole di quanto stia soffrendo. Sento una fitta di dolore e impotenza mentre le sue mani continuano a battere sul mio petto, e le sue parole mi colpiscono con una durezza che va al di là del fisico.

Alma continua a colpirmi, e anche se, come vampiro, dovrei essere insensibile al dolore fisico, sento qualcosa di diverso questa volta. La sua rabbia e disperazione sembrano attivare la magia che fluisce dentro di lei, e improvvisamente mi ritrovo sopraffatto da fitte acutissime, come se le sue emozioni stessero penetrando attraverso la mia inespugnabile resistenza.

Ogni pugno è una scossa elettrica di sofferenza che mi attraversa il corpo. La mia mente è bombardata da onde di dolore così forti che la mia solita invulnerabilità non sembra più bastare.

Le ginocchia cedono sotto il peso della mia angoscia crescente, e mi piego in ginocchio, piegato da fitte lancinanti. Cado a terra, incapace di mantenere il mio equilibrio, e il dolore mi travolge con una violenza che non avrei mai immaginato. Mi ritrovo a contorcermi e a cercare di respirare, mentre il dolore mi attraversa come una tempesta implacabile.

Finalmente i colpi cessano. Scuote le mani come se si fosse appena bruciata. Osserva i suoi palmi e le dita, notando l'energia pulsante che emana da loro. Il suo volto si contorce in un'espressione di shock e angoscia, e lentamente, il terrore di avermi fatto del male diventa chiaro nei suoi occhi.

Alma si piega sulle ginocchia accanto a me, il volto pallido e gli occhi sgranati. Cerca di avvicinarsi a me con cautela. Le sue mani, ancora calde e tremanti, si avvicinano a me, come se cercassero di valutare il mio stato senza veramente toccarmi.

«Dax...» Sussurra, il suo tono è carico di preoccupazione e rimpianto. «Non volevo... Non sapevo che...»

«Beh,» dico con un sorriso ironico, tentando di alleggerire l'atmosfera e calmare la situazione. «Sembra che tu abbia appena iniziato a usare la tua magia. Almeno possiamo dire con certezza che funziona, anche se non nel modo migliore.»

Mi sdraio sul prato, il dolore pulsante ancora presente ma ormai sopportabile. Alma, visibilmente scossa, si accascia accanto a me, e io la prendo delicatamente tra le braccia, avvolgendola nel mio abbraccio. La sua testa poggia sul mio petto, e sento il calore del suo corpo contro il mio, un contrasto strano e confortante con il dolore che continuo a provare.

«Mi dispiace, mi dispiace davvero.» Dice, con la voce incrinata dall'emozione. «Non sapevo... Non sapevo che la mia magia potesse fare tutto questo. Perché il mio corpo funziona in questo modo? Perché Roan ti ha aggredito?»

Le sue domande, puramente futili rispetto alla gravità della situazione, esprimono la sua confusione e il suo bisogno di comprendere. La sua voce è un flebile sussurro, e mentre si asciuga gli occhi, il suo pianto sembra calmarsi gradualmente.

«Alma,» le dico con tono rassicurante, «La magia può essere potente e imprevedibile. In questo caso, la tua magia ha reagito alle tue emozioni in modo molto intenso. Non è colpa tua; è qualcosa che dobbiamo capire meglio insieme.»

 Il suo respiro diventa più regolare e percepisco un cambiamento nella sua energia, come se avesse finalmente accettato la verità. La sua comprensione, sebbene ancora confusa, comincia a prendere forma. Lei sembra accettare che, nonostante le sue azioni, non è responsabile di quanto accaduto; ha sentito, in qualche modo profondo, che la magia ha giocato un ruolo cruciale. 

«Ti credo.» Dice infine, con voce più calma e determinata. «Sento che non è colpa tua.  Non so come, ma l'ho sentito dentro di me nel momento in cui le mie mani hanno iniziato a bruciare.»

Mi sento sollevato nel sentire la sincerità nelle sue parole. 

«Grazie.» Le dico con voce sincera. «Grazie per credere in me.»

Alma alza lo sguardo verso il cielo, cercando di calmarsi e di allontanare la confusione che l'ha travolta. «Ho bisogno di riprendermi un attimo.» Dichiara con tono stanco ma risoluto. «Devo staccare da tutto questo.»

Il suo sguardo è fisso sui fiori di ciliegio che ci circondano, i loro petali rosa brillano nella luce del sole che filtra attraverso i rami. La bellezza del giardino offre un contrasto pacifico con il tumulto emotivo che ha appena attraversato. «Guarda questi fiori.» Dico, cercando di cambiare argomento per distrarla un po' e offrirle un momento di tranquillità. «Sono davvero splendidi, non trovi?»

Vedo un lampo di leggerezza attraversare il suo volto. Poi, all'improvviso, scoppia in una risata sincera, la tensione e la preoccupazione che la avevano dominata sembrano sciogliersi.

«Sai,» dice, ridendo con una nota di divertimento, «questi non sono fiori di ciliegio. Sono fiori di amareno.»
«Non sono la stessa cosa?» Chiedo ormai incuriosito. 
«Allora,» comincia Alma, «i fiori di ciliegio sono molto più delicati e hanno un colore rosa chiaro, quasi evanescente.  Sono famosi per il loro profumo dolce e la loro bellezza effimera.» Fa una piccola pausa e poi aggiunge: «I fiori di amareno, invece, sono leggermente più piccoli, tendenti al bianco. E il loro profumo? Beh, non è esattamente dolce; è più terroso e meno appariscente. Ma sono comunque belli a loro modo.»

«Sai,» dico ridendo, «penso che questa informazione sui fiori di amareno non mi servirà mai più nella mia vita. Ma almeno mi farà sorridere ogni volta che ci penserò.»

Alma alza un sopracciglio, ma il suo sorriso rimane. «Oh, davvero?»

«Sì.» Continuo, ancora ridendo. «In qualche modo, trovo divertente che, in mezzo a tutto questo caos, tu mi stia insegnando la differenza tra due tipi di fiori. È un po' surreale, ma mi piace.»

Dopo aver condiviso un momento di leggerezza con Alma, sento la necessità di tornare a una serietà cruciale. La situazione è lontana dall'essere risolta, e il pericolo è imminente.

«Alma,» dico con tono grave, mentre mi siedo dritto sul prato e lei mi guarda attentamente, «dobbiamo affrontare una realtà dura. Ora che Roan è in coma, tutta la responsabilità sarà attribuita a me. E questo significa che la nostra situazione è molto più complessa di quanto sembri.»

La mia espressione si indurisce mentre continuo a parlare, il peso della verità è palpabile. «Sono sicuro che questo evento scatenerà una guerra senza precedenti. Le accuse e le vendette che verranno mosse non saranno semplici, e la tensione tra le varie fazioni magiche si intensificherà.»

Alma mi osserva con occhi spalancati, la consapevolezza del pericolo che ci circonda si riflette nel suo sguardo. «Cosa dobbiamo fare?» Chiede, il suo tono è preoccupato ma determinato.

«Dobbiamo prepararci.» Rispondo con fermezza. «Non possiamo restare fermi e aspettare. La guerra è imminente, e dobbiamo organizzare tutto il possibile per difenderci. Mentre Roan è in coma, è certo che si riprenderà, e dovremo essere pronti per ogni eventualità.»

Mi avvicino a lei e cerco di trasmetterle il senso di urgenza e di preparazione che è essenziale in questo momento. «Devi continuare a fare visita a Roan per mantenere le apparenze. Seguirai la scusa del progetto con Lucien per non destare sospetti, questo ci darà la copertura necessaria per pianificare e preparare il nostro piano senza attirare attenzioni indesiderate.»

Alma annuisce, il suo volto è serio e concentrato. «Capisco. E cosa faremo per prepararci?»

«Dobbiamo coordinare tutti i nostri alleati e risorse.» Comunico con la voce piena di determinazione. «Raccogliere informazioni, preparare difese e strategie. Dobbiamo essere uniti e pronti a reagire rapidamente a qualsiasi sviluppo. La situazione è delicata, e ogni passo deve essere calcolato.»

Ci guardiamo negli occhi, entrambi consapevoli dell'importanza di ciò che abbiamo appena discusso. La leggerezza del momento precedente è stata sostituita da una comprensione profonda del compito che ci attende. Siamo in questo insieme, e ora più che mai dobbiamo rimanere forti e preparati per affrontare ciò che verrà.


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