Capitolo XXVII - Maya

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Alma

Siamo davanti all'ospedale quando Bernard arriva con il suo pick-up, accompagnato da Lucien.  Margot e io saliamo in macchina, e mentre il motore ruggisce e il veicolo si muove, io rimango immersa nei miei pensieri. 

Bernard e Lucien iniziano a raccontare di come sia andata la loro giornata a scuola. I loro racconti, pieni di dettagli scolastici e aneddoti divertenti, sembrano non avere il potere di alleggerire l'atmosfera e io e Margot restiamo in silenzio. Il mio pensiero è ancora fermo sulla scena che ho visto in ospedale, e il silenzio pesa tra di noi.

Improvvisamente, Lucien fa una domanda che mi blocca il respiro. «Come sta Roan?» chiede, e il suo tono è neutro, ma io posso percepire un sottile nervosismo nelle sue parole.

Non appena ascolto la domanda, la scena della ragazza che ho visto accanto a Roan si riaffaccia nella mia mente. La sua immagine, insieme al ricordo del suo sorriso e dei suoi capelli ricci, mi riempie di inquietudine. Il mio cuore batte più forte mentre cerco di articolare una risposta, ma la mia voce sembra bloccata.

Proprio in quel momento, sento una presenza invasiva nella mia mente. Lucien sta leggendo i miei pensieri. Anche se ho imparato, grazie agli allenamenti, a controllare e a proteggere i miei pensieri dalla lettura, oggi è diverso. La mia guardia è abbassata, e Lucien riesce a penetrare i miei pensieri con una facilità inquietante.

«Alma,» mi sgrida Lucien, il suo tono severo e deciso, «non sei stata abbastanza attenta. Devi essere più cauta.»

Il suo rimprovero mi colpisce e sento una miscela di imbarazzo e frustrazione. «Scusa,» riesco a dire, cercando di recuperare un po' di compostezza.

«Ora,» continua Lucien con una nota di urgenza, «racconta esattamente cosa hai visto nella camera. Come era la ragazza? Sei sicura di quello che hai visto?»

La sua insistenza mi mette sotto pressione e sento l'urgenza di rispondere. Cerco di mettere ordine nei miei pensieri e di fornire una descrizione precisa. «Era... era una ragazza con i capelli ricci, lunghi fino al sedere, e la pelle molto chiara. Aveva un'espressione triste mentre stava vicino a Roan. Sembrava... davvero elegante, come una principessa, ma era in qualche modo inquietante. Sono sicura che sia la ragazza che ho visto nella foto in camera tua. È Maya, non è vero? L'ex ragazza di Dax.»

Lucien mi osserva attentamente, cercando di leggere ogni dettaglio della mia espressione e dei miei occhi. Il suo sguardo è penetrante, e posso percepire la sua preoccupazione mentre cerca di capire se ci sono dettagli che potrei aver trascurato.

Il silenzio che segue è pesante,  e Lucien sembra riflettere profondamente sulle mie parole. Poi, con una calma tesa, dice: «Non è possibile, Alma. Non può essere Maya.»

Bernard annuisce, confermando le parole di Lucien. «Forse è solo una ragazza che le assomiglia. Potresti esserti confusa.»

Io e Margot ci scambiamo uno sguardo confuso e preoccupato. Non comprendiamo appieno la risposta dei ragazzi e la loro insistenza che non possa essere Maya. La situazione si fa sempre più intricata, e la nostra comprensione sembra rimanere fuori portata.

Lucien decide di spiegare ulteriormente, e il suo tono cambia da severo a narrativo, come se stesse cercando di fare luce su un mistero oscuro. «Maya non è solo l'ex ragazza di Dax, è una figura significativa nel suo passato . Sono cresciuti insieme e sono stati trasformati in vampiri nello stesso periodo. Dopo la trasformazione, le loro emozioni erano così intense che il loro legame è diventato qualcosa di unico, quasi come un amore da film.»

Mentre ascolto, il cuore mi si stringe, un po' perché provo una strana sensazione nel sentir parlare Lucien di Dax con una ragazza, così innamorato, un po' perché non riesco nemmeno a capire che cosa voglia dire provare quel tipo di amore. 

«Dopo la loro trasformazione, tutti i vampiri erano obbligati a sfidarsi in battaglie uno contro uno per testare la loro forza. Maya e Dax erano i più forti, e sono arrivati a scontrarsi durante queste sfide.»

La voce di Lucien diventa più cupa, e sento il peso del dolore nelle sue parole. «Durante il loro combattimento, Dax, involontariamente, ha ucciso Maya.»

Margot mi guarda con occhi pieni di empatia e comprensione. «Quindi, quella ragazza che abbiamo visto, potrebbe non essere Maya, ma qualcuno che le somiglia molto? Avete ragione, non può essere lei.»

Quando Lucien tira fuori il telefono e ci mostra la foto, il mio cuore salta un battito. La ragazza nella foto è la stessa che ho visto accanto a Roan. Non ci sono dubbi. Io e Margot riconosciamo subito la sua immagine: è lei, senza alcuna ombra di dubbio.

Con una voce tremante, confermiamo all'unisono. «È lei.»

Bernard, colto di sorpresa, frena bruscamente e accosta la macchina sul lato della strada. La tensione è palpabile mentre tutti usciamo dalla macchina. Bernard, con un'espressione grave, decide di affrontare la situazione. «Dobbiamo fare qualcosa.» Dice con fermezza. «Non dobbiamo dire nulla a Dax. Questo potrebbe distrarlo troppo e potrebbe risultare in una grande perdita.»

Lucien si oppone immediatamente. «No, Dax deve sapere. Ma tu ci pensi? Non ci perdonerebbe mai se tenessimo questa verità nascosta. Ha il diritto di sapere la verità.»

Le parole di Lucien mi colpiscono profondamente e mi riportano ai momenti in cui mi sono sentita esclusa dalla verità. La mia esperienza di quando mi hanno tenuto nascosto tutto, e come mi sono sentita, torna alla mente. «Non posso fare lo stesso errore.» Affermo con determinazione. «Dax deve sapere. Non posso commettere lo stesso errore che hanno fatto gli altri con me. Sarò io a dirglielo.»

Margot, pur comprendendo il mio punto di vista, rimane dalla parte di Bernard. «Dobbiamo considerare il bene di Dax, come abbiamo fatto con te.» Dice, con un'espressione seria. «Forse è meglio proteggerlo da questo trauma, per ora.»

Mi sento ferma nella mia decisione. «Io gli starò accanto e sono convinta che supererà tutto. Dobbiamo fidarci di lui.»

Lucien sembra riflettere sulle mie parole e poi annuisce. «Sappiamo tutti quanto Dax tenga ad Alma. Ha un effetto particolare su di lui, e potrebbe essere più semplice affrontare questa verità se è al suo fianco.»

Durante il viaggio verso la baita, il silenzio all'interno del veicolo è opprimente. Lucien e Bernard parlano a bassa voce, le loro conversazioni sono un puzzle che non riesco a mettere a posto.

«Non capisco perché Maya abbia mentito e fatto così tanto male a Dax.» Dichiara Lucien con voce tesa, mentre si passa una mano sui capelli e poi sul viso. «Perché fingere di essere morta? L'abbiamo vista con il collo spezzato e la faccia pallida. Come può essere possibile che sia viva?»

Nel frattempo, Bernard appoggia la testa sul volante per un momento, come se cercasse di fare ordine tra i pensieri e le emozioni. Lucien continua a riflettere, visibilmente turbato. «La domanda è: che cazzo ci faceva vicino al letto di Roan? Quella puttana... »

Margot sgrana gli occhi, è evidente che non ha mai visto Bernard in questo stato. Non riesce a capire il nervosismo che si è creato fra i due. I suoi occhi diventato quasi tristi e sono quasi sicura che sia perché si è resa conto di conoscere per nulla suo fratello, di essersi persa anni della sua vita e di non sapere come aiutarlo. Dovrebbe essere proprio lei la sua spalla su cui piangere, ma purtroppo non è così. 

Quando arriviamo alla baita, noto subito che l'atmosfera è cambiata. Mia zia probabilmente è già in camera sua a riposare, stanca dopo una giornata di lavoro, e anche se sta molto meglio, la sua energia è ancora limitata. Mio zio, pur essendo un normale essere umano, ha deciso di restare qui con noi per fare compagnia a mia zia, e il suo supporto è evidente.

All'esterno, Eva è seduta sull'erba umida, visibilmente affaticata. Dax è vicino a lei. Molti dei maghi e dei vampiri stanno tornando nelle loro stanze, probabilmente per rilassarsi dopo la giornata intensa. L'allenamento doveva continuare, ma credo sia terminato prima per qualche ragione. 

Il pensiero di Eva mi pesa. Da quando abbiamo litigato, non abbiamo più parlato, nemmeno durante gli allenamenti. Continua a guardarmi come se volesse uccidermi, eppure per qualche ragione, non lo fa. 

Dax, appena vede la macchina avvicinarsi, si dirige verso di noi con un passo deciso. Si china verso il finestrino e cerca di scorgere il mio volto, cercando di strappare un sorriso a tutti i costi. Provo a forzare un'espressione allegra.

Margot scende dalla macchina e chiede a Bernard di fare una passeggiata. La sua richiesta sembra un tentativo di allontanare il peso della situazione, e Bernard accetta.

Dax, notando la nostra ansia, cerca di alleggerire l'atmosfera con una battuta: «Siamo tristi perché Roan si è risvegliato?» Il tono scherzoso non nasconde del tutto la sua preoccupazione, e Lucien, che si è affiancato a lui, fa un sorrisetto che non riesce a convincere completamente Dax.

Mentre scendiamo dalla macchina, Lucien dà una pacca sulla spalla di Dax, lasciandolo da solo con me. Il gesto è amichevole ma anche una sorta di segnale. Lucien sembra voler allentare la pressione e darmi spazio per affrontare Dax in privato.

«A che ora dovrebbe iniziare la cena?» Chiedo a Dax facendolo innervosire un po'. 
«Tra meno di dieci minuti dovremmo essere tutti al falò.» 

Mi avvicino a lui e, con un tono serio, chiedo se, invece di unirsi al falò, può restare con me in camera. Ho bisogno di parlargli urgentemente, di dirgli alcune cose che non possono più aspettare.
Dax mi guarda con preoccupazione, ma senza esitare accetta la mia richiesta. 

Mentre salgo le scale, cerco di raccogliere i pensieri e prepararmi mentalmente per quello che sta per succedere. 

Prima di andare nella mia camera, mi fermo in quella degli zii. Busso alla porta e sento una voce che mi invita a entrare. Trovo mia zia intenta a prepararsi per il falò. La vedo con un abito elegante ma casual, cercando di apparire a suo agio nonostante la stanchezza. La saluto e le spiego che, a causa di alcune cose che Dax vuole insegnarmi, non riuscirò a raggiungerli immediatamente. 

Mia zia sorride e mi abbraccia, il suo gesto affettuoso e sincero mi offre una piccola dose di conforto. Mi avverte con cautela di stare attenta e di non dimenticare che il mio rapporto con Dax potrebbe complicare ulteriormente la situazione già critica. La rassicuro, cercando di infondere una dose di fiducia nelle mie parole.

Una volta in camera mia, faccio velocemente una doccia e mi cambio i vestiti. Una bella sensazione dopo una lunga giornata trascorsa fuori casa. 
Quando ormai vedo che tutti si sono avviati verso il falò decido di dirigermi verso la stanza di Dax. 

Provo a bussare, ma lui ha già avvertito la mia presenza. Apre la porta e me lo ritrovo davanti, questo ragazzo dai capelli scuri, con gli occhi intensi, la pelle chiara. Indossa una camicia nera aderente, che accentua i suoi muscoli ben definiti, e un paio di jeans scuri che si adattano perfettamente alla sua figura.

Il suo profumo, una combinazione di note legnose e speziate, si diffonde nell'aria e mi avvolge delicatamente, tanto quanto il suo aspetto affascinante. C'è qualcosa di magnetico nel modo in cui si presenta, e per un attimo mi sento come ipnotizzata dalla sua presenza.

I suoi occhi, intensi e penetranti, si posano su di me con lo stesso sguardo con cui io lo osservo. C'è un'intesa non detta tra noi che sembra riempire la stanza.

Dax rivolge lo sguardo verso le mie gambe, parzialmente scoperte dal vestito corto che indosso. Sento una leggera calura salirmi al viso mentre mi percorre con attenzione.
Con un gesto elegante, mi porge la mano in un invito silenzioso ma chiaro a entrare nella stanza e a non rimanere bloccata sulla porta.

Poi mi ricordo il motivo per cui sono qui e il mio stomaco si stringe lasciando una smorfia sul mio viso. 






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