3 - Chi è Kilena?

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Arlena le aveva fatto fare tutto il tour della scuola e le spiegò come era diviso in sezioni in base agli elementi con cui si era legati e anche della loro organizzazione. Ogni novellino veniva collocato nelle camere comuni e successivamente a una camera doppia o singola se era fortunato, ma solo dopo aver superato il famoso e temutissimo esame di ammissione. L'Istituto accoglieva i nuovi ragazzi che addestrava per i primi mesi che dovevano successivamente meritarsi il posto nell'Accademia tramite questo test e non molti ci riuscivano così facilmente.

- Il nostro insegnante di Arti Magiche dice che più vecchio sei, maggiore è il potere che hai in te.- disse ancora Arlena.

- Mai sentito. O magari non lo ricordo...-

Stavano raggiungendo la mensa per pranzare dopo aver finito tutto quello che c'era da mostrare e le due ragazze stavano parlando un po'. Selene si sentiva più tranquilla con gente intorno, non ci faceva più caso. Era come se tutto quello fosse normale ma ancora rimaneva quasi apatica. Sembrava che le sue emozioni fossero spente.

- Quindi oggi iniziano le prove generali e tra qualche giorno ci sarà il test di ammissione?- chiese Selene per conferma.

- Esatto. Comincia dalle buone maniere fino al combattimento, il test finale si svolgerà nell'arena, ma cambia ogni volta quindi è a sorpresa ogni anno. E si svolgerà davanti a tutti.-

- Com'è stato per te?-

- Beh, me la sono cavata e ho dovuto impegnarmi davvero molto per riuscire ad entrare. Di solito qui ci sono molti ragazzi che vengono da famiglie molto ricche e importanti che hanno avuto un'educazione eccellente. È una scuola prestigiosa e supera molte altre. E io, beh, sono tutto il contrario degli altri studenti, così come per i miei amici che siamo entrati dopo molti sacrifici e soldi. Tranne per Eliana, è ricca ma lei preferisce stare con noi che con tutti quegli snob e sbruffoni. Allora, appena entreremo un foglio e una penna ti seguiranno per annotare tutto quello che fai e tutto quello che dici che poi verrà letto dalla rigidissima insegnante Strizzacervelli, Madame Rose, non lasciarti ingannare dal nome innocuo, quella rischia di entrarti nella mente. E lei controlla solo le buone maniere e robe del genere. O almeno questo succede se il preside ti iscrive al test.-

Arlena la guardò sorridendo prima di prenderla per mano e girare l'angolo ed attraversare un enorme varco, portandola in una sala enorme, piena di ragazzi schiamazzanti. Troppa gente continuava a pensare Selene mordendosi il labbro. La bruna intanto la portò ad un tavolo già occupato da Azura e gli altri della sera precedente che le salutarono subito con un sorriso. Selene notò subito un foglio bianco volarle contro, seguito un istante dopo da una penna che subito si mise a scrivere.

- Ciao Selene. Ti sta benissimo la divisa scolastica! - le disse subito Azura con occhi luminosi.

- Vedo che farai il test.- disse invece Lukas. La ragazza annuì e si sedette affianco alla ragazza dai capelli rossi che subito parlò.

- Però non ha frequentato i corsi preparatori dall'inizio, sarà dura.-

Arlena fece spallucce e, nel momento che aprì bocca per parlare, venne quasi attaccata da un profumo di menta e rose, accompagnata da una voce femminile melodiosa ma allo stesso tempo malefica. Come non riconoscerla? Quella voce che ormai si sentiva da anni lì dentro e che tutti conoscevano bene, temendola anche.

- Ma guarda, un'altra novellina che sta al vostro tavolo. Sapete che poi che fine faranno, è inutile che cercate di salvarli.- disse quella voce e qualcosa in Selene scattò.

- Cosa vuoi Amara?- disse subito Eliana già la rabbia che si impossessava di lei mentre un nome attraversò per un attimo la mente della chiara. Lia...

- Solo vedere la mia nuova vittima, come sempre.- continuò la voce. Il suo tono era così ammaliante e Selene ne fu affascinata per un attimo. E di nuovo quel senso di casa farsi vivo in sé. Arlena le aveva parlato di quella ragazza e l'aveva messa in guardia.

- Vattene, non ci servi.-

- Sta zitta Eliana, o la tua amichetta deve essere protetta da voi perché ha paura?-

Amara guardò Selene che non alzava lo sguardo dal menù che aveva davanti. Eliana si alzò in piedi, cominciando a sentire la rabbia salire, ma una mano calda la fece risedere e calmare all'istante, cosa che non le era mai successa. Guardò la mano di Selene andare via dal suo braccio e portarsela sotto il mento come l'altra, i gomiti sul tavolo e senza smettere di guardare il foglio che aveva davanti.

- Lascia Eliana, non vale la pena di abbassarsi al suo livello.- disse tranquilla e attirando l'attenzione di qualche ragazzo che si zittì e cominciando ad ascoltare. Sentiva qualcosa in sé ora, era un lieve calore, un misto di fastidio per quel suo atteggiamento arrogante ma anche un'attrazione. Quel suo profumo pungente come le sue parole le diceva qualcosa che però non capiva.

- Come scusa?- disse Amara un po' acida e infastidita.

- Solo perché sei il vampiro più forte e più vecchio di questa scuola, con il tuo fascino cadaverico, i tuoi occhi viola magnetici e assetati di sangue e i tuoi canini affilati non significa che per me sei una minaccia.- disse senza rendersene conto, una strana presenza negativa in sé che cresceva.

- Tsk, ma se non mi guardi nemmeno in faccia.-

- Se lo facessi te ne andresti subito senza che ti possa dire nulla.- continuò la chiara, la presenza negativa che parlava al posto suo, un tono un po' annoiato e freddo, distaccato. Non era lei a parlare, lei non era così, lo sentiva. O forse sì?

- La tua è solo paura ammettilo.- continuò Amara compiaciuta e infastidita allo stesso tempo, era da anni che qualcuno non le resisteva. Fu allora che Selene, per istinto e curiosità, alzò il viso, fissando negli occhi la vampira che era vestita completamente di nero, le labbra ricoperte da un rossetto rosso scuro, la pelle bianchissima, gli occhi viola con delle pagliuzze rossastre, i capelli nerissimi. E appena vide gli occhi dorati della ragazza che aveva di fronte la corvina fece un passo indietro come a non crederci.

Capì da dove provenisse la potente aura positiva che aveva percepito dalla sera precedente grazie ai suoi sensi sovrumani e più amplificati di tutti quei ragazzi che frequentavano quella scuola. E notò subito che i suoi occhi dorati per un attimo diventarono bronzei, la cosa fece aumentare in lei la rabbia, quella rabbia che aveva covato per anni. Strinse le sue mani in due pugni talmente forte che le nocche le diventarono ancora più bianche.

- Non sai quanto ho voglia di ucciderti Kilena, non te la farò passare liscia, sappilo.- le ringhiò addosso e detto questo se ne andò senza guardare in faccia nessuno. Appena varcò la soglia tutti i ragazzi presenti nella sala applaudirono e fischiarono a chi era riuscito a tener testa e a guardarla negli occhi per la prima volta.

 

Corse a perdifiato con tutte le forze che aveva fin dove il suo corpo la portava. La sua mente invece vagava disperata senza sosta procurandole dolore. Solo quando si sentì libera si fermò, e si lasciò cadere a terra, a gambe incrociate.

Quella voce, quella frase, le aveva imprese in mente, le aveva già sentite. Quel nome, Kilena. E poi gli occhi viola-rossicci della corvina, così rabbiosi. Subito aveva cominciato a sentire l'aria mancarle, la terra sotto i suoi piedi scomparire, i rumori intorno a sé ovattati e la vista sfuocata, un senso di vertigine attanagliarle il corpo. Non era riuscita a stare per qualche altro secondo in quella struttura e così se ne era andava via correndo più veloce che poteva.

Il cuore le batteva a mille, la testa le faceva male come se qualcuno le stesse martellando il cranio. Percepì poi accanto a sé dell'acqua, forse uno stagno o un piccolo lago, non vedeva ancora molto nitido. Senza pensarci due volte si buttò in acqua completamente vestita, cominciando a sentirsi più sollevata e tranquilla con quel liquido freddo a contatto con la sua pelle, e alla fine chiuse gli occhi, abbandonando il suo corpo sul fondale.

 

"Tutto era tranquillo e silenzioso, una leggera brezza le faceva andare i suoi lunghi capelli sul suo volto, costringendola a sistemarseli dietro l'orecchio. Percepì dietro di sé un'aura negativa e lasciò che si avvicinasse abbastanza per girarsi di scatto e metterla a terra con un colpo secco e veloce, facendo cadere la ragazza che aveva di fronte. Era alta e snella come lei, la pelle bianca come un cadavere, le labbra come il sangue, vestita totalmente di pelle nera.

- Continui ad essere troppo tesa.- le disse guardandola soddisfatta. Ma durò poco, infatti l'altra ragazza invertì le posizioni facilmente.

- E tu abbassi la guardia troppo facilmente.-

- L'ho fatto apposta.-

- Certo, come no.-

La ragazza la lasciò andare e lei sorrise malignamente. Subito dopo una cascata d'acqua cade sulla pallida ragazza e lei cominciò a ridacchiare e ad allontanarsi, mentre sentiva la voce dell'altra farsi strada nella sua mente.

- Me la paghi questa, Kilena!-"

 

- Selene!-

- Selene, sei qui?-

- Questo posto è troppo grande, non la troveremo mai, meglio dividersi.-

Sentiva delle voci e le riconobbe subito per quanto le conoscesse da solo un giorno, erano Arlena e gli altri. Non voleva uscire dall'acqua, stava così bene tra le alghe e i pesci che la rilassavano, ma doveva farlo, non voleva farli preoccupare più del necessario.

Uscì con una calma infinita e il suo corpo si asciugò in un attimo, facendo evaporare l'acqua che aveva addosso. Non se ne accorse nemmeno. Camminò per qualche minuto prima di ritrovarsi avvolta in un abbraccio da togliere il fiato e questo le procurò disagio.

- Dov'eri? Ti abbiamo cercata ovunque.-

Selene rispose ad Azura, lì davanti a sé preoccupata, indicandole l'acqua con lo sguardo e la vide subito cambiare espressione. Sembrava stupita.

- Sei rimasta sott'acqua tutto questo tempo?- le domandò.

- Sì, perché?-

- Selene, sei lì dentro da quando te ne sei andata correndo?-

La ragazza annuì, non capiva perché ne volesse conferma. Non aveva fatto nulla di strano, o almeno non le sembrava.

- Perché?- aggiunse infatti subito vedendo il volto pensieroso della bionda. Forse non ci si poteva entrare in quell'acqua? D'altronde, non conosceva ancora le regole della scuola.

- Sei rimasta un'ora sott'acqua, solo chi è legato a questo potere può farlo. Dopo mesi di allenamento, però.-

Azura non riusciva a capire, ma alla fine lasciò perdere e si avviò insieme alla sua nuova amica all'interno dell'Istituto per riportarla nei dormitori prima che il coprifuoco li mettesse nei guai.

 

Stava camminando per i corridoi, il silenzio se ne impossessava come sempre al suo arrivo, riecheggiava solo il rumore dei suoi tacchi a spillo neri. Nemmeno un bisbiglio si sentiva mentre lei percepiva la paura di tutti quei ragazzi nel vederla e se ne nutriva, era un potere che poteva usare ma se ne abusava troppo poteva stare male seriamente, lo sapeva. Per fortuna conosceva i suoi limiti.

I suoi occhi di ghiaccio guardavano solo dritto, raramente guardava gli altri, ormai le annoiavano le solite scenate in cui tutti erano pietrificati e lei ne beveva il sangue. Nessuno era più vecchio di lei là dentro quelle mura e talvolta erano anche gli altri vampiri a tremare al suo passaggio. Era quel suo modo di fare aggressivo, duro, ostile e imprevedibile ad allontanare tutti ed era meglio così per lei. Lo era sempre stato.

- Amara.-

La ragazza si fermò davanti la porta della sua camera. Di nuovo... lo strangolo prima o poi!

- Cosa vuole?- chiese con tono annoiato e alzando gli occhi al cielo, per poi voltarsi e guardare il preside lì davanti a sé a tormentarla.

- Mi hanno parlato di quello che è successo in mensa.- disse lui calmo.

- E allora? Mi ha chiesto lei di intimorire i novellini per testare chissà cosa.- rispose acida.

- Lo so, ma mi riferisco a te.-

Amara lo fissò non capendo e con superficialità, un sopracciglio alzato come a spronarlo di parlare e di non usare troppo del suo tempo.

- Quando quella ragazza, Selene, quando ha alzato il volto sembrava che ti fossi risvegliata da una specie di trance, per non parlare della tua reazione. Non penso che tu fossi arrabbiata per il suo comportamento. Quindi mi chiedevo se tu l'avessi già vista, magari potresti aiutarla.-

- Aiutarla per cosa?- domandò incrociando le braccia al seno, si stava innervosendo.

- A recuperare la memoria. A quanto pare non ricorda niente se non di chiamarsi Selene Moon.-

- No, non l'ho mai vista. E ora se non le dispiace dovrei andare.- rispose fredda voltandosi ed entrò in fretta e furia nella sua camera. Sentì la rabbia impossessarsi di lei nuovamente e prese la prima cosa che le capitò in mano e la lanciò contro il muro, rompendola in mille pezzi.

Sapeva che lui aveva ragione, che lei non ricordava niente. Quando l'aveva chiamata con quel nome aveva visto disperazione nei suoi occhi, una sensazione di panico che non capiva. Come può non ricordare nulla dopo quello che ha fatto? Dov'era tutto questo tempo!? Si lasciò cadere sul letto fissando il soffitto scuro e, per la prima volta dopo secoli, si sentì impotente. Non ricorda più niente, non ricorda me...

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