▴Tre▴

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Andai verso una finestra e mi sedetti sul gelido bordo di marmo.

Il freddo si propagò per tutto il corpo e mi strinsi nel mio cappotto. Il dolce profumo di lavanda e more degli oli essenziali usati la mattina persisteva ancora sulla mia pelle, dandomi qualche attimo di familiarità.

Il vento aveva cominciato a sferzare forte, facendo fischiare le finestre. Vedevo gli alberi e la vegetazione chinarsi al suo passaggio.

Ero stanca di quella vita. Respiravo e basta, ma nulla mi faceva realmente sentire viva, tanto per cominciare quell'università. Avrei fatto volentieri la fotografa. Quanto desideravo essere come quelle inviate in zone sperdute del mondo, che documentano le persone vere, e i fatti, altro che falsi modelli comportamentali e vip photoshoppati. Era il sapore e i colori della vita vera che attiravano la mia attenzione. Non sentivo di appartenere al mondo di cui facevo parte.

Mentre i pensieri mi ronzavano ancora in testa, mi alzai e percorsi i corridoi fino all'uscita.

Qualcosa mi bruciava la schiena. Sentivo lo sguardo di qualcuno puntarmi, penetrare fin sotto le ossa. Non era la comune sensazione a cui ero abituata, questa mi rizzava i peli, mi trasmetteva inquietudine.
Mi voltai, ma non vidi nessuno, o meglio, nessuno sembrava guardarmi in modo particolarmente insistente. Anche quando raggiunsi la mia Porsche, quella sensazione non accennò a diminuire. Guardai negli specchietti retrovisori, ma nessuno mi seguiva. Attivai la sicura e, per stare più tranquilla, mi chiusi dentro. Misi in moto e il rombo del motore riempì l'abitacolo. Mi allontanai abbastanza in fretta dall'università, sperando di liberarmi da quella fastidiosa sensazione. Tuttavia, qualcosa continuava a non andare, qualcuno mi stava seguendo, eppure, ogni volta che puntavo lo sguardo nello specchietto retrovisore, non scorgevo nulla di sospetto.

Iniziai a fare strade diverse dal solito, non segnalavo più le svolte e prestavo più attenzione del dovuto. Qualcosa c'era, ma era più veloce di me; non facevo in tempo a girarmi che spariva dalla mia vista. Ero pazza? Non credevo di arrivare a tanto creandomi paranoie da sola.

Mi avviai verso casa, guardinga.

Oltrepassato il vialetto di ingresso, parcheggiai l'auto in garage e mi diressi rapidamente verso la mia stanza. Richiusi la porta alle spalle e mi avvicinai alla finestra, osservando con particolare attenzione i profili conosciuti del giardino.

Una figura vestita di nero era nascosta all'ombra della grossa quercia. Non si scorgeva bene ma la si distingueva comunque. Presi la macchina fotografica e scattai una foto. Guardai sullo schermo e ingrandii il più possibile l'immagine senza ottenere grandi risultati. Chiunque fosse, era ben coperto, ma, osservando la silhouette dai contorni sfocati, non avevo dubbi fosse un uomo.

D'improvviso sentii la porta di casa sbattere e mio padre entrare furibondo. Sobbalzai e mi voltai istintivamente verso la porta, assicurandomi fosse chiusa, ma quando tornai a guardare verso la finestra mi accorsi che l'uomo non c'era più.

Sentii i passi pesanti di Gerard e il rumore della cristalliera nel salone. Bottiglie e bicchieri. Stava incominciando a bere. Era decisamente troppo presto. Era mattina e già stava cominciando? I problemi dovevano essere davvero seri.

A quel punto, non sapevo se fosse meglio rimanere in casa con lui o uscire fuori e rischiare di beccare di nuovo quell'uomo. Ambedue le alternative non erano piacevoli, ma optai per la seconda.

Dall'armadio tirai fuori una grossa felpa nera col cappuccio, sostituendola al cappotto rosso sgargiante, così avrei dato decisamente meno nell'occhio.

Uscii dalla porta sul retro, sperando nessuno mi vedesse, e invece gli occhi castani di Joy m'intercettarono.

«Shana, già a casa?» mi chiese sulla porta.

«No, Joy. Stavo giusto uscendo di nuovo» risposi evasiva, ma lei mi conosceva fin troppo bene

«Tesoro mio, sembri un cadavere. Che ti è successo?»

«Nulla, solo stanchezza. Però, fammi un piacere, oggi torna a casa prima. Magari proprio adesso. Il signor Wilson è tornato a casa in anticipo e non è di buon umore»

«So badare a me stessa e poi, è tuo padre, non chiamarlo così.»

«Fidati di me, torna a casa» dissi seria. Lei non sapeva dei problemi di Gerard e era meglio non li conoscesse affatto. Le volevo bene e non volevo che lui trovasse un pretesto per picchiare anche lei.

«Così mi spaventi.»

La presi sotto braccio e mi avviai verso la fermata del Bus.

«Tesoro, ma che succede?» Joy non si dava per vinta.

«Preferiresti non saperlo e a me non va di dirlo.»

Le pagai il bus e mi assicurai che salisse; io, intanto, continuavo a guardarmi intorno, sperando di non trovare la figura di poco prima intenta a spiarmi.

Presi il pullman successivo. Non sapevo dove andare, nessun luogo mi faceva sentire al sicuro, nessun luogo sapeva di casa.

Il pullman partì e io sentii il cuore diventar più leggero man mano che mi allontanavo da quella casa. Qualche fermata più tardi qualcuno si sedette vicino a me, io non lo degnai di uno sguardo. Speravo solo che nessuno riconoscesse me.

Tenevo lo sguardo fisso sulla strada e, dopo qualche chilometro, iniziai a riconoscere qualche strada. Ero nei pressi del'azienda Wilson quando un'idea assurda mi solleticò la mente e decisi di seguirla. Dopotutto, lui era a casa e di sicuro non sarebbe ritornato in ufficio almeno per qualche ora; quindi avevo abbastanza tempo per tentare.

«Mi scusi, alla prossima devo scendere.» dissi al passeggero di fianco a me.

Il ragazzo si girò e i suoi occhi mi fecero venire i brividi. Sembravano totalmente accecati di odio. Odio per me, benché io non avessi la minima idea di chi fosse.

«Sì, scendo anche io alla prossima.» ribatté senza spostarsi di un millimetro.

Lo guardai meglio e notai come i colori che indossava rispecchiavano esattamente la silhouette vista fuori casa mia.

Il cuore iniziò a pulsare come un matto e le mani cominciarono a sudare.

Era lui l'uomo che mi stava seguendo?


*******

Settimana pazzesca! Ho finito finalmente con lo studio! Spero di avere più tempo adesso e dedicarmi a questa nuova storia con più frequenza.

Fatemi sapere un po' impressioni pareri e considerazioni varie su Shana e su questo ragazzo inquietante.

Buona serata a tutti e Buon Halloween per chi lo festeggia.

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