Ventitré (Logan)

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«Sbaglio o in centrale hai omesso qualche dettaglio? Sanno che la povera ragazza scomparsa è stata con te? Potrei fare un bel discorso con il tuo Comandante sai...»

«Logan cosa vuoi? Perché sei qui?» mi chiese tenendo ancora l'arma puntata verso di me.

«Così si tratta un ospite?» dissi indicando la pistola.

«Un ospite passerebbe dalla porta»

«Touchè» risposi con un sorriso beffardo.

Lo vidi abbassare finalmente quell'odioso marchingegno.

«Allora perché sei qui?» riprese.

«Per darti un avvertimento. Sono ancora in debito. Ed odio essere in debito con le persone.»

«Continua» m'incitò lui.

«Stai lontano dal caso, tieni un profilo basso, tu sai chi ti ha puntato e già sta prendendo provvedimenti»

«È per caso una minaccia questa?»

«No! è un avvertimento»

«Buck perché ha preso Shana? Cosa vuole da lei?»

«Da lei non vuole nulla, il vero bersaglio non è lei, lei è solo un mezzo» ammisi passandomi una mano fra i capelli.

«Il bersaglio è Gerard Wilson, non avevo dubbi.»

«Allora perché continuate a fare indagini idiote? Credevo che lavoraste meglio in polizia»

«C'è una prassi da seguire, ci sono delle indagini da fare... Sto facendo quel che posso per aiutare Shana!» sospirò. «Ma perché tu ti sei messo in una situazione del genere? Sai che tuo padre non avrebbe mai voluto questa vita per te...»

«Mio padre è morto sommerso dai debiti nei confronti della famiglia Wilson. C'è davvero bisogno che ti spieghi?» i nervi stavano cominciando a farsi sentire.

Dopo un attimo di silenzio Sebastian riprese «So che quell'uomo era importante per te, e ho visto la sua morte come ti ha portato verso il baratro...»

«Non ho bisogno che tu mi rinfreschi la memoria! Lo so benissimo da solo cosa ho cercato di fare. Ma ti sei mai chiesto perché?»

«No. Ho provato ad immaginarlo, ma non sapevo ancora cosa comportava perdere una persona che si ama. Ma ora posso capirlo. So cosa significa non trovare un senso ai giorni, so cosa significa sentirsi vuoti, so come il fiato ti si mozzi e come le lacrime sembrino inghiottire ogni briciolo di vita... e conosco anche il pensiero fisso che ti martella nella mente, come i ricordi facciano solo male. Come il dolore sembri infinito, ma poi si allevia, non passa, ma ci fai l'abitudine e riesci a conviverci.»

«Il dolore non è una cosa a cui ci si abitua, ti logora dentro, ma forse ora mio padre troverà giustizia. Non la giustizia di cui tu ti fai portatore, non lo Stato con le sue insulse leggi fatte coi piedi. Non chi si fa la bocca bella, e poi a fatti viene meno. Buck agisce! Buck darà voce al mio dolore! La sua giustizia esiste, quella dello stato non è altro che un fantasma.»

«Logan la tua vita vale molto più, non sprecarla per la ragione sbagliata.»

«È l'unica ragione per cui sono ancora in piedi! È l'unica per cui mi sono lasciato salvare quella notte» presi fiato ripensando al ponte, all'acqua scura e di come sembrasse allettante la prerogativa di porre fine a tutto quel dolore. Poi l'agente Mills mi vide. Quei due occhi avevano anche loro il colore dell'acqua, però erano rassicuranti, ti facevano sperare davvero. M'illusero che le cose sarebbero migliorate. Mi lasciai convincere. Poi il dolore tornò prepotente. Ero solo.

Mi sentivo un idiota ad aver solo pensato che sarebbe cambiato qualcosa. Avevo provato a chiedere giustizia, avevo tentato anche con la polizia. Perché mio padre non si era suicidato. Non lo avrebbe mai fatto. Ma io ero solo un vaneggiatore, un figlio accecato di dolore. Nessuno prendeva sul serio le mie parole. Chi mai si sarebbe messo contro Mr Wilson? Nessuno. Troppo potente.

«Ti ho avvertito Mills. Stai lontano dal caso. Non ci sarò io la prossima volta, e chi incontrerai non sarà clemente quanto me» detto questo gli sfilai di lato ed uscii dalla porta principale.

Tornai in sella alla mia adorata compagna di avventure. Infilai il casco e lasciai che il rombo assordante del motore coprisse il vuoto che sentivo in petto.


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