Capitolo 2 [REVISIONATO]

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Autumn
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Rimango sbalordita da ciò che mi si presenta davanti agli occhi, non avevo mai incontrato un altro Wendo come me e mio fratello, ovvero chi fa da tramite al Wendigo. 

Così faccio un passo indietro e tengo a bada i miei poteri, che diventano una massa di vapore di altezza raso sulle mie mani, avvolte dalla nebbia nera mentre riprendo sembianze umane; cosa che fa anche Damon non appena vede ritirarmi e abbassare la guardia.  

«Volevi cibarti di me, ragazzina?» chiede con sfrontatezza mentre accenna un sorriso e si accomoda su un divanetto della stanza con Everest in braccio. 

Le braccia tatuate ora si rilassano e le sue mani vanno ad accarezzare Everest da dove si era interrotto prima, mentre io sembro aver perso l'uso della parola. 

«Mi dispiace deluderti, ma facciamo parte della stessa specie e non possiamo usare i nostri poteri contro l'altro», continua con gli occhi divertiti quasi a prendermi in giro, come se fino a qualche minuto prima non avessi provato a ucciderlo. 

«Che peccato, non vedevo l'ora di toglierti quel sorrisetto dal viso». 

«Sarebbe stato un peccato per te ragazzina, rovinare questo bel viso» ammicca verso di me, rigirando le mie parole a suo favore. 

Sbuffo. 

«Comunque... Non ho ancora tempo da perdere, vorrei veramente tornare a casa dopo un'estenuante giornata di lavoro. È stato un piacere conoscere te e il tuo gatto strambo» dice mentre abbandona Everest sul pavimento e si alza raccogliendo il suo zaino. 

Ma guarda te questo stronzo, potrei pur sempre ucciderlo alla vecchia maniera, un bel coltello infilzato nello stomaco e finalmente me lo posso togliere da davanti gli occhi. 

«Certo, tanto ormai ci hai rovinato la cena, non ce ne facciamo più niente di te. Era la tua opportunità per poter essere utile in qualcosa». Faccio spallucce e lo osservo con gli occhi socchiusi in due fessure. 

«Non fare la simpatica con me, perché sei stata tu la prima ad avvicinarti», mi viene incontro fino ad un palmo dal mio viso. 

Immediatamente i miei occhi si colorano di nero e rilascio una piccola onda di luce dello stesso colore che lo fa allontanare da me, spinto da essa. 

«Sarò pur stata io ad avvicinarmi a te per prima, ma tu non devi avvicinarti a me». Metto subito le cose in chiaro. 

Alza le mani in segno di resa, con un sorriso beffardo sulle labbra «Come vuoi, ragazzina. Ci si vede». I suoi occhi verdi luccicano sui miei e le ciglia folte li incorniciano risaltandone il colore vivido. 

Mi riserva un ultimo sguardo e infine mi dà le spalle, esce dalla porta a un paio di metri dalla sua destra, con uno zaino nero poggiato su una spalla e l'altra mano dentro la tasca dei pantaloni della tuta grigia. 

Lo seguo con gli occhi finché non oltrepassa la porta e tiro un sospiro di sollievo. Da quando sono entrata in questa stanza ho sentito così tanta tensione tra di noi che anche il respiro mi è venuto a mancare. 

Guardo Everest con sguardo contrariato. 

«Brutto traditore, ti sei fatto fare le coccole da quel bastardo.» Mi guarda con gli occhioni gialli e mi ignora bellamente zampettando fuori dalla stanza, seguendo i passi di Damon.  

Sollevo gli occhi al cielo e poi lo seguo a ruota, la pioggia ormai è cessata ma sono rimaste le pozzanghere sull'asfalto, così faccio attenzione mentre seguo Everest per dirigermi nuovamente all'appartamento. Per mia fortuna o sfortuna questo bar dista pochi metri dal mio alloggio; non so gli orari in cui Damon lavora ma sicuramente verrò a trovarlo nuovamente, non solo per dargli fastidio ma anche per scoprire di più sulla nostra specie, magari lui ha delle informazioni in più che possono esserci utili. Dopo anni a girovagare nella speranza di cambiare qualcosa... Forse questa volta c'è veramente una possibilità. 

Visto che Damon ha fatto saltare il mio pasto della giornata, dovrò accontentarmi di mangiare qualche animale. 

Dunque, mi avvicino all'edificio in cui alloggio e mi allontano di qualche chilometro, dove poco distante si trova un piccolo bosco. Mi addentro tra gli alberi e le foglie verdi sporcandomi le scarpe con la terra bagnata, che si appiccica ad esse ad ogni mio passo. Adocchio Everest che forse ha fiutato qualcosa e lo seguo da lontano, quando finalmente dopo non molto lo vedo azzannare al collo una volpe, dal pelo arancione e lucente che si distingue anche nel buio della notte. Everest gli stacca la testa e se la trascina un po' lontana da me, così da potersela mangiucchiare da solo in pace. 

 Mi inginocchio di fianco al corpo, per poter finalmente saziare la mia fame, e inizio a tagliuzzare con la mia lama vari pezzi del piccolo corpo ormai privo di vita e, affannosamente, mordo la carne pregna di sangue, staccando con i denti muscoli, articolazioni, finché del corpo non ne rimangono soltanto le ossa che infine vengono mangiucchiate da Everest. Il sangue appiccicato nelle mie mani viene pulito via dalla pioggia leggera che da poco ha ricominciato a scendere, mischiandosi nell'asfalto insieme all'acqua. Everest si lecca il pelo soddisfatto e osservo il mucchio di ossa che lascerò lì, in mezzo al fango. 

Mi passo una mano sulle labbra per pulirmi dal sangue, mentre un magone mi blocca la gola. Non mi piace mangiare gli esseri umani, tanto meno delle creature innocenti come gli animali, ma purtroppo l'uso dei miei poteri porta a questo... Per riprendere le forze devo cibarmi di carne umana, altrimenti sarei io quella sventrata e nascosta sotto terra come i miei genitori, perché il Wendigo se non viene sfamato si ciba dei tuoi organi interni. Fortunatamente in alcune occasioni, servendomi della carne animale riesco per un po’ a tacere la fame del demone, ma dura meno di quando invece mi cibo di carne umana. 

Mi alzo e mi dirigo nuovamente verso il mio appartamento insieme ad Everest.  

Appena arrivata in salotto alzo le temperature del climatizzatore, mi dirigo in bagno e inizio a liberarmi dei vestiti sporchi e bagnati per poi lasciarli dentro la vasca bianca... Ci penserò domani a lavare i vestiti, forse, ma adesso ho bisogno di una doccia calda e una bella dormita. Spero di riuscire a prendere sonno in fretta, per me la notte è difficile far cessare i pensieri, chiudere gli occhi e abbandonarmi al sonno. Sono sempre in allerta e spesso resto a guardare la tv o sdraiata accanto alla finestra a guardare l'alba che sorge. 

Mi libero anche dell'intimo e poi entro in doccia, facendomi avvolgere dal caldo torpore dell'acqua che scorre dalla mia cute fino ai piedi, lavandomi dal sangue e riscaldandomi dal freddo. Resto per un po' sotto l'acqua, pensando al da farsi di domani... Probabilmente la mattina andrò a fare la spesa e a comprare qualche felpa per l'inverno, ma la sera voglio tornare in quel bar per parlare con Damon. 

Chiudo l'acqua e dopo essermi asciugata indosso un pigiama pesante e comodo, poi vado verso la piccola stanza da letto, impersonale e vuota, dove in un angolo si trova il mio piccolo borsone con qualche vestito dentro... Sì, dovrei proprio fare shopping. Mi metto sotto le coperte e presto Everest mi raggiunge, accomodandosi al mio fianco. Resto rannicchiata su un fianco cercando di infondermi calore e mi abbraccio il corpo. 

La mente inizia a viaggiare in ricordi situati nei meandri più oscuri della mia mente e una piccola lacrima scorre incontrollata sul mio viso. Mi addormento tra un pensiero e l’altro , senza rendermene conto.  

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Angolo autrice:
Ciao a tutti lettori, mi farebbe piacere avere una vostra impressione su questi primi capitoli. 😊

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