2. Faccia da schiaffi

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Davon:

Il sesso è il mio passatempo preferito e non a caso, di certo non mi precludo la possibilità di farlo ogni santissimo giorno, anche se normalmente quasi sempre con una diversa.
Le relazioni sono una cosa da cui mi sono sempre tenuto alla larga. Semplicemente non sono fatto per quel tipo di cose.
Amo più prendermi quello che voglio, quando voglio, senza complicazioni.

Infatti ho deciso di fare lo spogliarellista, oltre che per un vero e proprio lavoro, soprattutto per la possibilità di sfruttare il tempo nel migliore dei modi.
Sì, perché quando sono su quel palco non ho un singolo pensiero in testa, se non quello di concentrarmi su ciò che sto facendo. Mi piace ballare, mi piace ascoltare la musica che pompa nelle orecchie e adoro sentire il pubblico che grida il mio nome come se fossero in preda a un orgasmo.

Non mi risparmio nemmeno essere pagato per dare piacere. Soldi extra che ricavo e che mi danno la possibilità di togliermi qualche sfizio in più, come la mia nuova Ducati Panigale V4 R.
Con lei sì che posso avere la relazione più lunga della mia vita.
Una moto che si può chiamare Signora. Di un rosso fiammante che non mi fa passare inosservato.
Essere al centro dell'attenzione è una cosa che amo.

Salgo in sella alla mia bambolina e indosso il casco andando via dal mio ultimo passatempo. Una tipa qualche anno più grande di me che voleva spassarsela senza impegno.
E chi sono io per dirle di no?

Parcheggio davanti al mio bar preferito ed entro dentro. Si chiama Burny's ed è ricco di ragazze e donne di tutte le età.
Vengo qui ogni giorno a volte anche per rimorchiare qualcuna, ma oggi solo per prendermi da bere e rilassarmi.
Anche stasera è ricco di gente seduta sui divanetti, intorno ai tavoli rettangolari di legno scuro.
È un ambiente moderno e dove, soprattutto ai giovani, piace venire e stare in compagnia. La musica riempie la sala e infatti mentre raggiungo il bancone mi distraggo a guardare delle ragazze che ballano e si divertono.

Mi siedo e ordino una birra alla barista che ci lavora. È uno schianto, ma crede che io sia uno specie di serial killer, quindi mi sta sempre alla larga, infatti porta il bicchiere e non mi degna nemmeno di un'occhiata, anzi, quasi scappa via.
Sorrido sghembo e appoggio una mano sul bancone. «Non ti mangio, tesoro.»
Fisso il suo fondoschiena e cambio idea. «Anzi, sì, cazzo. Niente male...»

«Porco!» la difende la sua collega, che arriva all'improvviso facendomi sussultare. Ha urlato e l'ha sentita tutto il locale.
«Ehi, calmati, Barbie. Vuoi che controlli anche il tuo?»
La osservo. Ha i capelli biondi che le ricadono sulle spalle, gli occhi azzurri e un viso da Barbie. Per questo l'ho chiamata così. Mi piace dare un nomignolo a tutte le donne. Credo che lei sia nuova perché non l'ho mai vista da queste parti.

Fa una smorfia di disappunto e incrocia le braccia sotto il seno. I miei occhi vanno a finire direttamente lì.
Piccoli, ma non spiacevoli. Ha una camicetta nera che non fa intravedere nulla, abbotonata fino al collo.
Peccato.
«Se non la smetti, chiamo il titolare e ti faccio sbattere fuori!» grida ancora, infuriata.
Sospiro e riporto lo sguardo sul suo viso. Il suo modo di fare mi sta urtando i nervi.
«Datti una calmata. Non ti ho mica ucciso il cane!»
Volevo solo rilassarmi e questa qui sta rovinando tutto. Non ho nemmeno ancora toccato la mia birra.

«Sono nuova, ma cosa credi? Che non abbia sentito parlare di te dalle mie colleghe? Vieni qui ogni giorno e ci provi sempre con qualcuna, e appena ti ho sentito e visto, ho subito capito che eri tu il maniaco! Si vede anche dalla tua faccia da schiaffi.»
Che diamine. Maniaco??! Faccia da schiaffi?
Ora non ci posso provare con nessuna, che vengo considerato un maniaco?
Bene, ottimo.
Ho una faccia da schiaffi?
Ancora meglio.
Devo dire che ho una bellissima reputazione, immeritata per altro.

Mi alzo e lascio il bicchiere intatto.
«Prenditi questa birra, bevila, poi affogati, stronza.»
Subito dopo me ne vado a testa alta, incurante di tutte le persone che si sono girate nella mia direzione a guardare tutta la scenetta.
«Vaffanculo!» grida, mentre io apro la porta.

Fuori c'è vento e un po' di pioggia. Siamo ad agosto, ma del bel tempo, la sera, nemmeno l'ombra.
Dalla tasca dei miei jeans, tiro fuori una sigaretta, la accendo e aspiro il fumo.
Mi serve per calmarmi e infatti dopo un po' funziona.
Non fumo quasi mai, ma porto un pacchetto sempre in tasca nel caso in cui dovessi sfogarmi.

Una volta finita, la butto nel posacenere e raggiungo di nuovo la mia moto.
Un'ora dopo sono in un altro bar, stavolta un posto più tranquillo con poche persone e nessuna rompi palle in vista.

Mi sono seduto da solo, in un angolo, e diamine, mai come stasera mi sono sentito così di malumore.
In genere non mi faccio abbattere facilmente, ma non sopporto essere giudicato solo dalle apparenze, è una cosa che tollero da troppo tempo e se faccio del mio meglio per fregarmene, non vuol dire che non mi dia fastidio.

Molte donne mi temono per il mio aspetto.
Non ho esattamente il viso da bravo ragazzo. Ho uno sguardo che incute un certo timore, ne sono consapevole, anche se tante ne sono attratte proprio per questo motivo.
Oltre che scopare a destra e sinistra, non ho mai ucciso nessuno, né fatto nulla di vagamente illegale, perciò ho la coscienza pulita.
Fanculo a chi crede il contrario.

Stavolta non mi sono limitato a una birra, ma ci sono andato giù pesante prendendo un punch. Vodka, rum, gin e brandy mischiati tutti insieme con succo di frutta.
È così forte che mi sento già su di giri, soprattutto dopo il terzo di fila.

Devo ammettere però che ubriacarmi non è poi tanto male, i pensieri stanno cominciando a offuscarsi, sostituiti da una voglia irrefrenabile di fare due cose: andare a letto e dormire come se non ci fosse un domani, o scopare con qualcuna a cui piaccia la mia "faccia da schiaffi".

Non mi ci vuole molto per decidere cosa fare e qualche secondo dopo infatti mi alzo, andando verso un gruppetto di ragazze che parlano tra loro e che ogni tanto mi hanno lanciato qualche occhiata.
«Chi di voi vuole venire a farsi un giro con me?»
Non guardo nessuna in particolare. Mi vanno bene tutte e sei, anche insieme. Sì, forse un'orgia è proprio ciò di cui avrei bisogno.

«Io.»
Una di loro si avvicina e mi sorride, interessata.
Mi accontento lo stesso.
Le prendo la mano destra e saluto le altre. «Ve la riporto. Forse» dico con voce più cupa.
L'ultima parola fa venire i brividi a tutte e io sorrido tra me e me.
Mi credono un serial killer? Facciano pure...
Almeno mi diverto a fingere di esserlo davvero.

«Dove vuoi andare?» chiedo, per gentilezza. Sono ubriaco, sì, ma non la porterei da nessuna parte che lei non voglia. E se vuole rimanere qui e andare in uno stupido bagno, a me va bene qualsiasi cosa. Anche perché dubito sarei capace di guidare con lucidità.
«Nel bagno delle donne» mi risponde con mia grande gioia. Meglio così.
Ci avrei potuto scommettere.

Raggiungiamo il bagno e chiudo una tra le dieci porte presenti. Noi uomini ne avremo si e no tre, mentre le donne hanno un'intera reggia a disposizione.

La metto con la schiena al muro, mentre io le sto di fronte.
La tipa di cui non conosco il nome si avvicina per baciarmi, ma allontano il viso, scuotendo il capo.
Ha i capelli scuri e molto lunghi fino a coprire il seno. Le labbra sono gonfie e sembrano rifatte e il trucco negli occhi è così pesante da sembrare una maschera.
Non ha niente di nemmeno lontanamente naturale.

«Mi dispiace, dolcezza, ma non bacio nessuna. È una delle mie regole.»
«Perché?» afferra la mia camicia bianca e comincia a sbottonarmi i bottoni uno ad uno.

Io metto le mani sui suoi fianchi e le bacio il collo, salendo fino al lobo che incastro fra i denti, respirando all'interno del suo orecchio e creandole brividi ovunque. Piccoli gemiti fuoriescono dalla sua bocca, mentre mi tocca i pettorali sodi e muscolosi e finisce per tastare ogni singolo quadrato di addominali, concentrandosi a non saltarne nemmeno uno.
Le sue unghie sono piacevoli, anche se esageratamente lunghe.

«Perché preferisco dedicarmi ad altro...» mormoro con voce sensuale.
Scendo lentamente fino a toccare una natica e stringerla tra le dita. Ha un vestito cortissimo che la copre a malapena e spostandola di poco, scopro con piacere che non porta nemmeno l'intimo.

«Sei nuda lì sotto.»
Torno un po' indietro con il viso per guardarla negli occhi castani.
«Sì. Perché, ti dispiace?» solleva un sopracciglio con un mezzo sorriso.
«Affatto.»
«Allora scopami. Che aspetti?»

Si gira di spalle e mi sbatte il sedere sopra la mia erezione, spingendoci sopra e strusciandosi contro.
«Come vuoi, tigre» rispondo, divertito.
Fanculo di nuovo a tutte quelle donne che non sanno cosa si perdono, quando mi guardano come se avessero paura di me.

Mi sbottono i pantaloni, calo giù i boxer e indosso un preservativo. Subito dopo le afferro nuovamente i fianchi e senza alcun tipo di preliminare che a quanto pare non le interessa e che sarei stato disposto a darle, sprofondo dentro di lei con una spinta che la fa urlare di piacere.
«Oh, sì!» grida, ansimante.

«Non urlare, dolcezza. Siamo in un bagno» ridacchio.
«Non mi importa. Continua!» mi supplica.
E continuo così, con mille altre spinte che le fanno venire orgasmi uno dopo l'altro, finché infine, stremata, non mi dice che non riesce più a reggere.

Io non sono riuscito a venire, ma non perché non mi sia piaciuto, forse più per il fatto di aver bevuto troppo, in ogni caso mi rivesto con un'erezione ancora enorme. Lei invece del tutto soddisfatta, si sistema il vestito e dopo aver fatto un enorme respiro per riprendersi, sorride e mi stampa un bacio sulla guancia.

«Semplicemente fantastico» sussurra al mio orecchio.
Sorrido fiero e la guardo mentre apre la porta e si allontana da me, lasciandomi solo.

Quando ritorno in sala, la vedo andare incontro alle ragazze con cui era prima che aspettano sicuramente di sapere cosa è successo. Mi siedo sulla sedia davanti al bancone e ordino un altro drink, ma dopo un secondo qualcuno mi tocca la spalla. «Ehi?»
Quando mi volto, trovo tutte e cinque le sue amiche che mi guardano.

E adesso cosa vogliono?

Quella che mi ha toccato la spalla si avvicina per parlarmi. «La nostra amica ci ha detto che sai scopare da Dio. Ti va se ci fai un giro a tutte?»

Alzo un sopracciglio e prima rimango sorpreso, poi scoppio a ridere.
«No, ragazze. Sono troppo stanco adesso, ma tenetevi pronte per un'altra volta»
Gli faccio l'occhiolino e le loro facce deluse, mi divertono un mondo.

«Va bene. Come vuoi» si stringe nelle spalle e richiama le altre con sé.
Vanno via e io rido nuovamente. Il malumore è sparito del tutto perché sì, sembro pericoloso, ma in fondo non regalo altro che piacere.


















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