La Scatola dei ricordi

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La scatola dei Ricordi.

Attraversa lentamente la stanza con l'intento di dirigersi verso la piccola libreria in controluce, ma improvvisamente la sua attenzione è attirata da una grande scatola dagli angoli sgualciti posata sulla scrivania della camera.

La prende tra le mani tremolanti e nella penombra si incammina verso la poltrona sistemata in un angolo.

Nella camera l'unico rumore che sovrasta è quello di un orologio a pendolo che segna l'inesorabile scorrere del tempo.

Il Vecchio dopo aver lanciato un'occhiata furtiva a questo, si concentra completante sull'oggetto che ha tra le mani. Si siede e con un lieve sospiro apre La Scatola dei Ricordi.

Il primo contenuto su cui va a posarsi lo sguardo è un ricordo.

Il ricordo mostra sua moglie, ringiovanita di una cinquantina d'anni, con la pelle liscia e i morbidi capelli mossi dal vento.  L'alone di una dolce attesa sembra renderla ancora più graziosa di com'è.

Segue l'immagine di sè stesso, nel vigore delle sue forze, entrare con impeto nella camera da letto dove lei lo aspetta con un sorriso timoroso incastrato sulla bocca; l'uomo sa che lei ha fatto qualcosa che non doveva fare, merita una punizione. La picchia. Lei urla di smetterla. Lui non smette. Sangue viscido abbraccia le gambe della donna, accarezzandole dolcemente le cosce. Fiori scarlatti si disegnano sul letto.

Vede un'esile vita volare via dal corpo di sua moglie quella notte.

Il Vecchio rimette il Ricordo dentro la scatola, fa per chiuderla sapendo che non contiene nulla di buono, ma improvviso, un altro attira la sua attenzione. Lo prende e lo osserva con diffidenza.

C'è ancora sua moglie, qualche anno più tardi. Ha in braccio un bambino di due o tre anni. Lei non sorride più, il volto ricorda i segni della violenza che ha dovuto subire, gli occhi brillano di malinconia.

Il piccolo bimbo paffuto corre maldestro dietro al padre, cercando di attirare l'attenzione di lui senza riuscire nell'intento. L'uomo lo scaccia via con una mano, infastidito e annoiato. Non ha tempo da perdere in sciocchezze come quelle, ritorna a fare le sue piccole faccende più importanti di suo figlio.

Il Ricordo si sgretola fra le mani del vecchio mentre una lacrima sembra affacciarsi su quei occhi aridi.

Fruga ancora nella Scatola. Testardo, sa che ci dev'essere anche qualcosa di bello. Dev'essere così per forza.

Il bimbo è cresciuto ora. È diventato più grande, ha imparato a vivere nell'ombra del padre. Il suo cuoricino ha vissuto violenza. Non è grande abbastanza per poter cambiare le cose, ma è dovuto diventare abbastanza maturo per sapere. Lui sa di odiare il padre.

Quest'angosciante consapevolezza rode Il Vecchio da anni.

Ora, tra le mani si ritrova una fotografia.

La stanza del figlio è a soqquadro. I suoi giochi sono stati rotti e lo scaffale è dei libri a terra con i libri strappati. L'artefice è il padre. Non riesce ad accettare che il figlio sia cresciuto quel tanto da riuscire a sfuggire alle sue regole. Lui è sempre stato quello che le ha dettate, e non può permettere a qualcuno di infrangerle.

La fotografia cade a terra. Si frantuma.

Il Vecchio posa La Scatola dei Ricordi sulle ginocchia e chiude gli occhi. Respira piano, con la paura di far rumore.

Buio.

Senza fretta, riapre la Scatola.

Brividi.

Questo ricordo è spiegazzato, con gli angoli consunti. È sbiadito con il tempo, quello che ricorda è offuscato.

Sua moglie è riuscita a scappare una volta per tutte, se n'è andata via dal mondo senza una via di ritorno. Meglio così: era diventa solo un vecchio rottame di ossa e sentimenti logorati. Ora lui e suo figlio sono rimasti soli. Suo figlio e lui.

Gli anni hanno cominciato a pesare troppo presto su quelle spalle che volevano essere invincibili. Ora ha quel figlio che è diventato improvvisamente un piccolo uomo, quello su cui contare, lo stesso che ha cominciato ad esistere di punto in bianco.

Ma il figlio sa di non aver mai avuto un padre degno di quel nome.

Basta.

Il vecchio ha improvvisamente perso la forza di continuare a guardare nella Scatola. Ma questa, ha ancora molto da raccontare.

Ancora una volta il protagonista del ricordo è il figlio.

È diventato un grande uomo, spalle larghe e portamento da duro. Vuole dimenticare ciò che gli ha fatto vivere lui, ma sa che non potrà mai dimenticare buttando nell'angolo della propria coscienza, la violenza che suo padre infliggeva a lui e a sua madre. Sa solo che non sarà come il padre. Lascia il tempo come suo Giustiziere.
E il tempo si sa, non lascia via di scampo a nessuno.

Il Vecchio pensa di aver toccato il fondo della scatola ma si sbaglia, perché la cornice di una foto con il vetro incrinato gli trafigge il cuore.

Il figlio non sopporta più la presenza ingombrante di lui, quel padre che non è mai stato un padre. Quell'uomo che non ha saputo altro che covare violenza e orgoglio, non merita di essere protetto, non merita il calore di una famiglia, quelle vecchie ossa non meritano più niente.

Il vecchio non riesce a guardare qualcos'altro ancora di quella foto. La butta di nuovo sul fondo della Scatola aumentando la sottile crepa del vetro.

Un ultimo ricordo prende per mano Il  Vecchio e lo porta di nuovo nel Passato, questa volta non troppo lontano.

il figlio sta accompagnando il vecchio padre in un ospizio di qualche sperduto paesino. Se ne sta liberando.

Il padre sa che questa è l'ultima volta che vedrà suo figlio. Il figlio sa che non vorrà più vedere il padre.

Il Vecchio non vede il figlio da anni ormai. Non si ricorda nemmeno i lineamenti del suo viso, non ha mai fatto caso ai suoi tratti, non ne ha mai avuto tempo quando adesso si ritrova con tutto il tempo del mondo.

Chiude una volta per tutte La Scatola dei Ricordi. La stessa da cui, sconfitto, non ha trovato nessun bel ricordo che potesse scaldargli quei brandelli grigi del proprio cuore.

Ma sa che dovrà rifare i conti, aprendola un'altra volta soltanto, quando l'Angelo della Morte verrà a fargli visita. E sa anche, che quel momento è troppo vicino.

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