Like a rat trapped in a maze

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Jungkook appoggiò la testa contro le piastrelle color tortora della sauna e chiuse gli occhi per un attimo, erano in Cina da quasi un mese e lui iniziava a sentire troppo la mancanza di Greta.

Quella sera le aveva mandato una foto di Shanghai vista dalla sua stanza ma lei non gli aveva ancora risposto, forse non l'avrebbe mai fatto, ormai la conosceva.

La porta della sauna si aprì ed entrarono tre uomini, due di loro piuttosto piazzati e l'altro invece con una corporatura tutto sommato nella media.

Gli occorsero solo pochi secondi per rendersi conto del fatto che quei tre soggetti non gli fossero affatto estranei e iniziò ad agitarsi.

Si sistemò l'asciugamano in vita e fece per alzarsi.

-quanta fretta Signor Jeon Jungkook.- esordì Anatolij con voce ferma.

-ragazzi fatelo stare comodo- aggiunse parlando ai suoi gorilla che si avvicinarono a lui con fare tutt'altro che amichevole.

-cosa vuole da me?- domandò Jungkook innervosito da quell'incontro inatteso e decisamente spiacevole.

-da una marionetta come te, poco e niente; ma voglio qualcosa da Greta, ho bisogno che lei mi faccia un favore dei suoi, ed ultimamente fatico a farla ragionare; così ho pensato che magari il suo toy-boy potesse essermi utile in qualche modo-

-Greta non vuole avere nulla a che fare con lei- fece Jungkook.

-si da il caso che io e Greta abbiamo avuto parecchio "a che fare" in passato, non so se mi spiego- gli disse con un sorriso sghembo ed uno sguardo di strafottenza sul volto.

-non ci credo-

-sai, lei ha una carinissima voglia a forma di cuore proprio lì.. immagino tu l'abbia notata- gli disse allora Anatolij giocherellando con la sua fede d'oro.

Jungkook deglutì, non poteva credere che lei non gli avesse detto di aver avuto una storia con quell'uomo.

-bene, ora che ho la tua attenzione ti spiego cosa vorrei che lei facesse per me- aggiunse il russo assertivo.

-Greta non fa nulla che non voglia fare- disse Jungkook cercando di svincolarsi un'ultima volta da quella situazione.

-ed è per questo che vorrei che tu usassi le tue doti per convincerla; parliamoci chiaro, io conosco i gusti in fatto di uomini di Greta e tu non rientri per niente nel suo target, sei infantile, impulsivo e non mi sembri neanche un grande oratore; immagino tu abbia l'unica dote nascosta tra le gambe, altrimenti non si spiega proprio.- disse Anatolij mortificandolo.

Jungkook decise di ascoltare in silenzio quello che Anatolij volesse da lui, anzi da Greta; si sentiva ribollire il sangue nelle vene e avrebbe volentieri preso a pugni la sua faccia spigolosa fino a ridurla ad una poltiglia informe.

-un'ultima cosa prima di andare, solo una formalità per fare in modo che Greta sappia che posso arrivare al suo giocattolo ovunque nel caso volesse ancora fare la preziosa- disse Anatolij prendendo il cellulare e fotografando Jungkook seduto tra le sue bodyguard.

-e se lei comunque non accettasse?- domandò Jungkook.

-accetterà... tu assicurati di scoparla per bene e di farla stare sopra, le piace- disse Anatolij dandogli un buffetto sulla guancia e godendosi lo spettacolo degli occhi del giovane che si riempivano nuovamente di collera.

-ah e un'altra cosa, ho molte altre foto di voi due insieme e sarebbe un vero peccato se venissero fuori; da quello che so, le tue fan non amano particolarmente Greta, non vorrei facessero qualcosa di avventato- gli disse prima di allontanarsi definitivamente ed uscire dalla sauna.

Non appena la porta di chiuse Jungkook tirò un pugno contro la seduta in legno sotto di lui, non riusciva a credere di essere in una situazione tanto di merda, a causa della donna di cui era innamorato; ma nonostante la frustrazione, nel suo cuore non c'era rabbia nei confronti di Greta, anzi era preoccupato per quello che aveva detto alla fine Anatolij a proposito delle fan, e di quello che avrebbero potuto farle.

Quando rientrò nella sua camera da letto, prese in mano il cellulare e notò tre chiamate senza risposta da parte di Greta.

La richiamò immediatamente dato che era strano.

-ti ha fatto qualcosa?- furono le prime parole che Greta gli rivolse.

-come lo sai?-

-mi ha mandato la tua foto con le sue bodyguard. Ti ha fatto del male?- domandò lei ancora una volta.

-sto bene- le disse cercando di mantenere un tono calmo e conciliante dato che si era reso conto che lei fosse più agitata del solito.

-farò quello che mi ha chiesto, non ti darà più fastidio- gli disse.

-non devi farlo se non vuoi- le disse con voce incerta.

-tu non lo conosci..- gli rispose Greta.

-noona, è vero che siete stati insieme?- le domandò anche se conosceva già la risposta.

-si, ho fatto molti errori nella mia vita ragazzino- disse lei.

-eri innamorata di lui?-

-certo che no, era solo sesso- rispose.

-parleremo seriamente di questa parte del tuo passato quando tornerò a Seoul?- le domandò infine.

-sì, te lo prometto- gli rispose.

-bene... ti amo noona- le disse.

-lo so, notte ragazzino- rispose lei chiudendo la chiamata.

Jungkook rimase a fissare il suo letto, ogni volta che le diceva quelle fatidiche parole, sperava di sentirsele dire di rimando, voleva che succedesse con tutto sé stesso, perché era innamorato di lei, forse troppo.

La loro non era una relazione bilanciata, lo sapeva perfettamente, ma continuava a sperare, non poteva farne a meno.

Lui sperava.

La settimana seguente alla sua chiacchierata al telefono con Anatolij; Greta aveva fatto tutto quello che lui le aveva domandato, e gli aveva detto che non le importava di Jungkook, e che voleva solo evitare casini con la sua azienda.

Aveva mentito nella speranza che Anatolij non lo cercasse più, ma non era del tutto certa che lui le avesse creduto.

Anatolij era come una vecchia tigre, fiutava la paura del suo avversario a chilometri di distanza, sapeva sempre quello che una persona stava pensando anche prima di lei.

Era astuto e senza alcun tipo di bussola morale, l'unica cosa che contava per lui era il profitto, fare soldi e basta.

Un tempo era stata esattamente con lui, poi una volta arrivata in Corea si erano persi di vista e lei aveva conosciuto Yoon e Si-Woo, iniziando così un nuovo capitolo della sua vita.

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