If i told you what i was, would you turn your back on me?

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Jungkook era in piedi davanti a Greta, non appena erano atterrati, in barba a tutte le regole ed i loro protocolli interni si era fatto portare direttamente a casa di lei, doveva vederla parlare di quello che era successo, non avrebbe resistito un giorno di più.

-accomodati- gli disse lei facendolo entrare.

-avrei dovuto avvertirti- ammise lui notando che era stanca e che di certo non si aspettava una sua visita a quell'ora.

-tu non devi avvisare, puoi passare quando vuoi- gli disse sincera.

-davvero?-

-davvero, ora vai a farti una doccia mentre io ti preparo qualcosa di caldo, si gela in questi giorni fuori- disse Greta.

-va bene- fece lui incamminandosi lungo il corridoio che portava al bagno.

Greta si voltò per andare in cucina, quando si sentì abbracciare da dietro.

-mi sei mancata troppo in questi due mesi- le disse serio.

-anche tu- gli rispose, anche se non era del tutto vero; le era mancato ma probabilmente non quanto lei era mancata a lui.

Jungkook sciolse il loro abbraccio e si diresse a grandi falcate verso il bagno, una doccia calda era quello che gli serviva in quel momento, per risvegliarsi e prepararsi alla conversazione che aveva intenzione di intavolare con lei riguardo le sue storie passate, anche se non era del tutto certo di essere pronto.

Quando lui si sedette sul divano con i capelli ancora bagnati ed iniziò a mangiare, Greta lo guardò storto.

-che c'è?- fece lui.

-perchè sei allergico al fatto di asciugarti i capelli?- gli disse infastidita.

-si asciugano lo stesso noona-

-c'è la neve fuori, non puoi stare con i capelli bagnati- sentenziò Greta alzandosi dal divano e andando a recuperare il phon in bagno.

Lui la guardò meravigliato quando si posizionò alle sue spalle ed iniziò ad asciugarglieli lei stessa.

Sentire le mani di Greta che gli accarezzavano i capelli dolcemente, fece sorgere in lui un senso di calma, che non provava da tempo, si sentiva amato.

Lei non era brava con le parole, ma sapeva prendersi cura delle persone, o quantomeno di lui e questo gli era sufficiente.

Quando lei spense il phon, Jungkook decise di prendere il coraggio a due mani e parlare di quello che era successo in Cina e di conseguenza, domandarle del suo passato amoroso.

Greta si sistemò sul divano a fianco a lui ed iniziò a parlare; gli raccontò di come avesse conosciuto Anatolij ad una festa universitaria e di come loro avessero iniziato a frequentarsi. Lui a quei tempi era un assistente di un professore alla facoltà di economia, era più grande di lei ed aveva un ascendente su di lei, l'aveva catturata, con le sue parole da rivoluzionario, i suoi modi di fare freddi e calcolati; Greta si era sentita finalmente compresa davanti ad una persona che le assomigliava tanto, o almeno così credeva.

Si era resa conto in fretta del fatto che Anatolij al contrario di lei, non aveva alcuno scrupolo, non gli importava nulla del prossimo, lui voleva solo fare soldi e tenere in scacco quante più persone possibile.

Lei invece era un idealista, voleva aggirare il sistema per aiutare non solo sé stessa, ma anche il prossimo.

Non erano mai stati davvero simili.

Gli raccontò del suo periodo in Russia, di tutti i soldi che avevano iniziato a fare lei ed Anatolij, grazie alle soffiate di lui ed alla sua bravura con il computer; poi era arrivata Margarita e lui l'aveva tradita, più in fretta di quando lei si sarebbe aspettata. Ma non c'erano state scenate tra loro, lei aveva fatto le valigie per la Corea e lui le aveva pagato il biglietto, accompagnandola persino all'aeroporto.

Nessun dramma.

Si erano sentiti anche negli anni a venire, anche mentre lei stava con Si- Woo, che mal sopportava la presenza di un terzo incomodo nella loro relazione.

E forse anche per questa ragione si erano lasciati.

-Quindi tu e Si-Woo siete stati insieme?- le domandò serio.

-sì, qualche mese- rispose sincera.

-e non provi più niente per lui?-

-perchè dovrei? -

-non lo so, sembrate così uniti- le disse.

-lo siamo, ma averlo vicino non mi provoca più alcun turbamento; inoltre lui è un grande sostenitore della nostra relazione- disse per rassicurarlo.

-e per Anatolij... provi qualcosa per lui?-

-no, però siamo incastrati in una fitta rete di favori reciproci e non vorrei ritrovarmi la finanza fuori dalla porta una mattina...- gli disse.

-l'ultimo favore che ti ha chiesto, l'hai fatto per me?- le domandò col cuore in gola.

-sì, mi ha spaventato l'idea che ti potesse succedere qualcosa a causa mia e..- Greta non fece in tempo a terminare la frase che le labbra di Jungkook la raggiunsero, baciandola con una tale urgenza da lasciarla quasi senza fiato.

C'era sollievo e disperazione nel modo in cui la stava baciando; Jungkook la costrinse a sdraiarsi sul divano per poi sistemarsi sopra di lei, voleva tenerla al sicuro, da Anatolij, dal suo passato, e dalla sua vita di Idol.

Da ogni cosa.

Per il resto della sua vita.

Greta gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi.

-cosa c'è che non va ragazzino?- gli domandò.

-sono spaventato noona- le disse lasciando che lei gli accarezzasse le guance.

-da cosa?-

-da quello che potrebbe succedere-

-Jungkook... le cose succedono, sia che noi siamo spaventati, sia che non lo siamo, è la vita-

-tu mi ami noona?-

-Jungkook...- fece lei sospirando.

-perchè non me lo dici mai?- le chiese allora lui.

-probabilmente perchè non l'ho mai detto a nessuno prima, quindi ho paura anch'io- gli rispose, conscia del fatto che in quella risposta ci fosse una delle verità che aveva sempre faticato ad ammettere anche con sè stessa; era spaventata all'idea di innamorarsi di qualcuno, lo era da sempre.

-e sarebbe così terribile se fossi io il primo a cui lo dici?- gli sembrava quasi di supplicarla in quel momento, ma voleva sentirselo dire e voleva che fosse lei a dirglielo.

-io so che ho paura di perderti ragazzino- ammise Greta perdendosi probabilmente un istante di troppo in quegli occhioni da cerbiatto che il ragazzo si ritrovava.

-è per questo che devo dirti un'altra cosa, una cosa che avrei dovuto dirti molto tempo fa e che non posso più nasconderti- aggiunse guardandolo seria.

Jungkook si sollevò dalla sua posizione e rimase fermo ad ascoltare non appena lei riprese a parlare.

Quello che lei gli disse lo fece a pezzi, come aveva potuto fare una cosa del genere, a lui, a loro. Come aveva potuto approfittare della sua posizione e del suo lavoro per vendere la vita privata di altre persone.

In un impeto di rabbia si alzò e la sentì afferrargli un braccio.

-Jungkook mi dispiace, non vi conoscevo allora-

-e quindi era giusto farci una cosa del genere?- le urlò con gli occhi gonfi di lacrime ed il fiato corto, non riusciva quasi a respirare, non poteva credere a quello che lei gli aveva appena confessato.

-Jungkook..-

-No, tu non hai più nessun diritto di chiamarmi per nome, io ti odio- le disse prima di divincolarsi e dirigersi verso la porta d'ingresso.

-dove vuoi andare?! non hai la macchina, chiama il tuo manager e fatti venire a prendere-

-ti preoccupi per me adesso?- le disse con rabbia.

-avrei dovuto continuare a nascondertelo- disse sentendo che lo stava perdendo per un errore commesso prima che si conoscessero davvero.

-dammeli, ovunque tu li tenga dammeli immediatamente- le disse.

Greta non disse nulla e spostò il quadro che nascondeva la cassaforte, digitò il codice senza riuscire a smettere di tremare mentre lo sentiva chiamare il suo manager.

Gli passò una chiavetta ed una memoria esterna.

-è tutto?- le domandò lui.

Lei annuì e lo guardò scaraventarli entrambi a terra per poi distruggerli saltandoci sopra più volte.

-Jungkook mi dispiac..- non riuscì a finire la frase perchè lui le mise una mano sulla bocca impedendole di parlare, e non riuscì a fermare le lacrime che riempivano i suoi occhi che finirono col rigarle le guance mentre lui la guardava con delusione e rabbia.

-non voglio più sentirti dire nulla, non mi cercare, non ti azzardare nemmeno a pensare a me; non lo dirò ai ragazzi ma sappi che non ti voglio più avere attorno. Tu non hai idea di quello che si prova a vedere le proprie immagini private in mano a chiunque.. sei tu la ragazzina Greta, non io- le disse prima di andare in camera da letto e recuperare quante più cose sue potesse per poi andarsene per sempre.

Greta sentì la porta chiudersi con un tonfo sordo e si lasciò andare in un pianto così disperato che non credeva di poter reggere.

Avrebbe dovuto tenerlo fuori dalla sua vita sin dall'inizio, ma non c'era riuscita e ora doveva fare i conti con i suoi stessi errori di valutazione e con un amore che non sarebbe mai più stato corrisposto.

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