She's a keeper

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La giornata con Bambam e Yugyeom era letteralmente volata, Jungkook in quel momento si ritrovava a giocare sul divano mentre Greta preparava la cena.

Lei aveva insistito nel ribadire che non ci fosse problema se avessero voluto fermarsi ancora e cenare con loro, ma li avevano lasciati soli.

" lei mi piace Koo... comportati bene e tienitela stretta" gli aveva appena scritto Bambam sulla chat di gruppo facendolo sorridere.

Si alzò e la raggiunse in cucina, era stanco di giocare, voleva starle un po' intorno.

.dovrò fare ore di palestra per smaltire tutto quello che stai preparando- disse arrivandole alle spalle.

-problema tuo- fece Greta facendo mantecare la pasta nella padella che teneva in mano.

-ma anche tuo, vuoi un fidanzato grasso?- fece lui e Greta lo fulminò con una semplice occhiata.

-non intendevo.. cioè, dai non l'ho detto con l'intenzione di offenderti- le disse.

-non ti agitare, a quanto pare ci ha pensato il Karma a fotterti, dato che ti sei preso una cotta per una cicciona- gli disse Greta spegnendo il fornello.

Jungkook stava per risponderle per cercare di salvare la situazione come meglio poteva ma il suono del cellulare di Greta non glielo permise; solitamente lei non rispondeva alle chiamate quando era in compagnia di qualcuno, una volta gli aveva confidato che la trovava una grossa mancanza di rispetto, vedendola rispondere credette che fosse tutta colpa sua, di aver superato il limite e se ne rammaricò.

La vide cambiare espressione dopo aver scambiato solo un paio di battute col suo interlocutore, parlavano in inglese e lui faceva fatica a seguire tutto il discorso.

Greta era incerta sul da farsi, Luke l'aveva chiamata perché la situazione era abbastanza urgente e richiedeva un intervento immediato, si voltò verso Jungkook mordicchiandosi il labbro inferiore, non si fidava ancora troppo di lui, quell'occasione poteva essere un test di prova.

-posso usare il tuo computer?- gli chiese allontanando un attimo il cellulare e coprendo il microfono.

Jungkook si limitò ad annuire e lei si diresse in camera da letto senza aggiungere altro.

Greta chiuse la chiamata con Luke e si mise a trafficare sul computer di Jungkook, si era ripromessa di non farsi più coinvolgere nei casini di Hong Kong dopo l'incidente, ma non poteva lasciare un amico nella merda, conosceva Ryan da anni e sapeva che Luke non l'avrebbe chiamata se non fosse successo l'irreparabile, quel pomeriggio c'era stata una retata della polizia nel giornale ed avevano arrestato Ryan ed altri redattori con accuse assurde a proposito della loro presunta propaganda sovversiva nei confronti di Pechino e ciliegina sulla torta, avevano congelato tutti i loro capitali, così che non potessero portare avanti il loro lavoro.

-non vuoi sapere quello che sto facendo?- chiese sentendosi osservata.

-è illegale?-

-non questa parte... sto solo trasferendo capitali su un conto fantasma per un amico-

-e la parte illegale invece?-

-devo creare un codice per un amico, che lo aiuterà ad entrare nel sito del suo giornale che al momento è stato oscurato dalla polizia cinese... posso andare a a farlo a casa mia se vuoi- gli disse voltandosi a guardarlo.

-puoi usare il mio computer... starai attenta, vero?- le rispose.

-sarà come se non fossi mai stata qui; e più tardi ti installo un paio di cose, per evitare il furto dei dati.- rispose per tranquillizzarlo.

Jungkook prese una sedia e si sistemò affianco a lei, osservandola lavorare, mentre gli spiegava che cosa fosse successo ed il motivo per cui stesse facendo quello che stava facendo in quel momento. A lui piaceva particolarmente quel lato così ribelle di Greta, il suo opporsi a ciò che non riteneva corretto con tutti i mezzi che aveva a disposizione che fossero legali o meno.

Si alzò dopo una mezz'ora per andare a prendere qualcosa da mettere sotto i denti per entrambi, dato che le cose erano più complesse e le tempistiche più lunghe di quello che gli avevano sempre fatto credere i film sugli hacker, dove in dieci minuti, tutto era risolto ed il protagonista aveva hackerato il sito del Pentagono.

Greta reclinò la testa contro lo schienale della sedia, dopo più di un'ora di tentativi erano riusciti nel loro intento, inviò un ultimo messaggio a Luke e poi spense il computer prima di voltarsi verso Jungkook.

-facciamo due passi?- gli chiese.

-ma è quasi mezzanotte... restiamo in casa, magari ci guardiamo qualcosa- tentennò Jungkook.

-sei preoccupato che ci vedano insieme?- fece lei.

-no- rispose secco ed infastidito per quell' insinuazione.

-allora usciamo- concluse Greta alzandosi per raggiungere il soggiorno.

Jungkook la seguì senza aggiungere altro.

Camminarono a lungo tenendosi a distanza l'uno dall'altra, come se fossero due perfetti sconosciuti che per caso si erano ritrovati a passeggiare nell'isolato perchè non riuscivano a prendere sonno.

Jungkook accelerò leggermente il passo e la raggiunse, le afferrò una mano e la fece voltare verso di lui.

-non volevo offenderti prima in cucina- le disse convinto che quello che aveva detto le avesse dato fastidio.

-Jungkook, non ti devi scusare; mi sono fatta le ossa con la gente che faceva battute sul mio peso- gli rispose.

-ma io non dovrei essere tra quella fetta di persone che ti fanno sentire insicura- disse lui imbarazzato.

-tu sei convinto di farmi sentire insicura?- domandò lei quasi incuriosita da quell'affermazione.

-beh... si- le rispose imbarazzato.

Jungkook era da sempre abituato ad avere a che fare con ragazze dalla bellezza estremamente canonica, di conseguenza si sentiva nervoso all'idea che Greta potesse pensare di non essere abbastanza per i suoi standard; pensava ciò nonostante lei gli avesse fatto intendere più di una volta di non essere assolutamente preoccupata.

Greta sorrise e si avvicinò ulteriormente, afferrò il bordo del colletto della felpa di lui e lo tirò verso di sè, facendolo abbassare quel tanto che bastava per baciarlo.

-ti sembro insicura ragazzino?- soffiò a pochi centimetri dalle sue labbra.

Jungkook non ci mise molto a ricambiare il bacio di Greta, ad essere del tutto onesto con sé stesso, lo faceva impazzire il fatto che fosse lei a prendere l'iniziativa, si sentiva desiderato, e visto il modo in cui lei lo aveva sempre tenuto a distanza lo considerava un passo avanti notevole.

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