Nightmare

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Jungkook aprì gli occhi sentendosi afferrare l'avambraccio con una forza tale che il dolore lo portò ad uno stato vigile in pochi secondi.

Si voltò e vide Greta in un bagno di sudore, il suo petto che si alzava ed abbassava ad un ritmo forsennato e la stretta sul suo braccio che si intensificava sempre di più.

Non gli fu difficile rendersi conto che probabilmente stesse avendo un incubo.

Si liberò a fatica dalla sua presa e si mise a sedere sul letto cercando di capire cosa fosse meglio fare, vederla in quello stato lo faceva preoccupare.

-Greta..- la chiamò dolcemente poggiando le mani sulle sue spalle e dandole un paio di scossoni, non troppo forti.

Notando che le cose non miglioravano, provò ad accarezzarle il viso, canticchiando una ninna nanna che sua madre usava con lui da bambino.

Greta, riuscì finalmente ad uscire dal loop in cui l'incubo l'aveva costretta, aprì gli occhi e si trovò a guardare il viso di un Jungkook molto preoccupato.

-tutto bene?- le chiese mentre lei si sollevava mettendosi a sedere sul materasso.

-mentirei se ti dicessi di sì... ogni tanto sogno l'incidente. E il mio cervello si sveglia ma il corpo non risponde, e resta in fase REM... una sorta di paralisi del sonno, fa paura; a volte mi domando se morte sia qualcosa di simile a questo.- gli disse spostandosi i capelli dal volto e sospirando.

-vuoi un bicchiere d'acqua?-

-posso andare a prenderlo da sola, non ti preoccupare- rispose lei.

-lasciamelo fare noona, ogni tanto fai finta che io possa effettivamente prendermi cura di te- le disse Jungkook alzandosi da letto.

Greta si limitò ad annuire prima di vederlo scomparire oltre la porta della camera da letto.

Jungkook tornò dopo pochi minuti con un bicchiere d'acqua colmo ed un biscotto con le gocce di cioccolato, non era sua intenzione trattarla come una bambina, voleva solo che lei capisse che poteva fidarsi e mostrarsi anche vulnerabile di tanto in tanto.

Lei bevve lentamente dopo aver mangiato il biscotto che lui le aveva portato insieme all'acqua, erano alcune settimane che le succedeva di fare quel dannato incubo; si svegliava sempre a fatica a causa della mancanza di stimoli esterni dato che viveva da sola e quando le succedeva poi non si rimetteva mai a dormire per paura che accadesse una seconda volta, di solito qualsiasi ora della notte fosse, prendeva il portatile e si metteva a lavorare su qualcosa.

Forse quella notte sarebbe stato diverso.

-ti capita spesso?- le chiese Jungkook quando lei si voltò dopo aver posato il bicchiere vuoto sul comodino.

-ultimamente sì- ammise lei.

-e cosa fai di solito quando sei sola?-

-mi alzo, accendo la luce e mi metto a lavorare... ho sempre paura che ricapiti e non voglio più chiudere gli occhi, stupido vero?- fece lei.

-vuoi che restiamo svegli?-

-no... resto sveglia di solito perchè sono sola, e la mancanza di stimoli esterni rende più difficile il processo, dato che te la devi cavare da solo per tirarti fuori dallo stato di paralisi, dato che ci sei tu... possiamo fare un tentativo e rimetterci a dormire-

Jungkook sorrise e si distese sul letto, poi allargò le braccia e la guardò facendole intuire con una mimica facciale piuttosto buffa di andare ad accoccolarsi accanto a lui.

Greta si lasciò scivolare nella sua direzione ed appoggiò la fronte contro il suo petto; mentre lui la stringeva dolcemente aveva davanti agli occhi il tatuaggio che lui aveva fatto per lei, si sporse e vi depositò un bacio leggerissimo che fece tremare Jungkook, probabilmente perchè era un gesto che non si sarebbe mai aspettato.

Lo sentì sorridere sommessamente e darle la buonanotte per la seconda volta, mentre le accarezzava la schiena.

Greta sperò con tutta sé stessa di non abituarsi mai a quella sensazione di pace e protezione che stava provando in quel momento, sarebbe stato terribilmente complicato farne a meno in futuro.

Greta aprì gli occhi quando sentì delle voci provenire da oltre la porta, dato che era ancora mezza addormentata pensò si trattasse di Jungkook che parlava con qualcuno, ma guardando in basso notò che lui aveva ancora in braccio saldamente ancorato attorno alla sua vita.

Il cuore le balzò in gola, se si fosse trattato dei manager avrebbero rischiato grosso entrambi e lei non aveva intenzione di mettersi di nuovo nei casini.

-Jungkook- lo chiamò.

-mhhh... è presto noona- bofonchiò lui stringendola più forte.

-c'è qualcuno in casa- disse lei.

-cosa?- fece appena in tempo a dire lui, prima che la porta della camera da letto si spalancasse di colpo.

-non stavamo facendo niente- disse Greta in preda al panico prima di riconoscere i due ragazzi che li stavano guardando ridacchiando.

-che ci fate qui?- fece Jungkook coprendo col lenzuolo Greta per evitare che le guardassero il culo.

-Weekend 97 line..- disse Yugyeom.

-cazzo.. - sospirò Jungkook coprendosi il volto con entrambe le mani, e vergognandosi come un ladro per essersi dimenticato a quel modo di quello che aveva organizzato molto tempo prima con Yugyeom e Bambam.

-Mi sa che siamo passati in secondo piano...- commentò Bambam.

-hey...- fece Jungkook offeso dal tono che aveva usato.

Greta si intromise in quella discussione non verbale che si stava creando tra loro, domandando in cosa consistesse il "weekend 97 line" e Yugyeom le disse che sostanzialmente era un modo per stare insieme, giocare per ore e mangiare schifezze.

-Lui doveva aiutarmi con un gioco a cui sto lavorando, se vi va di essere la cavia numero due e la tre, potremmo trovare un accordo.- propose Greta

I tre si guardarono per qualche secondo e poi Bambam annuì compiaciuto.

Greta si avvolse nel lenzuolo per poter uscire dalla camera da letto.

-non guardatela!- intimò Jungkook imbarazzato.

-calmati Romeo! credi che sia il primo culo che vediamo..- lo redarguì scherzosamente Bambam.

-beh.. io non voglio che vi facciate le seghe pensando al suo!- ribattè impositivo il moro.

-Kook.. smettila- sospirò Greta, recuperando alcuni vestiti prima di sparire oltre la porta della camera da letto.

Jungkook rivolse uno sguardo scocciato ai suoi migliori amici; non voleva comportarsi come un ragazzino, ma quando si trattava di lei, la gelosia prendeva immediatamente il sopravvento.

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