CAP 30 - IL SOFFIO DEL VENTO

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Trote variegate e fumo e acqua e terra e vento,
e tutto ciò che il mare rigetta a terra di notte.
Per quando solo la vibrazione d'acciaio resterà...

Il sole abbagliante faceva da contrasto alla pigmentazione del feroce bestio. Un DRAGO NERO, ci accolse calorosamente.

"Minkia!" Alla sicula espressione, seguì una fiammata che fuoriuscì dalle fauci spalancate e che sfiorò le nostre teste.
Queste invece, furono le nostre esclamazioni in risposta.

"Modestamente..."  esordì il nano.
"Un tipo focoso, direi." Mormorai meditabondo.
"Qui la cosa sta prendendo una brutta piega!" Continuò l'elfo.
"Stirala!" Finì per tutti, lo stregone.

Mi sforzai di non insultarlo anche perché ero sempre disorientato dalla risposta. Fu Spok stavolta a intervenire, in maniera peraltro molto incisiva. 

"ZhurQui! Li vedi quei geyser laggiù? Fammi un favore! Piazzatici sopra e aspetta che si attivino!"
Mentre il Drago stava ricaricando la fornace per incenerirci definitivamente, negli occhi dello stregone qualcosa si accese.

Si voltò verso il bestio e, con un movimento fulmineo della bacchetta, lo scaraventò proprio sopra uno dei geyser. Questo si attivò quasi all'istante e lo sparò in alto assieme a una nuvola di fumo e vapori.

"Bisogna pungolarti, ma quando vuoi ti applichi!"
L'espressione di sorpresa dell'elfo era quasi commuovente.
"Volevo vedere come funzionava..."

Intanto, mentre usciva dall'atmosfera del pianeta e diventava un puntino sempre più distante, il drago emise un'ultima esclamazione:
"Suuuka! Morti foste!"

Alla strana espressione in dialetto siciliano, seguì un lampo accecante che uscì ancora una volta dalle sue fauci.
Il raggio luminoso si  infranse sulla sabbia a pochi passi da dove eravamo, innalzando fumo e polvere. Un attimo dopo, eravamo imprigionati nelle sabbie mobili, che iniziarono a inghiottirci.

"E vaffanculo, ma porco Zeus, ma non è possib..."
ZOT!
"Nano, bestemmia un'altra volta in mia vicinanza e ti prometto su ciò che ho più caro, quindi sull' Aperol... che ti strappo la barba e mi ci faccio uno scavizzolamerda da water!" Lo minacciai, mezzo bruciacchiato dalla fulminata e con la sabbia che mi arrivava ormai fin quasi al petto. La voce di ZhurQui, era l'ultima cosa che avrei voluto sentire in quel preciso istante.

"Questa la so! Me la ricordo!" Con  un deciso gesto agitò di nuovo la bacchetta, ma invece di liberarci pietrificò le sabbie mobili, impilandoci tutti dentro. Fulminai con lo sguardo prima il nano, che stava per bestemmiare ancora una volta e poi lo stregone.
"Ho inventato le sabbie immobili..." mormorò deluso.

Come se non bastasse, dall'uscita del castello spuntarono TIGRI, che feroci, stavano venendo verso di noi.
"Questa llla so di sicuro!"
Ancora un movimento di bacchetta, secco e perentorio, con finta a sinistra e a uscire. Le quattro tigri furono trasformate in TIRRANNOSAURI REX.

"Ma sei deficiente?!" esclamò esterrefatto l'elfo.
"Ohibò non l'ho fatto apposta! Ho creato il Tigrosaurus rex..." mormorò ancora pensieroso.
A quel punto incrociai le braccia e lo guardai spazientito:
"No, ci manca anche che lo fai apposta!"

"Llla so!"
Ancora un gesto, ma stavolta con finta a destra e rientro sulla sinistra. Si materializzarono decine di TENTACOLI NERI che iniziarono a stritolare sia i tirannosauri... sia noi!
"Eh! E allora sei stronzo!"
"Uffa, ma non sei mai contento, peggio di mia suocera!"

Un commuovente ricordo si fece largo nella mia memoria. Di solito questa frase la dicevo a Ines, con il particolare non trascurabile che mia suocera era per l'appunto sua madre. In risposta mi lanciava contro il primo oggetto contundente che trovava a portata di mano.

Dopo vari lanci di padelle e soprattutto dopo una boccia di prosecco appena tirata fuori dal freezer, aguzzai l'ingegno e glielo dicevo solo in spazi aperti dove, o non trovava oggetti adeguati da lanciami contro o comunque avevo lo spazio per scappare.

L'unica maniera di liberarci da lì era l'aiuto divino, non inteso in senso alcolico ma in senso ultraterreno. E l'unica maniera di evocarlo, era far incazzare il nano.
"Nano, ma quindi... sbarasti intimasti?"
"Eh?"

Un sorriso di soddisfazione immensa si formò sul mio volto. Aveva funzionato! Udii la parola magica uscire dalla bocca dello stregone e la risposta del nano in rapida sequenza.

"Puppaaa!"
"Eh ma porco Zeus, così non val..."
Il fulmine si scagliò perentorio su di lui. Ormai Zeus aveva aggiustato la mira e lo prese preciso sul fiocco. L'energia sprigionata si scaricò sulle sabbie mobili pietrificate, polverizzandole.

Eravamo quasi liberi, erano rimasti solo gli ultimo quindici centimetri che ci bloccavano i piedi.
"Llla s..."
"Eh no cazzo! Ci siamo quasi! Adesso usi il piccone!"

ZhurQui annuì deluso, materializzando un piccione. Lo prese per le zampe e iniziò a sbatterlo con il becco sulla pietra.
"Piccone! Ho detto piccone, porc..."
"Sorry!"

Vicino alla bestemmia, l'elfo incrociò le braccia, aspettando pazientemente che lo stregone continuasse la sua opera di demolizione.

Ignorai la scena perché nel frattempo avevo intravisto in lontananza quella che sembrava una baita e la osservavo incuriosito.
Dopo qualche centinaio di picconate, finalmente liberi, convinsi gli altri a raggiungere la costruzione.

"Casomai fosse un bar e facessero lo Spritz... prima mangio però!" Pensai.
L'insegna, da illeggibile divenne via via più chiara. La scritta non lasciava adito a dubbi...

"OSTERIA O' SUKO DELL'ETNA"

Per quanto mi fossi illuso, la fine di quel viaggio era ancora lontana.

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