CAP 37 - INES

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Era terminato il tempo di cercarlo. Avevano ragione le sue amiche, tornerà da sé come un boomerang, e lei lo avrebbe colto al volo.

Aprì l'applicazione di Amazon e iniziò a cercare l'oggetto del desiderio. Eccoli entrambi, sarebbero arrivati domani mattina, assieme, in un unico pacco regalo.

- Central Intelligence Agency. Manuale di  tortura
- La storia della tortura dal medioevo a oggi

Si sarebbe fatta una cultura completa e avrebbe imparato tutte le tecniche, anche le più sofisticate. Ma quel che più la soddisfaceva, era che si sarebbe limitata a farlo soffrire. Il quanto, lo avrebbe deciso arbitrariamente, lei!

Iniziò a scrutare la casa. Sarebbe sicuramente tornato di notte, il codardo. Doveva far in modo di sentirlo arrivare. Da qualche parte doveva sempre esserci quel meccanismo che architettò per farle lo scherzo del gavettone il giorno del suo compleanno. La festa a sorpresa, secondo suo marito!

Non l'avrebbe mai più dimenticata e, per quel che successe quando tutti gli invitati se ne andarono, nemmeno lui! Probabilmente ci studiò dei mesi, quel coglione, per architettare quel meccanismo di funi, perni e rondelle, pesi e contro pesi. Quando quella sera lei aprì la porta, lo fece scattare, e un secchio pieno di panna montata finì dritto sulla sua testa. Era appena stata dalla parrucchiera...

Lo avrebbe riesumato e riempito di pigmento fluo. Poi, svegliata dalla confusione, avrebbe azionato tutte quelle lampadine a raggi ultravioletti con cui aveva disseminato la casa, per pavoneggiarsi delle proprie pelli fluorescenti e fotosensibili. Il gran chimico del cuoio... il fenomeno dei pellami delle sue ovaie!

Si sarebbe acceso come la notte di Natale a New York e non avrebbe potuto nascondersi in nessun luogo della loro abitazione senza essere visto.

Annuì a se stessa, mentre andava verso la cucina per farsi una tazza di caffè concentrato. Doveva scattare come il diavolo della Tasmania in caso di successo, e un po' di doping a base di caffeina le avrebbe sicuramente giovato.

Il frullatore, posto sul piano di lavoro accanto al lavabo, attirò la sua attenzione. In quel momento ebbe un attimo di nostalgia e pensò di essere a volte troppo severa. Ma durò poco. Il ricordo di quello sconsiderato che blaterava sull'importanza della vitamina C e si dimenticava di fare l'unica cosa importante e necessaria quando si utilizza un frullatore, cioè mettere il tappo, la riportò alla realtà.
Alzò lo sguardo e rimirò per l'ennesima volta quell'alone sul soffitto, che a memoria imperitura, non me voleva sapere di venir smacchiato.

L'eruzione del vulcano Krakatoa del 1883, provocò meno danni. L'espressione terrorizzata del marito era sempre vivida nella sua memoria, mentre lei per ben tre sequenze consecutive, spostava lo sguardo soffitto – frullatore – Paolo. Poi, si fermò su Paolo.

"Non è successo niente, amore! Sistemo tutto in un attimo!"

Sì, come la volta che volle rendersi utile in casa nelle pulizie primaverili. Lo aveva anche avvertito: fai una cosa alla volta, perché non hai la capacità psichica di comandare il tuo corpo nel fare due cose diverse contemporaneamente. Invece, no!

Mentre utilizzava l'aspirapolvere di ultima generazione, che alla massima potenza era capace di smuovere le assi del parquet, ascoltava la musica, guardava la TV, sorseggiava quel caspita di Spritz e aggeggiava al cellulare sui social.

Quando lo vide, con la gatta aspirata per la coda che veniva utilizzata come uno swiffer sul pavimento e che cercava disperata di aggrapparsi da qualsiasi parte per opporre resistenza a quell'umiliazione che stava subendo, era già troppo tardi. Il povero felino era raddoppiato di circonferenza avvolto nella polvere e, a causa della totale perdita di dignità, per circa due settimane si tenne alla larga da qualsiasi cosa assomigliasse a un essere umano.

Era un disastro ambulante, ma con lui si divertiva. E sapeva sempre farsi perdonare... forse, stava esagerando! La vista dell'addolcitore dell'acqua fugò, ancora una volta, i suoi momenti di debolezza. Le ricordò la volta che, d'inverno, decise di pulirlo mentre lei stava facendo la doccia. Furono tre gli step:

- Mancanza d'acqua mentre ovviamente era nel picco di schiuma dalla testa ai piedi, in totale cecità e impossibilitata a parlare se voleva evitare di ritrovarsi un sapone sciolto in bocca.

- Dopo venti minuti di immobilismo totale, ripresa dell'acqua, al limite tra lo stato fisico  ghiaccio e liquido, che le provocò un principio di assideramento sulla parte destra del corpo.

- Ripresa dell'acqua calda a circa settanta gradi centigradi e di color ruggine, come succedeva ogni volta che faceva la pulizia a quell'aggeggio infernale. 

Uscì dalla doccia con le sembianze di un vecchio rubinetto. Color ruggine, per metà arrossata dall'acqua calda e per metà congelata da quella fredda. Come sempre, comparì tutto sorridente, ignaro delle sue devastanti azioni:

"Amore! Ho fatto una pulizia a quell'addolcitore che ci possiamo cucinare sop..."
Aveva degli ottimi tempi di reazione. Scomparve che nemmeno Houdini, nei suoi spettacoli! Ma era consapevole, che prima o poi, doveva tornare! Come in quel momento!

No, nessuna pietà e pentimento. Era sparito per andare a gozzovigliare la vittoria di una inutile partita. Aveva scoperto che frequentava un Club di sua creazione, con altrettanti coglioni di amici, dove si ubriacava, imitava il Papa sul soppalco, perdeva tempo in frivolezze! Per finire, si dedicava a letture di dubbia provenienza, con una fia con la catena, la cui autrice in video sembrava un'ostaggio dell'ISIS.

Non aveva idea, il ribaldo, di cosa lo aspettava... Ines non dimentica!

POV (Mago, Paolo, Elfo, Nano, spettatori nell'altra dimensione)

"Certo che sei proprio un imbranato! Dai, il tappo del frullatore! A scuola è la prima cosa che ci insegnano nel regno elfico!"
"Per non parlare dell'aspirapolvere! Hai comprato l'unico modello che aveva il filo della corrente più lungo della mi fa..."

"Silenzio, nano!"

Il Mago si era alzato e incombeva su di me, puntandomi il bordone magico in faccia.
"Tu, terrestre dal cranio vuoto, hai osato prendermi per il culo per tutto il tempo della missione, senza alcun rispetto... e poi fai più danni di un piranha in un acquario di pesci rossi!"

"Sono solo piccoli incidenti domestici!" Protestai indignato.

"Sono tentato di farti tornare tra una settimana per farla incazzare di più!" Continuò severo "ma mi potresti essere utile in futuro. Non posso lasciare che ti uccida o ti riduca a uno stato vegetativo."

"Sono pronto!" Esclamai speranzoso.

"Terrestre..."
"Dimmi Spok..." sospirai
"Sappi che a nostro modo, ti abbiamo voluto bene. Ho come l'impressione, che evitare quel secchio  e scampare a quel meccanismo, non ti salverà la vita!"

Annuii meditabondo, ma avevo un piano! Dovevo essere determinato e senza titubanza alcuna! Ci voleva del fegato per portare a compimento quello che avevo architettato e io, il fegato, lo volevo preservare per gli Spritz! Ma non avevo alternative.

Era come dover portare la bomba nucleare sulla navetta spaziale aliena di Indipendence Day. Pochissime possibilità di riuscita, quasi nulle. Quasi... e quindi, dovevo tentare!

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