PARTE 11 - L'ISOLA DEL TERRORE

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Il dinosauro giaceva zampe all'aria stordito e privo di conoscenza, mentre ZhurQui si massaggiava dolorante la testa.

"So usare la testa, io!" Esclamò tronfio.

"No! Tu sai usare l'involucro osseo della testa, sul contenuto interno nutro qualche dubbio!"

Mentre lo stregone si apprestava a legare il T-Rex partendo dai possenti arti inferiori, Spok stava esaminando esterrefatto la testa dell'animale.

"Gli ha procurato un trauma cranico, ma come ha fatto?"

"Come ha fatto... ha una zucca ci potresti disegnare la Via Lettea! È duro come le Pine verdi!"

"Le pigne..." mi corresse l'elfo.

"Mi ricordi una mia conoscenza! I Pini, fanno le Pine da cui nascono i pinoli! Altrimenti si chiamavano Pigni, dalle cui Pigne nascerebbero i pignoli!"

"Coff... probabilmente questa tua conoscenza è alquanto più intelligente di te."

L'intermezzo botanico fu interrotto non appena mi accorsi di ciò che stava combinando ZhurQui. 

"Ascoltami bene, va bene legarlo, ma il fiocco regalo sulla pancia e la coccarda sulla coda potresti anche evitarli, no?"

"I trofei vanno presentati in maniera decorosa, troglodita!"

Cercai con lo sguardo il soccorso di Spok, che però mi passò accanto sussurrando:

"Non per essere...pignolo, ma ha ragione!"

"Non per essere volgare, ma perché non ve ne andate entrambi..."

Mi accorsi che il dinosauro stava fluttuando in aria sorretto dalla bacchetta dello stregone, che lo faceva galleggiare placidamente innanzi a se.

Ci incamminammo così verso l'imbarcazione per il viaggio di ritorno. Era ormeggiata nei pressi di un'insenatura e mi accorsi che gran parte dei marinai era impegnata nel riverniciare, ovviamente di color amaranto, la bagnarola. Il capitano, posto a prua a scrutare l'orizzonte, appena ci vide urlò ai sottoposti:

"Deh, sono tornati gli stranieri e hanno portato il cappone per il giorno del ringraziamento!"

"Boia come è grosso, o che polli ci sono su quest'isola!"

"Questo", li avvisai indicando il tirannosauro, "non si tocca!"

Il capitano mi rispose con tono offeso e stizzito, quasi lo avessi privato delle cibarie per tutto il viaggio di ritorno:

"Deh, allora mangiatelo tutto te, noi si andrà avanti ad acciughe!"

Non persi tempo neppure a rispondergli dato che ero troppo occupato nel trovare al bestione una sistemazione adatta, in modo da non far ribaltare la nave.

Dopo circa un'ora che, aiutato dall'elfo, stavamo giocando a Tetris per sistemare il dinosauro sottocoperta, feci l'errore di alzare lo sguardo verso lo stregone. A quel punto mi bloccai e, facendo ricorso a tutto il mio autocontrollo, ricorrendo mentalmente agli antichi insegnamenti Tibetani riguardo la tolleranza e la sopportazione, iniziai a osservarlo impassibile.

"ZhurQui ascolta" dissi in tono distaccato, "quando hai finito di sistemare il fiocco e la coccarda che io e l'elfo durante quest'ultima ora abbiamo imperdonabilmente spostato dalla posizione originaria, tanto da risultare irrimediabilmente storte ai tuoi occhi, che ne dici di darci una mano a sistemare le restanti dieci tonnellate?"

"Sempre se non ti disturba, ovviamente!" finì per me Spok.

Con l'espressione contrariata e bofonchiando un "Trogloditi!", agitò la bacchetta, trasformando il povero T-REX in un pacco regalo dalla forma cubica e con la coccarda in sontuosa evidenza nel lato superiore.

"Deh! Nel negozio della "mi socera" cercano uno che fa i pacchi regalo! Boia deh, sei un mago!"

Il capitano della nave lo guardava ammirato mentre si sistemava, ravanandosi le terga, il perizoma leopardato.

"Visto? C'è chi mi apprezza!"

Tronfio di se, ZhurQui mi passò accanto senza guardarmi.

"No, sai cosa, vanne fiero!"

Dopo l'indecorosa scena del capitano, finalmente la nave partì per il viaggio di ritorno, che si rivelò assai più movimentato di quello dell'andata. A largo delle coste dell'isola difatti, facemmo subito un "piacevole" incontro con una nave pirata.

"Deh, nova!!!"

"In che senso?" chiesi al capitano.

"Sono più puntuali degli esattori delle tasse, ogni mese ci assalgono e pretendono il pizzo per farci navigare!"

L'imponente nave si accostò accanto alla nostra sfoggiando in bella vista i quadri raffiguranti Robert De Niro e Marlon Brando versioni "Il padrino". Sul vessillo che sventolava trionfante, sotto l'effige del teschio bendato da pirata, vi era una scritta alquanto evocatoria:

"Il flagello dei mari non sono i pirati, ma il traffico!"

Subito dopo calò una passerella dalla quale passeggiò uno strano personaggio che doveva essere il loro capitano.

Basso e tarchiato, su un volto molto pieno e tondo, svettavano come disegnati dei baffetti fini ma folti e curati così come il pizzetto, affilato come la punta di una lancia. I capelli erano corti e umettati, ma la cosa che lo caratterizzava di più erano le profonde occhiaie scure e uno sguardo che trasudava boriosità e fierezza da tutti i pori.

"Baciate le mani, picciotti!"

La risposta mi scappò incontrollata dalla bocca:

"Baciami il culo, stronzetto!"

"Tu devi essere lo straniero!"  disse guardandomi dritto negli occhi, la calata dal marcato accento siciliano.

"Devi portare più rispetto, capito? Mi manda Dark-et-ton, e il motivo lo hai nascosto sottocoperta!"

"Bon per te! A me mi manda uno che assomiglia a Padre Pio, e il motivo ancora, non lo so!"

L'ispirazione dell'alterco "Pina/pigna" è nato dopo la prima stesura di questo deplorevole raconto.
Ringrazio un'amica, per essere un'inesauribile fonte d'ispirazione derivata dalle nostri continui e dotti, al limite dello scientifico, scambi di opinione😂.

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