Parte 5 - INCONTRO

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NOTA AUTORE: la scrivo adesso, perché in questo racconto non esistono regole, solo delirio di scemenza.
Questo paragrafo contiene parti di "scrittura seria", che potrebbero confondere l'incauto lettore. Accadrà solo qui, non preoccupatevi).

<<La storia che sto per narrarvi parla di magia, di morte e delazione, ma anche di fedeltà, speranza, amore. È una storia che tutt'ora si sta evolvendo e che ci coinvolge, perché tutti ne subiremo le conseguenze. Capirete quanto le azioni che avvengono nel mondo in cui tu, umano dai pochi neuroni, vivevi, non sono altro che un riflesso di ciò che è avvenuto e che sta avvenendo qui, in questa dimensione magica, strettamente legata alla tua.>>

Tutto sfumò. Il villaggio, le praterie incolte, le colline circostanti. Eravamo solo noi e il Mago psicopatico di cui ancora, tra l'altro, non conoscevo il nome. La voce si faceva sempre più profonda e importante e riempiva, come se fosse fatta di materia fisica, lo spazio attorno.

<<Quando ero fanciullo, molte leggende mi furono raccontate sul tuo mondo, e mi è sempre stata detta una cosa, alla fine di quelle che da piccolo consideravo favole: è indispensabile l'equilibrio. Dovete sapere che, nonostante voi umani dalle vuote menti facciate fatica a comprenderlo, la magia esiste. Nel tuo mondo non siete riusciti a svilupparla, ma siamo comunque uniti da una sorta di cordone ombelicale. Siamo come fratelli gemelli separati alla nascita, ma solo uno è capace di influenzare con le sue azioni, l'altro. Ovviamente voi siete il fratello scemo!>>

Inarcò un sopracciglio squadrandomi severo, come se aspettasse una mia reazione alla sua ultima espressione colorita. Non mi accorsi del suo sguardo inquisitorio e fu l'elfo a richiamare la mia attenzione, tirandomi una gomitata sul braccio.

"Oh! Dice a te eh"

"Come? Cosa? Chi ha fatto goal?"

Guardai disorientato prima Spock e poi il Mago che, con tono minaccioso, continuò.

<<Sarà meglio che mi presti attenzione e tu faccia scomparire quell'espressione da ebete svenuto dal volto. Avanti, cosa stavo dicendo!>>

<<Io! Io lo so!>>

ZhurQui intervenne compiaciuto, alzando entrambe le mani. Una lingua di fuoco iniziò a fare capolino tra la folta barba e un rivolo di fumo si alzò di fronte ai suoi occhi. Si ricompose immediatamente e in timoroso silenzio. Il fuoco si spense e rimase un minaccioso odore di bruciato nell'aria. Il Mago bofonchiò qualche epiteto offensivo e irripetibile, poi continuò a parlare.

<<Nella nostra dimensione c'è sempre stata una sorta di compensazione tra bene e male, dove le due parti si sono prevaricate per periodi molto brevi e sempre sono stati casi isolati, circoscritti, che hanno determinato nel tuo mondo ogni sorta di guerriglie, di regni di breve durata, di falsi imperi. La nostra magia è stata il timoniere delle vostre azioni, come possono esserlo le stelle o la bussola per un marinaio, e l'armonia fra queste due forze ha sempre impedito la "distruzione" della tua dimensione e la schiavitù dei tuoi simili. Questo fino a poco tempo fa. L'equilibrio che guidava il nostro mondo si è di nuovo rotto. Era già successo due volte in passato, ma grazie al cuore e al coraggio di un grande condottiero, la pace fu ristabilita. Oggi, purtroppo, rischia di essere distrutto per sempre, in maniera definitiva!>>

Si interruppe per un attimo, per controllare il nostro livello di attenzione, come fa un insegnante severo con gli scolaretti.

<<Dovete sapere che non esistono solo la magia bianca e quella nera o almeno non per come le immaginate voi zucconi. Di per sé sono incomplete, fini a sé stesse, isolate. Esiste un'altra magia, quella degli elementi. È stata questa che, rimanendo quasi sempre distaccata e neutrale, faceva sì che si conservasse l'equilibrio, che ci fosse sempre una sorta di annullamento per cui tutto prima o poi riconduceva al principio, tutto tornava come era stato. Esiste la magia delle foreste, dell'acqua e del vento, delle montagne. Un'entità oscura sta cercando di impadronirsene, spezzando la bilancia, precipitando gli eventi. La magia degli elementi non ha mai avuto padroni, è costituita da luce e tenebra, sempre in perenne in conflitto con sé stessa. Solamente due volte la parte malvagia ha preso il sopravvento; successe negli anni che nel tuo mondo furono il 1914 e il 1939 e sta accadendo di nuovo oggi!>>

Mentre i miei nuovi compagni rimasero impassibili verso tali rivelazioni, nella mia mente si aprirono scenari sconvolgenti. Se davvero fosse scoppiata una nuova guerra mondiale sulla Terra, quali apocalittiche conseguenze ci sarebbero state? Sicuramente avrebbero sospeso il campionato di calcio, e il solo pensiero mi infastidiva. Fu lo stregone a interrompere il corso dei miei pensieri bisbigliando verso l'elfo:

<<È la peperonata di stamani! Mi ostino a mangiarla a colazione e queste sono le conseguenze!>>

A quel punto intervenni, interrompendo "Sua Premessità", che stava riprendendo il monologo:

<<Sì, ma io che c'entro! Non si può riprendere il discorso dopo la partita?>>

    Il cielo si oscurò di nuovo, il buio cadde sulle nostre teste opprimente e minaccioso. Una luce comparve, intensa e saettante, poi un fulmine si scagliò a pochi centimetri da noi, provocando una voragine di centinaia di metri di profondità.

<<Se mi interrompete ancora...>>

<<...la tua mira sarà molto più precisa>>, finii io per lui esasperato.

Ancora una volta ci ritrovammo tutti in clericale e rassegnato mutismo davanti al Mago, che continuò con una smorfia di disapprovazione sotto la folta peluria:

<<Dovete sapere che Dark-eth- thon è un'entità superiore e, come me e gli altri miei fratelli, non è carne e ossa come i comuni mortali, ma spirito ed energia; lui era il custode della magia nera. Non era malvagio: nessuna magia lo è, se utilizzata nella maniera giusta. Ma la bramosia di potere che lentamente ha inaridito e corroso il suo cuore, lo ha portato al rancore e al desiderio sempre più ardente di impossessarsi delle altre magie, per diventare sempre più potente, invincibile. Io sono il custode della magia bianca e sono l'unico ancora libero. Dark-eth-thon ha imprigionato i Maghi custodi della magia della natura, scagliandoli in luoghi maledetti dove non posso entrare. In questi territori la loro energia è prigioniera di creature ed entità maligne, e lui sta aspettando che venga corrosa lentamente, indebolita e annientata di tutta la sua parte positiva, per poi impadronirsene. Così facendo, riuscirà a fondere la propria magia con le altre, diventando custode di un potere immenso. Tutto era già stato scritto, predetto i tempi antichissimi, e la leggenda narrava che solo un uomo, proveniente da un mondo lontano, assieme ad altri valorosi guerrieri, sarebbe stato in grado di contrastare il "malvagio potere".

<<Siete stati scelti voi... e sinceramente più vi osservo, più mi chiedo il perché!>>

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