50. Confessione

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

«Carla, sei pronta?» Mattia compare sulla soglia della mia stanza, mentre chiude gli ultimi bottoni della sua camicia blu.

«No, non riesco a trovare la mia décolleté rossa.» Mi accovaccio sulle ginocchia e scosto le coperte per cercarla sotto il letto.

«Per caso è quella vicino alla scrivania?»

Sollevo lo sguardo verso il punto che mi sta indicando. «Uh, sei un grande!» Afferro la scarpa per indossarla prima di prendere la giacca di pelle appoggiata alla sedia.

Inarca un sopracciglio, scrutando il mio corpo avvolto nel vestito nero. «Non ti sembra di aver esagerato?»

«Non fare il fratello geloso, è un semplice tubino» affermo, mostrandogli un ampio sorriso che lui non ricambia.

Alcuni maschi sono proprio strani; gli piace guardare le ragazze appariscenti, ma quando si tratta della sorella o della ragazza la questione cambia. Tra l'altro l'abito non è neanche così corto: ho decisamente di peggio nell'armadio.

«Non era nei miei piani prendere a pugni qualcuno stasera. Adesso andiamo, Noa ci sta aspettando da dieci minuti.» Si volta verso le scale e io lo seguo.

«Oh, ma sentitelo. Adesso siete diventati culo e camicia?» chiedo divertita.

Lui continua a scendere i gradini e solleva le spalle con aria indifferente. «Lasciando stare il fatto che continua a lanciarmi frecciatine, ho appurato che abbiamo molte cose in comune.»

Sorrido. «Sono contenta che abbiate legato, anche se pensavo che Noa non ti avrebbe perdonato tanto facilmente dopo la tua scenata.»

«Infatti non l'ha fatto subito, ma, come sai, sono persuasivo e ho un fascino irresistibile.» Mi schiaccia l'occhiolino e io alzo lo sguardo verso il soffitto.

Salutiamo i nostri genitori seduti sul divano e ci avviamo verso la tettoia dove è parcheggiata la sua auto. Salgo sul sedile del passeggiero e armeggio con la cintura, mentre mio fratello sistema lo specchietto laterale.

Mi mordo il labbro inferiore per trattenermi perché non voglio mettermi in mezzo, ma alla fine non ci riesco. «Matti.»

«Sì?»

«Lo so che non è affar mio, siete due adulti, però... state attenti. Tu e Melissa intendo.»

Mio fratello solleva lo sguardo e leggo nelle sue iridi un turbamento che mi stringe lo stomaco. «Ti ha detto qualcosa?»

«No e, se posso dirti la verità, è proprio questo che mi rende nervosa. Lei è un animo libero, Matte, e non voglio che tu la possa incasinare o che si faccia degli scrupoli solo perché sei mio fratello.»

Reclina il capo sul poggiatesta e chiude gli occhi, rimanendo in silenzio.

«Scusa se insisto, ma che fine ha fatto Sara?»

«È complicato...»

Sospiro. «Per esperienza, non ti incastrare in triangoli strani prima che sia troppo tardi. Sii più astuto di me»

Solleva le palpebre e annuisce con decisione, rendendomi più tranquilla. Sono sicura che farà la scelta giusta.

«Oggi papà sembrava di buon umore» afferma appena usciamo dal cancello.

Sollevo le spalle incurante. «Ultimamente il lavoro sta andando bene.»

Guida a una velocità controllata, un po' troppo per i suoi standard, e noto la sua mascella leggermente contratta. «Non lo perdonerai mai, vero?» mi chiede con un sussurro quando ormai pensavo che non lo facesse.

«L'indifferenza è ciò che si merita da me. Né più e né meno, anche se tenta di stare sobrio» rispondo in modo lapidario, «Certe cose sono impossibili da dimenticare. E da perdonare.»

Posa la sua mano calda sulla mia. «Non volevo turbarti.»

«Lo so.» Vorrei aggiungere qualcosa per eliminare la sua espressione sofferente e... compassionevole. L'atmosfera nell'abitacolo diventa tesa, tuttavia si dissolve quando ci accostiamo davanti alla casa di Noa e il mio amico apre lo sportello posteriore.

«Fratelli Amato del mio cuore, buona sera!»

Rido. «Ciao, Noa!»

«Ammettilo che il tuo preferito adesso sono io.»

Fulmino mio fratello con un semplice sguardo. «Mettiti in coda, l'ho visto prima io.»

Noa si sporge dal sedile con uno dei suoi ampi sorrisi. «Calma, calma, ce n'è per tutti.»

Sorrido vedendo i suoi occhi luminosi e mi trattengo nel gettargli le braccia al collo. Quando ieri l'ho supplicato di venire non ha esitato un istante, come d'altronde anche mio fratello. Non sarei uscita di casa se non li avessi avuti entrambi con me. Il solo pensiero di tornare lì, in quel quartiere, mi stritola le viscere. È già difficile per me non pensare al giorno dell'incidente quando le mie palpebre si chiudono. Ritornare in quelle strade dove, per pochi minuti, ho pensato che non ce l'avrebbe fatta mi rende inquieta.

«Melissa?» mi chiede il mio collega.

«Stasera aveva un altro impegno.» Non vedo il volto di mio fratello, ma la sua presa diventa più salda sul volante.

Il viaggio in macchina non dura molto, ma riesco a rilassarmi ascoltando i battibecchi di Noa e Mattia su quali siano gli esercizi a corpo libero migliori per allenare gli addominali. Parcheggiamo l'auto nella via centrale e ci dirigiamo verso il bar, dove vedo diversa gente in coda davanti all'ingresso.

Ci accodiamo dietro una ragazza dai capelli blu con i vestiti ricoperti di borchie e fisso il mio sguardo sull'insegna rossa del locale, costringendomi a non guardare verso sinistra, in direzione della casa di Enea. Fortunatamente, nonostante la confusione, non impieghiamo molto a entrare. L'odore intenso di birra e alcool entra nelle mie narici, mentre cammino tra la folla per raggiungere il bancone.

Mi appoggio sulla superficie in legno e intercetto i capelli rossicci di Luca. «Ehi, ciao!» esclamo nel tentativo di richiamare la sua attenzione.

«Ciao, Carla! Se cerchi gli altri sono nella stanza sul retro» afferma senza guardarmi in faccia più del dovuto a causa delle innumerevoli ordinazioni che riceve.

Lo ringrazio in modo sbrigativo e mi volto verso Mattia e Noa, ancora fermi a parlare vicino all'ingresso. Sollevo il braccio per farmi notare, ma è tutto inutile. Sospiro e mi immergo nella folla per andare a cercare Lux, ma riesco a fare solo qualche passo prima che due energumeni mi finiscano addosso, facendomi quasi cadere a terra. Alzo lo sguardo, tuttavia le parole mi si incastrano in gola quando vedo i loro occhi vacui a causa dell'alcool; dirgli qualcosa sarebbe solo fiato sprecato.

Faccio un passo avanti e rivengo assorbita dalla confusione che diventa sempre più fitta. Una sensazione di oppressione si fa strada nel mio petto e capisco che devo uscire di qui alla svelta. Scruto intorno nella speranza di trovare un varco, però non vedo vie di fuga.

Una mano mi afferra il polso e all'improvviso ritorno a respirare normalmente. «Non dovresti girovagare da sola, specialmente oggi che il locale è gremito. È il mio primo concerto dopo l'incidente e tutti sono qui per sostenermi. O così dicono.» Le iridi ambrate di Enea mi fissano con attenzione prima di trascinarmi verso la stanza adiacente.

Perché quando mi trovo in difficoltà deve essere sempre lui a salvarmi?

Ci fermiamo davanti alla porta e poggia la mano sulla maniglia. Sta per abbassarla, ma all'ultimo secondo ci ripensa e inarca un sopracciglio. «A proposito, cosa ci fai tu qui?»

Sollevo le palpebre, colta alla sprovvista, e mi mordo la guancia per non rispondere di getto. Enea non sa che io e Lux ci conosciamo. «È stato Elia a invitarmi. È già qui?»

La sua mascella contratta si rilassa. «No, ma arriverà presto.» Abbassa lo sguardo e si accorge che ha ancora le dita ancorate attorno al mio polso. Le alza lentamente e il suo pollice lascia una scia sulla mia pelle, provocandomi dei brividi che non riesco a controllare.

Apre la porta e mi lascia entrare prima di avviarsi verso la sua postazione. Non ho il tempo di staccare il mio sguardo dalla sua schiena che un treno in corsa con i capelli rosa mi investe per abbracciarmi. «Carla, come sono contenta di vederti. Stai bene? Lo so che ieri sera te l'ho chiesto un'infinità di volte, ma accertarmene di presenza è decisamente meglio.»

Rido. «Sì, Lux, sto bene.»

«Sei sicura?»

«Sì, davvero.»

Sollevo lo sguardo e intercetto due occhi nocciola che ci osservano con uno sguardo interrogativo che non preannuncia niente di buono. Immagino la scena dal suo punto di vista e mi stacco dall'abbraccio di Lux con il cuore che mi batte all'impazzata.

Lo vedo appoggiare la chitarra sulla sedia e fare un passo in avanti, ma la porta alle mie spalle si apre ed entra Claudia che, dopo un rapido saluto, si dirige tra le braccia di Enea.

Distolgo subito lo sguardo, mentre lo stomaco mi si contorce, e mi concentro su Lux. «Inventati una scusa con Enea appena ti chiederà perché ci conosciamo.»

La sua bocca rosa si apre in una o di stupore prima di annuire. Si volta verso il suo amico e lancia un'occhiata perfida in direzione della sua... ragazza. «La odio. Vorrei andare da lei e dirle di non avvicinarsi a lui.»

«Perché? Mi sembra una brava persona.»

«Sai come si dice, no? Quelle che sembrano brave, spesso, si rivelano le peggiori.»

Nella stanza entrano gli altri componenti della band che mi lanciano delle occhiate stranite prima di salutarmi con un cenno della mano e avviarsi verso i loro strumenti.

Seguo Lux nell'angolo dove ha appoggiato la chitarra e mi assicuro che nessuno ci stia ascoltando prima di continuare la nostra conversazione. «Perché sei così aggressiva nei suoi confronti? Sai perché si sono lasciati?»

«Non so tutti i dettagli, ma credo che lo abbia tradito. Non ne ho la certezza, altrimenti l'avrei già fatta uscire a calci da qui. Amnesia o non amnesia.» Sospira e guarda malinconica in direzione di Enea. «Sarò una persona cattiva, ma da quando ha perso la memoria lui è ritornato ad essere... il ragazzo di un tempo. Più solare, più comprensivo... meno ombroso e distante. Ha dimenticato diverse vicende che lo hanno reso il ragazzo schivo che tu hai conosciuto.» Distoglie lo sguardo e stringe una chiavetta per accordare lo strumento. «Sai, quando sei arrivata tu e l'ho visto dopo tanto tempo aprirsi, a modo suo, con qualcuno, il mio cuore è diventato più leggero.»

Solleva gli angoli della bocca e, in quel semplice sorriso, riesco a capire il forte legame che c'è tra loro. Lux gli vuole davvero bene.

Mi volto a osservare Claudia e la trovo intenta a raccontare qualcosa a Enea. Ora che conosco questo possibile retroscena, la guardo con occhi diversi. Più vedo il suo sorriso allargarsi, più mi sento nervosa e sospettosa. Non mi fido delle persone che tradiscono, neanche se si scusano affermando che è stato tutto solo uno sbaglio.

Chi tradisce lo continuerà a fare sempre. Lo so con certezza.

Un braccio mi avvolge le spalle e catturo il suo odore attraverso il respiro. «Buonasera, ragazze.»

Sollevo lo sguardo. «Ciao, Elia.»

«Sono contento che tu sia venuta. Ieri sera quando mi hai mandato il messaggio sono rimasto molto sorpreso.»

«Come ti ho detto, Lux mi ha invitata.» Abbasso il tono della voce per non farmi sentire. Mi volto verso di lei, ma rimango destabilizzata appena intercetto il suo sguardo inquisitorio. Impiego un po' a capire il perché: lei non sa che cosa è successo tra me e i gemelli.

Cerco di comunicarle con gli occhi di non trarre delle conclusioni affrettate, ma vengo interrotta dalla voce di Andrey, il cantante della band. «Bene, ragazzi, è il momento di iniziare.»

Elia mi afferra la mano per condurmi fuori e io mi lascio trascinare dopo aver mimato un "poi ti spiego" verso Lux. Cerco Mattia e Noa nella confusione, ma non li vedo da nessuna parte. Ci fermiamo in un piccolo spazio in seconda fila dove riesco a vedere bene tutte le postazioni.

«Sei bellissima con questo vestito» mi sussurra all'orecchio.

Divento paonazza. «Grazie.»

Ride. «Abbiamo fatto progressi rispetto ai nostri primi incontri. Adesso ai complimenti sai rispondere, anche se ti mettono ancora in imbarazzo.»

«Buonasera a tutti!» La voce di Andrey al microfono richiama l'attenzione della gente che si ammutolisce di colpo. «Vi ringraziamo per essere qui. Oggi è un giorno speciale perché, come molti di voi sapranno, è il primo concerto dopo settimane di riposo. Ci dispiace, ma abbiamo avuto un incidente di percorso» dice lui a mo' di battuta, suscitando risate tra il pubblico. «Facciamo un fortissimo applauso al nostro chitarrista sopravvissuto: Enea!»

Un fruscio di battiti risuona nel locale, mentre Enea saluta tutti con la mano e sorride alle persone che lo incitano.

«Claudia!» Elia alza la mano per farsi vedere da lei che si trova a pochi metri di distanza.

Ci scorge e si avvicina, spintonando un po' di gente per raggiungerci. Il concerto inizia e mi ritrovo a saltare insieme agli altri, mentre Elia mi canta stonato all'orecchio alcune delle frasi dei pezzi, facendomi ridere a crepapelle. Dopo un'oretta, il gruppo si ritira per una breve pausa ed Elia si allontana per prendere qualcosa da bere, lasciandomi da sola con Claudia.

Un silenzio imbarazzato scende tra noi e cerco nella mia mente qualche domanda da porle, anche se non ho minimamente voglia di parlarle. «Allora... che cosa fai nella vita?»

«Lavoro come estetista da quasi un anno» mi risponde, mentre tocca le punte dei suoi capelli per sciogliere nodi immaginari. Non aggiunge altro e io non insisto a porle quesiti; se lei non vuole conversare non sarò di certo io a costringerla.

«Sai, dovresti pormi la domanda che tanto vuoi farmi» dice dopo un po', cogliendomi di sorpresa.

«A cosa ti riferisci?»

«Ho visto le occhiate che mi lanciava Lux poco fa e so per certa che lei non ha una buona opinione di me» mi spiega, osservando i componenti della band salire di nuovo sul palco.

«E ha ragione?» ribatto con tono sottile. Mi ritrovo a stringere il pugno della mano destra per dissipare la tensione che sento.

«Sai, non ho problemi a dirti la verità. Sì, l'ho tradito. Riesco a immaginare cosa tu stia pensando adesso, che sono una poco di buono,» afferma riportando i suoi occhi chiari sui miei, «ma quando qualcuno tradisce è perché qualcosa non va nella coppia.» Solleva gli occhi su Enea, intento a sistemare il suo strumento.

Richiamo tutto il mio autocontrollo per non piazzarmi davanti a lei e urlarle di non sfiorarlo nemmeno con lo sguardo.

«Mi sentivo trascurata. Non è una giustificazione, ma è la verità. Pensavo che anche lui avesse una relazione con un'altra, anche se poi ho capito che non era così... o perlomeno non del tutto.»

La guardo attentamente con un sopracciglio sollevato e aspetto che prosegua.

«Quando gli ho confessato quello che ho fatto, mi aspettavo che lui mi gridasse contro e invece niente. A quel punto l'ho accusato di aver fatto lo stesso e lui ha continuato a fissarmi negli occhi senza né smentire né annuire. Dopo qualche mese, sono ritornata da lui, chiedendogli una seconda possibilità, ma mi ha detto che dovevo solo sparire. Dopo varie pressioni mi ha detto di aver incontrato una ragazza. Sai qual è la cosa divertente? Che lui neanche la conosceva e ne parlava come se fosse la persona che ha sempre aspettato di incontrare. Hai idea di come io mi sia sentita?»

I suoi occhi diventano lucidi, ma non riesce comunque a impietosirmi.

Sorride in modo amaro. «Mi ha confessato che la prima volta che l'ha vista stavano correndo nello stesso posto, ai Monti Rossi. Ci credi?»

Il respiro mi rimane incastrato in gola.
Mi immobilizzo.
Non riesco a percepire più il mio corpo.
Ogni suono attorno a me si attenua.
L'unico rumore che rimbomba nelle mie orecchie è causato dalle sue parole che scavano una voragine nel mio cuore.

«Stai bene? Sei un po' pallida.»

Sposto il mio sguardo tra la gente per individuare tra la confusione Mattia, Noa ed Elia.

Ho bisogno che qualcuno mi dica che andrà tutto bene per non crollare qui davanti a tutti.

I miei occhi intercettano due iridi nocciola che, però, non sono quelli che cercavo.

Enea mi guarda con uno sguardo intenso che mi brucia dentro e mi trasforma in cenere.









🌻

Ciao a tutti!

Scusate per il capitolo lungo, ma spero che vi sia piaciuto.

Se non ci sono intoppi, riuscirò a concludere questo viaggio entro il mese di giugno.

Siete pronti?

A presto!❤️

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro