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L'alta figura troneggiava su di me. Io cercavo di allontanarmi, di indietreggiare, senza poter distogliere lo sguardo da lui.

Come aveva potuto? Perché era diventato così? Dove era finita la sua goffaggine e il suo sguardo quasi insicuro? Cosa era diventato?

- Zant! - dissi, mentre lui mi afferrava con forza per il polso, guardandolo con le lacrime che mi rigavano il viso. Era più forte di me, non potevo scappare da lui, e non sapevo cosa volesse farmi.

Rivolevo il vecchio Zant, quello di un tempo, quello che con me era stato dolce e gentile, anche se un po' strano. Il mio amico d'infanzia e, soprattutto, l'uomo che avevo amato.

Il suo sguardo era vuoto, sembrava agire come una macchina, non sembrava neanche che mi stesse sentendo.

- Zant! - gridai - Sono Midna! Ti prego rispondi! Dì qualcosa!

Strattonai il mio braccio senza successo, mi sentivo debole. Debole e, per la prima volta in vita mia, completamente indifesa.

Lui continuò a non rispondere. Mi teneva a sé con forza, ma non si muoveva, osservandomi con gli occhi vacui di una macchina.

- Non ti ricordi di me? - chiesi io - Ti prego, dimmi che ricordi...

Scese un'altra lacrima. Zant sembrò fermarsi per un attimo, il suo viso impassibile si spezzò per un secondo. Quasi mi sembrò di vedere qualcosa nel suo sguardo, un luccichio.

- Midna... - sussurrò lui - Mi sta facendo tanto male...

Subito però il suo sguardo tornò ad avere la luce pallida di un sole morto, che non scalda nulla. Sul suo viso vidi allargarsi un ghigno, mentre io chiudevo gli occhi, aspettando il mio destino.




Angolo di Tetra: Ecco che succede quando nel bel mezzo della notte ti vengono le idee. Questa storia dovrebbe essere parecchio breve, composta da dieci capitoli, ognuno dei quali di appena seicento parole. Questo, in quanto una sorta di "presentazione" è mito ancora più corto...

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