2

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Non mi era mai piaciuto stare da sola, neanche da piccola. In quei casi mi succedeva spesso di sentirmi triste, non avevo mai apprezzato la solitudine. Troppo silenzio, troppo nulla.

Eppure quel giorno mi trovavo completamente da sola, a leggere un vecchio libro trovato nella biblioteca di mio padre. Parlava di altri mondi, di un luogo in cui la luce regnava perenne. La lettura mi stava completamente catturando, tanto che non mi rendevo conto di quello che accadeva attorno a me.

I rumori della città poco lontana erano offuscati, come il fruscio delle foglie nel vento.

Mi era raro trovare pace nella solitudine, ma quella volta non mi sembrava di stare male. Certo, probabilmente avrei preferito trovarmi in compagnia di qualche mio amico, a ridere e scherzare, ma stavo bene.

Giocherellavo distrattamente con i miei capelli rossastri, che andavano a contrastare il colore chiaro e smorto della mia pelle tipico dei Twili.

A quei tempi avevo solo dodici anni, ed il mio corpo sottile era ancora quello di una bambina, avvolto in larghi pantaloni neri e decorati con rifiniture verdastre e in una maglia dalla composizione complessa.

Il mio stato di calma fu interrotto dal rumore di un rametto che si spezzava.

Mi voltai di scatto, vedendo davanti a me la figura di un ragazzo.

Aveva sì e no quattordici anni, e due occhi di un colore giallastro che correvano da una parte all'altra, senza mai posarsi su di me. Aveva i capelli tagliati in una frangia e i suoi abiti avevano delle maniche talmente lunghe e larghe che non riuscivo a vedergli le mani, anche se a giudicare da come teneva le braccia, vicino al petto e con le larghe maniche che si incontravano tra loro, potevo scommettere che le sue dita stessero giocherellando nervosamente.

- Mi stavi spiando? - chiesi io, chiudendo il libro dopo aver fatto una minuscola orecchietta sulla pagina a cui ero rimasta.

- N-no! - si affrettò a dire lui - Io stavo solo... ti ho vista qua da sola e ho pensato di...

- Di? - chiesi io, alzando un sopracciglio leggermente divertita dal suo fare impacciato.

- Di venire qua e parlarti. T-ti vedevo sempre insieme a-agli altri e non ho mai avuto il coraggio di presentarmi davanti a tanta gente. T-tu sei una nobile vero? Ti ho vista spesso a-al castello...

Il suo leggero balbettio mi fece sorridere. Mi alzai in piedi, spolverandomi leggermente i pantaloni, e guardandolo dal basso dei diversi centimetri che ci separavano.

- Sì, sono di famiglia nobile. Anche se sinceramente far parte delle classi alte non è un granché entusiasmante. Ma... tu come hai fatto a vedermi a castello?

Lui teneva lo sguardo a terra - I-io faccio parte della servitù del castello. C-ci sono cresciuto, là dentro. Senti... ti volevo chiedere una cosa.

- Chiedi pure - dissi io, quasi intenerita da quel ragazzo così impacciato. Dopotutto, non sembrava antipatico, era solo timido.

- Ecco... noi potremmo... essere amici?

- Ma certo! - dissi io, porgendogli la mano - Io sono Midna!

Lui strinse titubante le dita gelide attorno alle mie - Z-Zant...

Quel pomeriggio fu uno dei più piacevoli della mia infanzia. Zant mi mostrò di essere un ragazzo intelligente e divertente, e passammo insieme quella giornata.

Quella giornata a cui ne sarebbero seguite poi molte altre, passate vicino alla città, vicino a quello stesso albero dove ci eravamo incontrati per la prima volta, a giocare, parlare e scherzare.

- Un giorno - disse Zant in quella prima giornata, guardando verso il castello - Io diventerò re.

Aveva smesso di balbettare, dopo essersi abituato alla mia presenza, diventando prestissimo meno nervoso.

- Non per smentirti - dissi io - Ma come dovresti fare?

- Diventerò il più fidato dei consiglieri - disse lui - Il Crepuscolo ha bisogno di un Re saggio, e mi è già stato detto che sono parecchio intelligente... è già successo che venisse scelto come erede al trono un servitore.

- Dicono che presto sarà il popolo a scegliere chi deve regnare - risposi io, poggiandomi una mano sul viso.

- Ci tieni proprio a smentire le mie speranze, vedo - commentò lui, facendo finta di mettere il broncio - Credi che non sarei un buon re?

Gli scoppiai a ridere in faccia, mentre lui si limitava ad alzare gli occhi al cielo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro