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Fissai il muro davanti a me.

No no no.

Era tutto tremendamente sbagliato, non era così che doveva andare.

" Midna. Tuo padre mi è stato un grandissimo amico. E so che tu ormai sei una giovane donna che sa parlare con la gente è che ha delle idee giuste, e che non vi è persona che meglio sarebbe in grado di prendersi la responsabilità della corona"

Le parole del testamento mi restavano impresse a fuoco nella testa.

Non volevo essere io la regina. Non dovevo essere la regina.

Quando l'uomo, circa mezz'ora prima, aveva pronunciato quelle parole, io stavo stringendo nella mia mano quella decisamente più grande di Zant, quasi invisibile sotto la lunga manica.

Un secondo prima lui stava già pensando alla corona che sarebbe stata sua, alla possibilità che avremmo avuto di sposarci quando lui fosse diventato effettivamente un nobile, con un luccichio speranzoso negli occhi normalmente quasi spenti, di quel colore giallastro e smorto.

Un attimo dopo l'accenno al sorriso che stava sul suo viso era svanito.

Scostò rapidamente la mano dalla mia.

Io realizzai un attimo dopo.

Io ero la regina, lui sarebbe rimasto servo. Niente matrimonio, niente corona per Zant.

Avevo appena tolto all'uomo che amavo il sogno che aveva sin da quando era un bambino.

E nonostante gli sguardi incoraggianti e gli applausi che mi rivolsero gli altri presenti, nonostante pochi minuti dopo io fossi stata ufficializzata come regina.

Zant se ne andò, alzandosi con aria furtiva in mezzo alle persone che erano venute da me per farmi le congratulazioni. Io non sapevo cosa dire, ed il mio sguardo restava puntato sulla figura del Twili che si allontanava, uscendo.

Senza essere notato da nessuno.

Era lui che doveva essere re. Aveva tante bellissime idee, sarebbe stato più responsabile di me.

Ero nella mia nuova stanza in quel momento, a fissare il muro. Dovevo dire qualcosa a Zant.

" Ehi, scusami se ho distrutto l'obbiettivo della tua vita senza volerlo"

" Mi dispiace"

" Ci ameremo sempre lo stesso, vero?"

Quanto suonavano stupide quelle parole, sembravano così vuote e prive di significato. Anche se un po' era vero.

Io non avevo mai voluto.

E poi chissà dove si trovava, doveva essere lontano, forse era andato a fare una passeggiata in qualche prato.

E a sera? Sarebbe tornato? Non potevo esserne certa.

Eppure poco tempo prima tutti ci era sembrato così felice.

" Ehi Zant, anche se non possiamo sposarci tu resterai sempre l'unico per me"

Altra frase stupida. Possibile che non mi venisse nulla in mente?

Così, chiusa nella mia nuova e sontuosa stanza, restai a pensare a frasi che continuavano a sembrare riempite solo d'aria trasparente. Come potevo dirlo?

Non so esattamente quanto tempo passò, quando sentii tre bussare alla grande porta nera.

- Sì?

- Regina, sono Zant - disse l'uomo, entrando.

La prima cosa che notai, furono i suoi occhi, che in quel momento sembravano davvero morti.

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