22 - Incubo

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"Come fai a svegliarti da un incubo, quando non stai dormendo?"

- Film: L'uomo senza sonno -

Lucy

Il sabato arriva in un batter d'occhio.

Karin viene a casa mia per prepararsi a uscire, e mi presta un paio di calzoncini corti neri, che indosso con dei collant e un top rosso che mi lascia le spalle scoperte. Ci metto sotto le mie Vans, anche se non sono molto adatte, ma in quanto a scarpe la mia scelta è molto limitata; lei invece porta un vestito scozzese rosso e nero, con un paio di anfibi.

Mi lascio truccare da lei, perché tra le due è l'esperta del settore. Poi saliamo in macchina e ci dirigiamo al concerto di Nash e Markus.

Troviamo un parcheggio proprio di fronte al locale, accanto a una panchina in metallo grigia scura.

Una volta arrivate, entriamo e, una volta superato un arco, si apre di fronte a noi una sala molto grande, il bar è vicino all'ingresso, uno di quelli da vecchia birreria in legno scuro con sgabelli alti della stessa fattura; in mezzo ci sono delle panchine dello stesso materiale colore, ricoperti da un cuscino bordeaux in pelle a semicerchio attorno a dei tavoli, sono però tutti rivolti verso il palco di fronte, dopo aver sceso due gradini, si arriva alla platea dove sono distribuiti tavolini rotondi in metallo e sedie;prendiamo posto a un o centrale perché siamo in anticipo e ci sono ancora svariati liberi;e ordiniamo due cocktail analcolici, dal momento che siamo minorenni. Sul palco sopraelevato sono già disposti gli strumenti e sulla batteria c'è il nome della band scritto a caratteri cubitali: "The Giants".

«Markus ti ha detto perché si chiamano così?» domando alla mia amica, alzando le sopracciglia.

«Immagino sia perché sono tutti molto alti!» risponde lei, alzando le spalle.

All'improvviso il pubblico nel locale si scatena in ululati e applausi e noi vediamo che i musicisti sono pronti a salire sul in scena.

Il cantante è un ragazzo che ho già visto a scuola; ha i capelli neri e gli occhi verdi. L'ho già incontrato più volte per i corridoi.

Markus sale e si avvicina alla sua chitarra, e Karin si sporge in avanti sul tavolo, urlando di gioia: «Forzaaa!»

La mia amica è completamente persa per lui; ha gli occhi a cuoricino come quelli dei cartoni animati.

«Dio, ma lo vedi anche tu quant'è bello?» squittisce.

«Markus è il tuo ragazzo, è ovvio che ti piaccia da impazzire!» ridacchio.

«Quello è il mio ragazzo!» grida per farsi sentire da tutti.

Scoppiamo a ridere subito dopo. Che matta! Lui le regala un occhiolino e poi si mette la chitarra al collo, pronto per iniziare.

Entra anche Nash, che afferra il suo basso e se lo poggia davanti al corpo, appeso alla cintura. In seguito arriva il secondo chitarrista e per ultimo il batterista, che si siede sullo sgabello di fronte allo strumento, facendo roteare le bacchette, che inizia a battere tra loro per dare il tempo agli altri, e cominciano.

Intanto il cameriere ci porta le bevande, precedentemente ordinate, che iniziamo a sorseggiare lentamente. Sono fruttate, buone; un lampone è poggiato sul bordo del bicchiere, infilzato da uno stuzzicadenti in metallo. Lo metto in bocca e lo mastico: è un pochino agro, ma si amalgama bene al sapore del cocktail,

Iniziano a suonare un pezzo dei Rolling Stones, poi qualcuno dei Beatles.

Nash si avvicina al microfono e sporge le labbra in avanti, guardando nel pubblico come stesse cercando qualcuno. Sobbalzo e il respiro mi si mozza in gola. Sta per succedere qualcosa.

Mi intercetta e i suoi occhi si posano sui miei come una farfalla su un fiore che viene attratta dai suoi colori e dai suoi profumi. Mi sento lo sguardo andare a fuoco.

Strizzo gli occhi per bagnare la cornea, che improvvisamente si è fatta secca. Lo fisso, osservo ogni suo movimento. Prende in mano il microfono e si avvicina al proscenio, senza distogliere lo sguardo da me, poi si rivolge al pubblico.

«Sapete, negli ultimi tempi, mi sono avvicinato a una ragazza che già conoscevo da molto, ma che non avevo mai notato veramente; be', mi sono accorto che mi piaceva da sempre. Sì, perché mi hanno sempre fatto impazzire la sua risata, i suoi occhi azzurri, il suo corpo, le sue dita delicate quando sfiorano il pianoforte. E quante volte ho sognato lo facessro sulla mia pelle!» Si passa la mano tra i capelli e abbassa lo sguardo con imbarazzo. «Non ho mai avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti, ed è assurdo.» Rialza gli occhi su di me e stavolta le nostre pupille si baciano candidamente. «Alcune volte, per paura di aprire il nostro cuore, ci facciamo sfuggire dalle mani persone speciali, ed è un peccato, perché l'amore non dovrebbe far fuggire, ma riunire. Io sono stufo di nascondermi, e spero che anche voi cominciate a mostrare le vostre emozioni e i vostri sentimenti, perché... l'amore salva, sempre e comunque. E quindi, Lucy... questa canzone è per te, perché sei il diamante più splendente, e sei entrata in punta di piedi nella mia vita, ma hai lasciato impronte talmente profonde da aver modellato il mio cuore. Adesso, è tuo.»

Non appena pronuncia l'ultima parola, la band attacca i primi accordi.

Lucy in the sky with diamonds - Beatles

Lucy in the sky with diamonds

Follow her down to a bridge by a fountain

Where rocking horse people eat marshmallow pies

Everyone smiles as you drift past the flowers

Finiscono quando il batterista sferra l'ultimo colpo sui piatti.

Un grande applauso li travolge e Nash si piega in avanti in un inchino, con la mano posata sul cuore.

Michael prende il microfono e dice, con un grande sorriso stampato sulle labbra: «Vi ringraziamo di cuore! Noi siamo i "The Giants", e se volete seguirci ci trovate anche sui Social, sia su Instagram che su Facebook. Quanto a te, Lucy... dovrai dare un bacio di ringraziamento a questo bassista, se non vuoi che per i prossimi concerti ti metta in imbarazzo davanti a tutti, quindi... corri da lui».

Rido, rossa in viso, e mi dirigo velocemente verso Nash, mentre Karin è già tra le braccia di Markus. Appena lui mi vede, si avvicina piano e mi prende le mani; poi, sfoderando il suo sguardo più seducente, mi chiede: «Resti con me stasera?!»

«Solo se non sono di troppo, vorrai festeggiare con la band, immagino.»

«Sì, ma puoi venire con noi.»

«Nash, ti farebbe bene passare del tempo con loro...»

Karin mi corre incontro e, palpitante di adrenalina, esclama: «Ci beviamo un drink col gruppo!», indicando i componenti e Markus.

Do un altro sguardo a Nash, che continua a sorridermi, e allora accetto.

Ci sediamo a un tavolo e prendiamo tutti drink analcolici, poi, però, succede qualcosa che rovina i nostri piani per la serata: nel locale entra Thomas, il ragazzo più grande che quella sera al falò stava importunando Karin.

Appena nota la presenza della mia amica, segue con sguardo languido la sua silhouette e si inumidisce le labbra con la lingua. Si avvicina a lei, con aria sfacciata e le mani nelle tasche. Le scosta i capelli dl collo e le dice qualcosa nell'orecchio, lei diventa improvvisamente di sasso e inquieta

Un brivido mi scivola lungo la schiena insieme a una sensazione viscida di ribrezzo. Mi avvicino con Nash e Markus per chiederle come stia e lui torna.

«Bellezza, sei scomparsa l'altra sera! Però, visto che ci siamo, possiamo recuperare ora, e magari anche approfondire...» le sussurra a un palmo dal suo orecchio.

Lei si immobilizza, digrigna i denti e fa un cenno di dissenso con la testa. Si volta verso il suo ragazzo preoccupata in una muta preghiera di aiuto. La vedo sgretolarsi per la paura.

So lovely - Shigeto

«Oh, dai, non te la sarai presa per la serata al falò!?»

Lei lo guarda negli occhi, cercando di sostenere lo sguardo malizioso del ragazzo, ma inutilmente, perché lui ha la meglio. Il sorriso che Karin aveva poco prima le scivola sotto le scarpe e i suoi occhi si annebbiano; stavolta si gira verso di me con occhi strabuzzati e le vedo le mani tremare mentre sorregge il bicchiere del coktail analcolico.Ha paura, capisco all'istante.

«Che succede, Karin?» le sussurro con dolcezza, avvicinandomi a lei.

«Prevedo che andrà tutto male stasera.» Mi fa cenno con la testa verso Markus, che ha la mascella tesa, i pugni stretti talmente tanto da essere bianchi, gli occhi fissi su Thomas.

«Stai tranquilla, Nash non lo permetterà.» Le poggio una mano sul braccio, in segno di protezione, ma vedo i suoi occhi inumidirsi. Sono colmi di terrore.

Le faccio un cenno di andare al bagno, così posso provare a parlarle da sola.

Ci alziamo dalle sedie e dico ai due ragazzi: «Se volete scusarci, andiamo a incipriarci il naso», cercando di mantenere un tono gioviale. In realtà sono tesa come una corda di violino.

Arrivate alla toilette, percepisco un'ombra dietro le spalle che ci segue, ma non do peso alla cosa. La mia amica si infila in una cabina e ci si chiude dentro, mentre io attendo e nel frattempo mi spando del lucidalabbra sulla bocca.

Improvvisamente, sento qualcuno sbattere la porta e mai avrei pensato che quell'idiota si sarebbe permesso di seguirci fin qui. Invece è proprio lui: Thomas, in tutta la sua stazza, seguito da due ragazzi della stessa età, tra i quali quel Tim che ci provò con me al falò.

Mi lancia un ghigno, e afferma: «Sai, anche noi non abbiamo ancora approfondito, sarebbe il caso di ripensare alla mia proposta».

«Non credo proprio» ribatto con voce decisa, sperando di mostrarmi forte.

«Dai, che non desideri altro che scopare con me. Sei solo una cagna, come la tua amichetta pel di carota» ride, sguaiato.

«Ho un ragazzo.» La mia voce inizia a farsi tremula.

«Ci parlo io con lui, dopo.»

In quello scambio di battute, non mi sono accorta che nel frattempo Karin è stata bloccata da uno dei tre ragazzi. La sento lanciare un grido soffocato. Ha le braccia tenute ferme dietro la schiena e la bocca coperta dalla mano di un ragazzo muscoloso. Lei è in reggiseno e sta piangendo; prova a urlare, ma inutilmente, la bocca è tappata e nessun suono riesce a varcare la soglia di quel muro.

Devo fare qualcosa! Intimo al mio corpo di muoversi e mi fiondo verso la porta, ma Tim mi blocca la strada.

«E tu dove pensi di andare?» mi domanda sarcastico e con un ghigno agghiacciante stampato in volto, e poi si avventa su di me.

Nel frattempo, un altro ragazzo entra in bagno. Ma quanti sono? Il terrore mi striscia nelle vene; lo sento pulsare nelle orecchie.

«Volevate iniziare a divertirvi senza di me? Così non vale!» esordisce il nuovo arrivato. «Cosa abbiamo qua? Una castana e una roscia!» ride. «Mmmh... penso che mi farò la prima, sì.»

Sto per gridare, ma quel ragazzo mi chiude la bocca prima che possa farlo, si avvicina e mi palpa il seno. Cerco di divincolarmi, ma mi tengono le braccia ferme e qualunque tipo di movimento è inutile.

«Ti conviene non opporre resistenza, così nessuno si farà male.» mi dice soffiandomi nelle orecchie, mentre percepisco il suo inturgidimento attraverso i miei pantaloncini.

Tim si sbottona gli jeans e rimane in boxer, mentre osservo un'erezione ben visibile. Deglutisco rumorosamente; vengo sdraiata a terra e lui mi apre la cerniera dei pantaloni, poi me li sfila e so per certo che adesso mi violenteranno. Mio Dio, mio Dio... Sono pietrificata.

Mi volto a guardare Karin negli occhi, è voltata di spalle verso Thomas. Lui la sta già violentando. Ha lo sguardo spento e arreso; col labiale mima la parola "scusami", mentre grandi lacrime le scendono lungo le guance.

Scusami per cosa?Non è colpa tua! Vorrei dirle. Anzi, vorrei stringerla a me... Quella scena mi annienta definitivamente e inizio a piangere anche io. Tim mi allarga le gambe con crudeltà, mentre il secondo ragazzo mi tiene le braccia incrociate e bloccate davanti al petto.

«Attenta a non godere troppo» mi dice, a un soffio dalla faccia.

Sento il suo alito caldo sulle labbra e soffoco un conato di vomito. Cerco di divincolarmi un'ultima volta, ma non riesco a muovere un muscolo.

Buio.

Moon

Luce.

Davanti al viso ho un ragazzo che non ho mai visto. Forti braccia mi tengono inchiodata a terra. Sta per succedere qualcosa di brutto, realizzo all'istante.

Sono in un bagno di un qualche locale. Forse era stasera il concerto della band di Nash e Malek? Noto che quel ragazzo è nudo e mi sta guardando con desiderio, infatti mi sfila gli slip e si passa la lingua sul labbro inferiore.

Sto per essere violentata, cazzo.

Mi guardo intorno alla ricerca di aiuto, e vedo con orrore che Karin, l'amica di Lucy, è inerme sotto le mani viscide di un altro ragazzo. Mi sento male, è come un film horror.

È la fine.

Strizzo gli occhi due volte, sperando sia solo un'allucinazione, ma quando li riapro, la situazione non cambia. È finita. Sono sotto shock.

Prego che Nash o Malek si renda conto che qualcosa non quadra e ci venga a salvare... Ti prego, Nash. Ti prego, ti prego.

Cerco di divincolarmi, raccogliendo tutte le energie che ho in corpo; sembro un cavallo impazzito. Scalcio, e un piede si libera; continuo a sferrare calci senza neanche più guardare in quale direzione, voglio solo liberarmi.

Nash

«Ci stanno mettendo troppo» dico a Markus, ma lui mi fissa alzando gli occhi al cielo.

«Sono donne, che ti aspetti?» Alza un angolo delle labbra.

«No, Markus, c'è qualcosa che non va... Guardati intorno, non vedi niente di strano?»

Il mio amico segue il mio consiglio e il suo sguardo si incupisce all'istante. «Dove stanno quei tipi?», domanda non appena realizza il mio stesso pensiero.

«Appunto, non ci sono...»

«Dobbiamo andarle a cercare!» Markus balza in piedi e io lo seguo subito.

«Dove andate?» domanda Jason, alzando un sopracciglio.

«A cercare le ragazze. Qualcosa non quadra» rispondo, serio e preoccupato.

«Le cerchiamo fuori!» Li vedo dirigersi in gruppo verso l'uscita.

Siamo diretti,senza indugio, al bagno delle donne. Il mio amico non si blocca davanti alla porta, ma entra con sicurezza e ogni dubbio vola via non appena oltrepassiamo l'uscio.

La scena che ci si para davanti è spaventosa. Lui si scatena contro Thomas, con una furia che non gli ho mai visto; gli dà un pugno, poi un altro. È più basso di lui, ma è così fuori di sé dalla rabbia che penso riuscirebbe a ucciderlo.

Tutto succede troppo in fretta.

Buio.

Malek

Luce.

Vedo Moon a terra. Un ragazzo seminudo la sovrasta e realizzo subito cosa sta succedendo. La scena è chiara: vogliono violentarla.

Non ci penso un attimo in più, sferro un pugno a lui e poi uno a quello che la tiene bloccata. Vedo il terrore negli occhi di lei e io sono preoccupato. Le hanno già fatto del male?

Mentre i due ragazzi si tengono una mano sul naso grondante di sangue, vado ad aiutare Markus. Karin si divincola dal tizio che la teneva ferma e corre verso Moon, abbracciandola in lacrime.

Mi sento malissimo. Perché cazzo non sono arrivato prima? Quel pappamolle di Nash non ha capito cosa stava succedendo?

Vorrei poter fare di più, ma ormai so che il danno è avvenuto. Il ricordo di questa situazione mostruosarimarrà per sempre indelebile nei loro cuori.

Sono incazzato nero. Non posso fare nulla. La mia Moon...

«Thomas, andiamocene!» dice quello che voleva appropriarsi della mia ragazza.

D'un tratto entra in bagno un uomo vestito di nero dalla testa ai piedi; la sua espressione arrabbiata non promette nulla di buono. «Che state facendo?» ringhia.

«Stiamo difendendo le nostre ragazze» provo a dire, ma il buttafuori non è in vena di spiegazioni, e veniamo cacciati tutti dal locale in malo modo.

Raggiungiamo le ragazze e le abbracciamo. Imprimo le labbra teneramente sulla fronte della mia dolce metà.

«Come stai?» domando a Moon, dandole un bacio sulla tempia, ma lei mi scansa, come se il mio contatto fisico la disturbasse.

«Lasciami stare» mi caccia via. «Non riesco a toccarti adesso.» Sta tremando.

«Lei sta peggio di me. Io non sono stata violentata...» La fissa con gli occhi tristi, che le si riempiono di nuovo di lacrime. «Ti prego, andiamo via. Ho avuto tanta paura, Malek.»

«Scusami, hai... hai ragione. Ma devo saperlo. Dimmi almeno come ti senti.»

Fa una smorfia di disgusto e sposta lo sguardo verso Karin, che piange disperatamente e singhiozza tra le sue stesse braccia. Si dirige verso di lei e la stringe più forte che può, perché so che Markus, essendo un uomo come me, non può essere utile.

Stringo i pugni. «Quando avremo chiuso definitivamente la faccenda.» le riferisco fuori di me dalla rabbia.

«È già finita! Gli avete dato una lezione, adesso possiamo tornare a casa. Malek, sto male, per favore...» Mi sta supplicando.

«Markus non può accontentarsi di qualche pugno. Hanno violentato la sua ragazza, cazzo!» Corro dietro al mio amico, che si sta lanciando di nuovo verso quei bastardi.

Buio.

Moon

«Non devi andare per forza!» urlo a Malek, afferrandolo per un braccio e cercando di costringerlo a rimanere con me.

Una volta all'aria aperta, ci troviamo in un cortile interno. I nostri avversari sono disposti a semicerchio, e il ragazzo che mi teneva le gambe aperte ha un ghigno beffardo stampato in viso.

Buio.

Nash

Luce.

Siamo fuori, nel cortile interno del locale e Markus è accanto a me e mi sta fissando con un leggero velo di timore.

«Facciamoli fuori e torniamo a casa», afferma stanco e psicologicamente distrutto; i suoi occhi sono arrossati come se avesse il bisogno di piangere.

Dev'essere successo qualcosa. Non siamo più nel bagno delle ragazze. «Sì, sbrighiamoci» gli dico comunque. È chiaro che c'è stato uno scontro e che stia per continuare.

Gli altri della band si avvicinano a noi e sussurrano: «Siamo con voi, ragazzi».

Ci mostriamo pronti. Thomas avanza nella nostra direzione e si ferma proprio di fronte a noi con un ghigno soddisfatto disegnato sulle labbra, poi guarda Markus, con un malcelato sorrisetto crudele, e gli dice: «Peccato sia durata così poco, avrei voluto vederla gemere di piacere. Magari la prossima volta...».

Ha un'espressione arrogante stampata in viso. Markus digrigna i denti e serra la mandibola; lo guarda e vedo i suoi pugni tremare, riduce gli occhi a due fessure.

«Non la toccherai più. Se ti scoprirò anche solo a guardarla, ritieniti morto» replica il mio amico. È una minaccia bella e buona.

Ma le parole non bastano; non riesce a trattenersi e gli sferra un pugno in piena guancia. Thomas si porta la mano sul punto in cui è stato colpito e si massaggia la mascella. «Me la pagherai, razza di bastardo!» Gli urla contro il mio amico.

La guerra inizia, perché cominciamo a picchiarci senza pietà. Sfodero pugni e calci, finché non mi trovo di fronte al ragazzo che aveva provato a violentare Lucy nel bagno.

Lo colpisco in pieno viso, mentre lui inizia a ridere, dicendo: «Peccato, c'è mancato poco. Mi sarei fatto volentieri la tua amichetta».

Sposta gli occhi su di lei, sfoderando un sorriso a trentadue denti. A quel punto non ci vedo più dalla rabbia e lo afferro per la gola da dietro, stringendo più che posso.

Fa fatica a respirare, ma lui ride, sadico, come se si divertisse.

Lucy

Luce.

Vedo Nash intento a strangolare Tim.

Come siamo arrivati qui fuori? Mi guardo intorno e tutti si stanno picchiando in una vera e propria rissa. Forse Moon è riuscita a tirarmi fuori dai casini per una volta.

Il ragazzo sgradevole sta ridendo a squarciagola con il labbro spaccato e i denti tinti di rosso, il suo sangue, come se sapesse di avere in pugno la vittoria, nonostante all'apparenza stia avendo la peggio.

Poi però lo vedo sfilare un oggetto luccicante dalla tasca, e non appena capisco di cosa si stratta, un urlo mi si forma in gola. «Attento! Na...!» Corro verso di loro in soccorso.

Ma è troppo tardi, Tim è velocissimo. Nash fa appena in tempo a lanciarmi uno sguardo interrogativo che la lama del coltello gli affonda nello stomaco.

Sgrana gli occhi e cade a terra, privo di sensi. Lo raggiungo e mi cade tra le braccia; appena realizzo cosa sia successo scoppio in lacrime una volta steso a terra premo con le mani sul punto nell'addome trafitto dall'oggetto tagliente per fermare il sangue che fuoriesce dalla ferita profonda. Mentre faccio pressione sul punto in questione, guardo le mie mani e noto come tremano.

Ho paura per lui.

«Nash, Nash Nash!» gli urlo, tenendogli la mano «Non puoi lasciarmi, Nash!» strillo affinché possa sentirmi. Apre i suoi occhi marini e con la bocca insanguinata dice «M- mai, Lucy»«Resta con me, Nash! Lo hai promesso! Naaash!» piango disperatamente, ricevo solo il silenzio in risposta, gli occhi sono gonfi di lacrime, mi manca il respiro e il sangue martella nelle tempie. Le mie mani sono rosse e le fisso, torturandole, sento il cuore stretto in una morsa, reprimo un urlo spaventato, quando improvvisamente mi sento strana, guardo Karin preoccupata e percepisco le energie del mio corpo abbandonarmi; butto l'aria fuori dai polmoni e.... svengo, e in un attimo è tutto buio. Urto la testa sull'asfalto con vigore.

Buio.

Karin

Piango senza freni. Mi sembra di vivere in un incubo. Lucy, che fino a un attimo prima si trovava accanto a me, adesso è a terra priva di sensi e ha urtato la testa sull'asfalto. Nash è stato colpito con un coltello e non dà segni di vita.

Sorreggo la testa della mia amica, che sanguina e singhiozzo, perché sono terrorizzata. Intanto, la banda dei violentatori si volatilizza, appena aver notato Nash a terra.

«Aiutatemi!» urlo agli altri.

Jason chiama il 911, e dopo un quarto d'ora arrivano i soccorsi. Alcuni infermieri si avvicinano subito a Nash, che è disteso in una pozza di sangue; Markus gli tiene la mano ed è pallido come un fantasma. Sdraiano il ferito su una barella e poi si avvicinano a me, Lucy è ancora distesa a terra, accanto a dove stava poco prima Nash

«Cos'è successo alla tua amica?»mi domanda un paramedico con dolcezza, lanciando un cenno con la testa nella sua direzione. È evidente che sono sotto shock.

«Non lo so, credo sia svenuta per lo spavento e la testa ha colpito il pavimento» riesco a rispondere.

«La portiamo in ospedale. Puoi rimanere con lei...»

Faccio segno di sì con la testa e saliamo tutti in ambulanza diretti al Saint Raphael.

Nash è in codice rosso, Lucy è stabile e dicono che non ha niente di serio. Vengono entrambi ricoverati e portati in camerate diverse.

Io rimango con Lucy, sebbene sappia che Nash sia molto più grave, ma se la mia amica dovesse svegliarsi, qualcuno dovrebbe essere lì a rassicurarla e darle spiegazioni. E voglio essere io a farlo.

Markus

Vado da Karin per controllare che stia bene. Sarà sotto shock...

Ho bisogno di vederla e starle accanto. Starà malissimo dopo quello che le hanno fatto. Quegli stronzi la pagheranno cara.

Quando entro in camera, la trovo seduta al lato del lettino dove è distesa Lucy; ha gli occhi arrossati e le guance rigate di lacrime. Ha pianto ininterrottamente.

Inspiro profondamente e la saluto, mostrandole tutto il mio dolore in viso. Abbasso gli occhi, perché mi sento colpevole: Se non avessi detto a Nash di aggregarsi in questa missione suicida, adesso lui e Lucy starebbero bene.

«Mi dispiace, Karin» la voce mi trema, sto per crollare; sento le lacrime che mi pungono gli occhi. E se Nash morisse per colpa mia? Non me lo perdonerei mai.

Lei posa per un attimo lo sguardo su di me. Vorrei rimanere, ma il pensiero del mio amico mi distrugge. «Torno da lui. Fatti controllare, Karin.»

Fa un cenno di assenso con il viso e poi riabbassa lo sguardo.

Uscito da lì, vado dritto nello studio del medico e gli confesso: «Dottore, la ragazza con i capelli rossi che è in stanza con Lucy Laiden è stata violentata. Penso sia necessario visitarla».

«Provvediamo subito, ragazzo, grazie per avermelo comunicato. Ma... come fa a saperlo? È un parente?»

«Ero presente quando è avvenuto il fatto e con i miei amici abbiamo cercato di fermare i violentatori» rispondo in un unico respiro.

«Allora dovremo chiamare la polizia e i vostri genitori. Siete minorenni» risponde il medico.

«Fate tutto ciò che è necessario, ma vi prego, occupatevi di quella ragazza» lo supplico.

«Sarà fatto, la ricoveriamo subito.» prova a tranquillizzarmi con la sua voce calma e avvolgente.

Nash è ancora disteso e addormentato, gli sono state attaccate delle flebo. Il resto della band è disposto in cerchio attorno al suo letto.

«Ragazzi, è successo qualcosa mentre non c'ero?» chiedo, entrando.

«Lo metteranno in coma farmacologico per fare l'operazione. Il coltello non ha colpito organi vitali, altrimenti sarebbe morto» afferma Michael.

«Quando lo addormenteranno?»

«Appena saremo andati via» risponde Morgan.

Siamo ancora tutti tesi e scossi. Mi passo una mano tra i capelli e lancio un ultimo sguardo al mio amico steso sul lettino. Tieni duro, Nash!

«Vado da Karin, ci vediamo dopo» dico poi agli altri.

Percorro il corridoio e raggiungo di nuovo la stanza delle ragazze. Trovo Karin seduta sulla sedia accanto al letto, stavolta; ma tiene comunque la mano intrecciata a quella dell'amica.

Karin

Markus ricompare sulla porta; mi si avvicina e mi fa alzare per sedersi al mio posto e farmi accomodare sulle sue gambe, stringendomi in vita.

Il suo contatto mi fa rabbrividire, non voglio essere toccata e lui se ne accorge, perché ritrae immediatamente le mani. Non voglio che pensi che non lo desidero più accanto, in realtà è proprio ciò di cui ho bisogno in questo momento. Di lui che mi ama, quanto io amo lui.

Solo Markus potrà aiutarmi a superare questa terribile situazione.

«Scusami, è che... che non riesco... al solo essere sfiorata mi sento male. Sono sicura che è una cosa temporanea. Dammi... dammi del tempo e tutto tornerà alla normalità» cerco di spiegargli, anche se incespico nelle parole.

«Karin, i nostri genitori stanno arrivando...» mi informa il mio ragazzo.

Mi sento vuota come un palloncino scoppiato e allo stesso tempo pesante come un macigno. Mi tocco il petto, proprio dove poco prima erano le mani di quei bastardi disgustosi.

Vorrei non essere mai andata al Cinema quel giorno, così non avrei mai conosciuto Thomas. Sono stata un'ingenua a credere che fosse una brava persona.

Per una volta vorrei avere le amnesie come Lucy, così da poter dimenticare...

Non appena finisco di formulare questo pensiero, la mano di Lucy inizia a muoversi con piccoli spasmi. Oddio. Mi alzo di scatto dalle gambe di Markus e premo il pulsante del telecomando posto sul letto, per chiamare gli infermieri. Sopraggiungono quasi immediatamente.

«Lucy» sussurro.

Le palpebre della mia amica vibrano e, lentamente, si aprono. Gli operatori sanitari controllano i parametri sui macchinari e le tastano il polso per verificare le pulsazioni.

«Sembra sia tutto ok.»

Dio, grazie.

«A proposito, signorina Jefferson?»

«Sì?» rispondo.

«I suoi genitori sono arrivati e i risultati delle analisi he le abbiamo fatto, arriveranno tra un'ora circa.» mi sorride incoraggiantel'operatrice che mi ha informata.

Incrocio gli occhi di Markus e capisco che vorrebbe abbracciarmi, ma che non lo sta facendo per rispetto nei miei confronti. Facciamo entrambi un profondo respiro di sollievo.

«Almeno sapremo se stai bene...», mi dice guardandomi, come se questo sia l'unico modo che ha per sentirsi vicino a me; perché toccarsi con gli occhi è un po' come baciarsi.

Lucy si sveglia del tutto e ha lo sguardo perso nel vuoto. Non sa dove si trova, cosa sia successo. Sto per aprire la bocca e parlarle, quando improvvisamente sulla porta compaiono i ragazzi della band. Si avvicinano e guardano prima il loro amico e poi me.

«Hanno chiamato i genitori di Nash, ci sono state delle complicazioni» c'informa Jason. «Lo hanno messo subito in coma, dovevano intubarlo perché... non riusciva più a respirare.»

«E adesso?» chiede Markus, nervoso e preoccupato, passandosi una mano tra i capelli. Percepisco la sua paura dalla voce rotta che ha mentre pronuncia quelle parole.

«Aspettiamo...» risponde Morgan in un sussurro, abbassando lo sguardo.

Aspettiamo.

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