25 - Compleanno

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Il compleanno è solo un giorno in più di tutti i giorni che verranno,

ma diventa un ricordo speciale se trascorso con chi si ama.

Ciò che rende speciale un compleanno non è la data in sé,

ma l'amore che si è seminato negli anni,

raccolto attraverso le attenzioni e sorrisi di chi ci sta accanto.

- Stephen Littleword -

Birthday - Kings of Leon

We gonna come together, we gonna celebratee gonna gather 'round, like it's your birthday

I don't wanna know, just what I'm gonna doI don't care

where your going, I'm coming along with you

Lucy

Le due settimane successive passano velocemente tra studio, scuola e visite a Nash in ospedale. Karin adesso va dal mio stesso psicologo, per superare ciò che ha subito. Le stiamo tutti vicini, come possiamo. Mi racconta che piano, piano si sente meglio, ma che avrà ancora bisogno di tempo. Con Markus non è tornato ancora tutto come prima. Non si toccano più, non si baciano né si accarezzano. Ma lui ha pazienza e spera che un giorno la normalità torni a fare loro visita. La ama e aspetterà che lei sia di nuovo pronta per un riavvicinamento fisico. La capisce e non vuole forzare la corda, anche perché più la si tira, più il nodo che la lega si stringe in modo indissolubile. In questo periodo lei vuole che io dorma a casa sua, così ci sdraiamo l'una accanto all'altra nel letto e io le carezzo dolcemente la testa per farla addormentare; qualche notte la sento piangere, soffoca i gemiti e i singhiozzi nella coperta, e io la abbraccio e le prendo la mano, la stringo e le sussurro nell'orecchio:

«Karin, sono con te, ti proteggo io»
A scuola si è sparsa la voce dell'accaduto. Gli studenti di tutte le classi, accompagnati dai professori, sono andati a manifestare in città, portando rose rosse tra le mani. In piazza hanno scritto dei nomi per terra con il gessetto, nomi di ragazze violentate e quei fiori dal significato così profondo sono per loro. Li abbiamo posati a terra, la mia rosa sul nome di Karin in segno di solidarietà. In questi momenti stringo la mano di Karin per darle forza perché credo non sia affatto facile per lei. Mentre tutti urlano "Giù le mani dal mio corpo" e altre parole poco garbate, la vedo asciugarsi una lacrima dal viso e io rabbrividisco e improvvisamente viene da piangere anche a me.

Nash lentamente sta migliorando, grazie alla riabilitazione. Quanto ai violentatori, ci hanno comunicato che sono stati arrestati, eravamo sei testimoni e nel cortile erano posizionate delle telecamere agli angoli degli edifici: le prove sono schiaccianti.

Karin, che conosce Thomas e il suo cognome "Williams", ha dovuto testimoniare, il suo avvocato, una donna, ha vinto la causa. Lui adesso è dietro le sbarre e ci rimarrà a lungo, Tim, per tentato omicidio volontario ci resterà ancora più a lungo.

Quanto a Nash, ha ricominciato a camminare, fa molta fisioterapia per poter tornare a muoversi liberamente.Probabilmente non giocherà più a basket. In compenso questa vicenda gli ha dato il coraggio di rivelarmi il suo problema, la sua sindrome, e io sono riuscita a fare lo stesso. Abbiamo scoperto di soffrire dello stesso disturbo. Entrambi i nostri alter-ego sono a conoscenza della verità. Così ho potuto capire tante cose, anche riguardo ai suoi cambiamenti improvvisi. Non so se questo mi tranquillizza o meno, di certo mi sento un po' più compresa.

I miei cambi di personalità si sono affievoliti, a detta degli altri. Ho molte meno amnesie, sto tornando a vivere lentamente una vita comune, come tutti gli altri: non ne conosco neanche il significato! Ma il ricordo che mi si è ripresentato durante quella seduta, mi ha risvegliato una sensazione che non credo di aver mai provato.

Lo devo al mio psicologo. Da quando il blocco di ghiaccio nella mia anima si è sciolto e ho ricordato la verità e il trauma, lui ha potuto intensificare le sedute e lavorare solo su quel problema: aveva ragione, c'è ancora una digestione in atto che non si è conclusa. E finché non avrò accettato il passato, probabilmente la scissione non terminerà. Il giorno in cui, qualche mese fa, ricominciarono le amnesie mio zio era venuto a casa a far visita ai miei genitori, e vederlo ha risvegliato in me questa assurda patologia.

Quanto alla violenza, di me non hanno abusato, non ne sono stata colpita come Karin. Sono anch'io molto turbata, ovviamente, ma non quanto lei. Io ne sono uscita con più facilità, forse anche grazie alla mia scissione. Il trauma più grande è stato vedere Nash in coma che non si risvegliava. Quella paura mi divora tutt'ora, se ci ripenso a malapena respiro, il fiato si blocca nei polmoni e non fluisce più. Tutte le volte che ne parlo, le parole mi muoiono ancora sulle labbra.

Quando sono con lui lo spazio che ci divide è praticamente inesistente: mi ha insegnato a respirare di nuovo, senza di lui di sicuro non avrei superato tutti i problemi con i quali convivo.

Di tanto in tanto mi ritrovo con Malek, ma ci ho fatto l'abitudine; fa per lo più capolino nei momenti meno appropriati, quando Nash è agitato, nervoso o carico di adrenalina.

Transformation - Cinematic Orchestra

Nash

Ho chiesto a Markus di organizzare tutto dal momento che io non posso, essendo in ospedale. Sotto mia direttiva, sta creando la più bella delle feste di compleanno.

Lucy sarà felice. Sarà uno dei miei regali.

Abbiamo affittato il "Bib's pub". Malek ci è stato d'aiuto nella scelta del posto. Ha detto a Markus, al quale ho confidato tutto riguardo il mio problema, che ha ancora una partita di biliardo in sospeso con Moon; saranno felici di sapere che possono recuperare...

Lei compare sempre più di rado, come se stesse scomparendo piano piano e la sua luce si stesse affievolendo. Malek, però, è spesso presente, da quel che mi riferisce Lucy; di tanto in tanto la bacia, credendola Moon. Non sa ancora che la luna si sta oscurando sempre di più, notte dopo notte: ne è rimasta una finissima striscia dorata e tra poco si dissolverà.

Sta soffrendo. Il non vederla più come prima lo sta rendendo irascibile e agitato, è come se la mancanza della sua luna gli abbia portato via la calma che era riuscito a conquistare. Lucy cerca di parlargli, d'altronde porta lo stesso aspetto di Moon, a volte si finge lei per non destabilizzarlo troppo. Ma lui ha imparato a riconoscerla e non si lascia imbrogliare. Malek è in guerra con il suo cuore, il mio cuore. Ma più io sono innamorato di Lucy, più lui sembra odiare Moon perché non torna al suo fianco. Si sente solo.

Tornando alla festa: Lucy non si aspetta nulla, non ha programmi per il suo compleanno. Ho detto a Markus di affittare il locale e fare delle prove con la band. Hanno dovuto trovare un sostituto bassista, visto le circostanze, ma ci tenevo che suonassero loro alla festa. Ci saranno panini, pizza e salatini, bevande analcoliche e birra. Saranno invitati alcuni amici miei e di Markus, e i compagni di classe di Lucy.

Karin sta impazzendo sul regalo da farle; le ho detto che può aiutarmi a finanziare la festa. Ricevo una pensione per via dell'incidente, con la quale mi sono stati ripagati i danni fisici.

Ho insistito tanto per farmi dimettere il giorno del compleanno. Ovviamente non potrò bere alcolici a causa dei medicinali che sono costretto ancora a prendere.

Lucy mi ha portato tutti i giorni i suoi appunti delle lezioni e mi ha passato i compiti che le ha consegnato Markus. Mi sono messo in pari con la scuola e mi sento pronto a tornare.

***

Lucy

Oggi è il mio compleanno. Mi madre prepara sempre i pan cake con frutta, oggi ha fatto anche una spremuta d'arancia per colazione.

Vado a scuola e incontro Karin all'entrata dell'edificio; tiene le mani dietro la schiena e ha un sorriso beffardo stampato sulle labbra: nasconde qualcosa. È su di giri, ma per me è un banalissimo giovedì.

Stanotte non ho dormito dalla mia amica, quindi non ci siamo ancora viste oggi.«Buongiorno! Tantissimi auguri!» esclama lei appena mi vede. Io la ringrazio e la stringo a me più forte che posso, poi le domando: «Come stai oggi?»

«È il tuo compleanno! Parliamo di te!» Fa sempre così quando non vuole conversare di una determinata questione. Markus è accanto a lei e ride, cercando di tenerla calma, perché è evidente che stia fremendo per me e non ne capisco il motivo.

Entriamo nella classe della prima lezione: matematica. La professoressa ci consegna i risultati dei compiti della settimana precedente. Karin si gira verso di me dal suo banco, incuriosita: «Quanto hai preso?», mima con le labbra.

Giro il foglio nella sua direzione e gli occhi le si illuminano di felicità. «Sei una dannata secchiona, Laiden!»

«Giusto un pochino.» Avvicino pollice e indice tra loro. Scrollo le spalle e osservo la mia "A", soddisfatta e orgogliosa; sono molto contenta, mi sono impegnata tanto.

Nash mi ha aiutata, dal momento che in questa materia è molto bravo; in realtà eccelle in tutte quante. Ha una pagella impeccabile, composta da soli voti alti. Mi vergogno per lui.

Vado un attimo al bagno prima di passare a prendere i libri della lezione successiva dall'armadietto. Appena entrata in classe, mi dirigo al mio solito posto accanto a Karin e noto un fiore appoggiato sul banco. Mi siedo e prendo tra le mani il girasole.Alzo lo sguardo per cercare il fautore di quel gesto e incontro gli occhi della mia amica, che in quel momento sta parlando con Melanie.

Le faccio cenno con l'indice di avvicinarsi. Viene nella mia direzione e le chiedo timidamente, stringendo tra le mani il fiore: «Sei stata tu?»

«Forse sì... forse no...» fa la vaga, ma io la conosco troppo bene.

«Ok, sei stata tu.»

Mi salta addosso e mi cinge le braccia al collo. «Ti piace?» mi domanda a voce un po' troppo alta.

«Sì, molto, ma ho bisogno di un vaso con dell'acqua o si seccherà!»

«Lo abbiamo già rimediato!» Mi porta una bottiglia di plastica tagliata a metà riempita con poca acqua. Le sorrido con gratitudine.

Durante la ricreazione mi avvio, come al solito, alla macchinetta automatica. Mi metto in fila e attendo il mio turno. Raggiunto il mio scopo, infilo la mano nella tasca dei pantaloni e trovo le monete che avevo conservato per il caffè. Avvicino le dita al distributore per infilare il gettone, ma qualcuno mi prende in contropiede e chiude la fessura per le monete con la mano. Guardo la persona in questione e sobbalzo perché non me lo aspettavo.

«Nash!»

«Ancora non hai capito che il caffè te lo offro io?»

«Ma me lo hai già ripagato! E non è a me che devi offrirlo, ma a Moon»

«Non smetterò mai di farlo...» Mi guarda con quei suoi occhi mozzafiato e io mi sollevo un paio di centimetri da terra per l'emozione.

«C-che ci fai qui?» chiedo, in imbarazzo.

«Non lo vedi? Sono un liceale che va a scuola e vuole festeggiare il compleanno di una ragazza speciale.»

«Come hai fatto a uscire?»

«Mi hanno dimesso. Credevi che fossi in carcere?» ride. «Non mi sarei mai perso questo giorno, Lucy.» Mi lancia uno sguardo compiaciuto. «Ho minacciato i dottori.»

«Cosa!? Perché?»

«Perché, se ancora non lo avessi capito, voglio stare con te oggi. E non solo oggi, a dire il vero.»

Il mio cuore fa una capriola.

Le ragazze che ci circondano lo guardano, estasiate, poi spostano lo sguardo invidioso su di me. Sorrido loro, soddisfatta, sentendomi potente. È mio, gatte morte che non siete altro, gongolo.

«Vado in classe, ci vediamo dopo all'uscita. Non fuggire: ti voglio tutta per me oggi.» È così vicino che posso sentire il suo fiato sulle labbra.

«Ok, occhioni, promesso» sussurro, e poi mi allontano verso l'aula di tedesco.

La professoressa ci saluta ad alta voce: «Guten Mooorgen!»

«Buongiooorno!» rispondiamo in coro.

Mi siedo al banco e trovo un ennesimo fiore, stavolta una rosa bordeaux. Bellissima. Sfioro delicatamente i petali vellutati e scuri e mi volto verso Karin per chiederle spiegazioni con gli occhi. Alza le mani e le spalle, facendomi segno di non sapere nulla.

Nash... è stato lui. Sorrido da sola, come un'ebete innamorata.

Suona la campanella dopo ulteriori due ore di lezione. Usciamo tutti insieme in gruppo dall'edificio. Nash mi aspetta poggiato al cancello del cortile e appena lo raggiungo mi bacia con intensità, senza freni.

«Che fai?» Alzo le sopracciglia, scansandomi. A cosa devo questa accoglienza?

«Non lo vedi?» mi domanda, ironico, facendomi la linguaccia e mostrando così il suo piercing.

«Ci guardano tutti!» Lo osservo accigliata.

«Meglio! Voglio che tutto il mondo sappia quanto tengo a te.» Pronuncia quelle parole a voce alta e mi si scolpiscono a una a una nel cuore.

Karin e Markus si avvicinano a noi e lei ci chiede, ingenua: «Pronti per sabato?!»

La guardo, perplessa, non capendo a cosa si riferisca. Nash la fulmina con gli occhi. Markus si schiarisce la voce, guardandola in cagnesco.

La mia amica si porta la mano alla bocca e, ridendo imbarazzata, afferma: «Ups, errore mio».

È sabato, e con Karin siamo d'accordo di uscire a bere qualcosa in un locale; dovrebbero esserci anche Markus e Nash. Lei mi passa a prendere alle ventuno e trenta e al telefono mi ordina di indossare il vestito celeste polvere del concerto. Così faccio, anche se mi sembra esagerato.

«Daiii, festeggiamo il tuo compleanno, mettiti in tiro almeno stasera!» cerca di convincermi.

«Ma mi sento overdressed! Andiamo solo a fare una bevuta in un locale!»

«Vuoi fare colpo su Nash?»

«Non ne ho più bisogno, Karin...»

«Perché non puoi farmi felice, per una serata?!»

Alla fine acconsento, stufa di discuterne. Mi sistemo, ma stavolta lascio i capelli sciolti; con la piastra ho fatto dei leggeri boccoli, che m'incorniciano il viso morbidamente.

Una volta salita in macchina, quello che so è che siamo dirette al "Mailus pub", ma Karin fa una deviazione, passando davanti al cinema, e percorrendo una lunga strada alla fine della quale poi svolta a destra.

«Stai sbagliando direzione...»

«Non credo proprio» ammicca.

«Il "Mailus" è dall'altra parte della città» aggrotto le sopracciglia.

Si ferma davanti a un locale, nel quale siamo state due o tre volte. Di fronte alla porta ci aspettano i due ragazzi. Una volta parcheggiata l'auto, li raggiungiamo. Bacio Nash con dolcezza. Lui ha stampato in faccia uno strano sorriso e mi avvolge sugli occhi una cravatta, poi mi prende la mano.

«Ma... che stai facendo?»

«Ti fidi di me?» mi sussurra all'orecchio.

«Più di me stessa»

Sento il cigolio della porta che si apre, ed entriamo. Un mix di odori particolari mi avvolge completamente. Ci sono profumi diversi: floreali, maschili, femminili, di candele. È una festa di odori.

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