Epilogo

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

"Le stelle sono buchi nel cielo da cui filtra la luce dell'infinito."

– Confucio –

Lucy

Talking to the Moon – Bruno Mars

At night when the stars light up my room

I sit by myself

Talking to the moon

Trying to get to you

Passano tre mesi silenziosi, in cui Malek compare sempre più raramente, come se con la scomparsa di Moon lui si fosse "arreso" e non voglia più farsi vivo; quando esiste, non fa che fissarmi con l'amaro in bocca. Le sue iridi azzurre trasmettono solo gelo, e il ghiaccio che ha travolto il suo cuore diviene palpabile.

Oggi è il 10 agosto ed è il compleanno di Nash; abbiamo organizzato una festa a sorpresa con Karin e Markus.

Markus

«Dai, su! Infilati una maglietta al volo e usciamo» dico a Nash cercando di convincerlo ad alzare le chiappe.

«Non voglio festeggiare la vecchiaia che si avvicina» replica lui, sbuffando.

«Ma piantala! Sei ancora un bambino.»

«Sì, parla l'uomo vissuto!» mi lancia uno sguardo di sbieco.

«Muoviti» insisto.

«Ok, ok.» lascia cadere la testa all'indietro e sospira, ormai senza speranza di averla vinta.

Prendiamo il suo Pick-up e raggiungiamo casa di Jason, dove con gli altri abbiamo organizzato la festa. Superiamo la porta semichiusa e Lucy ci viene subito incontro con due bicchieri di spumante.

«Mia madre ci ha comprato due bottiglie... anche se siamo minorenni» afferma noncurante.

«Ma che significa?» chiede Nash, stupito.

«Significa che si brinda, perché oggi è il tuo compleanno... e perché ti meriti questo e altro» risponde lei sorridendogli in modo tenero.

Accettiamo i calici e ci addentriamo nella sala da pranzo, che è enorme. Il pavimento è ricoperto da un parquet in massello; i divani sono tutti in velluto blu e bordeaux, e un enorme televisore a schermo piatto si trova su un mobile che ha tutta l'aria di essere antiquariato di un certo livello.

Caspita! I genitori di Jason sono ricchi sfondati! Guardo anche verso l'alto e noto un imponente lampadario di cristallo che già da solo illuminerebbe senza bisogno dell'elettricità. È tutto così sfarzoso da farti sentire quasi a disagio.

Posizionato proprio al centro dell'enorme stanza c'è un lungo tavolo in legno, al quale sono seduti tutti i compagni di scuola, della squadra di basket e i componenti della band. Sono tutti lì per lui. Il mio amico ha la bocca spalancata per lo stupore da quando siamo entrati in casa. Sorrido a vederlo così impacciato e sorpreso.

Lucy picchietta su un bicchiere facendolo tintinnare, per attirare l'attenzione dei presenti. Alza in alto il braccio che regge il calice e dice, ad alta voce: «A Nash, la stella più luminosa dell'universo; infiniti di questi giorni».

«A Nash!» urlano tutti in coro.

Brindiamo con lui; qualche ragazza lo bacia sulla guancia e gli regala un sorriso finto, facendo qualche selfie per mostrare al mondo che è stata presente alla festa di compleanno del ragazzo più popolare della scuola. Lucy, però, non pare minimamente gelosa, come se sapesse comunque che lui la ama più di ogni altra persona al mondo. E ha ragione. Lucy è la sua stella.

Vorrei avere un grammo della sua sicurezza in amore.

Nash si allontana dalla festa e mi si accosta, mentre sono poggiato al muro che ci divide dalla cucina.

«Dov'è Lucy?» mi chiede.

Mi guardo attorno e la intercetto. «È in piscina,» gli indico con un cenno del capo, «con i piedi in acqua e il calice di spumante in mano.» È seduta con Karin e stanno parlando di qualcosa che a noi poveri maschi non è dato sapere.

«Dici che se mi avvicino le disturbo?»

«Robe da donne, amico» gli do una pacca sulla spalla e lui annuisce pensieroso.

In quel momento, sento Jason gridare agli invitati: «Tutti in piscina! è ora di movimentare la festa!»

Un urlo di approvazione segue quelle parole e tutti si catapultano fuori. Al che mi viene un'idea.

«Prima Nash!» urlo a mia volta.

Lo troviamo in procinto di uscire in giardino, quindi gli corriamo dietro in massa per gettarlo in acqua. Lui cerca di fuggire, divincolandosi dai tentativi di acchiapparlo.

Lucy, che fino un momento prima era tranquillamente seduta, adesso viene inseguita da alcune delle ragazze, Karin compresa.

Non hanno scampo!

Lucy

Sto sfuggendo dalle mani che cercano di trattenermi, ma, all'improvviso, mentre sto cercando di divincolarmi, mi scontro con Nash.

Ci guardiamo negli occhi per un istante, poi il suo viso si apre in un sorriso e mi sussurra con voce vellutata: «Lucy... vieni con me, andiamocene da questo casino».

Mi stringe la mano e mi trascina fuori dal recinto e dal cancello aperto. Gli altri non ci seguono e ci lasciano liberi, gettandosi tra loro in piscina. Le urla e gli schiamazzi ci giungono lontani, una volta che ci siamo riappropriati della libertà.

Nash si ferma un attimo solo per baciarmi con tenerezza e poi continua la sua corsa, portandomi con sé verso il porto, che dista un chilometro e mezzo da lì.

Lo raggiungiamo, proprio il luogo in cui mesi prima ci eravamo baciati per la prima volta. Mi siedo sul masso, dove ero sdraiata quella domenica di aprile, e lui si accomoda accanto a me.

Gli prendo la mano e la posiziono sul mio cuore, che batte nel mio petto come un tamburo impazzito. Lui si rialza di slancio e mi trascina su con sé. Mi stringe forte tra le braccia, ma senza farmi male: i nostri petti si scontrano e così i nostri cuori.

«Nuova collisione» sogghigno, fissandolo negli occhi mentre pronuncio quelle parole così vere.

Le sue labbra precipitano sulle mie e l'incontro delle nostre bocche mi provoca una scarica di felicità e piacere che corre veloce lungo tutta la mia spina dorsale. Mi distacco un secondo, il tempo necessario per dirgli ciò per cui ho aspettato tanto.

È il momento giusto.

Lo guardo e, col fiato corto per l'agitazione, lo ammetto, prima a me stessa e poi a lui: «Ti amo, Nash. Tanto, troppo».

Il sorriso che mi regala è così radioso e mozzafiato che credo sia illegale in almeno dieci stati del mondo. «Io di più» sussurra, e strofina il suo naso contro il mio.

L'ho detto sul serio! Aiuto! Gli tocco con le dita le labbra carnose, disegnando su di esse il simbolo dell'infinito, con movimenti lenti e circolari.

«A proposito! Guarda!» esplode lui a quel punto.

Mette il braccio sotto la luce di un lampione e mostra il nuovo segno che si è marchiato sulla pelle, proprio sotto il diamante che aveva detto rappresentarmi.

«Ti sei tatuato il simbolo dell'infinito!» esclamo, stupefatta.

«E non a caso sotto di te, che sei il diamante più grande dell'universo.»

«Sei un ragazzo straordinario, lo sai, vero?» Lo bacio teneramente.

«Sì, be', forse l'ho intuito» dice con finta modestia.

Ci risediamo sul "nostro" masso e guardiamo in alto, nel cielo scuro, che ora è puntellato di stelle come tanti brillantini dorati.

Nash

«Dici che Moon ci guarda da lassù?» mi domanda, indicando la luna.

«Non credo, Lucy, penso piuttosto che se ne sia semplicemente andata» rispondo sincero, mentre lei sembra rattristita.

«Perché?»

«Era arrivato il momento... Tutti prima o poi ce ne andiamo.»

«Ma perché proprio lei?»

«Non c'è posto per la luna in un mare di stelle» rispondo, e le prendo la mano per baciarne il palmo. I suoi occhi sono un'intera galassia. «Noi... Lucy, Nash, Merak esistiamo perché siamo stelle. Siamo infinito, come l'amore.»

Lucy

Sono passati due anni e Malek, o meglio Merak, è definitivamente scomparso da quella notte del 10 agosto, spero mano nella mano con Moon.

Li immagino insieme, mentre lui le dà un bacio sulla fronte e poi la stringe a sé, magari a cavallo di una stella, mentre ci guardano come formiche sulla Terra.

Because – The Beatles

Love is old, love is new

Love is all, love is you

Because the sky is blue

It makes me cry

Nash

La realtà di cui ci siamo convinti, perché si cerca di dare sempre una spiegazione a tutto, è che quando lui le aveva detto che l'amava, le aveva inconsapevolmente donato la libertà, così come è successo quando Lucy l'ha fatto con me.

Da quel giorno ho percepito che anche Merak se n'era andato, che mi aveva liberato dalla mia "maledizione".

Quello che credo io, invece, è che l'amore è infinito e che quindi ti rende immensamente libero. Forse, l'universo è così vasto e inimmaginabile, che può permettersi di donare un posto a chiunque, fra le stelle.

Sono stanco e non ho voglia di studiare, ma per un attimo, mi sento ispirato e apro il cassetto della scrivania per tirarne fuori un blocchetto per annotare le strofe di una nuova canzone che voglio scrivere.

Trovo una lettera chiusa sopra a qualche rivista di musica; Sopra di essa c'è scritto "Per Moon" la prendo incuriosito e la apro forzando la carta che è ben incollata. Tiro fuori ciò che contiene, è un

foglio A4 che nel suo sottofondo ha il simbolo dell'infinito Questa non mi appartiene, penso

all'istante, ma riconosco la calligrafia, è quella di Malek. Poi comincio a leggere, mosso dalla

curiosità:

Moon,

Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che non ce l'ho fatta, che la terapia di Nash ha

funzionato e che ti ho abbandonata.

Sappi solo che sei sempre stata e sempre rimarrai la mia luna con quell'abito che ti rendeva la

ragazza più bella sulla faccia della terra. Tu sei quel satellite che illumina la mia strada, sei la luce che cancella le tenebre che avvolgono la mia vita; sei la luna della quale sono innamorato dal

primo istante che a sei anni ti ho vista. È vero, ci siamo odiati da bambini e da adolescenti e alla fine, dopo una collisione, ci siamo innamorati senza ritorno. Non è vero che l'amore è anche odio:

quest'ultimo offusca semplicemente il primo e questo non è ciò che ho provato per te. Ho tentato di odiarti, ma ho fallito miseramente; il risultato era ed è sempre lo stesso: odio per odio= amore, tu

mi detestavi e io ho cercato di provare lo stesso per te, ma l'effetto è stato tutto l'opposto di quello desiderato. La matematica non si calcola con i sentimenti. Ci amavamo e siamo stati troppo stupidi da non capirlo subito; io, in realtà, non ti ho mai odiata, mai. Ti stimavo per la bambina forte,

testarda e caparbia che eri; ho provato a detestarti, ma è stato tutto inutile, perché la verità è che

mi sono perso subito nella tua luce, che emanavi con quei tuoi occhi troppo azzurri, troppo belli per essere miei, non ti merito. Ho perso la testa per te infinite volte e altrettante lo rifarei. C'è un

eccezione però: infinito per infinito = infinito. Allora lascia che te lo scriva una volta per tutte: Ti

amo all'infinito.

Scusami

Sarai per sempre la mia luna, ovunque io sia.

Per sempre,

Malek

Lucy

Nash mi direbbe che sono un'inguaribile romantica, ma tutto questo mi ha insegnato una cosa: essere se stessi non è facile, non è scontato e soprattutto non è così immediato come sembra.

Bisogna lavorare sul proprio essere, analizzarlo, capirlo, ascoltarlo. Il fatto che entrambi soffrissimo della stessa patologia non può essere stato un caso. Il nostro dolore aveva preso vita e ci aveva regalato un'altra faccia della stessa medaglia.

Io sono ancora Moon e lui è ancora Malek, solo che le nostre personalità adesso sono libere di amarsi in modo totale; dove, non è poi così importante.

Accettarsi è un percorso e, alla fine, sei solo tu che devi fare i conti con te stesso.

Spectrum – Florence + The Machine

Say my name

And every colour illuminates

We are shining

And we will never be afraid again

Fine

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro