EPILOGO

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La cerimonia si svolse all'alba del giorno seguente. Non ci fu tempo per prepararsi per cui Dorina indossò un abito semplice, prestato da Nicalla. Era in tulle, color panna, un po' largo sul davanti. Dorina però si sarebbe sposata anche con un sacco addosso pur di farlo subito.

-Sei bellissima- l'amica l'abbracciò. 

Dorina pianse molto. La gioia era incontenibile. Il lieto fine di una fiaba. Un lieto fine che non si era aspettata.

Alla cerimonia partecipò anche Caterina, al braccio di Ludovico. Radiosa come non mai.

-Sono felice per te- sussurrò a Dorina e le stampò un bacio sulla guancia. -L'amore trionfa e non c'è nulla di più bello!-

Dorina fu lieta di questo. Forse avrebbe perfino potuto venire fuori una bella storia.

Il sì fu detto proprio nel momento in cui le tenebre scivolavano via e fu accompagnato da un boato.

Dorina si chiese se non fosse il dove finiscono le tenebre di cui parlava la  maledizione. Sempre se c'era mai stata una maledizione.

Nicalla partì poco dopo. Scivolò fuori dalla sala dei festeggiamenti. L'unica che se ne accorse e la seguì fu Dorina. -Non mi sono mai piaciuti gli addii- si appoggiò al muro, nastri viola che le scivolavano sul vestito ampio.

-Sei certa di voler andare?- aveva tante cose da chiedere.

-Voi non avete più bisogno di me- abbassò lo sguardo, un sorriso appuntito sulle labbra.

-Io avrò sempre bisogno di te- e l'abbracciò. -Mi dispiace per Mirella- non ne avevano più parlato.

-Forse doveva andare così-

-Forse... posso chiederti una cosa?- l'agitazione la faceva tremare. Sperava solo di non rovinare la loro amicizia.

-Quello che vuoi- la sua stretta si fece più forte. Di ferro.

Dorina le raccontò di Parigi e del quadro che la raffigurava. Di quella ragazza sparita nel nulla. Di un passato sconosciuto.

Nicalla non parlò, ma il suo respiro era veloce. Affannoso. -Diciamo che alcune persone sono destinate a non vivere solo una vita- si spinse appena indietro, lo sguardo verde liquido... erano lacrime? -Ricordo ancora quella notte-

Dorina non era certa di voler sapere.

-I miei genitori erano mostri... meritavano la maledizione... Kaas no, lui no-

Un brivido le scivolò lungo la schiena.

-Era ora che finisse- contrasse le labbra. -Hanno tutti sofferto troppo-

-Tu sei... -

-Ho avuto molti nomi- la lasciò, ma non la guardò. -Molte vite... troppe-

-Clarissa, tu sei Clarissa?- la prima. L'unica. Piu leggenda che donna.

-Non mi piace quel nome, non lo usano da molto tempo- fece un inchino e si allontanò, un fruscio di stoffe.

Dorina la guardò andare via, chiedendosi chi fosse. Forse non lo avrebbe mai saputo. Ripensò a quei denti appuntiti. Oh, quante sciocchezze! Nicalla non era uno strigoi o un vampiro. Eppure se c'era una persona capace di tornare in vita per odio o per amore era proprio lei.

Quando tornò in camera trovò qualcosa sul tavolo.

Un lettera. Doveva essere la risposta di Mr Lovecraft. Dorina sentì le guance bruciarle. Chissà cos'avrebbe detto del racconto che gli aveva mandato. E del matrimonio! Avrebbe apprezzato? La prese e... 

Non era la calligrafia di Mr Lovecraft. Lo stomaco le si strinse. La nausea la sommerse. Aprì la lettera consapevole che il contenuto non le sarebbe piaciuto.

"Tornerò a prenderti.
Tuo Alexander "




NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Giunge alla conclusione questa storia.

Ho voluto lasciare il finale un po' aperto.

Che ne pensate di questa storia? Quali personaggi vi sono piaciuti? E quali no?Fatemi sapere!

Un abbraccio a tutt* coloro che hanno letto, votato, commentato!

A presto con le mie altre storie ❤

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