XIV. LA FESTA

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Dorina inalò l'aria che sapeva di notte, promesse, incanti. Aveva bisogno di molta aria. Era appena arrivata alla festa, ma avrebbe già voluto andarsene.

I partecipanti, tutti ben vestiti e sorridenti, le sembravano irreali. L'ambiente era avvolto dalla luce soffusa delle candele che contribuiva a questo senso d'irrealtà. Tavoli rotondi erano stati posti davanti a un palco improvvisato con delle assi.

Dorina non aveva una gran voglia di festeggiare. Tutta quell'atmosfera le aveva ricordato il collegio. E Hilda, con il suo sorriso spensierato e la voce squillante. Hilda era marchiata a fuoco dentro di lei. Si appoggiò al parapetto. Dentro la sala la musica rimbombava. L'abito che aveva scelto, un modello lungo, di un pallido argento che le stava stretto e le rendeva difficile respirare. Era arrivata alla festa da meno di mezz'ora e già era stufa di ogni cosa. Dello sguardo dei militari, delle parole sussurrate, di Kaas che non si vedeva da nessuna parte. Non che lei volesse vederlo, però... dov'era? Forse dalla sua amante. Poteva averla un'amante. Allora perché il solo pensarlo la infastidiva?

Un'ombra. Sussultò. Qualcosa si muoveva furtiva tra i cespugli. Il respiro le mancò. Avrebbe dovuto entrare e chiamare qualcuno, ma temeva che, un qualsiasi movimento, avrebbe attirato quella creatura. E per lei sarebbe stata la fine. Ripensò alla ragazza riversa sul tavolo che attendeva l'autopsia. E poi l'ombra scomparve e non fu certa di averla vista davvero.

-Dorina, tesoro!-

La ragazza si voltò, un dolore lancinante allo stomaco perché sapeva chi la stava chiamando. E se avesse potuto si sarebbe gettata dal balcone per non parlarle.

Caterina le comparve davanti, in un abito di lamé bianco lungo fino al pavimento. I riccioli biondissimi erano lasciati sciolti sulle spalle. Perfetta come sempre. Ma non l'annoiava tutta quella perfezione? Non voleva essere più banale?

-Tesoro! Ma come sei bella!- il tono in cui lo disse sembrò intendere il contrario. Forse Dorina era prevenuta nei confronti di Caterina. E anche invidiosa. -Oh, sei così bella!- le sfiorò il braccio con la punta delle dita.

-Anche tu... hai un abito incantevole- le parole le uscirono false dalle labbra. Erano altre le cose che avrebbe voluto dire. Meno dolci.

-La prima cosa che ho trovato nell'armadio- soffocò un adorabile sbadiglio e le si mise accanto. Come l'amica che non era.

-Una serata affollata- mormorò Dorina. Tanto per dire qualcosa. Il cuore le batteva forte.

-Oh, guarda io... - si bloccò, le labbra contratte. -Quanto è affascinante- sospirò, lo sguardo rivolto ad Alexander che passava oltre la portafinestra.

Il ragazzo le vide e fece loro un cenno con la mano.

-Un principe! Ti rendi conto la fortuna?- Caterina sospirò -E io non ho marito-

-Vorresti lui come marito?- Dorina provò nausea. La disgustava quella sua ricerca delle ricchezze e del titolo nobiliare. Le sembrava una cosa sciocca e inutile, non era mille volte preferibile l'amore?

-Certo! Ha molte caratteristiche positive!- la brezza le muoveva i capelli. Sembrava una fata. -Che ne dici?-

Dorina avrebbe avuto mille cose da rispondere, ma un tintinnio avviso che lo spettacolo stava per iniziare.

-Direi che è ora di sedersi- mormorò.

-Oh sì- Caterina sorrise. Perfino i suoi denti erano perfetti. Che ingiustizia! La bellezza non avrebbe dovuto essere distribuita in modo così casuale.

Dorina si allontanò e prese posto a un tavolo ancora vuoto. Abbastanza vicino al palco. Fu lieta di scoprire che Caterina non l'aveva seguita.

-Posso offrirti del vino?- Alexander le sorrise, comparso chissà come al suo fianco.

Dorina annuì. Non avrebbe dovuto. Sua madre non avrebbe voluto. Lì però non c'era sua madre. E Dorina voleva essere grande. Una donna indipendente.

Alexander le versò un vino denso nel calice che aveva di fronte. -Il migliore della regione, credimi-

-Grazie- ne bevve un sorso. Il sapore corposo le inondò il palato e le scaldò la trachea. Si sentì meglio. Più sicura. Alexander le si sedette accanto.

-Sono curioso di assistere a questo spettacolo-

-Nicalla ne fa molti?- giocherellò con il calice.

-Qualcuno... sono qualcosa di... oh devi vederlo, non posso spiegarti-

Dorina avrebbe voluto insistere, ma un'ombra alla sua destra attirò la sua attenzione.

Kaas scivolò dentro la stanza, un cappotto nero, le tenebre che lo avvolgevano. Dava l'impressione di non voler essere visto. Dorina sentì il cuore battere più forte. E quasi le esplose quando Kaas si sedette alla sua sinistra.

-Giusto in tempo- borbottò -e ora vediamo cosa combinerà-

-Sei ingiusto!-

-Aspetta e vedrai-

Dorina non riuscì a replicare perché, in un'esplosione di applausi, Nicalla salì sul palco. Ed era nuda... o meglio, coperta solo dai suoi lunghi capelli neri che le scivolavano sul seno come serpenti. La sua pelle bianca era coperta da una polvere dorata. Tutto il pubblico trattenne il fiato. Dorina notò che Kaas si era irrigidito. A quanto pareva non approvava. Per niente. Non avrebbe mai più permesso qualcosa di simile alla cugina.

-Cosa ti avevo detto?-

-Ehm, sì, esagerato, ma di effetto- e sperò di essere abbastanza provocatoria.

Kaas borbottò qualcosa d'incomprensibile. Nulla di buono.

Nicalla fece un profondo inchino, il seno che sobbalzava a ogni respiro. -Benvenuti!- e, senza aggiungere una parola, cominciò a ballare. Le mani sopra la testa. I fianchi che ondeggiavano. I polpacci che si contraevano. Un ritmo onirico.

Dorina bevve un altro sorso. Le piaceva il sapore di quel vino. I suoi occhi continuarono a seguire i passi rapidi ed eleganti di Nicalla. Le sue orecchie ascoltarono il respiro trattenuto di Kaas. Sì, era sul punto di esplodere. Ci sarebbe stato da divertirsi. Nicalla lanciò un gemito, buttò indietro la testa, i seni che sobbalzavano, i piccoli piedi bianchi che si muovevano sul pavimento. Alla luce delle candele sembravano risplendere di rosso, come se fossero stati coperti da uno strato di sangue. Dorina avrebbe voluto essere come lei. Non avere paura di nulla. Avere la trasgressione nel sangue e non la paura. Purtroppo Dorina coraggiosa non c'era nata. E dubitava di poterla diventare. Così si limitò a fissare Nicalla fino a quando questa non si lasciò cadere. Il silenzio calò nella stanza. Neppure un sospiro. Guai, si preannunciavano guai.

Dorina sentì l'aria spostarsi. Kaas. Si era alzato e si dirigeva verso il palco, il passo militare. Guai, enormi guai.

Kaas afferrò Nicalla per il braccio e la sollevò. La ragazza non si dibatté. Rimase come svenuta tra le sue braccia. Liquida come acqua. Una fanciulla uscita da un sogno. Una creatura perfetta in braccio a un'altra creatura perfetta. Una principessa tra le braccia di un cavaliere. Sparirono oltre una porta. Come due amanti. Dorina provò una fitta allo stomaco e ricominciò a bere.




NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao :)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere ❤

A presto!

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