XV. TROPPO VINO

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L'orologio batteva i dodici rintocchi. Gli invitati della festa stavano andando via quando Dorina si diresse verso la sua stanza. Il passo era incerto. La vista sfocata. Aveva bevuto troppo. Il problema era che il vino lì era più forte. Barcollò e dovette aggrapparsi al muro per non cadere. Ci mancava solo se fosse caduta e si fosse rotta qualcosa. Oppure che qualcuno l'avrebbe trovata buttata sul pavimento di pietra. Svoltò a destra in un corridoio. La vide subito.

Una figura se ne stava alla finestra. Era troppo buio per distinguere i lineamenti, il colore dei capelli, o quello degli abiti, eppure... fu il modo in cui mosse la testa all'indietro. Un movimento tipico di Mirella. Dorina strizzò gli occhi.

-Zia?-

La donna si voltò in un frusciare di vestiti. La luce della luna che filtrava dalla finestra le illuminò i lineamenti e... era lei! Come dimenticare quello sguardo pungente?

-Mirella-

La donna già correva lungo il corridoio in un turbinio di vesti.

Dorina tentò di rincorrerla, ma inciampò. Mise male il piede, traballò, cadde. Un gemito le sfuggì tra le labbra e... fu trattenuta. Un istante prima di schiantarsi contro la pietra fu afferrata per la vita.

-Non dirmi che sei ubriaca per un bicchiere di vino-

Kaas. La voce le sembrò potente. E le provocò, chissà perché, un brivido lungo la schiena. Probabilmente aveva davvero bevuto troppo. Cercò di stare dritta. Doveva apparire dignitosa. E soprattutto credibile.

-Mirella, c'era Mirella- sussurrò, la lingua impastata.

Kaas trattenne il fiato, poi un sospiro. -Sì, sei ubriaca-

Dorina avrebbe voluto insultarlo. Non ci riuscì. Aveva la bocca impastata e la testa leggera. La realtà era ombre. Eppure era certa di aver visto bene. Mirella c'era davvero.

Afferrò il davanzale. Le dita si strinsero intorno al marmo gelido. Kaas la sostenne da dietro, le mani intorno alla vita. Dorina si sentì tremare. Il modo in cui lui la stringeva... era il suo tocco che... la faceva tremare.

-Andiamo, ti porto a dormire- le fece scivolare le braccia intorno alla vita. Lei si appoggiò a lui. Un gesto involontario che la scosse.

-Posso camminare- protestò. Ricordò come solo poche ore... minuti... Kaas aveva sollevato Nicalla. E ora teneva lei tra le braccia. La sua testa contro la sua spalla. Aveva tenuto così anche Mirella? Di sicuro. Il pensiero le provocò la nausea? Oppure era il vino?

Dorina non seppe quanto tempo ci misero ad arrivare in camera sua. Ricordò solo che Kaas la depose sul letto. Come se fosse stata una bambola. Una creatura di porcellana. E poi il mondo divenne buio.


-Ti ha portata a letto?- Nicalla si spinse avanti, lo sguardo luccicante. L'abito rosso le si aprì davanti, lasciando intravedere gran parte della scollatura. Lei non parve farci caso, Dorina invece si sentì a disagio. Possibile che Nicalla si sentisse a suo agio?

-Nicalla! Hai usato un'espressione inappropriata- le guance le andarono a fuoco. L'immagine di lei e Kaas a letto... che vergogna!

-Va bene, va bene, precisina, ti ha adagiato sul letto- giocherellò con una ciocca di capelli. Si trovavano in uno dei tanti salotti del castello. Sedute sul divano, l'una accanto all'altra. -Così va meglio?-

No, non andava meglio. Era comunque molto imbarazzante. Nicalla sorrise, come se lo sapesse.

-Questa mattina ho trovato un biglietto di Kaas... vuole che ceniamo insieme- spostò lo sguardo sulle pieghe dell'abito. Altra cosa imbarazzante.

-Sul serio?- Nicalla lanciò un urletto e si spinse sulle ginocchia.

-Sul serio- Dorina perse un battito. Forse due. Il pensiero di lei e Kaas allo stesso tavolo la stordiva. Le faceva girare la testa.

-Secondo me piaci a Kaas-

-Cosa?- qualcosa le esplose nel petto. Schegge.

-Non fare l'ingenua- sollevò le sopracciglia folte, così in controtendenza rispetto alla moda che le voleva sottili. Nicalla però non seguiva la moda. -Lo vedrebbe chiunque... il modo in cui ti guarda- sospirò. -Adorabile... e non da mio cugino, per niente-

Dorina non vedeva nulla di tutto questo. Nicalla la prendeva in giro? O era lei a essere troppo ingenua?

-Lascia fare a me- Nicalla le sorrise, i piccoli denti aguzzi che brillavano alla luce del sole. Dorina ebbe l'impulso di limarglieli. No, forse era meglio di no. Dubitava che l'avrebbe presa bene... e poi Nicalla cominciava a piacerle. Forse avrebbe potuto davvero trovarsi un'amica. Eppure c'era qualcosa di strano in Nicalla. Qualcosa che non riusciva a definire. 

-Mi affido nelle tue mani, ma non ne capisco il motivo- si strinse nelle spalle. Non sapeva nemmeno perché Kaas la volesse vedere da sola. Una cena solo loro due. Non ce n'era motivo. A meno che non dovesse dirle qualcosa. Cose importanti.

-Perché devi essere al tuo meglio!- sorrise -Lascia fare a me-

Perché la cosa la preoccupava? Non lo sapeva, ma provava un brivido lungo la schiena. -Ehm, non vorrei disturbarti- e la ricordò nuda sul palco. C'era la possibilità che la mandasse all'incontro nuda?

Un'ora dopo Dorina si era pentita di aver accettato l'aiuto dell'amica. -No, i capelli no!- aveva già sopportato il cambio abito senza protestare.

Nicalla le stava facendo scivolare qualcosa in testa. –Vedrai che sarai uno spettacolo, credimi-

-Oppure sarò inguardabile-

-Bando il pessimismo... se fai la brava ti dico cosa Amadeo ha scoperto riguardo all'autopsia-

Il respiro le mancò. -Amadeo? Lo hai visto?-

-Questa mattina... puoi bussare alla porta di una signora alle otto del mattino?-

Dorina deglutì. Le sembrava di avere delle pietre in gola, che raschiavano la trachea. -E cosa ti ha detto?-

-Oh, si è riempito di complimenti, a quanto pare aveva ragione, la ragazza è stata dissanguata completamente, orribile, non credi?-

Sì, orribile. Lei però pensava ad Amadeo e Nicalla. Che rapporto c'era tra i due? Non riusciva a metterlo a fuoco. E poi le tornava in mente Mirella. Era davvero lei?

-Fatto! Guardati- Nicalla afferrò uno specchietto e glielo mise davanti.

La ragazza che fissava Dorina allo specchio, beh, era bellissima e audace. Il contrario di cos'era lei. Dorina sbatté le palpebre e cercò di capire dove avesse sbagliato. Di sicuro lo sbaglio risiedeva nel dare a Nicalla il permesso di sistemarla.

-Che te ne pare?- Nicalla la prese per le braccia e la sua testa fece capolino da sopra la sua spalla.

-Sono bionda, ho un rossetto rosso, un trucco che mi fa assomigliare a Cleopatra e un abito rosso con uno scollo esagerato, ma cosa ti è venuto in mente?-

-Non fare come Kaas! Non essere noiosa... sei incantevole, Dorina, credimi, sei al massimo della tua femminilità, altro che Caterina-

Scosse la testa. Riccioli biondi le ricaddero sugli occhi. Le sembrò strano... eppure le piacque. Oh, non doveva farsi convincere da Nicalla, doveva mantenersi ferma nei suoi pensieri.

-Sei bellissima, inoltre la tinta non durerà più di qualche giorno- sorrise -sarà una cena fantastica-

Dorina si sentì confusa. Che aveva in mente Nicalla? Con lei era difficile capirlo. Inspirò. L'aria le bruciava le narici. Le lacrime le pungevano gli occhi. Deglutì, la gola dolorante. L'unica cosa certa era il cuore che le batteva all'impazzata all'idea di una cena sola con Kaas.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di questo capitolo?

A presto!

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