XVII. AVVENTURA NOTTURNA

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Dorina voltò la pagina del libro che stava leggendo. Aveva passato un'ora alla ricerca di un romanzo coinvolgente. Si era sorpresa di trovare tanti libri di cui lei, che aveva passato gran parte dei suoi diciott'anni tra le pagine polverose, non conosceva il titolo. Possibile che Kaas avesse dei libri rari? Kaas, Kaas, Kaas. Sempre lui! A ossessionare i suoi pensieri! Dopo la cena non si erano visti molto. Poco male. Cercò di concentrarsi sul libro.

Il genere maggiormente presente era quello gotico. Dorina non ricordava che alla zia piacessero le storie oscure. Beh, a essere onesta, almeno con sé stessa, non ricordava di aver mai visto Mirella con un libro in mano. Preferiva l'equitazione e il ballo. Kaas sembrava molto diverso. Allora come avevano fatto a finire insieme? Era stato un matrimonio d'amore, questo non era in dubbio, sebbene la cosa non le piacesse molto. Un matrimonio celebrato di nascosto, contro il parere della famiglia. Perché la famiglia di Mirella non approvava Kaas e...

-Dorina, tesoro mio, che ci fai qua?-

La ragazza sollevò la testa, un sorriso sulle labbra. Quella voce, chissà perché, le metteva allegria. Nicalla le sorrise, appoggiata allo stipite della porta, un abito nero in pizzo che le disegnava un vitino sottilissimo. Il risultato avrebbe lasciato a bocca aperta chiunque.

-Ti rovinerai quei bellissimi occhi- scivolò avanti, sembrava che camminasse sospesa in aria -al buio, da sola, oh, non bisogna mai leggere in un luogo così polveroso, ma in una bella sala illuminata- scosse la testa e riccioli neri le caddero sulle labbra coperte da un vistoso rossetto rosso.

-Sto leggendo una storia molto interessante, parla di una ragazza che viene chiusa in un castello dal suo tutore legale e... -

-Praticamente la tua storia- si sedette sul tavolo con un balzo felino. -Però mio cugino non è poi così crudele, nonostante sia molto insopportabile- si appoggiò le mani sul grembo, buttò indietro la testa, scalciò l'aria -che ne dici di mettere in sospeso la storia?-

Dorina sfiorò il bordo del tavolo. Il profumo di tuberosa aleggiava nell'aria. -Proponi qualcosa?-

Nicalla si leccò le labbra, lenta come un gatto. -Ludovico mi sta aspettando di sotto, andiamo a vedere i riti-

-I riti?-

Nicalla ampliò il sorriso. -Oh, lo vedrai-

-Ma non possiamo!- Kaas non avrebbe voluto. E forse non aveva nemmeno tutti i torti.

-Possiamo fare tutto quello che vogliamo, siamo libere- le strizzò l'occhio.

Essere libere. L'idea le piacque. Dorina era stufa di dover stare sotto il controllo di Kaas. -Bene, allora andiamo- decise.

Nicalla lanciò un gridolino di gioia e batté le mani. -Non te ne pentirai, promesso- la prese per il braccio e la tirò con sé. Dorina si lasciò trascinare via, il cuore al galoppo, la sensazione che sarebbe finita male che le faceva bruciare la gola.

Dorina si strinse nel mantello. Dire che faceva freddo, beh, non rispecchiava del tutto la realtà. Si congelava. Avevano preso un sentiero tra i boschi. Saltuari fiocchi di neve scivolavano dal cielo nero ricoperto di stelle. Ludovico, al suo fianco, in abiti borghesi, canticchiava una canzone sconcia su due amanti che s'incontrano in riva a un fiume.

-Sei volgare- lo riprese Nicalla con una smorfia -e disgustoso, ma puoi dire queste cose?-

-Io dico quello che voglio- Ludovico si strinse nelle spalle -e ti ho sentito dire di peggio-

-Non quando sono sobria- alzò lo sguardo al cielo -povera me, avremmo dovuto scendere da sole- scosse la testa, fiocchi bianchi che brillavano sulla sua capigliatura nera.

-Con un assassino in libertà?- Ludovico rise. -Troppo pericoloso, lo sai meglio di me-

-Come se io avessi paura del pericolo- Nicalla sbuffò -so ben difendermi-

-Non iniziare con i tuoi discorsi-

-Io non inizio proprio con niente- gli diede un leggero pugno sulla spalla.

-Ahia- si massaggiò la spalla colpita. -Mi hai fatto male!-

-Oh, ti lamenti sempre!-

Gli alberi si aprirono. Fuochi. Fumo nero si alzava verso il cielo e oscurava le stelle come un manto.

-Dove siamo?- Dorina si sentì a disagio. Come se fosse nel posto sbagliato. E poi c'era quell'orribile sensazione, come acqua sulla pelle, che qualcuno la stesse fissando. Era tanto buio che perfino le ombre potevano nascondere degli spettatori indesiderati. Magari proprio colui che aveva aggredito quelle ragazze.

-Al centro della festa- Nicalla non nascose il suo entusiasmo -vieni, cara, andiamo a partecipare a un bel rito pagano- le passò un braccio intorno alla vita.

La cosa non la entusiasmava. Aveva fatto male a seguirla, lei non era fatta per quelle cose. Non era come Nicalla o come Mirella. E provò invidia. Come una spada che affonda nella carne fino a farla a pezzi. Avrebbe dovuto stare in biblioteca. Meglio ancora in camera. Nascondersi lì. E invece andava in giro per il bosco. Con un pazzo che aggrediva la gente. Doveva esserci qualcosa di sbagliato in lei. Ormai però era tardi per i ripensamenti. Poteva solo andare avanti e sperare che non le sarebbe successo nulla di male, nonostante un brivido le scivolasse lungo la schiena e la turbasse come un lupo pronto a divorarla.



NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate?

A presto!

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