《Mockinbird》Helena Arendt

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Nota: Ringrazio -H1STRI0 per avermi permesso di utilizzare Indigo, il suo personaggio, all'interno di questa one-shot.
Premetto che questo racconto è frutto di un mix di pensieri e di scenette che ho creato mentre mi stavano riportando a casa da una festa e, sì, devo ammettere che non fossi proprio lucidx quando ho creato questo scenario.
Ovviamente, non ho scritto ciò quando ero nel pieno di una sbronza ma ho aspettato un paio di giorni, giusto per scrivere bene questo piccolo racconto.
Quindi, niente, godetevi questa storiella(che potrebbe essere molto ma molto poco canon sotto certi aspetti).

+PS: Alcune parti di questa storia non sono in ordine cronologico, infatti due scenette ambientate prima della venuta al mondo di Mordred sono state messe dopo, non so perché, però mi piaceva l'effetto finale.

Se volete leggerla in ordine cronologico vi consiglio fare così: Scena 3, scena 1, scena 2 e scena 4.

Tags: Piccolastella9605

XoxoCorvy.

~

《Cosa ne farai di lui?》la voce di Erick ti riporta finalmente al presente, anche se non sai effettivamente cosa rispondere.

Non puoi occuparti di un bambino, sei praticamente sola ed Erick non ti potrà aiutare per sempre: Anche lui ha una famiglia di cui occuparsi, i suoi fratelli hanno bisogno delle sue cure più di tuo figlio.

Lo sai perfettamente e per quanto ti faccia star male l'idea di assegnargli il tuo stesso destino, non hai molte alternative.

Decidere di tenerlo con te, sarebbe una scelta puramente egoistica: Tuo figlio ha bisogno di un'infanzia felice, una vita stabile, un genitore presente ma,soprattutto, ha bisogno di essere al sicuro.

E con te non potrebbe mai essere al sicuro, non dopo tutto quello che è successo.

Non saresti una brava madre, non riusciresti a guardarlo dritto negli occhi senza rivivere tutto il timore e la paura di quella sera.

Ricordi ogni singolo dettaglio di ciò che è successo, d'altronde come potresti dimenticare un'esperienza simile? Tutto il terrore che hai provato in quegli istanti vive ancora dentro di te.

Hai visto il suo vero volto quella notte, della sua maschera non vi era più alcuna traccia: Indigo, quello che avevi conosciuto e che ti aveva corteggiata per molto tempo, non era mai esistito.

Sei caduta nella sua trappola, proprio come una mosca nella tela di un ragno.

Credevi seriamente che qualcuno potesse provare un sentimento differente dalla pena e pietà nei tuoi confronti? Per gli occhi degli altri, sarai sempre la povera orfanella ingenua.

Sarai sempre la stupida che si è fatto abbindolare dal Duce, verrai sempre e solo vista come il suo giocattolo, come una bambola rovinata di cui sbarazzarsi.

Per lui eri solamente un gioco, un premio da esibire, una pietanza da gustare lentamente.

E come una stupida, ti sei lasciata abbindolare, hai deciso tu stessa di diventare la sua marionetta.

Abbassi lo sguardo verso tuo figlio.

Senti una morsa allo stomaco: Mordred non merita di soffrire a causa dei tuoi errori, Helena.

Poggi le labbra sulla sua fronte, stampandogli un dolce bacio, desideri solamente il meglio per il tuo piccolo.

Ti viene quasi da piangere a pensare che quella sera, se non ti fossi aggrappata alla vita e non avessi deciso di scappare, saresti morta insieme a lui.

Sarebbe bastato uno sparo per mettere fine alle vostre esistenze, per chiudere un capitolo della vostra vita.

Forse se tu quella sera avessi saputo della piccola vita che cresceva dentro di te, Indigo non ti avrebbe provato ad ucciderti.

O forse, avrebbe mirato meglio per togliersi due problemi in una volta sola.

《Non voglio che passi ciò che ho vissuto all'orfanotrofio, sarebbe disumano abbandonarlo lì》inizi il tuo discorso, accarezzando dolcemente il viso del neonato con le tue dita.

Ringrazi il cielo che dal padre non abbia ereditato nulla, sarebbe stato troppo doloroso per te guardarlo dritto negli occhi ogni volta.

《So che potrà sembrare un desiderio egoistico e non nego affatto che io non sia una persona altruista, ma voglio tenerlo》aggiungi, infine, avvolgendo una copertina bianca attorno al corpicino di Mordred, in quella stanza c'è troppo freddo e non vuoi che lui si ammali.

Erick sospira.

Non è felice ma non può giudicare la tua scelta, sei tu che hai deciso di mettere al mondo quella vita e non si può opporre, del resto questa è una decisione che spetta solamente a te.

Lui poggia la sua mano sulla tua, stringendola dolcemente, accarezzando con le dita la sua pelle.

《Se è questo quello che desideri, allora rispetterò la tua volontà: Posso tenerlo in braccio?》Domandò amichevolmente l'uomo dai capelli ramati, avanzando entrambe le braccia verso di te.

Sorridi e delicatamente gli passi Mordred, stando attenta a non fargli del male.

È ancora piccolo, basterebbe poco per procurargli dolore.

L'uomo ti sorride, cullando il piccino come se fosse lui il vero padre, come se quel bambino fosse veramente una parte di sé.

Mordred apre i suoi occhietti castani- hai pregato tanto che non ereditare le iridi chiare di Indigo, quei pozzi vuoti che ancora ti perseguitano- guardandosi intorno incuriosito.

Senti gli occhi bruciare ma trattieni le lacrime, ti sei promessa che non avresti più pianto di fronte a nessuno.

Hai passato tutta la tua vita ad essere forte, a non scoppiare in lacrime di fronte agli altri e non inizierai ora.

"Nessuno mi vedrà mai cadere" pensi, posando una mano sul tuo ventre, oramai vuoto.

Erick è troppo distratto a cullare tuo figlio per rendersi conto dei tuoi pensieri ed è meglio così, sei troppo orgogliosa per mostrarti debole.

~

Nonostante sia passato diverso tempo da quella sera, ogni notte non fai altro che sognare gli avvenimenti di quella notte, solo che I tuoi incubi terminano nel peggiore dei modi: con la morte di Mordred.

È difficile per te riposare, ogni volta che chiudi gli occhi non fai che vedere il viso di quell'uomo, senti la sua voce rimbomare dentro la tua testa.

Apri gli occhi e senti il gelo accarezzare la tua pelle, infilarsi all'interno delle tue carni e invadere il tuo corpo.

Ti alzi dal letto.

Come al tuo solito, hai lasciato la finestra aperta: Se Erick fosse lì con te, di sicuro non si sarebbe risparmiato la sua predica.

Diamine, da quando sei diventata madre, quell'uomo è diventato più ansioso di prima.

Chiudi velocemente la finestra, cercando di non far rumore, è notte fonda ed è già tanto se vedi qualcosa.

Dovresti andare a dormire, domani dovrai alzarti presto e con un bambino così piccolo, è già tanto se riposi un paio d'ore.

Guardi l'orologio e sospiri.

È l'ora della poppata.

Hai poco latte ma il medico ti ha consigliato di allattare il più possibile tuo figlio, per poi passare al latte artificiale.

Prendi il tiralatte e abbassi la canottiera leggera, iniziando così a tirare più latte possibile.

Quando hai quasi finito, senti il pianto del tuo bambino: Quando ha fame, quel neonato non guarda in faccia a nessuno.

《Arrivo Morry, arrivo...》mormori sistemandoti e dirigendosi verso la stanza da letto, tenendo in mano il biberon.

Prima di entrare noti che c'è qualcosa di strano, la porta è praticamente chiusa, nonostante tu abbia l'abitudine di tenerla semi-aperta, proprio per sentire meglio il pianto di Mordred.

Rimani a fissarla per qualche istante.

Scuoti la testa.

Stai diventando paranoica, Helena.

Apri la porta della stanza.

Sgrani gli occhi.

《Che ci fai qui?》dici freddamente, osservando la figura seduta sulla sedia a dondolo.

È esattamente come ricordi: Gli occhi freddi, lo sguardo malvagio, il sorriso sadico sul suo viso.

Se ti avessero chiesto la definizione di demonio, avresti sicuramente risposto con il suo nome: Indigo.

Appena vedi Mordred fra le sue braccia, avanzi velocemente per riprenderlo ma prima che tu possa arrivare ad afferrare tuo figlio, il dittatore ti punta la pistola sulla fronte.

Gli basta un attimo e il tuo cervello salterebbe in aria.

Il bambino piange disperato fra le sue braccia, si dimena, quasi come se avesse compreso le intenzioni malevole del "padre".

《Vedi Helena, noi abbiamo un conto in sospeso, non ricordi?》il suo dito si avvicina al grilletto ma non spara, è poggiato lì, in attesa forse di un tuo passo falso.

Guardi Indigo dritto negli occhi con tutto il disprezzo che provi nei suoi confronti, il tuo sguardo piano di rabbia, si scontra con il suo, soddisfatto di averti in pugno.

《Come potrei non ricordarlo, figlio di puttana!》rispondi mantenendo un tono tranquillo, anche se è facile intuire la rabbia che ribolle dentro di te.

Mordred si morde le mani per la fame.

Il suo viso è rosso proprio come quello di un pomodoro, non puoi sopportare di vederlo in quel modo.

Indigo ti sorride.

Gli sono sempre piaciute le tue rispose.

Ti costringe ad arretrare di qualche passo, la sua pistola è sempre puntata sulla tua fronte.

Un movimento falso e non avrà alcun problema a farti fuori.

Si alza dalla poltrona, tenendo Mordred stretto fra le sue braccia, ma la sua presa è troppo forte.

Te ne rendi conto e ti preoccupi.

《Lascialo stare, la questione riguarda noi due》affermi provando ad avanzare verso di lui ma appena ci provi, vedi la sua mano posarsi sulla gola del bambino.

Non stringe ma basterebbe poco per farlo.

Ti avverte: Se non fai come dici, non avrà alcun rimorso ad ucciderlo.

《Sono io quello che fa le regole e tu dovrai seguirle tutte, altrimenti sai cosa succederà!》il pianto disperato di Mordred quasi supera la voce del padre, trema come una foglia mentre le sue lacrime escono numerose dai suoi occhi scuri.

Per un attimo, vedi Indigo abbassare lo sguardo verso tuo figlio.

Sa che è suo, non è uno stupido e quando vede la voglia che ha sul braccio, sorride.

Un sorriso insano, inquietante, compare sulle sue labbra.

È felice di aver lasciato un segno indelebile nella tua vita, di essere diventato oramai una parte di te.

Oramai vive in te, nei tuoi pensieri, nelle tue paure, nella tua rabbia, è diventato pian piano la parte più profonda della tua mente.

Un mostro.

Ecco che cos'è quell'uomo.

Non puoi fare a meno di paragonarlo ad un serpente che soffoca la propria preda solo per il gusto di vederla soffrire, togliendolo pian piano il respiro.

La mano di Indigo è ancora sul collo di Mordred, fa una leggera pressione e senti il cuore salirti in gola.

《Sei veramente così patetico da far del male a nostro figlio?》sai perfettamente che lui ne sarebbe in grado, ha ucciso tante di quelle persone innocenti che non avrebbe più alcun problema a fare lo stesso con il piccolo.

Alza lo sguardo.

Pianta le sue fredde iridi azzurre sulle tue, ti guarda con disgusto, proprio come un tempo non fossi stata il suo prezioso premio.

《Vuoi proprio scoprirlo?》uno sparo squarcia il silenzio, senti un dolore atroce allo stomaco: Ti ha colpita.

Non fai in tempo a rendertene conto che senti un altro proiettile infilzare la tua carne, si pianta nel tuo petto.

Il sangue esce copiosamente dalle tue ferite, senti quel caldo liquido scarlatto sporcare i tuoi vestiti ed il pavimento.

Cadi in ginocchio.

Lui si avvicina a te.

《Non potrai nasconderti per sempre, prima o poi vi troverò》la sua pistola è sulla tua fronte, il suo dito sta per premere il grilletto.

È giunta la tua fine.

O forse no.

Ti svegli di soprassalto.

《Mordred!》esclami guardandoti intorno e cercando con lo sguardo tuo figlio, per poi rassicurarti quando finalmente vedi che sta dormendo dentro la culla.

Sospiri.

Era tutto un sogno.

Uno stupidissimo sogno.

Ti alzi dal letto e ti avvicini alla culla, prendendo delicatamente in braccio il piccolo e gli stampi un dolce bacio sulla fronte, cullandolo fra le tue braccia.

《Non preoccuparti tesoro mio, fino a quando sarò ancora in vita nessuno ti farà del male!》esclami, lasciando che le tue lacrime bagnino la testolina di Mordred.

Combatterai per lui.

Farai di tutto pur di permettergli di vivere in un mondo migliore di quello che ti è stato offerto.

Sei pronta anche a rinunciare alla tua stessa vita.

Non importa quanto ci vorrà o cosa dovrai sacrificare, fino a quando sarai ancora in vita, Indigo non torcerà un solo capello a tuo figlio.

Costi quel che costi.

~

Si alza dal letto, non ti degna nemmeno di uno sguardo: È da qualche tempo che con te è sempre così freddo, distaccato, alle volte sembra davvero essere infastidito dalla tua presenza.

Non capisci per quale motivo ti tratti in quel modo, non sembra essere più interessato a te come prima.

Oramai ti considera solo quando ha bisogno del tuo corpo, non vuole più nemmeno sentirti parlare.

E tu, come la stupida che sei, gli stai ancora dietro.

Helena non sei una fottuta crocerossina! Diamine, per molto meno l'avresti mandato a fanculo, proprio come tutti gli altri tuoi ex.

Porti la sigaretta alla tua bocca mentre osservi Indigo rivestirsi, si comporta come se tu non esistessi.

Rotei gli occhi.

"Si comporta come se fosse un bambino, santo cielo!" Pensi, aspirando il fumo della sigaretta e rilasciando una nube biancastra dalle tue labbra, detesti quando la gente si comporta in questo modo.

《Quando ti deciderai a dirmi cosa c'è che non vada?》la tua domanda esce spontanea, sei stanca del suo stupido giochetto.

Gli hai dimostrato più volte che di te si può fidare, gli hai sempre portato rispetto, anche quando la vostra "relazione"(anche se tu non l'hai mai definita così) si è consolidata.

Ma evidentemente per lui il rispetto è unilaterale.

Si volta verso di te, ti guarda attentamente.

《Rivestiti e vattene, oggi ho molto lavoro da fare》sbotta irritato, prendendo poi i tuoi vestiti, poggiandoli accanto a te.

Spegni la sigaretta, poggiandola dentro il portacenere e ti avvicini a lui, ti ritrovi di fronte al suo viso.

《Senti non so cosa sia successo per farti diventare così, ma lo sai che con me puoi parlarne. Non ti voglio costringere a farlo, desidero solo che fra noi ci sia fiducia...》non riesci a terminare la frase che un nodo ti sale alla gola, lui rimane per un attimo in silenzio, guardandoti infastidito.

Sospiri e ti volti dall'altra parte, gli dai le spalle e ti rivesti velocemente, stai solamente perdendo tempo con lui.

Potresti avere tanti di quegli uomini sotto ai tuoi piedi, Helena, sei una donna in gamba, non puoi seriamente sperare in un futuro con lui.

Persino tuo fratello ti dice di lasciare stare ed è forse l'ora di seguire il consiglio di Hans, devi lavorare su te stessa e sul tuo futuro.

Fanculo gli uomini come lui.

Il tuo orgoglio dovrà sempre avere la meglio.

Prendi la borsa, è già sera e devi sbrigarti.

Ti dirigi verso la porta, poggi la mano sulla maniglia ma prima che tu possa abbassarla, ti chiama per nome.

Nemmeno il tempo di girarti e senti il suo respiro sul tuo collo, ti sposta i capelli, senti la sua mano accarezzarti il viso.

Ti volti e gli lanci un'occhiata confusa.

Che diavolo gli sta passando per la testa?

Dovresti sentirti sollevata dalla sua reazione.

Ma invece ti afferra il collo con entrambe le mani, stringendolo.

《La prossima volta che mi parlerai in questo modo, non esiterò ad ucciderti》le sue parole sono coltelli affilati ma tu sei oramai abituata ad essere trattata come uno scarto, sei cresciuta in un orfanotrofio, non sei stupida.

Gli lanci un'occhiata di disprezzo, non sei più quella bambina indifesa, adesso sei abbastanza grande per capire cosa sia giusto e cosa sbagliato e scappare.

Rimani in silenzio, ferma, ma non versi una lacrima: Non sei tua madre, non chiederai pietà a nessuno.

Non ti vedrà mai cadere.

Gli afferri il polso e, miracolosamente, riesci ad allontanare la sua mano dal tuo collo.

Fanculo.

Fanculo tutto.

《Buonaserata, Indigo》rispondi con tono fermo, freddo, sforzandoti di sorridere.

Non verserai una lacrima in sua presenza.

Non l'hai fatto quando venivi picchiata all'orfanotrofio o quando Schimdt, il tuo capo, ti urlava contro, perché dovresti farlo per lui?

Sei troppo orgogliosa.

Vai via da quella stanza.

Convinta che le cose non potessero andare peggio.

Illusa.

Non sai che proprio quella sera, perderai l'unico membro della tua famiglia.

~

Essere madre non è mai stato uno dei tuoi più grandi sogni, da bambina l'unica cosa che volevi era vivere insieme a tuo fratello.

I bambini non ti sono mai piaciuti, troppo rumorosi, sporchi, energici.

E se la te di qualche anno avesse l'opportunità di vederti, rimarrebbe sicuramente sorpresa.

È vero, non sei una madre perfetta ma fai del tuo meglio, anche se alle volte pensi che tutti i tuoi sforzi non bastino.

Ed effettivamente è vero, i tuoi sforzi non bastano per essere considerata un'ottima madre:

Non hai rinunciato alla tua vendetta verso Indigo, stai intere ore fuori casa per organizzare insieme agli altri rivoluzionari uno dei vostri soliti attacchi.

Non sei in grado di lasciare che siano gli altri ad occuparsene, vuoi anche tu partecipate alla sua caduta.

Vuoi saziare quella rabbia che nutri da anni.

Vuoi vendicare tuo fratello, i tuoi amici e tutti coloro che sono stati privati della vita a causa di un governo crudele.

Non riesci a dare a tuo figlio un'esistenza del tutto normale.

Non può farsi degli amici perché sa che prima o poi andrete via da quel luogo, lui non sa ancora le cause che vi sono dietro ma di sicuro non può comprendere.

È un bambino.

Crede ancora in un mondo completamente innocente, non sa effettivamente quanto gli uomini possano essere più crudeli di ogni altra creatura.

《Furetto cosa stai facendo?》domandi sedendoti accanto a lui, passi una mano fra i suoi riccioli castani, scompigliando la sua chioma.

Lui ti sorride dolcemente, mostrandoti il suo disegno: Non riesci effettivamente a capire cosa siano quelle linee che lui ha tracciato, ti ci vuole qualche istante per individuare tre omini umanoidi.

《Ti piace mamma? Questa è la nostra famiglia: Io, tu e zio Erick!》esclama il bambino, è contento del suo "capolavoro", anche se le sue doti artistiche non sono così elevate. Anzi, i suoi disegni sembrano dei quadri malriusciti di Picasso.
《Anche se tu sei molto più bella in realtà》 aggiunge lui, cingendo con le sue braccine la tua figura.

Diamine, oltre che essere dannatamente tenero è anche un ruffiano.

Annuisci e gli accarezzi il viso.

Mordred è un bambino dolce, troppo buono per un mondo come quello in cui hai deciso di farlo nascere.

Troppo buono per essere il sangue del suo sangue.

Il bambino poggia la testa sul tuo petto e alza il capo, osserva il suo viso.

È così uguale ad Hans che alle volti dubiti persino di averlo partorito tu stessa.

Il suo sguardo, il suo sorriso, il modo in cui parla ti ricordano tuo fratello.

Hans.

Ti manca ogni giorno.

Vorresti riportarlo indietro.

Ti senti vuota senza di lui: Hans era il tuo migliore amico, era il tuo compagno di (dis)avventure, il tuo confidente.

E il destino ha voluto strappartelo troppo presto.

Mordred ti accarezza la guancia, la sua mano è piccola e morbida.

《Mamma perché stai piangendo? Sei triste?》ti domanda preoccupato, poggiando la testolina sulla tua spalla.

Scuoti la testa.

No.

Per la prima volta quelle sono lacrime di felicità.

《No tesoro, sono semplicemente felice...》

《E di cosa?》

《Di averti al mio fianco》.


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