Capitolo 38: CAVALIERE MASCHERATO

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"Dovete assolutamente aiutarmi!"

Ashley si avventa su me e Ian come un tornado. Ha un'espressione sgomenta, impaurita.

"Cos'è successo?" Ian lascia la sua bottiglietta sul tavolo e prende la bionda per un braccio.

"Si tratta di Daren, credo che non stia troppo bene"

Seguiamo Ashley nel punto più lontano del giardino. Sotto ad una panchina, con un braccio sulla testa ed uno lungo i fianchi, il corpo del bellissimo giocatore di basket, in pantaloncini e accappatoio da Rocky il pugile, è afflosciato come un fantoccio.
Letteralmente KO.

"E' così da più o meno mezzora" Ashley si siede con la faccia tra le mani. La coroncina che porta le scivola ad un lato della testa.

Ian si inginocchia vicino al giovane. "E' vivo, respira" constata, posizionando due dita sul suo collo.

"L'ho lasciato solo un attimo, giusto il tempo di salutare una persona, quando sono tornata era in questo stato catatonico"

Un gruppo di ragazzi della squadra ci passano vicino. Ian ne afferra uno per la giacca. "Ehi, tu, conosci questo tipo?"

Il tizio prima guarda Ian, poi me e Ashley. Infine sposta lo sguardo lentamente sul compagno steso a terra. "Ma è Daren!" esclama, "Guardate, boys, Kagasoff deve essersi sniffato qualche sostanza delle sue!"

Una fragorosa risata si leva tra i ragazzi.

"Volete un consiglio? Meglio che lo portiate via da qui, prima che lo veda il coatch!" dice uno di loro.

Ashley si mette a piangere. Le lacrime le scendono a piede libero, impiastricciandole la faccia. "Non me ne va proprio una giusta" si lamenta, "e adesso come facciamo?"

I ragazzi della squadra non sembrano molto intenzionati ad aiutarci, a giudicare dalla velocità con la quale si allontanano da noi e dal caso disperato a terra.

"Portiamolo nella sua stanza" butto là.

Ashley si passa le mani sul viso ed emette un ultimo singhiozzo: "Stanza trecentocinque, le chiavi sono dentro i guantoni"

Studio la mia amica con aria interrogativa. Come fa ad avere una simile informazione?

Lei alza le mani. "Mi aveva promesso una notte di fuoco" si giustifica. Poi, usando una voce grossa, il più possibile simile a quella del suo accompagnatore, dice: "Nessuna principessa è in grado di sfuggirmi. Ti porterò nella mia stanza, bambolina, e ti farò vedere il mondo. Quello vero!"

Le mie lebbra si piegano in una smorfia di disgusto e amarezza mentre Ian carica il ragazzo in spalla. Passiamo dal retro dell'edifico e raggiungiamo i dormitori maschili. Per fortuna non incappiamo in nessun professore o guardia dell'edificio. Saliamo un paio di rampe. Ian pare sopportare bene il peso dell'uomo sulle spalle. Non sembra fare uno sforzo eccessivo e, quando finalmente arriviamo al letto del ragazzo, lo lascia cadere sopra come un enorme sacco di patate.

"Pensate che dovremmo chiamare un dottore?" Ashley sfila dal collo del giovane i guantoni e li appoggia sul piano del comò. Gli passa una mano sul viso pallido. "Per quanto sia tremendamente arrabbiata con lui e con l'ennesima serata che se ne va a puttane, non possiamo lasciarlo qui da solo, in queste condizioni"

Cerco il mio cellulare nelle tasche sul retro dei pantaloncini per telefonare alla guardia medica, ma una voce si leva alle nostre spalle, facendoci letteralmente saltare in aria.

"Tranquilli, gli passerà!"

Un ragazzo dagli occhi scuri e allungati, entra in stanza, chiudendo subito dopo la porta. "Non lo sapete? Per Daren questo è un classico, è sempre così. Tira cocaina e poi collassa. Per un paio d'ore sarà in quello stato comatoso, poi aprirà un occhio, con precisione il destro, dopo il sinistro e infine manderà al diavolo chiunque sia nel raggio di quattro, cinque metri di distanza da lui"

Ashley abbassa le spalle, evidentemente demoralizzata.

"Non trascorrerà molto tempo prima che lo espellano dalla squadra di basket. I controlli sanitari quest'anno sono molto più attenti" Il ragazzo, di evidenti origini filippine, ci viene vicino e studia Ian con attenzione. "Piacere sono Allen Evangelista, il suo storico compagno di stanza, sono abituato a tutto ciò. Ogni fine settimana qualcuno di diverso lo riaccompagna nel suo letto, voi chi siete di preciso? Gli amici della squadra di basket o quelli del circolo di nuoto?"

Ian non ricambia la presentazione, scuote soltanto la testa con fastidio. "Nessuno di quello che hai appena detto. Lo abbiamo soccorso e trasportato fino a qui" gli molla una pacca sulla spalla. "Assicurati che stia meglio, a quanto pare sei abituato al ruolo di infermiere" dice, andandosene. Quando raggiunge la soglia mi lancia uno sguardo di richiamo. Lo seguo fuori dalla stanza, voltandomi di tanto in tanto indietro. Non sono poi così tanto sicura di lasciar correre, in fondo si tratta di droga, non è affatto qualcosa con la quale scherzare! Ma Allen sembra così abituato alla cosa che mi faccio convincere a non immischiarmi fino in fondo. Abbiamo già tanti problemi nostri, che quelli di Daren li lascio risolvere a qualcun altro.

"Il convento è sempre più vicino, sempre più vicino, sempre più vicino..." La cantilena della mia compagna di stanza, delusa dall'amore per la milionesima volta, ci accompagna mentre torniamo di nuovo alla festa.

Appena ci rituffiamo nel caos e nella musica, il morale di Ashley ha un secondo grande scossone. Infatti, in un angolo della stanza, proprio dietro le casse e l'impianto del dj ci sono Ed e Felicity a pomiciare come se fosse l'ultimo giorno delle loro vite. Non sono mascherati se togliamo i due cappelli da stregoni che portano in testa.

"Cazzo" Ashley smette di parlare di convento, voti e quanto l'abito da monaca possa donarle ed esplode in un nuovo grande pianto. La afferro sotto braccio e la conduco a sedere su uno dei divanetti gonfiabili. Vicino a noi c'è un'altra coppia intenta a sbaciucchiarsi. Deve essere scattata l'ora X dei fidanzati, quella della serie ormoni al massimo e paroline dolci. Una nausea insomma!

Ian procura un fazzoletto di stoffa ad Ashley che lo usa all'istante per espellervi dentro tutto il suo malessere.

"Scusate, ragazzi, sto rovinando la serata a tutti" si soffia il naso così forte da strabuzzare gli occhi in fuori.

"Non dirlo neanche per scherzo" mi inginocchio a terra, proprio davanti a lei, facendomi spazio tra le pieghe della sua gonna ampia.

Ian resta in piedi al mio fianco. Chissà se anche ai suoi tempi esistevano simili drammi esistenziali tra uomini e donne?

"Ehi, vieni qui" mi allungo ad abbracciarla.

I due piccioncini al nostro fianco si alzano, evidentemente disturbati dalla nostra presenza.

"Ciao Etan, bel vestito!" dice Ian, fermandoli.

Mi riscuoto, sento una strana fitta al cuore che mi fa sciogliere dall'abbraccio con la mia amica. Mi volto, a quanto pare i piccioncini non erano due ragazzi a caso, ma il cugino di Ashley e la sua dolce metà dalla carnagione scura. Ma non si erano lasciati?

"Mi chiamo Evan" precisa il ragazzo, facendo accuratamente lo spelling del suo nome. "Comunque grazie, sono vestito da Neo, il protagonista di Matrix"

Ian solleva le sopracciglia, senza aggiungere altri commenti e Evan fa un giro su se stesso, sfoggiando il suo travestimento. Mi incanto ad osservare la mossa, restando con le ginocchia puntate sul pavimento freddo.

"Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile" si batte un pugno sul petto. "Amo quella citazione del film"

"Un film, okay" fa eco Ian, continuando a guardare il ragazzo e le sue moine con occhi del tutto smarriti.

Nel frattempo la mia attenzione cade sulla ragazza al fianco di Evan. E' carina, senza dubbio, anche se l'abito che indossa non è niente di eccezionale. E' il classico vestito da strega con un lungo cappello appuntito e la bacchetta.

"Holland, ciao" dice Evan, abbassando lo sguardo su di me. Con frenesia cerca la mano della sua compagna e la stringe forte. Gli sorrido, tentando di non indirizzare troppo l'attenzione su quel gesto.

"E' successo qualcosa?" chiede lui, rivolgendosi alla cugina, persa nel suo mondo di amore non corrisposto.

Lei fa spallucce, soffiandosi ancora il naso.

"Questioni di cuore" dico semplicemente.

Evan annuisce e con permesso si allontana: "Scusateci, ho promesso a Karidja questo ballo"

Neanche mi ero accorta delle note di What Do You Mean? Il dj deve essersi confuso con la serata di San Valentino. Pure Justin Bieber adesso! Certo che Halloween non è più la festa di una volta!

Ian si guarda intorno, poi posa una mano sulle nostre spalle. "Ragazze, vado pure io, cerco un servizio. Sapete anche i vampiri hanno bisogni fisiologici da espletare ogni tanto" si allontana tra la folla.

Resto da sola con Ashley. Le asciugo le guance e la guardo dritta negli occhi: "Tu sei una principessa, la più bella"

Lei sorride, ma è solo un istante, subito dopo riprende a versare lacrime su lacrime. Sembra un fiume in piena, una cascata nella stagione delle piogge. In pochi secondi il fazzoletto che tiene in mano è intriso e non regge più tutto il pianto.

"A quanto pare Ed preferisce le sgualdrine alle principesse" La sua voce è spezzata da un singhiozzo. "E io non ce la faccio più a vederlo con quella ragazza. La detesto, Holly, detesto vederla insieme a lui, vedere i loro baci, io...fa troppo male..."

"Ehi..." sussurro. Le mie mani le stringono forte le guance. "So che sei ancora innamorata di Ed, non sono stupida, ma la vita è tutta una sorpresa. Vedrai, avrà in serbo anche per te qualcosa di bello, qualcuno che te lo farà dimenticare..." cerco di convincerla.

"Qualcuno tipo il pugile cocainomane di questa sera?" replica lei, scettica.

"Non è stato un grande appuntamento" ammetto, "ma è solo una serata. E una principessa del tuo rango merita qualcosa di più di un atleta pompato come Daren. Tu meriti qualcosa come, come, come..."

Ashley mi ascolta a bocca semiaperta, in attesa che spari il nome della sua possibile anima gemella, ma ad anticiparmi è qualcuno dietro di me. Qualcuno che allunga una mano verso quella di Ashley, la sfiora dolcemente, ed annuncia: " Qualcuno come un cavaliere senza macchia e senza paura"

Le pupille della mia amica si dilatano al pari di due palloncini. La sua bocca resta spalancata, mentre le sue ciglia sbattono più e più volte.

"Zorro, tanto piacere" dice il ragazzo, scavalcandomi.

Scruto bene il tipo. Non è assolutamente un volto nuovo. E' qualcuno che conosco, che ho già visto, ma che stento a rammentare così coperto com'è; ha il cappello con tanto di Zeta al centro. Occhi e naso sono nascosti da una mascherina nera. Porta finti baffetti e la barba è di qualche giorno. Ha anche un lungo mantello che gli svolazza dietro la schiena.

"Mi concede questo ballo, principessa?"

Ashley cessa con qualsiasi tipo di lamentela, mi molla il fazzoletto bagnato tra le mani e si fa guidare dal fantomatico cavaliere fino al centro della pista. Osserva il tipo con aria sognante. Il suo volto si è rilassato di nuovo ed ha una strana espressione di sorpresa e meraviglia. Come se avesse appena conosciuto il suo angelo custode, come se le fosse piombato dal cielo un vero e proprio miracolo divino.

Il ragazzo si volta verso di me, che mi sono alzata di nuovo in piedi in prossimità dei divanetti, e mi fa occhiolino.

Scuoto la testa, incapace di capire di chi si tratti. L'abito lungo di Ashley fruscia a terra, vicino a quello del misterioso Zorro. Pian piano i miei occhi si abbassano sui suoi pantaloni stretti e sulle sue espadrillas. Si concentrano sulla caviglia e improvvisamente hanno un lampo di genio. Porto le mani alla bocca, scrutando attentamente il tatuaggio che caratterizza il polpaccio del tizio, o almeno quello che è possibile vedere al di sotto dell'orlo.
E' un drago, riconosco la zampa e la base della lingua di fuoco.

"Penn" sussurro. "Quello è Penn"

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