Capitolo 39: VELENO

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Penn, o meglio, il cavaliere mascherato, balla con Ashley per molto, molto e molto tempo.
Ed io lascio che i due si godano la serata, osservandoli ad un lato della pista. Sono divertenti e anche carini insieme. Ashley finalmente ride di nuovo e Penn non sembra lo stesso ragazzo solitario e schivo di sempre. E' più loquace, più avventato. Tutto d'un tratto pare aver messo da parte il suo lato timido per lasciare spazio all'euforia. Mi piace questa sua nuova versione, è molto più autentica e reale della precedente.

"Ciao, Holland, come va la tua serata?"

America mi si avvicina. Indossa una lunga gonna di organza verde e uno strano cappellino sulla testa. Il mio sguardo deve essere strano perché lei si precipita subito a spiegare il significato del suo travestimento. "Sono l'elfo dei boschi. Quelli provenienti da Valenwood. E' per questo che mi sono colorata la pelle di giallo"

Tra le luci noto la tendenza itterica del suo incarnato e storco appena le labbra. "Oh un travestimento molto originale" improvviso.

America sorride, debolmente compiaciuta. "Non per Penn. A quanto pare preferisce le classiche principesse agli elfi" I suoi occhi scuri vagano persi e desolati verso la pista da ballo.

Per un attimo mi pulsano le tempie. Prima Ashley e adesso America. Non avrei mai pensato che un giorno qualcuno potesse mai chiamarmi in causa come dottor Stranamore.

"Scommetto che Ashley non l'ha neanche riconosciuto. A giudicare da quanto gli sta addosso, non sembra abbia capito che si tratta di Penn"

Nella voce di America individuo note stonate, tracce di tristezza e gelosia. "Non dirmi che tu e Penn, si insomma, che a te piace..."

"No!" mi interrompe prima che concluda ogni mia supposizione. "Stai scherzando? Penn è un mio carissimo amico ed ho solo paura di vederlo soffrire!"

"Perché dovrebbe? Sono così carini lui e Ashley insieme"

"Penn è un OUT e Ashley lo odia. Appena scoprirà che si tratta di lui lo prenderà a calci nel fondoschiena" incrocia le braccia al petto.

Non ho mai visto America così nervosa, in genere è su di giri e felice, invece adesso non mi ha neanche abbracciato come è solita fare.

"Tutta questa storia degli IN e degli OUT è assurda. Lo vedi? Ashley e Penn sono due ragazzi e, come tali, si stanno semplicemente divertendo!"

America non sembra per niente convinta, la sua ira si irradia a metri di distanza, mentre continua a guardare malvagiamente contro la coppia che danza sulle note di un mambo.

Poi, ad un certo punto, la musica cambia. Niente più giochi di luci e scatti di braccia, gambe e bacini. La voce di Harry Styles si diffonde nella sala generando un sonoro disappunto da buona parte della folla maschile. Un paio di ragazzine al mio fianco invece gridano, abbracciandosi a vicenda. Penn prende Ashley con dolcezza e la guida in un elegante ballo lento. La testa bionda della mia amica si posa sulla spalla di Zorro. La sua coroncina pende, punzecchiando il collo di Penn. Quando parlavo della vita e delle sue sorprese non avrei mai pensato che avessero la forma di un cavaliere mascherato, di una musica lenta e di una serata che si capovolge.

"Che schifo" America sbuffa contrariata. "Non capisco proprio cosa stia passando dalla testa di Penn. Lui detesta gli OUT, ma cosa gli è preso? Adesso vado lì e dico ad Ashley la verità!"

"Non farlo" afferro America per un braccio, riportandola al mio fianco. "Non rovinare questo momento"

"Io devo proteggere Penn" si altera.

"E io devo proteggere Ashley" replico.

"Penn è il più debole, lui è un OUT"

"Anche io lo sono" le faccio presente, "e Ashley mi ha accettata. Se Penn è davvero interessato a lei le dirà la verità, lo farà quando sarà il momento opportuno, se mai lo sarà. E Ashley deciderà come agire. Non spetta a te, neanche a me. Solo a loro"

America torna a guardare la coppia che balla sempre più stretta.

"Questa è la notte di Halloween e io vedo soltanto una principessa e un cavaliere che danzano" dico in un sospiro. 

"Io invece vedo seri guai" grugnisce lei, rimettendo le braccia conserte.

Ian è di ritorno con due bicchieri di uno strano colore marroncino. Li appoggia su uno dei tavolini vicini e mi prende per mano. America gli lancia un'occhiata di traverso. Ma che le prende? Perché si comporta così? Mi sento persa, incapace di comprendere cosa le stia passando per la testa.

Ian, senza neanche accorgersi del muso lungo e duro della ragazza, si scusa con lei, chiedendole il permesso. Mi conduce in pista, sussurrandomi all'orecchio: "Non so chi diavolo sia questo cantante né conosco il vero significato di ogni parola, ma parla di speranza e io, noi, ne abbiamo davvero bisogno"

In breve siamo in mezzo alle altre coppie, così vicini da sentire i nostri respiri l'uno sull'altro.

"Non ho mai ballato un lento con una Pin Up"

"E io non ho mai ballato un lento con un vampiro"

La musica è calda, si posa sulla pelle con dolcezza ma poi, come una freccia scoccata a gran velocità, attraversa il cuore fin quasi a spezzarcisi dentro. Appoggio la testa sul petto di Ian, mi rilasso, concedendomi questo momento. Ashley e Penn si muovono lentamente poco distanti da noi. I miei occhi incrociano quelli azzurri di Ashley e si scambiano un piccolo guizzo di magia per poi chiudersi di nuovo e lasciarsi travolgere dalla bellezza delle parole, dal profumo dei nostri ballerini e dai loro respiri tra i capelli. Le mani di Ian mi accarezzano la schiena, mentre la sua guancia preme contro la mia tempia. La sua barba mi solletica la pelle. Ho amato il boogie, ma questo, senza dubbio, è il ballo migliore del mondo.

Stop your crying, baby, it's a sign of the times
We gotta get away, we got to get away
We gotta get away, we got to get away
We got to get way
We got to, we got to run
We got to, we got to run
We got to, we got to run

Una lacrima mi scivola sulla guancia, questa volta sono io a lasciarmi travolgere dalle emozioni. Le parole di Styles mi scavano l'anima, ricordandomi quanto tutto quello che riguarda il ragazzo stretto a me sia soltanto passeggero. Il tempo, l'assurdità della vita e degli eventi. Sento il mio cuore pompare a pochi centimetri di distanza da quello di Ian e ho un capogiro. Lui sembra accorgersi del mio turbamento perché mi stringe più forte contro di se e, nonostante la musica sia finita ed ogni coppia si sia già sciolta, non mi lascia andare.

Nessuna parola. Solo respiri. I nostri.
Ed io mi perdo, più di quanto non lo sia già.
***

Ian mi riaccompagna al tavolino. America è seduta poco lontano, imbronciata come non mai, mentre Ashley è ancora al centro della pista.

"Quel tipo sembra averla alquanto risollevata di morale" commenta Ian, indicando i due in mezzo alla folla.

"Già" maschero un sorriso. Poi prendo il bicchiere che mi porge e lo scruto con occhi dubbiosi. "Cos'è?" chiedo.

"Ho usato una bottiglia con scritto Aranciata e una con scritto Cola cola. Le ho mischiate ed è venuto fuori questo strano colore. Non sembra male, assaggia!"

Sto per portare alla bocca il bicchiere se pure poco convinta, quando un ragazzo mi blocca il braccio a metà altezza. Lo guardo storto, aggrottando la fronte.

Il tipo si solleva dal viso un'orrenda maschera grinzosa. "Scusate, non voglio disturbarvi, ma fossi in voi non berrei quella roba"

Ian lo fulmina con lo sguardo. I suoi occhi azzurri brillano nel buio della sala e si stringono contro quelli rotondi e intimiditi del ragazzino.

"Ho visto un tipo poco fa, ha messo dentro i bicchieri qualcosa" spiega la matricola con la voce che trema come una foglia.

Il mio respiro si stronca, invece quello di Ian resta sospeso, per poi esplodere: "Cosa stai dicendo?"

Boccheggio, mentre il bicchiere di vetro mi cade dalle mani. Finisce a terra, rompendosi in mille pezzi. I vetri schizzano lontano e il liquido marrone e appiccicoso precipita dritto ai miei piedi.

Ian prende il ragazzino per lo scollo della maglietta. "Si può sapere cosa stai dicendo?" ripete ad un centimetro dal suo viso.

Il tizio arriccia le labbra, senza però emettere alcun suono di risposta. Le sue mani tremano e anche i suoi occhi, rimpiangendo il momento nel quale ha deciso di farsi avanti e aprire bocca.

"Ian, lascialo per favore" mi avvicino cautamente, calpestando il pasticcio fatto a terra. "Così lo stai spaventando"

Il ragazzino fa un respiro profondo non appena le dita di Ian seguono il mio consiglio e allentano la presa.

"Cosa hai visto di preciso?" mi metto in mezzo. Le note della mia voce vibrano, le sento gorgogliare in fondo alla gola e al centro del petto.

"Un ragazzo" dice, "non aveva una maschera, solo una felpa scura e un cappuccio sulla testa. Non saprei riconoscerlo, non l'ho visto in faccia però si è avvicinato a quel tavolino e a messo nei bicchieri qualcosa mentre voi stavate ballando..."

Ian si focalizza sul suo bicchiere, lo scruta e lo rigira tra le mani. Poi mi afferra per un polso e mi trascina via con sé.

"Grazie" riesco a malapena a dire al giovane che ci ha messi in guardia.

Il ragazzino scuote la testa, indietreggiando. I suoi occhi sembrano identici a quelli di un panda abbandonato e smarrito nel bosco.

Ian mi porta in pista, da un lato me, dall'altro il bicchiere. Raggiungiamo Ashley, che sta ancora ballando con il suo cavaliere mascherato.

"Dobbiamo andare" Ian lascia me per prendere lei.

"Ehi, ma che modi sono questi?" Lo sguardo della bionda è smarrito. Non appena rintraccia il mio è come se mi scagliasse una freccia dritta in mezzo alla fronte. "Che diavolo vi prende?"

"Dobbiamo andare, subito!" ripete Ian con un sibilo.

Il cavaliere mascherato, o meglio Penn, resta a guardare la sua ballerina mentre gli viene letteralmente stappata dalle braccia. Ci portiamo fuori dal caos, soffermandoci all'ingresso della palestra. Il cortile è deserto e buio. Non c'è neanche l'ombra di un lampione. Il suono di una musica lontana, ovattato da porte e finestre chiuse e qualche studente che fuma una sigaretta sono gli unici segni di vita presenti.

"Si può sapere cos'è successo?" Ashley sembra una furia. E' imbestialita. Non credo di averla mai vista così arrabbiata. "Deve essere qualcosa di davvero importante per portarmi via da un momento simile! No, dico, avete visto con chi stavo ballando? Lo avete visto? Un cavaliere, un bellissimo, educatissimo, prode cavaliere, quello che ogni principessa sogna di incontrare nella propria vita, quello che stava per strapparmi dal mio alone grigio di sofferenza amorosa..."

"Ashley" Ian frena il suo turbine di parole. "C'è qualcosa di più importante del tuo ballo e della tua vita sentimentale"

Lei si appoggia alla parete e sbuffa, spostando un ciuffo biondo uscito dall'acconciatura.

"Qualcuno ha inquinato il mio bicchiere e quello di Holland" Ian solleva il corpo del reato. Il liquido marroncino sballotta all'interno del vetro, senza però fuoriuscire.

Ashley mi lancia un'occhiata scura. "Che significa inquinato?"

"E' stato visto un ragazzo che metteva qualcosa nelle nostre bevute" spiego. La mia inquietudine è nettamente palpabile.

Ian annusa il suo bicchiere e lo guarda ancora e ancora. "Dobbiamo scoprire di cosa si tratta"

"Potremo accedere al laboratorio e analizzare quel liquido" propongo.

Gli occhi di Ian paiono illuminarsi mentre quelli di Ashley mi guardano totalmente smarriti. 

"E' un'idea grandiosa, sai come entrare?" chiede Ian.

"Conosco il codice di accesso. Ho visto il professore digitarlo un paio di volte. Ho una mente piuttosto fotografica" faccio occhiolino.

L'euforia di Ian è in netta salita. Sapere cosa è stato messo nei nostri bicchieri non servirà a molto, ma almeno ci farà capire le intenzioni di colui che ci sta perseguitando. Prima la stanza in subbuglio e adesso questa vicenda. Mi sembra di essere piombata in un film fantascientifico.

"Non credo sia una buona idea" protesta Ashley, seguendoci nei corridoio bui della Jacksonville.

Ian procede al mio fianco, tenendo con cura il bicchiere ed io faccio strada, fino alla porta blindata del laboratorio. Digito sul display le cinque cifre che ricordo. La porta emette un suono e una luce verde ci consente l'accesso, sbloccando la maniglia.

"Spero tanto che nessuno ci veda, se ci scoprono ci espellono dal college!" La lamentela di Ashley è noiosa e improduttiva.

"Vuoi fare silenzio?" La rimprovera Ian, chiudendo la porta.

"Parli bene tu che non fai parte di questa scuola, siamo io e Holland quelle a rischiare seri guai!"

"Siamo tutti nei guai!" alza la voce lui. "Ti pare normale che io viva in un tempo che non è il mio, che sia costantemente inseguito da qualcuno che vuole da me un pendolo o chissà cos'altro? Se siamo qui è solo per scoprire qualcosa in più di tutta questa storia e se ti ho chiamata è per aiutarci, non per ascoltarti piangere addosso!"

"Piantatela!" intervengo, bloccando i loro battibecchi.  "Piuttosto, diamoci una mossa!" Accedo ad uno dei tavoli, preparo i miei strumenti e chiedo a Ian il bicchiere.

Ashley si posiziona alla mia destra, Ian alla mia sinistra, finalmente in silenzio. La mia mano trema mentre versa un po' del contenuto nella provetta. Sento il respiro di Ashley vicino, tanto da infondermi la sicurezza necessaria per procedere, quello di Ian invece è in trepida attesa di sapere.

"Cianuro di potassio"

La mia voce e quella di Ashley si sovrappongono mentre individuano l'esatta formula chimica.

"Lo ione cianuro si combina con il ferro dell'emoglobina e impedisce il trasporto di ossigeno ai tessuti, quindi la respirazione cellulare" rammento le lezioni di chimica.

Ashley si porta una mano alla bocca, realizzando la cosa.

Ian fa un passo indietro. Le sue pupille sono una punta di spillo contro il tavolo, i miei guanti e la strumentazione. "Quindi, chiunque abbia messo questa sostanza nei nostri bicchieri, aveva un solo scopo..." balbetta, "ucciderci!"

Annuisco, lasciando spazio al mio cuore di pulsare così forte da far rumore.

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