Parte 19 - Una scommessa vinta

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Il sole splendeva.

Cobra era fermo in piedi sulla banchina del tram.

Aspettava Dorina per la loro prima uscita insieme.

Dopo una settimana di intensi scambi di messaggi, avevano deciso di rivedersi solo loro due. Insieme avevano affrontato molte domande, alcune imbarazzanti, altre pungenti, che spesso indagavano argomenti mai affrontati prima. Questioni complesse che richiedevano una profonda connessione con loro stessi, e che spaziavano dai loro punti di forza alla stabilità emotiva, dalle ambizioni segrete ai loro progetti di vita.

Grazie a quella interazione avevano scoperto di avere molte caratteristiche in comune. Man mano che si aprivano emergevano affinità e interessi condivisi. Si resero conto di apprezzare gli stessi libri e la stessa musica. Anche il senso dell'umorismo era molto simile e questo dava luogo a conversazioni divertenti e scambi di battute che li facevano sorridere. Con ironia e sincerità, avevano scelto la frase che meglio li rappresentava: "Andare avanti senza paura".

Cobra aveva la mascella serrata.

L'impazienza aumentava man mano che il tempo passava.

Con lo sguardo attento controllava tutti i passeggeri che scendevano dai mezzi. Girava la testa da una porta all'altra, con l'ansia e l'agitazione che lo spingevano a fare frequenti e profondi respiri.

Quando vide uscire Dorina dall'ultimo tram, gli occhi gli si illuminarono. Gli sembrò ancora più carina della settimana prima. La sua non era una bellezza da copertina, ma ciò non aveva importanza. Lei era bella per lui. Mentre lei avanzava nella sua direzione, il suo cuore cominciò a battere più forte. La sola vista della sua espressione dolce gli riscaldò l'anima. Nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono l'imbarazzo fu reciproco.

«Ciao Cobra, come stai?», chiese Dorina con un sorriso che parve subito calmare la sua ansia montante. Lei vestiva in modo leggero. Indossava un pantacollant, una maglietta larga e una borsetta a tracolla. Gli occhiali spessi li aveva sostituiti con delle più estetiche lenti a contatto. Un piccolo cedimento alla vanità.

Cobra si avvicinò e la baciò sulle guance. «Uhm, b-bene, e tu invece?», balbettò con la voce impastata. Per lui era il primo appuntamento della sua vita e il suo essere introverso bastava ad amplificare quella sensazione di disagio che lo metteva in una condizione di difficoltà. Tentava di mostrarsi disinvolto, ma le parole gli uscivano dalla bocca come dopo aver ingoiato un pugno di sabbia del deserto.

«Adesso che sono qui, molto meglio. Ho fatto il giro in tram più lungo della mia vita», replicò Dorina, allegra e sorridente. Senza interrompersi continuò a parlare: «Avevo l'impressione che sarei rimasta chiusa lì dentro per sempre. Ho passato un'ora a girovagare da un capo all'altro della città, oltretutto seduta in una posizione scomodissima e con i passeggeri che mi pressavano da ogni parte, manco fossimo a un concerto rock».

«E la miseria!», fece Cobra stupito.

«Sì. Per non parlare della signora seduta dietro, che non ha mai smesso di parlare. Incredibile. Ancora un po' e l'avrei strangolata con le mie stesse mani. Ha raccontato alla sua amica tutta la storia di ogni cosa che strada facendo incrociavamo. Praticamente un tour della città con visita guidata. Per fortuna ne sono uscita viva!», sorrise.

Cobra aveva dimenticato che Dorina parlava come una mitraglietta carica. Non aveva nessun imbarazzo o cedimento. Era fluida e simpatica. «Interessante, hai appreso qualcosa che non sapevi?», domandò incerto.

«Beh, sì... alcune cose mi hanno incuriosito. La maggior parte però erano solo chiacchiere del tipo: "qui sono stata, lì ho incontrato, lì si mangia bene, lì no..."», svelò lei con un approccio rilassato e amichevole.

Cobra restava fermo, bloccato nella sua posizione. «Capisco», pronunciò annuendo, aggiungendo una smorfia che voleva sembrare un mezzo sorriso.

«Anziché stare immobili qua, che ne dici se ci avviassimo per fare il nostro famoso giro del parco?», suggerì lei prendendo l'iniziativa.

«Sì, certo», replicò Cobra, sostenendo la sua proposta. «Così ossigeniamo un po' anche i polmoni e la mente».

Il movimento attorno a loro era quello febbrile del sabato pomeriggio, con auto, moto e persone che si spostavano in ogni direzione come uno sciame di api impazzite. Attraversarono il viale e puntarono verso i sentieri rocciosi che costeggiavano il fiume. Bici, monopattini, sportivi e turisti si intersecavano in un movimento disordinato e caotico. Passarci attraverso - senza essere travolti - era quasi una impresa titanica.

Superato il trambusto Dorina chiese: «E tu, cosa mi racconti?».

Quella domanda lo emozionò. Cobra su internet aveva letto molto, tra cui pure i consigli per un primo appuntamento perfetto, ma pensò che fosse meglio essere sincero. Del resto, la teoria e la pratica erano due cose distinte e le bugie sarebbero comunque venute presto a galla. Non poteva certo spacciarsi per ciò che non era. «Potrei raccontarti tante cose, ma sono un po' introverso e ho poca esperienza con le ragazze. Quindi se dico qualche sciocchezza, spero che tu sia comprensiva, almeno all'inizio», affermò Cobra con un sottofondo di timidezza.

«Certo, ci mancherebbe. Ma solo all'inizio però...», sottolineò Dorina con un sorriso compiaciuto.

«Potrei pure aggiungere che una delle mie preoccupazioni più grandi è quella di restare in silenzio, di non trovare argomenti di cui parlare. Anche perché chiacchierare non è come scrivere, richiede pensieri e risposte più veloci e rapide, e ciò che viene detto non sempre può essere corretto come si potrebbe fare con un messaggio scritto», continuò.

«Ti ricordo il nostro motto: "avanti tutta e senza paura". È comunque hai già detto un sacco di parole... e poi non ti preoccupare. Io riesco a trovare sempre qualcosa di cui discutere», replicò lei con una complicità crescente.

Piano piano Cobra si aprì. Il dialogo divenne continuo e fluido, contribuendo alla nascita di una connessione più coinvolgente e profonda.

A Cobra piaceva tutto ciò che Dorina diceva. Viaggiavano sulla stessa lunghezza d'onda. Erano molte di più le cose che li accomunava che quelle che li divideva. Discutevano di passioni, valori, cibo da strada, mutazioni sociali, ma anche di argomenti controversi come religione e ideali politici. Lei si sentiva legata alle tradizioni e ai costumi di un tempo. Influiva il fatto che era nata in un piccolo borgo di montagna. Quasi fosse una perla rara aveva vissuto il contrasto stridente tra il mondo moderno e quello del passato. A Cobra Dorina appariva come una creatura aliena catapultata in una realtà in cui non si riconosceva. Giocoforza si era abituata, un po' come aveva fatto lui, ma con tanta fatica. Talmente era allineata al suo modo di vedere che aveva la sensazione che lei leggesse dai suoi pensieri per compiacerlo.

Il parco era immenso e sembrava non finire mai. Il sole filtrava attraverso le fronde degli alberi creando giochi di luce e di ombre. Il profumo della natura aleggiava nell'aria, mentre uccelli di ogni tipo si libravano nel cielo. Girovagando osservarono di tutto: alberi secolari, animali selvatici, sentieri che si intrecciavano e si perdevano, panorami che cambiavano.

Man mano che camminavano, i loro passi si fecero sempre più stanchi e lenti. Approfittando di una pausa, decisero di fermarsi in un chiosco per gustare un gelato, poi si sedettero comodamente a un tavolino per riposare le gambe. Mentre conversavano, dei bambini giocavano allegramente intorno a loro, correndo e ridendo. Successivamente, lasciarono il posto e scesero le scale che portavano sulla riva del fiume. Lì si fermarono appoggiandosi a una grande pietra che faceva da panchina. Mentre due eleganti cigni reali scivolando sull'acqua passarono davanti a loro, uno scoiattolo si avvicinò con confidenza e curiosità, ma poi, con un movimento rapido, scomparve fra i rami di un albero gigante.

Nel tardo pomeriggio, Cobra capì che Dorina si aspettava qualcosa in più da lui, ma non sapeva esattamente come agire o cosa fare. Agitava una gamba nervosamente mentre i suoi pensieri si intrecciavano in modo confuso. Non voleva sembrare un ragazzo timido e senza iniziativa, ma allo stesso tempo non sapeva come muoversi in sicurezza. A un certo punto, decise di prendere in mano la situazione e provò a fare la sua proposta: «E se ci baciassimo?», chiese, ma senza far seguire alle parole un'azione concreta. In quel momento, rispetto alla magia del luogo, la sua domanda sembrò decontestualizzata. «In genere è una cosa che può succedere al primo incontro», si giustificò, vedendo la sua proposta svanire.

Dorina, imbarazzata, scoppiò a ridere e abbassò lo sguardo, cercando di pensare a cosa dire. Dopo un attimo di silenzio, rispose con discrezione: «Magari dopo». Cobra si sentì un po' ferito per la sua goffaggine e si scusò: «Mi spiace, forse avrei dovuto aspettare un momento più opportuno, magari in un contesto diverso e con un'atmosfera più romantica».

Ma Dorina lo sorprese dicendo: «No, questo è il momento giusto», e gli sorrise appena. Poi, con un approccio lento e delicato, accostò il suo viso a quello di Cobra, fino a sfiorare la sua pelle. Poggiando una mano sulla sua spalla e poi dietro la nuca, lo attirò dolcemente a sé, avvicinandosi al punto in cui le loro labbra si unirono.

Cobra rimase immobile, senza parole. Per la felicità sentiva le farfalle nello stomaco. Pervaso dall'emozione chiuse gli occhi mentre il calore e la passione amplificarono l'ansia del momento. Poi, lentamente, si lasciò andare, sciogliendosi, assorbendo quel vortice di sensazioni strane e indecifrabili che quel bacio gli generava.

Cobra era al settimo cielo, non poteva credere che stesse realmente accadendo, che la stesse baciando. Era in uno stato di beatitudine, soprattutto perché quel bacio dava un senso al suo cambiamento, a ogni cosa che fino a quel momento aveva fatto. Per lui era come una scommessa vinta contro la sorte avversa.

Mentre il vento frusciava tra le fronde, muovendo lentamente le foglie, i due rimasero a baciarsi, fino a perdere la cognizione del tempo.

Era come se il mondo intorno a loro si fosse fermato, lasciando spazio solo alla loro presenza e al loro istinto naturale.

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