Parte 22 - L'apice del piacere

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Tutto era perfetto in ogni dettaglio.

La casa era tirata a lucido e la dispensa piena di cibo.

Il tavolo spiccava al centro della stanza. Da sopra Cobra aveva tolto ogni cosa, incluso il portatile. Dopo l'ultima operazione di borsa lo aveva chiuso e messo da parte. Non aveva trascurato nulla. Per rendere l'ambiente più confortevole aveva pure comprato un tappeto nuovo e dei cuscini morbidi che aveva posto ai lati del divano.

Come ultimo tocco, si era concesso una lunga doccia calda e si era vestito come per un evento importante. Con lo sguardo perso nel vuoto, stava aspettando che Dorina arrivasse. In mente gli tornavano gli ultimi messaggi che si erano scambiati quella mattina. «Mi sento un po' a disagio a chiedertelo di nuovo, ma qualcosa mi spinge a farlo», le aveva scritto, animato da un impulso di positività e ottimismo.

«Chiedi pure», l'aveva incoraggiato lei.

«Se ti invito a cena a casa mia tu verresti?», le aveva domandato trovando l'audacia per fare la sua proposta.

«Sì», aveva risposto Dorina senza tergiversare.

Per quella cena aveva lavorato tutto il giorno. In strada aveva pure comprato il suo fiore preferito, una rosa rossa, e l'aveva riposta in un vasetto con dell'acqua dentro. Mentre si avvicinava per annusarla il trillo del telefono lo distrasse dal suo intento. Lo recuperò da sopra al divano e controllò chi fosse. Un messaggio di Dorina: «Sono quasi arrivata! Ancora qualche minuto e sono da te».

Cobra non riusciva a nascondere l'entusiasmo che quelle frasi gli trasmettevano. La serata che aveva tanto sognato stava finalmente per incominciare. Mentre si spostava ansiosamente da un angolo all'altro della stanza, portò la bottiglia d'acqua alle labbra e bevve un altro sorso per placare la sua sete. Il silenzio che lo circondava sembrava assordante, quasi avesse inghiottito ogni rumore. Per rompere quella quiete carica di tensione emotiva, mise della musica di sottofondo e attese col cuore in gola. Poco dopo il suono del campanello riecheggiò nell'aria.

Con l'agitazione che lo divorava dentro, aprì la porta e guardò fuori. Davanti a lui si sviluppava un lungo corridoio con il soffitto a volta e i pavimenti in marmo bianco. Le applique a parete creavano un'atmosfera elegante e accogliente. In fondo vi erano le scale e l'ascensore. All'improvviso, le porte si aprirono e lei uscì.

Cobra vedendola arrivare si irrigidì. In quel momento tutte le paranoie che si era costruito nella sua mente si amplificarono.

«Ciao, come stai?», esclamò Dorina, andandogli incontro con leggerezza.

«Tutto bene, grazie!», replicò Cobra con un sorriso accennato. «E tu?».

«Meravigliosamente e di ottimo umore», affermò lei con un'espressione compiaciuta. Poi gli diede un bacio e accettando l'invito entrò in casa.

«Vuoi che ti prenda la borsa?», domandò Cobra aggrottando la fronte.

«Certo, tieni» rispose Dorina, mentre si toglieva la giacca e il foulard e li agganciava all'appendiabiti. Poi si sistemò il colletto e alzò lo sguardo. «Wow! Che posto carino!», esclamò guardandosi intorno.

«Se vuoi ti faccio vedere tutti gli ambienti», replicò Cobra con una nota ironica nella voce.

«Okay, ti seguo», commentò Dorina.

Lentamente la tensione si sciolse.

Cobra in quell'istante percepì un profondo cambiamento. Quel monolocale era sempre stato il suo rifugio solitario, un posto dove si era isolato dal mondo per proteggersi. Adesso, invece, era pieno di energia e vita come mai prima lo era stato. L'usuale silenzio era stato sostituito da un'atmosfera gioiosa e festante. Il ricordo di quel vissuto triste lentamente svaniva per lasciare spazio a nuove sensazioni. «Allora... questo è il bagno, questo è l'angolo cottura, qua abbiamo la zona notte e lì il soggiorno. E poi qui c'è il mio tavolo da lavoro», disse poggiandoci una mano sopra.

«Mi attrae tutto! Vedo che hai acceso pure un incenso», commentò Dorina, sentendo l'essenza diffondersi nell'aria.

Cobra sorrise, felice che lei apprezzasse. Era un buon segno che gli faceva capire che tutto sarebbe stato differente da quel momento in poi. «Sì, e questa l'ho comprata per te», rispose porgendole la rosa. Il suo ego, sempre controllato, si gratificò di quel gesto.

«Grazie! Che carino. Non dovevi», replicò lei.

Cobra le prese la mano. «Ma figurati. L'ho fatto con gioia. Anche se mi sento un po' impacciato volevo dirti che è bello averti qui!», confermò con un largo sorriso.

«L'avevo detto che sarei venuta, no? Bisognava solo aspettare il momento giusto», commentò lei abbracciandolo.

Cobra era commosso, faceva fatica a fugare l'imbarazzo che provava. Anche se aveva superato una soglia importante, non sapeva ancora come comportarsi, quali gesti compiere e quali parole pronunciare. «Per rendere l'ambiente più intimo spegnerei la lampada centrale e accenderei quelle laterali. Che ne te ne pare?», propose cliccando sui vari pulsanti di accensione.

«Perché no! Così è meglio», concordò lei.

«Immagino che tu abbia fame. Dici che sia giunto il momento di preparare?», chiese Cobra con l'espressione interrogativa.

«Mm... bravo! Accetto la tua proposta».

«Allora dobbiamo solo decidere il menu».

«Cosa suggerisci?».

«Abbiamo molte opzioni. Dipende da quello che tu preferisci. Un primo? Un secondo?».

«Che responsabilità. Non vorrei imporre nulla», replicò Dorina con discrezione.

«Va bene, allora propongo io qualcosa di leggero, un risotto ai funghi. Ti va bene?».

«Sarebbe perfetto!».

«Fantastico! Allora procediamo», fece Cobra, avvicinandosi ai fornelli. «Nel frattempo possiamo sgranocchiare qualcosa», aggiunse prendendo un sacchetto di patatine e delle noccioline dalla dispensa. Poi recuperò una bottiglia di prosecco dal frigo e cercò di aprirla. Si capiva che non era abituato a farlo, ci mise del tempo e diversi respiri profondi prima di stapparla e versarla nei calici. Infine, porgendogliene uno pieno a metà affermò: «Un brindisi alla nostra salute!».

«Alla nostra!», replicò Dorina. Bevette un sorso e posò il calice sul tavolo. «Dai mettiamoci al lavoro. A me piace cucinare. Se mi dai l'occorrente posso aiutarti».

«Che meraviglia! Allora sarà il risotto migliore di sempre!», fece Cobra recuperando gli ingredienti dai vari pensili. «Ecco, non manca nulla, mi pare», osservò mettendoli in sequenza sul piano di lavoro.

Con un atteggiamento risoluto e allegro si cimentarono nella preparazione. Cobra apparecchiò la tavola e versò altro prosecco. Nel frattempo, continuarono a parlare fitto fitto.

«Ottima cena e buono anche il vino», osservò Dorina a fine pasto.

«Grazie! Il merito è anche tuo! Adesso ci vuole un po' di relax», soggiunse Cobra. «Magari ci guardiamo un po' di tv, che ne dici di un film?».

«Okay», rispose Dorina, alzandosi dalla sedia e lasciandosi cadere indietro sul divano. «Che film vuoi vedere?».

«Non saprei, guardiamo cosa c'è», suggerì Cobra, sedendosi con la schiena dritta e le gambe incrociate. Quindi accese la televisione e si mise alla ricerca: «Lo hai già visto Perfetti Sconosciuti?».

«No, ma ne ho sentito parlare bene».

«Ottimo», rispose Cobra avviando la riproduzione e posando il telecomando.

Dopo aver trovato una posizione comoda, pian piano si avvicinarono fino a toccarsi. Mentre il film andava avanti Cobra iniziò a giocherellare con lei sfiorandole i capelli e carezzandole il viso. Senza volerlo si ritrovarono l'uno addosso all'altra, avvolti in un abbraccio intimo e confortevole. L'inevitabile arrivò con uno sguardo d'intesa. «Una splendida prospettiva, tra le più belle che si possano immaginare», sussurrò Cobra avvicinandosi al suo viso. Dorina si lasciò andare, adattandosi alla sua fame di baci e d'affetto, un bisogno che sbocciava come un fiore di primavera. Le loro labbra si unirono. Le emozioni e i desideri trattenuti volarono liberi, sfuggendo ai confini che per tanto tempo li avevano imprigionati. Il tempo sembrò fermarsi, concentrandosi tutto in quel momento magico e pieno di promesse.

A Cobra tenerla tra le braccia gli sembrava del tutto irreale, rappresentava la realizzazione di un sogno. Niente sembrava esistere al di fuori dell'amore che provava per lei. Era la fine di un viaggio e l'inizio di qualcosa di inimmaginabile.

Dorina sospirò affondando le dita tra i suoi capelli. Cobra rispose con la stessa intensità, avvolgendola in una stretta appassionata. Senza freni, tra effusioni e carezze, si avvinghiarono. Per Cobra sentire il suo contatto, il suo calore, fu come precipitare. Ebbro di felicità, le strinse le mani attorno alla vita e poi affondò il suo viso sul suo seno. Sentiva il battito del suo cuore accelerare così come il suo respiro. Appoggiò le labbra nello spazio lasciato aperto dalla sua camicetta e con bramosia lo ricoprì di baci.

«La nostra avventura si complica», sussurrò Dorina, avvertendo le sue difese vacillare.

«Affrontiamola insieme, e senza paura», replicò lui sopraffatto da una smania che non riusciva più a controllare. Entrambi si muovevano su sentieri sconosciuti. Lui la guardò e vide nei suoi occhi accendersi la luce della passione. «Anche se non conosciamo la strada la faremo insieme. Ogni avventura vale la pena di essere vissuta», mormorò Cobra.

«Continua... mi piace quello che stai facendo», replicò lei sottovoce mentre un gemito le scappava dalle labbra.

Cobra le prese il viso tra le mani e la baciò sui lobi delle orecchie e poi sul collo, quasi che l'inesperienza non avesse più nessun peso. Senza bisogno di parole, i loro gesti si sincronizzarono in una sinfonia di tocchi e sfioramenti. Con lentezza, guardandosi negli occhi iniziarono a togliersi i vestiti di dosso. Ogni indumento che scivolava a terra amplificava il loro desiderio. La passione li trascinò nella sua corrente, come un fiume impetuoso che li portava lontano. Le loro mani si cercavano, le labbra si univano, le lingue si intrecciavano in un gioco di piacere. L'istinto, infine, li guidò nel cercare l'una nell'altro la completa fusione di mente, anima e corpo. Fu una comunione perfetta di due esseri che si amavano. Infine, un'esplosione di sensazioni travolgenti li fece sentire vivi come non mai, insieme raggiunsero l'apice del piacere.

«Ho apprezzato molto», fece Dorina quando i loro corpi lentamente si separarono.

Cobra guardandola, e sapendo di aver vissuto un momento unico e indimenticabile, ammise: «È stato bellissimo, anzi fantastico, qualcosa che non avrei mai immaginato». In quel momento, nulla sembrava più importante di quel legame che avevano creato. Il sorriso accennato sulle loro labbra svelava una felicità che solo l'amore autentico poteva regalare.

Poi rimasero stretti nel letto a parlare. Non c'era spazio per silenzi, ma solo per parole dolci e sorrisi che rendevano la loro intimità ancora più speciale. «Anche se il tempo sembra essersi fermato vedo che è passata già la mezzanotte. Che ne dici di restare qui a dormire?», chiese Cobra osservando l'ora farsi tardi.

Lei, sentendosi a suo agio, acconsentì: «Solo che non ho nulla con me, se mi procuri una maglietta come pigiama potrei valutare».

Cobra sorrise felice. «Certo, ci mancherebbe».

Dopo essersi preparati, ripresero a fare l'amore con la stessa intensità di prima, finché non furono stanchi e appagati.

Infine, abbracciati, si addormentarono.

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