Parte 3 - Una disputa irritante

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Cobra era risentito.

Una morsa gli serrava il cuore, impedendogli il respiro.

Quell'esperienza al bar aveva aggiunto cicatrici al suo fardello già pesante. I pensieri gli si affollavano nella mente, come una tormenta che non riusciva a placarsi. Per evitare ulteriori incontri sgradevoli salì a piedi le scale del condominio e provò sollievo solo quando si chiuse alle spalle la porta del suo monolocale.

Finalmente era di nuovo nel suo mondo.

I suoi polmoni si aprirono facendo entrare quell'aria che fino a quel momento gli era mancata. Allo stesso tempo, notò che la casa era impregnata di un forte odore di chiuso. Aprì la finestra e, per distrarsi dalla sensazione di oppressione che provava, decise di mettere in ordine. Fortunatamente vivere in una casa piccola aveva i suoi vantaggi: costi ridotti e soprattutto pulizie rapide. Questo gli consentiva di dedicare molto più tempo alla sua attività preferita: la vita online.

La sua giornata la divideva tra maratone di gioco estremo, consultazione compulsiva dei giornali, commenti sui forum, studio sull'andamento della borsa e trading: il suo lavoro. Non aveva grosse esigenze di denaro, quando aveva guadagnato abbastanza per pagarsi la giornata smetteva. Delle volte gli bastava solo qualche ora di lavoro per intascare quello che una persona normale guadagnava in una giornata intera. E poi era affascinato dal dark web, un mondo accessibile solo a pochi eletti. Lì poteva nascondere la sua vera identità e fare tutto quello che voleva: aggirare la censura, scaricare film in modo gratuito, video, libri e altro.

Rifatto il letto aveva già finito. Si sedette sulla poltrona e si collegò per fare una cosa che per lui era ormai diventata ordinaria: la spesa online. «Okay! Prendiamo una zuppa, delle uova, delle patate, dei biscotti e della birra. Ah sì, anche l'acqua», commentò tra sé e sé mentre cliccava in sequenza sui vari prodotti. «Procediamo con l'ordine, paghiamo e chiudiamo». Tempo due ore e, prima che fosse ora di pranzo, la spesa gli sarebbe stata recapitata a casa. A fatica zero. Così non doveva relazionarsi con nessuno.

«Che mi tocca sentire...», sbuffò, non avendo ancora digerito del tutto l'incontro con Monica. «Meglio non pensarci. Proviamo col business, che è meglio, va», mormorò strofinandosi le mani con impazienza.

Chiusa la pagina del supermercato stava per aprire quella della piattaforma di trading quando si accorse che era online la sua odiata e amata amica influencer di nome Birgitte, una storpiatura creativa del più comune "Brigitte".

Cobra sui social tradizionali aveva sempre avuto un comportamento elusivo. Non avendo una vita sociale non aveva foto da postare o grandi cose di cui vantarsi. Poteva unicamente osservare quello che gli altri facevano. E senza una vita reale usare i social per lui era puro autolesionismo. Scrutarli non faceva altro che aggravare il suo stato d'animo sfiduciato e triste. Li usava per vedere video stupidi o qualche pagina divertente che elencava meme, anime e videogames. Lui preferiva usare maggiormente alcune piattaforme pensate per un pubblico più colto, dove era possibile discutere di argomenti da nerd, come serie tv, videogiochi, finanza, astronomia, tecnologia e scienza. Social che mettevano in risalto i contenuti al posto dell'apparenza.

Nondimeno si era appassionato ad alcuni canali di personaggi anonimi diventati influencer di successo per il solo fatto di esistere ed essere attraenti fisicamente. Il suo scopo era quello di seguirli non per interesse, ma per screditarli. Commentava con ironia e sarcasmo tutte le loro contraddizioni. I suoi messaggi erano sempre irriverenti e spesso istigava gli altri a usare ogni mezzo per stroncare i loro contenuti e sabotarli. Non sopportava che pure sul web gli stupidi belli avessero esposizione mediatica mentre gli intelligenti brutti vivessero nell'ombra. Il suo nickname era "Il Fustigatore".

Birgitte era in live e stava trasmettendo dalla sua cameretta mentre era seduta di fronte allo specchio. Stava raccontando di come il make-up potesse salvare una ragazza dopo una notte insonne. «Cioè, se hai fatto baldoria fino alle quattro del mattino e poi ti devi alzare alle sette per andare a lezione non puoi certo uscire struccata, sarebbe un disastro clamoroso, un autogol che nessuna di noi vorrebbe farsi», commentò lei mentre si passava il fondotinta sulle guance con un pennello grande. Parlava in modo caricaturale per attirare l'attenzione. Era il suo modo di fare spettacolo, recitava la parte per dare vita a un personaggio.

«Oh, ma buongiorno», scrisse Cobra sulla chat. Il suo messaggio comparve in fondo agli altri già presenti.

«Era un buongiorno...», replicò Birgitte a denti stretti leggendo il nome associato al post che scorreva sul suo schermo.

«Quali perle mi sono perso stamattina?», aggiunse Cobra, ancora livido di rabbia per quello che gli era successo a colazione.

«Ciao Fustigatore, ti suggerisco di non rompere con i tuoi commenti del cazzo. Non è proprio il giorno giusto», lo aggredì Birgitte nel tentativo di tenerlo a bada.

Cobra si divertiva a punzecchiarla. Replicare alle sue frasi era una forma di rivalsa contro la sua altezzosità. «Ma io non rompo, al più commento in modo irriverente e schietto quello che tu dici».

«I tuoi commenti sono sempre fuori luogo e la tua schiettezza inopportuna», lo contraddisse Birgitte, provando a piegare la sua insolenza.

«La mia sincerità è un pregio, casomai la menzogna sarebbe un difetto», ragionò Cobra. A quel suo messaggio diversi utenti fecero seguire alcuni pollici di approvazione e altri di censura.

«È arrivato il leone da tastiera», sbuffò lei infastidita, mentre continuava a passarsi il fondotinta sul viso.

«Non sono un leone, sono solo il fustigatore della stupidità altrui», rimarcò Cobra, quasi fosse un cavaliere oscuro che doveva difendere l'onore della categoria dei raziocinanti.

«Fottiti stronzo!», soggiunse lei senza nessuna remora.

«Anche se mi offendi io continuo a volerti bene», scrisse provando a prenderla per le buone.

«Sei solamente uno sfigato! Ma perché mi segui? Me lo dici!? Che gusto ci trovi a farti insultare?», sbottò lei facendo fatica a contenere la sua irritazione.

«Perché sei bella, e come tutte le cose belle attiri l'attenzione di molti, inclusa la mia. Ma allo stesso tempo sei tanto bella quanto sciocca, diciamo. Perché non lo riconosci?», sottolineò Cobra pungente, alzando il livello dello scontro. Non capiva perché mentre lui doveva accettare il fatto di essere chiamato brutto - e per questo essere offeso liberamente - lei che diceva scemenze a nastro non poteva accettare di essere etichettata come stupida.

«Ma riconoscere cosa!? Stupido sarai tu fino alla tua settima generazione», lo attaccò lei con perfidia.

Cobra prese la palla al balzo. Per trovare le sue frasi a effetto si aiutava sbattendo le dita sulla superficie della tastiera. «La mia stupidità finisce dove inizia la tua».

«Visto che forse non lo capisci te lo dico con parole più chiare», replicò Birgitte sentendo la pazienza scapparle via.

«Sempre che tu ce la faccia a metterne due in sequenza che abbiano un senso», scrisse Cobra rapidamente.

«Se non ti sganci dal mio canale ti denuncio!», sbottò Birgitte puntando il pennello contro la videocamera.

«Rabbrividisco...», replicò Cobra mentre continuava ad agitare le gambe in modo compulsivo per sfogare il suo nervosismo montante.

«Te lo dico, ti denuncio per stalking!», dichiarò Birgitte determinata.

«Adesso sì che ho paura. Guarda che io so dove abiti, mentre tu di me non sai assolutamente nulla. Sei tu che dovresti aver paura. Stronza!», scrisse con tono minaccioso e iracondo. Cobra lo sapeva veramente dove lei abitava. A tempo perso aveva fatto delle ricerche su internet e in pochi click aveva trovato tutte informazioni di cui aveva bisogno, individuando, con le mappe, quale fosse l'appartamento in cui viveva, anche grazie al riconoscimento di alcuni oggetti presenti sul suo balcone per alcuni video che da lì lei aveva fatto.

«Basta! Chiuso. Vado dalla polizia postale!», urlò Birgitte fuori di sé.

«Sicuro ti dedicheranno la stessa attenzione che dedicano a una puttana su un sito di escort», rispose Cobra, saltando ogni filtro che potesse contenere il suo desiderio di schiacciarla, anche se solo virtualmente. Nella vita reale non avrebbe mai avuto quel coraggio, e di questo se ne rammaricava. Il suo atteggiamento remissivo aveva sempre la meglio.

«Aspetta e vedrai, pagliaccio decerebrato!», lo apostrofò Birgitte.

Il sangue gli salì al cervello. «Sei solamente una zoccola che merita di crepare», aggiunse con malignità e mentre la rabbia gli ribolliva dentro continuò: «Stai attenta perché ti vengo a cercare!».

La diretta si interruppe.

«Ma che infame!», esplose Cobra, tirando un pugno sul tavolo. Per difendersi e sopravvivere - in quello che considerava il suo mondo - era stato costretto a passare all'attacco come mai prima aveva fatto. «Forse ho esagerato, ma chi se ne fotte. È la solita papera che vuole avere sempre ragione».

Dopo essere scoppiato in quel modo per un attimo si sentì vivo. Aveva rotto con i suoi soliti schemi mentali e il suo atteggiamento arrendevole e condiscendente. Aveva tirato fuori da sé una determinazione che pensava di non avere. Quella scintilla accese il fuoco che scosse la sua coscienza.

«Dovrei fare così con tutti», disse mugugnando.

Per sfogarsi chiuse di scatto il portatile: «Che cazzo di giornata. Devo fare qualcosa perché così non posso andare avanti. Mi serve la forza per cambiare».

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