10 ~ Io non mi arrendo mai

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Mentre il povero Wild soffriva al castello, Ettore e Sissi, i due cuccioli eroi, viaggiavano tra le montagne e i mari, tra le campagne e le nuvole. Non si fermavano mai, intenzionati a salvare l'amico.

I paesaggi scorrevano rapidi sotto i loro occhi attenti, la stanchezza non sfiorava le loro membra scattanti, il sonno non accarezzava loro le iridi, troppo concentrate sulla strada da percorrere. Un silenzio pressante regnava tra i due compagni, e nessuno dei due sembrava aver intenzione di romperlo.

Il dolore e il timore erano palpabili in quell'atmosfera pesante, opprimente. I due cercavano di farsi forza, di convincersi sempre più della possibilità concreta di salvare il loro amico, di non pensare alle torture a cui sicuramente i mostri lo stavano sottoponendo. Ma ciò era impossibile: immagini di sofferenza perseguitavano impietose le loro menti, come segnali d'avvertimento. Quelle visioni spaventose sembravano dire loro: "Fuggite finchè siete in tempo!".

I dubbi tornarono a pulsare nel cuore di Ettore: era davvero pronto ad affrontare il pericolo rappresentato dai due mostri? A vedere la forma e le dimensioni delle orme che avevano lasciato al di fuori della caverna, dovevano essere creature davvero enormi. E lui e Sissi erano così piccoli, così indifesi...

"Ho paura Sissi: e se i mostri ci trovassero?" domandò quindi, volendo condividere con la compagna le sue preoccupazioni.

Ella sembrò calma come suo solito, anche se un'ombra di tristezza le velava i meravigliosi occhi azzurri.

"Tranquillo. Non ci prenderebbero comunque. Sono troppo grossi e pesanti per volare bene come noi cani dei venti" rispose, guardando Ettore con un sorriso divertito.

Poi, riprendendo la serietà, aggiunse: "Secondo te, riusciremo a salvare Wild?".

Ettore riflettè un attimo: come avrebbe potuto rispondere a quella domanda? Aveva lasciato nella grotta parte della sua sicurezza, mentre un'altra gliel'avevano portata via i mostri, insieme a Wild.

Guardò Sissi, si perse un attimo nei suoi pozzi blu: qualcosa si accese dentro di lui e cominciò ad ardere come un fuoco scoppiettante. Doveva essere il desiderio di renderla felice, di vederla sorridere, di scorgere quei suoi occhi profondi illuminarsi di gioia.

Non l'avrebbe delusa. Lei aveva creduto in lui. Tra miliardi di cani lei aveva scelto lui. Lei aveva individuato le sue qualità, gli aveva dato la possibilità di farle risplendere come stelle. Ora tutto ciò che attendeva da lui era una risposta affermativa, che le riaccendesse nel cuore la fiamma della speranza.

"Sì, ne sono certo. Lo salveremo. Non mi importa chi incontreremo" sentenziò, capendo che, alla fine, la pensava davvero così.

A vedere una scintilla accendersi nelle iridi di Sissi, capì di aver detto le giuste parole e sorrise, come a enfatizzare maggiormente il suo pensiero.

"Adesso dovremo affrontare un viaggio lungo e pieno d'insidie. Rischieremo la vita più volte, ma quella sarà l'unica via per poter raggiungere il Castello dalle Guglie Infuocate" disse la giovane labrador con occhi pieni di malinconia ma anche di profonda determinazione: nessuno avrebbe potuto impedirle di andare avanti per la sua strada.

Ogni istante perso era un prolungamento dell'agonia di Wild. Questo aumentava le loro preoccupazioni, e li spingeva ad andare sempre più veloci. Avrebbero dovuto raggiungerlo il prima possibile.

"Nessun problema. Mi conosci. Sai che non mi arrendo mai. Punto solo all'obiettivo. Ed è proprio quello che farò" esclamò Ettore, ormai convinto. La sua paura si era dissolta, annegata in quel dolce mare che erano gli occhi di Sissi.

La giovane lo guardò con dolcezza e orgoglio allo stesso tempo, come fa una mamma con i suoi cuccioli quando imparano a camminare. Ettore si sentì scogliere sotto quello sguardo.

"Wild, non avere paura. Presto saremo di nuovo insieme" sussurrò Sissi. E da quel momento i due non parlarono più per alcune ore.

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