12 ~ Il primo portale

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Ettore e Sissi, ormai stremati a causa delle numerose ore di volo, avevano perso l'orientamento. Non sapevano più dove andare. Ma all'improvviso una fortissima luce li abbagliò.

"Guarda! Laggiù c'è un portale!" esclamò Sissi osservando il buco nel cielo color celeste.

Ettore, stupito, chiese: "Che cos'è un portale?".

Sissi, sorpresa dalla domanda dell'amico, gli rispose: "Il portale ci permette di andare in un altro mondo. Io sono venuta da te attraverso uno di essi".

Ettore la guardò negli occhi, osservandola attentamente e perdendosi nei suoi pensieri.

Sissi, guardando il cucciolo distratto, gridò: "Presto, andiamo!".

Ettore si svegliò di colpo dal suo sonno a occhi aperti e tornò in sé. Dopo di che attraversarono il portale e sparirono.

~•~•~

Le vie del portale erano turbinose, ripide, veloci. I due cani urlavano, ma allo stesso tempo si divertivano a sfrecciare rapidissimi lungo quell'invisibile scivolo che li portava con sé. Tutt'intorno era blu. Blu scuro. Era come essere immersi sotto al mare. Dopo alcuni minuti di sfrecciate lungo il tubo del portale, raggiunsero la loro destinazione.

"Dove siamo?" chiese Ettore guardando il paesaggio circostante. Gli piaceva perché gli ricordava le vacanze. Infatti si trattava di un mondo costituito da alte montagne con cime innevate, da laghi cristallini, da distese infinite di campi di ranuncoli e stelle alpine. Intorno a loro, però, non c'era quasi nessuna classica creatura alpina. Non si sentivano i fischi delle marmotte né il bramire dei cervi. Solo delle ombre librarsi nel cielo, ombre di creature non conosciute dal cucciolo terrestre. Non erano infatti semplici passeri...

"Questo è il regno delle aquile giganti" rispose Sissi preoccupata "non mi piacciono per niente le aquile".

Ettore, atterrito dalla risposta della compagna, si acquattò e cercò di vedere un'aquila, per capirne l'aspetto. Ne vide una imponente e minacciosa, che volava sopra le loro teste a centinaia di metri d'altezza. Il suo becco era affilato e ricurvo, di un arancione brillante. La sua testa era candida come la neve e le sue ali così grandi da coprire buona parte del cielo. Il torace era di un color nocciola simile a quello della pelliccia che ricopriva Ettore lungo i fianchi. Un uccello che avrebbe incusso timore anche nel più coraggioso dei cani. Il beagle cominciava a capire Sissi e la sua paura.

~•~•~

Ad un certo punto, un forte odore arrivò al suo naso, un odore a cui nessun cane della sua razza avrebbe potuto resistere: coniglio! La sua pancia cominciò a brontolare, e così quella della sua compagna.

"Sissi, sento la presenza di un leprotto nelle vicinanze. Vado a prenderlo, così potremo mangiare" esclamò convinto ricordandosi le lezioni della mamma. Non aveva mai amato uccidere, e si ricordava la sua reazione quando la sorella era tornata con in bocca il coniglietto. Ma la fame e l'istinto lo spinsero a seguire quella traccia. Si diresse verso un cespuglio, per poi sparire dietro ad esso.

"Fai attenzione alle aquile!" gridò Sissi a Ettore per avvertirlo. Ma non si era accorta dell'ombra minacciosa che si stava avvicinando a lei... Un'enorme e affamata aquila l'aveva puntata e, dopo pochi secondi, fu sopra alla povera cagnolina dei venti.

"Aiuto! Lasciami andare brutto pollo volante!" cercò di dimenarsi Sissi.

"Oh, ma guarda che bel pranzetto! Non ho mai assaggiato un cane alato!" esclamò l'aquila stringendola più forte con gli artigli.

"Lasciami andare, aquila gigante!" la supplicò la cucciola guaendo per il dolore provocato dalle unghie appuntite dell'uccello che la stavano graffiando.

"Non ci penso proprio, spuntino! Lo so che sei solo una piccola cagnetta con le ali. Ed è per questo che ti mangerò come antipasto, bella mia" le gridò contro la grande creatura affamata. Sissi cominciò ad abbaiare con tutte le sue forze, cercando di avvertire Ettore di ciò che le era accaduto.

~•~•~

Il cucciolo, intanto, era uscito dal cespuglio e ora stava cercando la compagna. "Sissi, Sissi... Dove sei? Purtroppo il coniglio mi è sfuggito. Sissi... Dobbiamo andare via di qui! Non sei mica stata presa da un'aquila, vero?" gridava non vedendo nessuno e non sentendosi a suo agio tutto solo in quel mondo gigantesco.

All'improvviso sentì una voce rispondergli: "Sì, imbecille! Guarda in alto!". Era Sissi. Ed era stata catturata da un'aquila. Una grande aquila.

"Oh, no! Stai tranquilla, Sissi! Troverò un modo per salvarti!" le gridò Ettore con il cuore che batteva forte per l'agitazione.

"Per favore, fai in fretta!" urlò Sissi dolorante. L'aquila non notò Ettore che riuscì a nascondersi in un foro in una roccia.

"Zitta, peste! Tanto nessuno può sentirti" ordinò l'uccello alla povera preda, che si zittì con un guaito.

Ettore, intanto, pensava a un modo per liberare l'amica in difficoltà. Ma la lampadina non tardò ad accendersi... Il beagle aveva un'idea geniale! Attivò il suo jet-pack e volò su una roccia, non lontano dall'aquila, ma nascosto alla sua vista. Lì attese il momento propizio.

"Ah, finalmente è ora di cena! Gnam, gnam..." esclamò l'aquila arrivando al nido e scaraventando Sissi all'interno.

La cagnetta dei venti, impaurita, si appiattì contro il bordo del nido e disse tremando: "No, non mi mangiare! Sono tutta pelle e ossa... e la mia carne è disgustosa!".

L'aquila scoppiò in una fragorosa risata e disse: "E tu pensi che ti creda?".

Sissi, sempre più terrorizzata, mise le zampe sulla testa e concluse uggiolando: "No... Aiuto!".

~•~•~

Ettore aveva capito che era arrivato il momento... Cominciò a belare, imitando una pecora. L'uccello, udendo il verso della prelibata preda nelle vicinanze, abbandonò Sissi dicendo: "Oh! Senti, senti questa pecora! È proprio sventurata ad aggirarsi da queste parti... Guai a te se provi a scappare!".

E volò via, all'inseguimento di quella creatura nata dalla fantasia di Ettore che ora volava verso il nido intenzionato a salvare l'amica che, ancora in ansia, stava dicendo tra sé e sé: "Grazie pecora...".

Quando Sissi vide il coraggioso cane, esclamò felice: "Ettore, sei tu! Temevo che non ti avrei mai più rivisto!"

Il compagno le rispose con un sorriso: "Tranquilla! Pensavi che ti avrei lasciata lì?". Dopo essersi riabbracciati, sentirono l'aquila che si avvicinava.

"Presto, andiamocene via da questo mondo!" esclamò Sissi.

Ettore continuò: "Certo, prima di diventare cibo per aquile. Guarda! Un portale! Al mio tre si va! Uno... due... tre! Via!". Quando il cane finì di contare, si diressero verso il portale.

L'aquila, non trovando il cibo, esclamò: "Accidenti, la pecora è sparita! Ma, dov'è quella cagnaccia? Argh! È fuggita anche lei! Se ti trovo ti faccio in brandelli, brutta...".

Non aveva ancora finito di parlare che i due cuccioli avevano attraversato il portale, lasciando per sempre quel mondo.

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